
DAGOREPORT – LA CASTAGNA BOLLENTE! LA BOCCIATURA DELL’EBA E DI BCE DELLO “SCONTO DANESE” PER L’ACQUISIZIONE DI ANIMA NON HA SCALFITO LE INTENZIONI DEL NUMERO UNO DI BANCO BPM, GIUSEPPE CASTAGNA, CHE HA DECISO DI "TIRARE DRITTO", MA COME? PAGANDO UN MILIARDO IN PIÙ PER L'OPERAZIONE E DANDO RAGIONE A ORCEL, CHE SI FREGA LE MANI. COSÌ UNICREDIT FA UN PASSO AVANTI CON LA SUA OPS SU BPM, CHE POTREBBE OTTENERE UN BELLO SCONTO – IL BOTTA E RISPOSTA TRA CASTAGNA E ORCEL: “ANIMA TASSELLO FONDAMENTALE DEL PIANO DEL GRUPPO, ANCHE SENZA SCONTO”; “LA BCE DICE CHE IL NOSTRO PREZZO È GIUSTO...”
DAGOREPORT
Andrea Orcel giuseppe castagna
La bocciatura dell’Eba e di Bce per il Danish Compromise non ha scalfito l'Anima di Castagna che ha deciso di "tirare dritto", ma come? Pagando un miliardo in più per l'operazione di Anima e dando ragione a Orcel che si frega le mani. Così Unicredit, che ha approvato l'aumento di capitale, fa un passo avanti con la sua Ops su BPM che potrebbe ottenere un bello sconto.
Solo una settimana fa, a Londra davanti agli investitori, Castagna era certo di ottenere il Danish Compromise per risparmiare un miliardino sull'Opa sulla Sgr partecipata da Caltagirone. Era un azzardo o solo ipotesi? Smentito dalle Autorità europee, Castagna ora dovrà chiarire cosa intende fare: una cosa è chiara, e ciò che la negazione del Danish Compromise comporterà un minor ritorno dell’investimento, un maggior esborso di capitale (un miliardo) e incertezza sui (futuri) dividendi...
Insomma, per Castagna marroni roventi.
UNICREDIT-BPM, BOTTA E RISPOSTA ORCEL-CASTAGNA SUL DESTINO DI ANIMA
Estratto dell’articolo di Daniela Polizzi e Andrea Rinaldi per www.corriere.it
Botta e risposta tra Andrea Orcel e Giuseppe Castagna sul destino di Anima. «Avevamo ragione noi a considerare l’offerta» su Banco Bpm «escludendo Anima vista l’incertezza che questo doveva comportare e oggi lo vediamo», ha detto il ceo di Unicredit ieri all’assemblea degli azionisti. Un fuori programma dalla lettura del discorso dettato dalla lettera con cui la Bce in sostanza boccia la possibilità per Piazza Meda di dedurre dal capitale un miliardo per l’acquisizione (e distribuirlo così agli azionisti).
E a cui in giornata ha fatto seguito un altro niet al «Compromesso danese» da parte dell’Eba. L’Autorità bancaria infatti ha rigettato la domanda del Banco «perché il tema sollevato va oltre l’ambito di applicazione del questionario» ricevuto, toccando profili ed elementi «che richiedono una valutazione più ampia».
L’ex popolare però tira dritto: «Il cda della banca ha espresso oggi, all’unanimità, il proprio motivato convincimento sulla forte valenza strategica e finanziaria dell’operazione Anima e ciò a prescindere dal trattamento prudenziale legato al Danish Compromise», hanno affermato il presidente di Banco Bpm, Massimo Tononi, e l’ad Giuseppe Castagna.
«Forte del contributo di Anima, questo gruppo è ben posizionato per raggiungere il target di utile al 2027 di 2.150 milioni di euro». La sgr sarà un «tassello fondamentale» del piano del gruppo, assicurando un ritorno sull’investimento (Roi) «pari ad almeno il 13%» e un aumento dell’utile per azione «di oltre il 10%».
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La risposta di Unicredit non si è fatta attendere: la posizione della Bce — dice la banca — conferma la congruità del premio implicito nell’offerta di Unicredit per Bpm e l’adeguatezza del riferimento ai prezzi di mercato precedenti all’annuncio dell’offerta Anima. «È ragionevole ritenere che questi sviluppi possano avere implicazioni negative per il rendimento del capitale allocato da Banco Bpm all’acquisto di azioni di Anima e per il capitale regolamentare della stessa Bpm, con possibili ripercussioni negative sulla sua futura crescita e sulle sue future distribuzioni».
La decisione annunciata dal Banco di procedere a prescindere è perciò «motivo di preoccupazione». Unicredit quindi «auspica che Banco Bpm faccia chiarezza al più presto su tutti gli elementi necessari, inclusi gli aspetti sopra menzionati, al fine di dare un’informativa completa al mercato e a tutti gli stakeholders».
Orcel dal canto suo ha ribadito in assemblea che l’ops su Banco Bpm (del valore di 15,3 miliardi) «deve aver senso da un punto di vista di creazione di valore o non la faremo. Una eventuale combinazione con Bpm verrà sempre valutata se atta o meno a migliorare una base già molto attraente per tutti gli stakeholders, se eseguita alle giuste condizioni», altrimenti «torneremo al nostro piano base».
Unicredit — ha specificato Orcel — offre «un prezzo che incorpora un premio di almeno il 15% rispetto al prezzo delle azioni di Banco Bpm prima dell’annuncio dell’offerta su Anima». Inoltre «abbiamo generato un ritorno totale per i nostri azionisti di quasi 750% dal 2021 a oggi, quasi 4 volte quello dei nostri concorrenti europei».
L’assemblea, presente il 67,4% del capitale, ha votato sì a bilancio, dividendo, retribuzione dello stesso Orcel (13,2 milioni) e all’aumento di capitale al servizio dell’ops sul Banco.