1. TRA AMBASCIATORI E PRINCIPESSE, DANDY CARIATI E IRREGOLARI DI SCENA, CIPOLLETTA E VALSECCHI, LA PRIMA USCITA UFFICIALE PER LA NEO-PRESIDENTE DELLA FONDAZIONE MAXXI GIOVANNONA MELANDRI COINCIDE CON IL VERNISSAGE DELLA MOSTRA ALIGHIERO BOETTI 2. L’EDITORIALISTA DEL CORRIERONE PAOLO FRANCHI SPEGNE QUALSIASI FOCOLAIO POLEMICO SUL NUOVO INIZIO DELLA MELANDRINA: “SOLO IN ITALIA SUSCITA SCANDALO IL FATTO CHE UN EX MINISTRO DELLA CULTURA POSSA DIVENTARE PRESIDENTE DI UN’ISTITUZIONE CULTURALE. IN FRANCIA, UNA DECISIONE DEL GENERE NON STUPIREBBE NESSUNO” 3. FRANCHI, INVECE, SCOMUNICA I GIORNALISTI CHE PROVANO IL SALTO IN PARLAMENTO: “OGNUNO FA QUEL CHE GLI PARE, CI MANCHEREBBE ALTRO. MI SORPRENDE SOLO IL FATTO CHE TRA QUANTI HANNO PASSATO UNA VITA A DIRE PESTE E CORNA DI MONTECITORIO NON CI SIA NESSUNO CHE ABBIA RIFIUTATO SDEGNATO LA CANDIDATURA”

Foto di Luciano Di Bacco per Dagospia

Video di Veronica del Soldà per Dagospia
Francesco Persili per Dagospia

MAXXI VIDEO-CAFONAL

 

La prima uscita ufficiale per la neo-presidente della fondazione Maxxi coincide con il vernissage della mostra che prende in esame il rapporto tra Alighiero Boetti e la capitale.

Una scelta «magnifica» per l'ex soprintendente del polo museale romano Claudio Strinati che nello spazio progettato da Zaha Hadid bracca l'ex ministro e si rallegra per la sovrabbondanza di donne nel consiglio d'amministrazione della fondazione del museo (oltre a Melandri, ci sono, infatti, Beatrice Trussardi e Monique Veaute): «Bene così, il Maxxi è maschile, quindi, ci vuole un bilanciamento. Mi pare, davvero, che il rispetto delle quote rosa sia garantito...»

Dal rosso Boetti al Maxxi rosè, cin cin. Foto di gruppo e frivolezze mondane, flash e bollicine. Per limmortal serie: "impara l'arte e mettila nei party". Giovanna Melandri fa gli onori di casa e svela la targa sulla piazza esterna del Maxxi intitolata da ieri all'artista torinese che considerava Roma - al pari dei suoi compagni di viaggio Luigi Ontani e Francesco Clemente - un ponte verso l'Oriente, un porto aperto per immaginazioni lontane.

«Boetti aveva l'illusione che Roma fosse già Palermo e Palermo fosse già Il Cairo», la sua prima compagna Annamarie Sauzeau ripercorre le geografie creative dell'artista che ha viaggiato a lungo (soprattutto in Afghanistan) sentendosi a Roma sempre come «uno straniero, un soggiornante».

Collisioni e accostamenti. Orizzonti plurimi e smania citazionista, as usual. Si evoca il wishful thinking di Calvino. La molteplicità e la leggerezza del "pop concettuale" del "più internazionale fra gli artisti italiani contemporanei" finiscono in un tomo di quattro chili, il secondo volume del Catalogo generale di Alighiero Boetti (edito da Electa) presentato pochi minuti prima del vernissage nel centro di ricerca del Maxxi, con il curatore della Tate Modern di Londra, Mark Godfrey in collegamento via Skype e una platea di finto-interessati e curiosi per caso che annovera, tra gli altri, anche il direttore di Radio 3, Marino Sinibaldi, e Paolo Franchi.

L'editorialista del Corrierone è in versione Pompiere della Sera quando spegne qualsiasi focolaio polemico sul nuovo inizio della Melandrina: «Solo in Italia suscita scandalo il fatto che un ex ministro della cultura possa diventare presidente di un'istituzione culturale. In Francia, una decisione del genere non stupirebbe nessuno». In Italia, invece, la nomina della Melandri ha scatenato una ridda di accuse di lottizzazione e le solite lenzuolate degli indignati speciali sull'occupazione del potere da parte dei partiti.

