carige carlo cimbri piero montani vittorio malacalza

AMARO CARIGE – L’OPA PRESENTATA DA BPER SI È CHIUSA FORMALMENTE VENERDÌ SCORSO, MA NELLA STRADA CHE PORTA CIMBRI ALL’ISTITUTO GENOVESE SI È PIANTATO MALACALZA. L’EX PRIMO AZIONISTA DI CARIGE HA PRESENTATO RICORSO CONTRO IL NUOVO CONSIGLIO D’AMMINISTRAZIONE E CHIEDE 482 MILIONI, UNO PER OGNI EURO PERSO. IL TRIBUNALE DI GENOVA HA SOSPESO IL CDA E ANCHE LA SEMESTRALE RISCHIA DI SLITTARE…

S. Rig. per “L’Economia – Corriere della Sera”

 

vittorio malacalza

Ci sono 482 milioni di buoni motivi per giustificare il ricorso presentato da Vittorio Malacalza e dalla sua Malacalza Investimenti contro Carige. Uno per ogni euro perso in quello che è risultato il più rovinoso investimento che l'imprenditore di Bobbio, 85 anni a settembre, abbia realizzato nella sua fortunata carriera imprenditoriale.

 

PIERO MONTANI

Padrone delle ferriere, trader aggressivo e senza scrupoli, Malacalza nel 2015 è entrato nel capitale di Carige diventando il primo azionista di quella che era la Cassa di Risparmio di Genova, prima che sotto la gestione di Giovanni Berneschi venisse svuotata di ogni solidità. Un pacco vuoto che andava rapidamente riempito di denaro fresco. Malacalza vestì i panni del salvatore della patria, pompando denaro in quantità ma sottovalutando il mondo del credito, così lontano dalla metallurgia, normato in profondità e vigilato da più parti.

 

carlo cimbri

Si affidò operativamente a due genovesi molto noti: Cesare Castelbarco Albani, la cui famiglia è su piazza da undici secoli e Piero Luigi Montani. Il primo era il presidente di Banca Carige, il secondo l'amministratore delegato. L'armonia durò poco, la comunità di visione ancora meno. Vennero liquidati nel 2016. A marzo si insediò alla guida della banca Guido Bastianini, cui seguirono Paolo Fiorentino, Fabio Innocenzi (anche come commissario) e Francesco Guido. La voragine in cui sprofondò la banca inghiottì tutti i denari versati dai Malacalza, che nel 2019 chiesero, senza ottenere nulla, i danni alla banca.

 

carige 8

Carige nel frattempo era diventata pubblica, salvata con i soldi del Fondo interbancario di tutela dei depositi e messa in sicurezza, assieme agli oltre 3 mila dipendenti, dopo un lungo percorso che stava concludendosi proprio in questi ultimi giorni, con l'opa presentata da Bper Banca che si è chiusa formalmente venerdì scorso.

 

Il ricorso presentato dai Malacalza contro le decisioni dell'assemblea della banca dello scorso 15 giugno si inserisce proprio in questo contesto. Prende di mira la nomina del nuovo consiglio di amministrazione e, soprattutto, la rinuncia alle azioni di responsabilità nei confronti di Castelbarco Albani e Montani.

 

famiglia malacalza

Sempre loro, perché l'uomo non molla. Tanto più che oggi Montani è l'amministratore delegato di Bper Banca, ovvero la banca acquirente, quella in cui si annacqueranno tutti i guai passati di Carige. Ogni diritto va rispettato e un giudice di Genova, il nove agosto, sentirà Carige, i Malacalza e si pronuncerà. Nel frattempo un'azione sospensiva ha congelato le decisioni dell'assemblea del 15 giugno, mettendo in dubbio la conclusione dell'Opa e la stessa riunione del consiglio di amministrazione di Bper che giovedì prossimo, 4 agosto, dovrebbe approvare i risultati dei primi sei mesi dell'anno.

vittorio malacalza carige 2cassa centrale banca 3vittorio malacalza carige 5carige 1carige 9

Ultimi Dagoreport

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA

cecilia sala abedini donald trump

DAGOREPORT – LO “SCAMBIO” SALA-ABEDINI VA INCASTONATO NEL CAMBIAMENTO DELLE FORZE IN CAMPO NEL MEDIO ORIENTE - CON IL POPOLO IRANIANO INCAZZATO NERO PER LA CRISI ECONOMICA A CAUSA DELLE SANZIONI USA E L’''ASSE DELLA RESISTENZA" (HAMAS, HEZBOLLAH, ASSAD) DISTRUTTO DA NETANYAHU, MENTRE L'ALLEATO PUTIN E' INFOGNATO IN UCRAINA, IL PRESIDENTE “MODERATO” PEZESHKIAN TEME LA CADUTA DEL REGIME DI TEHERAN. E IL CASO CECILIA SALA SI È TRASFORMATO IN UN'OCCASIONE PER FAR ALLENTARE LA MORSA DELL'OCCIDENTE SUGLI AYATOLLAH - CON TRUMP E ISRAELE CHE MINACCIANO DI “OCCUPARSI” DEI SITI NUCLEARI IRANIANI, L’UNICA SPERANZA È L’EUROPA. E MELONI PUÒ DIVENTARE UNA SPONDA NELLA MORAL SUASION PRO-TEHERAN...

elon musk donald trump alice weidel

DAGOREPORT - GRAZIE ANCHE ALL’ENDORSEMENT DI ELON MUSK, I NEONAZISTI TEDESCHI DI AFD SONO ARRIVATI AL 21%, SECONDO PARTITO DEL PAESE DIETRO I POPOLARI DELLA CDU-CSU (29%) - SECONDO GLI ANALISTI LA “SPINTA” DI MR. TESLA VALE ALMENO L’1,5% - TRUMP STA ALLA FINESTRA: PRIMA DI FAR FUORI IL "PRESIDENTE VIRTUALE" DEGLI STATI UNITI VUOLE VEDERE L'EFFETTO ''X'' DI MUSK ALLE ELEZIONI POLITICHE IN GERMANIA (OGGI SU "X" L'INTERVISTA ALLA CAPA DI AFD, ALICE WEIDEL) - IL TYCOON NON VEDE L’ORA DI VEDERE L’UNIONE EUROPEA PRIVATA DEL SUO PRINCIPALE PILASTRO ECONOMICO…

cecilia sala giorgia meloni alfredo mantovano giovanni caravelli elisabetta belloni antonio tajani

LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO- CARAVELLI. IL DIRETTORE DELL’AISE È IL STATO VERO ARTEFICE DELL’OPERAZIONE, TANTO DA VOLARE IN PERSONA A TEHERAN PER PRELEVARE LA GIORNALISTA - COSA ABBIAMO PROMESSO ALL’IRAN? È PROBABILE CHE SUL PIATTO SIA STATA MESSA LA GARANZIA CHE MOHAMMAD ABEDINI NON SARÀ ESTRADATO NEGLI STATI UNITI – ESCE SCONFITTO ANTONIO TAJANI: L’IMPALPABILE MINISTRO DEGLI ESTERI AL SEMOLINO È STATO ACCANTONATO NELLA GESTIONE DEL DOSSIER (ESCLUSO PURE DAL VIAGGIO A MAR-A-LAGO) - RIDIMENSIONATA ANCHE ELISABETTA BELLONI: NEL GIORNO IN CUI IL “CORRIERE DELLA SERA” PUBBLICA IL SUO COLLOQUIO PIENO DI FRECCIATONE, IL SUO “NEMICO” CARAVELLI SI APPUNTA AL PETTO LA MEDAGLIA DI “SALVATORE”…