''ADESSO ANDRÀ DAVVERO TUTTO BENE'' - L'IMMUNOLOGO LE FOCHE: ''GRAZIE A TERAPIE E VACCINI POSSIAMO AVERE FIDUCIA. DA GENNAIO POTREMO USARE ANCHE GLI ANTICORPI MONOCLONALI. DA QUESTA PANDEMIA USCIREMO PRESTO, MA SERVE RESPONSABILITÀ INDIVIDUALE'' - IL SUO NUOVO EBOOK SCRITTO CON GIANCARLO DOTTO: ''SAREI TRANQUILLISSIMO A VACCINARMI, PERCHÉ I PROTOCOLLI DI SICUREZZA SONO ELEVATI''
LE FOCHE E-BOOK
Valeria Costantini per “il Corriere della Sera - Edizione Roma”
FRANCESCO LE FOCHE GIANCARLO DOTTO SI ANDRA TUTTO BENE
«I vaccini sono sicuri e da gennaio potremo usare anche gli anticorpi monoclonali. Ne usciremo presto, ma serve responsabilità individuale». Il professor Francesco Le Foche, noto immunologo clinico, ha messo tutta la sua visione ottimistica nell' e-book intitolato «Sì, andrà tutto bene» (in uscita oggi), scritto insieme con Giancarlo Dotto, in cui esamina il Covid-19 dalla sua genesi agli effetti socio-sanitari, fino alla sua imminente sconfitta.
Professore, qual è il messaggio del suo libro?
«La scienza ci salverà, lo fa sempre. L' umanità si appella sempre alla scienza per essere salvata e, ancora una volta, non ci deluderà. Abbiamo voluto raccontare la via di fuga da questa che definiamo sindemia più che pandemia, perché ha colpito ogni aspetto della nostra società. Questo virus è anche il risultato dell' alterazione che abbiamo compiuto sul pianeta terra negli ultimi 100 anni, destabilizzando gli ecosistemi, distruggendo habitat e foreste.
Ma la speranza di uscirne è vicina».
Si riferisce ai vaccini?
«Sono in arrivo almeno quattro strategie vaccinali diverse, realizzate con bio-tecnologie, a mio avviso, favolose e innovative. Sarei tranquillissimo a vaccinarmi, perché i protocolli di sicurezza sono elevati. La rapidità con cui si sono ottenuti i vaccini è dovuta all' azzeramento della burocrazia, alle tecniche avanzate e ai fondi immediati. Nel libro affrontiamo anche questo aspetto. Le somministrazioni, data la necessità delle basse temperature, dovranno essere organizzate in modo collettivo, come in teatri o tendoni.
Importante sarà lo stoccaggio, in silos o celle frigorifere enormi, ad esempio l' aeroporto di Fiumicino credo sia l' unico ad avere capannoni industriali a temperature bassissime».
Nel testo prevede un' uscita a breve dall' emergenza?
«Il quadro ora è critico, ma riusciamo a trattare meglio i pazienti in corsia. Arrivano prima ed escono più rapidamente. Se già tra gennaio e febbraio sarà immessa la terapia con anticorpi, per esempio tra il personale sanitario, questo sarà immune per mesi.
Dalla primavera prossima i monoclonali potranno arrivare ai casi gravi o ai più fragili.
Parliamo di anticorpi simili a quelli utilizzati da Donald Trump, ma introdotti come terapie già dagli anni 80: sono come una freccia che colpisce il target, la molecola infiammatoria, si blocca come una serratura. In Italia abbiamo selezionato tre tipologie di anticorpi, potentissimo è quello dal plasma di un paziente immune. Se riusciamo a metterlo in commercio servirà come prevenzione e immunoterapia. In 72 ore manda il paziente a casa.
È molto fiducioso
«Sì, ma serve responsabilità individuale. Il Covid si muove con le nostre gambe. Riduci l' entropia sociale del virus e si riducono i ricoveri. Parlare di festeggiare Natale o Capodanno oggi è prematuro, tra due settimane forse dovremmo concordare le modalità di movimento, ma prima dobbiamo vedere se l' indice Rt scende sotto lo 0,5. Questa non è una seconda ondata, la vedo come una recrudescenza spianata dopo l' estate. Al di là di cosa indica la politica, siamo noi i primi responsabili. Questo era un virus che andava trattato fuori dagli ospedali, ma la medicina territoriale è stata azzerata, si è costruita una politica ospedalocentrica. Abbiamo spento quelli che erano i nostri "sensori" territoriali».