L'ex direttore de Il Riformista gira alla larga dal crucifige a prescindere, come avrebbe detto Totò, nei confronti di chi ha fatto della politica una professione e rifugge i toni da scomunica verso i giornalisti che provano il salto in Parlamento: «Ognuno fa quel che gli pare, ci mancherebbe altro. Mi sorprende solo il fatto che tra quanti hanno passato una vita a dire peste e corna di Montecitorio non ci sia nessuno che abbia rifiutato sdegnato la candidatura»...

Tra ambasciatori e principesse, dandy de' noantri e irregolari di scena, vengono avvistati l'ex senatore Mario D'Urso e il baffo sostenibile del tabacciano Federico Fazzuoli, Pietro Valsecchi e Innocenzo Cipolletta, l'eco-dem Della Seta, tra i grandi esclusi del Pd bersaniano (dopo l'appoggio a Renzi e la battaglia sull'Ilva) e Livia Azzariti, neo-candidata alla Regione Lazio nella Lista Civica di Zingaretti. Al seguito della moglie gallerista Marina, spunta anche la barba azzimata di Pier Luigi Celli.

Il direttore generale della Luiss, che ha pubblicato un saggio "Comandare è meglio che fottere" per aspiranti carrieristi bastardi, riflette sui criteri che hanno portato alla nomina della Melandri, e artiglia: «Tutti i processi di selezione sono opinabili ma la scelta, in questo caso, non mi è sembrata sbagliata. Stiamo parlando di una donna molto preparata che ha avuto esperienza come ministro dei Beni culturali...».

Ma la questione centrale per Cen-Celli resta il rilancio del Maxxi che deve diventare «un luogo di esposizione, incontro e contaminazione tra saperi. «La funzione di un museo di questo tipo è anche didattica», aggiunge l'ex dg della Rai che per la diffusione dell'arte contemporanea pensa al contributo che può arrivare da Viale Mazzini: «Se non fa cultura, il servizio pubblico cosa fa?». Manda in onda le repliche di Passepartout di Daverio (chiuso da un anno e mezzo) mentre Sky lancia un nuovo canale tematico (Sky Arte)...

Tra baciamano e smorfie da cultural chic, la Maxxi fighetteria si delizia tra Mappe, i pack di uno dei primi Tutto e Le Orme, presentate alla Biennale di Venezia del 1990 e offerte in comodato dal figlio Matteo. «Un'esposizione molto intima che mostra un Boetti diverso, eccentrico che fa del trasferimento a Roma un momento importante per la sua ricerca», pigola Giovanna Melandri che riflette su quanto la fascinazione per la luce della Capitale, e la visione dell'Oriente di "Alì Ghierò", abbiano influenzato la sensibilità coloristica dell'artista torinese.

L'ex ministro apre il libro delle buone intenzioni ed enuncia fra gli obiettivi della sua presidenza quello di «intensificare» le co-produzioni internazionali, a partire dalla mostra su Vezzoli, cita la partnership con il MoMa per il concorso "Young Architects program" e annuncia un viaggio a New York per costruire rapporti con le istituzioni d'oltreoceano.

I tagli al budget impongono la ricerca di sponsor e la sperimentazione di partnership e forme di mecenatismo innovativo: è questa la sfida alla quale è chiamata Melandri che glissa sulla mostra di Jeff Koons rinviata sine die: «è un progetto complesso ma faremo di tutto per provare ad allestirla...»

L'ex ministro taglia corto e archivia le polemiche che hanno accompagnato la sua nomina: «Sono passate. Basta. Guardiamo oltre...» Pensiamo ai prezzi promozionali e alle visite guidate gratuite ogni domenica. Sono iniziati i Maxxi saldi by Giovanna Melandri.

