ASTRAZENECA ANNUNCIA NUOVI TAGLI ALLE FORNITURE DEL SUO VACCINO ALL'UE: “DOBBIAMO ANNUNCIARE CARENZE NELLE SPEDIZIONI PIANIFICATE, NONOSTANTE IL LAVORO INSTANCABILE PER ACCELERARE LE FORNITURE" - NEL PRIMO TRIMESTRE ARRIVERANNO SOLO 30 MILIONI DI DOSI E NEL SECONDO 70 MILIONI: IL REGNO UNITO NON VUOLE CEDERE LE DOSI PRODOTTE NEI SUOI DUE STABILIMENTI, NONOSTANTE QUESTO SIA PREVISTO DAL CONTRATTO CON L'UE - NEGLI USA I MAGAZZINI SONO PIENI DI ASTRAZENECA VISTO CHE LA FDA NON HA ANCORA AUTORIZZATO IL FARMACO MA BIDEN VUOLE AIUTARE GLI EUROPEI…
1 - ASTRAZENECA, NUOVI TAGLI ALLE FORNITURE DI VACCINI ALL'UE
(ANSA-AFP) - AstraZeneca ha annunciato nuovi tagli alle forniture del suo vaccino contro il coronavirus all'Ue confermando quando anticipato dall'agenzia Reuters ieri. "AstraZeneca è dispiaciuta di annunciare carenze nelle spedizioni pianificate di vaccini contro il Covid-19 all'Unione europea, nonostante il lavoro instancabile per accelerare le forniture", si legge in una nota del gigante anglo-svedese.
2 - ASTRAZENECA , OMS ED EMA: "BASTA ALLARMISMI" A SPAVENTARE L'EUROPA È IL TAGLIO DELLE FORNITURE
Marco Bresolin per “la Stampa”
Al momento l'unica reazione avversa direttamente correlata al vaccino di AstraZeneca è quella di Thierry Breton, che ieri ha perso la pazienza. «La casa farmaceutica non sta facendo il massimo sforzo per onorare i contratti, il consiglio di amministrazione deve intervenire» è sbottato il commissario Ue in seguito alla comunicazione di ulteriori tagli alle forniture. Dei 300 milioni di dosi previsti per il primo semestre ne arriveranno soltanto 100 milioni: «Colpa delle restrizioni all'export» si difende il gruppo anglo-svedese.
Sull'altro fronte, quello della sicurezza, arrivano invece notizie rassicuranti sia dall'Ema che dall'Organizzazione mondiale della Sanità: non ci sono prove che i casi di trombosi riscontrati su alcuni pazienti in Europa siano stati causati dalla somministrazione del vaccino. L'Agenzia europea del farmaco sta analizzando tutte le situazioni, ma al momento non sono state trovate indicazioni di causa-effetto.
Per l'Oms il farmaco è «eccellente». L'Ema ha soltanto chiesto di aggiornare le informazioni del prodotto, includendo tra i possibili effetti secondari delle gravi reazioni allergiche (anafilassi) e altre reazioni allergiche (ipersensibilità). Erano già state inserite come potenziali rischi, ma gli accertamenti hanno riscontrato delle correlazioni in alcuni dei 41 casi segnalati nel Regno Unito (su 5 milioni di somministrazioni). Dopo i casi di trombosi, la Bulgaria ha deciso di sospendere la somministrazione di AstraZeneca, seguendo l'esempio di Danimarca, Norvegia e Islanda, mentre Francia e Germania hanno scelto di andare avanti, seguendo l'indicazione Ema.
L'Italia ha sospeso un lotto, quello con codice ABV2856, come ribadito ieri dall'Agenzia nazionale del farmaco, dopo che in Rete era circolata una falsa comunicazione che chiedeva di sospenderne un altro. Ora però c'è il rischio che le Regioni si trovino costrette a sospendere le somministrazioni di AstraZeneca non per ragioni di sicurezza, ma per carenza di vaccini. L'assessore alla Sanità del Lazio, Alessio D'Amato, si è detto molto preoccupato perché le scorte bastano per una sola settimana.
