elon musk steve bannon donald trump

CHI DI “AMERICA FIRST” FERISCE, DI “AMERICA FIRST” PERISCE – LO SCAZZO SUI VISTI AGLI IMMIGRATI SPECIALIZZATI È SOLO LA PUNTA DELL’ICEBERG DELLA SPACCATURA TRA I TRUMPIANI DELLA PRIMA ORA E ELON MUSK – STEVE BANNON FEROCE CONTRO MR. TESLA E GLI “OLIGARCHI” CHE VOGLIONO IMMIGRATI “PER TENERE GLI STIPENDI BASSI”: “NON CI SIAMO INGINOCCHIATI DAVANTI ALL’IMPERO BRITANNICO, AI BOLSCEVICHI E AI NAZISTI, NON COMINCEREMO COL SUDAFRICA” - I NODI VERRANNO PRESTO AL PETTINE: IL MONDO "MAGA" IMPLODERÀ?

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HASTA IL VISTO - LO SCAZZO SULL'IMMIGRAZIONE, CHE CONTRAPPONE LA FRONDA \'MAGA\' TRUMPIANA A MUSK...

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Estratto dell’articolo di Massimo Gaggi per il “Corriere della Sera”

 

DONALD TRUMP CAMERIERE DI ELON MUSK - IMMAGINE CREATA CON GROK

«Sono da sempre un sostenitore dei visti H-1B (quelli per gli immigrati di talento, ndr ). È un programma eccellente, io stesso vi ho fatto ricorso: ho molti H-1B nelle mie aziende».

 

Non è vero: in passato li ha più volte definiti pessimi e «un’ingiustizia per i lavoratori americani».

 

Ma conta il fatto che con queste parole Donald Trump cerca di risolvere in favore di Elon Musk la disputa scoppiata tra Maga tecnologici e Maga integralisti e identitari che temono, più di qualunque altra cosa, l’aumento dell’influenza delle minoranze etniche […] in America.

 

VIVEK RAMASWAMY CONTRO NIKKI HALEY HALEY

Per alcuni una scaramuccia tra alleati che Trump ha fronteggiato senza grossi problemi […]. Per altri, invece, il conflitto è appena iniziato ed evolverà in una sorta di guerra civile etnica nel mondo Maga dato che il terreno sul quale è scoppiata, l’immigrazione, è vitale per tutti e due i fronti: per Steve Bannon […] l’attivista più influente dell’ultradestra, i visti per gli immigrati «sono uno strumento degli oligarchi tecnologici per tenere gli stipendi bassi distruggendo lo spirito dei cittadini: lavori americani ai lavoratori americani».

 

Sriram Krishnan

Veemente la reazione di Musk: prima un insulto irripetibile, poi: «Vado alla guerra su questo, non sai nemmeno di cosa parli. Senza quei visti io non sarei qui, non avrei creato le mie aziende.

 

È semplice: o importiamo talenti o andiamo al disastro». Controreplica furibonda di Bannon che parla di Musk come di un bimbetto che gattona: «Chiamate i servizi per la protezione dell’infanzia».

 

La disputa […], è scoppiata dopo Natale con la richiesta di liberalizzare i visti tech e la nomina di Sriram Krishnan, nato a Chennai, in India, a consigliere di Trump per l’intelligenza artificiale.

 

STEVE BANNON

Apriti cielo: Laura Loomer, influencer di estrema destra che The Donald ha portato con sé durante la campagna elettorale, è sbottata:

 

«Vogliono sostituire l’invasione di immigrati del Terzo mondo con un’invasione di immigrati tech del Terzo mondo». Seguita da altri trumpiani come Matt Gaetz, ma anche da repubblicani tradizionali come Nikki Haley. […]

 

Il sospetto di una crociata dei conservatori contro gli indiani (oltre a Krishnan, hanno quell’origine tanti altri come il futuro capo dell’Fbi, Kash Patel o la moglie del vicepresidente JD Vance) fa infuriare Vivek Ramaswamy (origine indiana anche lui, responsabile, insieme a Musk, del «ministero» dell’efficienza) che accusa: «La cultura Usa ha venerato la mediocrità abbandonando l’eccellenza».

 

Serve, dunque, sangue straniero per recuperare l’eccellenza. Musk è sulla stessa linea e si becca l’accusa di razzismo contro i bianchi. […]

 

ELON MUSK DA GIOVANE

Quando Bannon lancia un’altra rasoiata contro Musk («non ci siamo inginocchiati davanti all’impero britannico, ai bolscevichi e ai nazisti, non cominceremo col Sudafrica»), Trump rompe il silenzio e si schiera: cresce, così, il peso politico della destra tech che vince la battaglia. Ma la guerra non è finita: pur riconoscendo il peso di Musk al tavolo del presidente, Bannon ripete che i visti sono una truffa, mentre per la Loomer la rottura e inevitabile: la destra non può lasciare campo libero ai tecnocrati.

 

E intanto Russel Honoré, un generale in pensione, apre un altro fronte accusando Musk di essere un pericolo per la sicurezza nazionale a causa dei suoi stretti rapporti industriali, economici e finanziari con la Cina.

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