 

Soraya Malek e Andrea Angeli Soraya Malek Ricamo su cotone di Alighiero Boetti Ricami su cotone di Alighiero Boetti Ragazza al telefono Pietro Valsecchi e Camilla Nesbit Piero Maccarinelli e Thomas Pierluigi Celli con la moglie Marina Piazzale del MAXXI Opere esposte

Ultimi Dagoreport

jd vance roma giorgia meloni

DAGOREPORT – LA VISITA DEL SUPER CAFONE VANCE A ROMA HA VISTO UN SISTEMA DI SICUREZZA CHE IN CITTÀ NON VENIVA ATTUATO DAI TEMPI DEL RAPIMENTO MORO. MOLTO PIÙ STRINGENTE DI QUANTO È ACCADUTO PER LE VISITE DI BUSH, OBAMA O BIDEN. CON EPISODI AL LIMITE DELLA LEGGE (O OLTRE), COME QUELLO DEGLI ABITANTI DI VIA DELLE TRE MADONNE (ATTACCATA A VILLA TAVERNA, DOVE HA SOGGIORNATO IL BUZZURRO), DOVE VIVONO DA CALTAGIRONE AD ALFANO FINO AD ABETE, LETTERALMENTE “SEQUESTRATI” PER QUATTRO GIORNI – MA PERCHÉ TUTTO QUESTO? FORSE LA SORA “GEORGIA” VOLEVA FAR VEDERE AGLI AMICI AMERICANI QUANTO È TOSTA? AH, SAPERLO...

giovanbattista fazzolari giorgia meloni donald trump emmanuel macron pedro sanz merz tusk ursula von der leyen

SE LA DIPLOMAZIA DEGLI STATI UNITI, DALL’UCRAINA ALL’IRAN, TRUMP L’HA AFFIDATA NELLE MANI DI UN AMICO IMMOBILIARISTA, STEVE WITKOFF, DALL’ALTRA PARTE DELL’OCEANO, MELONI AVEVA GIÀ ANTICIPATO IL CALIGOLA DAZISTA CON LA NOMINA DI FAZZOLARI: L’EX DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA DELLA REGIONE LAZIO (2018) CHE GESTISCE A PALAZZO CHIGI SUPERPOTERI MA SEMPRE LONTANO DALLA VANITÀ MEDIATICA. FINO A IERI: RINGALLUZZITO DAL FATTO CHE LA “GABBIANELLA” DI COLLE OPPIO SIA RITORNATA DA WASHINGTON SENZA GLI OCCHI NERI (COME ZELENSKY) E UN DITO AL CULO (COME NETANYAHU), L’EMINENZA NERA DELLA FIAMMA È ARRIVATO A PRENDERE IL POSTO DEL MINISTRO DEGLI ESTERI, L’IMBELLE ANTONIO TAJANI: “IL VERTICE UE-USA POTREBBE TENERSI A ROMA, A MAGGIO, CHE DOVREBBE ESSERE ALLARGATO ANCHE AGLI ALTRI 27 LEADER DEGLI STATI UE’’ – PURTROPPO, UN VERTICE A ROMA CONVINCE DAVVERO POCO FRANCIA, GERMANIA, POLONIA E SPAGNA. PER DI PIÙ L’IDEA CHE SIA LA MELONI, OSSIA LA PIÙ TRUMPIANA DEI LEADER EUROPEI, A GESTIRE L’EVENTO NON LI PERSUADE AFFATTO…

patrizia scurti giorgia meloni giuseppe napoli emilio scalfarotto giovanbattista fazzolari

QUANDO C’È LA FIAMMA, LA COMPETENZA NON SERVE NÉ APPARECCHIA. ET VOILÀ!, CHI SBUCA CONSIGLIERE NEL CDA DI FINCANTIERI? EMILIO SCALFAROTTO! L’EX “GABBIANO” DI COLLE OPPIO VOLATO NEL 2018 A FIUMICINO COME ASSESSORE ALLA GIOVENTÙ, NON VI DIRÀ NULLA. MA DAL 2022 SCALFAROTTO HA FATTO IL BOTTO, DIVENTANDO CAPO SEGRETERIA DI FAZZOLARI. “È L’UNICO DI CUI SI FIDA” NELLA GESTIONE DI DOSSIER E NOMINE IL DOMINUS DI PALAZZO CHIGI CHE RISOLVE (“ME LA VEDO IO!”) PROBLEMI E INSIDIE DELLA DUCETTA - IL POTERE ALLA FIAMMA SI TIENE TUTTO IN FAMIGLIA: OLTRE A SCALFAROTTO, LAVORA PER FAZZO COME SEGRETARIA PARTICOLARE, LA NIPOTE DI PATRIZIA SCURTI, MENTRE IL MARITO DELLA POTENTISSIMA SEGRETARIA-OMBRA, GIUSEPPE NAPOLI, È UN AGENTE AISI CHE PRESIEDE ALLA SCORTA DELLA PREMIER…