E le notizie che arrivano da Bruxelles sono tutt' altro che rassicuranti, visto che l'azienda ha comunicato un ulteriore taglio delle forniture: nel primo trimestre arriveranno solo 30 milioni di dosi e nel secondo 70 milioni. «Colpa delle restrizioni all'export» spiega in una nota il gruppo angolo-svedese. Il Regno Unito non vuole cedere le dosi prodotte nei suoi due stabilimenti, nonostante questo sia previsto dal contratto con l'Ue. La strada dell'India è difficilmente percorribile, ma soprattutto c'è l'ostacolo Stati Uniti.
coronavirus vaccinazioni a fiumicino
Dove la produzione è già stata avviata e i magazzini sono pieni, visto che la Fda non ha ancora autorizzato il farmaco, ma l'amministrazione Biden non intende andare incontro agli «amici» europei. Anche per Johnson&Johnson c'è un problema americano: alcune dosi prodotte in Europa vengono mandate oltreoceano per essere infialate, solo che il blocco dell'export impedisce di rispedirle indietro. Per questo J&J sta cercando partner all'interno dell'Ue per completare il ciclo produttivo. Ma i ritardi saranno inevitabili. Ieri il cancelliere austriaco Sebastian Kurz ha denunciato che «i vaccini non vengono distribuiti equamente» tra i Paesi Ue in base alla popolazione e che si è scatenato un «bazar poco trasparente».
Affermazioni che hanno stupito molti suoi colleghi, visto che è il meccanismo è ben noto: alcuni governi hanno rinunciato alla loro quota (è successo con i farmaci di Pfizer e Moderna perché troppo cari) e le dosi vengono rinegoziate dagli altri che sono interessati, ma tutti hanno diritto di acquistarli. Dopodiché è vero che le consegne non rispettano alla lettera la quota-parte, soprattutto per i Paesi più piccoli come Malta, ma questo - spiegano fonti Ue - succede solo perché le grandi confezioni non possono essere smembrate.
3 - LONDRA, 11 MILIONI DI DOSI SENZA VITTIME: «È SICURO»
Luigi Ippolito per il “Corriere della Sera”
In Gran Bretagna hanno accolto con una scrollata di spalle le notizie in arrivo dall'Europa sulle presunte reazioni avverse al vaccino di AstraZeneca. «Abbiamo messo in chiaro che è sia sicuro che efficace», ha detto il portavoce di Boris Johnson . E i numeri stanno dando ragione al governo. In Gran Bretagna hanno già somministrato la prima dose a oltre 23 milioni di persone, di cui circa la metà, oltre 11 milioni, con AstraZeneca: e non c'è stata nessuna reazione fatale accertata.
Sono stati segnalati circa 54 mila casi di effetti collaterali minori dopo l'iniezione di AstraZeneca, con poco più di un centinaio di reazioni allergiche di tipo anafilattico. Ci sono stati anche circa 275 decessi nel lasso di tempo successivo alla somministrazione, ma questo non significa che il vaccino sia stata la causa della morte. I risultati sul campo sono invece spettacolari: il numero dei ricoveri in ospedale e soprattutto dei decessi è crollato nelle ultime settimane, passando dagli oltre mille al giorno di gennaio a meno di duecento, consentendo al governo di avviare la graduale, definitiva uscita dall'attuale lockdown.
Secondo Phil Bryan, il capo dell'agenzia del farmaco britannica, le notizie di trombosi non eccedono quelle che normalmente si sarebbero verificate tra la popolazione: «Le evidenze disponibili non confermano che il vaccino sia la causa», ha affermato. E Stephen Evans, professore di farmaco-epidemiologia, ha aggiunto che «le notizie di sospette reazioni avverse ai vaccini comportano l'enorme difficoltà di distinguere un effetto causale da una coincidenza». Insomma, mentre l'Europa si avvita ancora una volta su se stessa, Londra procede spedita sulla strada dell'uscita dalla pandemia.