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEL PIÙ GRANDE RISIKO BANCARIO D’ITALIA? L’ASSEMBLEA DI GENERALI DEL 24 APRILE È SOLO LA PRIMA BATTAGLIA. LA GUERRA AVRÀ INIZIO DA MAGGIO, QUANDO SCENDERANNO IN CAMPO I CAVALIERI BIANCHI MENEGHINI - RIUSCIRANNO UNICREDIT E BANCA INTESA A SBARRARE IL PASSO ALLA SCALATA DI MEDIOBANCA-GENERALI DA PARTE DELL’”USURPATORE ROMANO” CALTAGIRONE IN SELLA AL CAVALLO DI TROIA DEI PASCHI DI SIENA (SCUDERIA PALAZZO CHIGI)? - QUALI MOSSE FARÀ INTESA PER ARGINARE IL DINAMISMO ACCHIAPPATUTTO DI UNICREDIT? LA “BANCA DI SISTEMA” SI METTERÀ DI TRAVERSO A UN’OPERAZIONE BENEDETTA DAL GOVERNO MELONI? O, MAGARI, MESSINA TROVERÀ UN ACCORDO CON CALTARICCONE? (INTESA HA PRIMA SPINTO ASSOGESTIONI A PRESENTARE UNA LISTA PER IL CDA GENERALI, POI HA PRESTATO 500 MILIONI A CALTAGIRONE…)

donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - LA DUCETTA IN VERSIONE COMBAT, DIMENTICATELA: LA GIORGIA CHE VOLERA' DOMANI A WASHINGTON E' UNA PREMIER IMPAURITA, INTENTA A PARARSI IL SEDERINO PIGOLANDO DI ''INSIDIE'' E "MOMENTI DIFFICILI" - IL SOGNO DI FAR IL SUO INGRESSO ALLA CASA BIANCA COME PONTIERE TRA USA-UE SI E' TRASFORMATO IN UN INCUBO IL 2 APRILE QUANDO IL CALIGOLA AMERICANO HA MOSTRATO IL TABELLONE DEI DAZI GLOBALI - PRIMA DELLE TARIFFE, IL VIAGGIO AVEVA UN SENSO, MA ORA CHE PUÒ OTTENERE DA UN MEGALOMANE IN PIENO DECLINO COGNITIVO? DALL’UCRAINA ALLE SPESE PER LA DIFESA DELLA NATO, DA PUTIN ALLA CINA, I CONFLITTI TRA EUROPA E STATI UNITI SONO TALMENTE ENORMI CHE IL CAMALEONTISMO DI MELONI E' DIVENTATO OGGI INSOSTENIBILE (ANCHE PERCHE' IL DAZISMO VA A SVUOTARE LE TASCHE ANCHE DEI SUOI ELETTORI) - L'INCONTRO CON TRUMP E' UN'INCOGNITA 1-2-X, DOVE PUO' SUCCEDERE TUTTO: PUO' TORNARE CON UN PUGNO DI MOSCHE IN MANO, OPPURE LEGNATA COME ZELENSKY O MAGARI  RICOPERTA DI BACI E LODI...

agostino scornajenchi stefano venier giovanbattista fazzolari snam

SNAM! SNAM! LA COMPETENZA NON SERVE - ALLA GUIDA DELLA SOCIETÀ DI CDP, CHE SI OCCUPA DI STOCCAGGIO E RIGASSIFICAZIONE DEL GAS NATURALE, SARÀ UN MANAGER CHE HA SEMPRE RICOPERTO IL RUOLO DI DIRETTORE FINANZIARIO, AGOSTINO SCORNAJENCHI – MA DAL GAS ALLA FIAMMA, SI SA, IL PASSO È BREVE: A PROMUOVERE LA NOMINA È INTERVENUTO QUELLO ZOCCOLO DURO E PURO DI FRATELLI D’ITALIA, GIÀ MSI E AN, CHE FA RIFERIMENTO A FAZZOLARI. E A NULLA È VALSO IL NO DELLA LEGA - LA MANCATA RICONFERMA DI STEFANO VENIER, NOMINATO 3 ANNI FA DAL GOVERNO DRAGHI, È ARRIVATA PROPRIO NEL GIORNO IN CUI STANDARD & POOR HA PROMOSSO IL RATING DELLA SNAM…