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AVANTI CON UN ALTRO SHOW DI HAMAS! – I MILIZIANI PALESTINESI HANNO RILASCIATO ALTRI TRE OSTAGGI: ALEKSANDR SASHA TRUFANOV, CITTADINO RUSSO-ISRAELIANO DI 29 ANNI, SAGUY DEKEL-HEN, ISRAELO-AMERICANO 36ENNE, E IL 46ENNE YAIR HOREN – I TRE UOMINI, POCO PRIMA DI ESSERE CONSEGNATI ALL’ESERCITO ISRAELIANO, SONO STATI COSTRETTI A SALIRE SU UN PALCO E PARLARE AL PUBBLICO - HAMAS HA ESPOSTO UN MESSAGGIO PER TRUMP: “NON C'È EMIGRAZIONE SE NON VERSO GERUSALEMME”… – VIDEO
Durante la “cerimonia” di liberazione dei tre prigionieri israeliani, i miliziani di Hamas hanno consegnato a Yair Horn una clessidra con la scritta "Il tempo stringe". Lo show dell’orrore continua. pic.twitter.com/al758c9bxs
— Marco Fattorini (@MarcoFattorini) February 15, 2025
Da www.ansa.it
hamas rilascia gli ostaggi iair horn sagui dekel chen e sasha trufanov 1
I tre ostaggi israeliani, Aleksandr Sasha Trufanov, cittadino russo-israeliano di 29 anni, Saguy Dekel-Hen, israelo-americano 36enne, ed il 46enne Yair Horen, sono stati rilasciati.
Sono stati portati dai terroristi di Hamas, armati e a volto coperto, ai veicoli della Croce Rossa per essere consegnati all'Idf. I mezzi della Croce Rossa stanno partendo per raggiungere il punto d'incontro con l'esercito israeliano dentro Gaza.
I terroristi di Hamas sono arrivati al punto di rilascio degli ostaggi a Khan Yunis indossando uniformi e giubbotti militari dell'Idf e portando con sé armi rubate all'esercito israeliano durante il massacro del 7 ottobre. Secondo fonti palestinesi, gli ostaggi sono stati portati al punto di rilascio a bordo di un veicolo rubato dai miliziani durante il massacro.
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Hamas ha esposto una serie di messaggi sul palco allestito preparazione della liberazione degli ostaggi. Tra le scritte esposte compare la frase 'non c'è emigrazione se non verso Gerusalemme', con un riferimento diretto al piano Trump.
Un'illustrazione mostra il leader di Hamas Yahya Sinwar (ucciso dall'Idf a ottobre) seduto su un divano, da cui osserva la bandiera palestinese sventolare di fronte alla Spianata delle Moschee.
Nella parte inferiore del palco compare la scritta 'Siamo passati come un raggio di sole', accompagnata da immagini delle incursioni del 7 ottobre nei kibbutz e nelle basi militari israeliane, tra cui Reem, Urim, Ma'oz, Mivtahim, la base di Beit Lavan, Ein Hashlosha, Kibbutz Nirim, Nir Yitzhak, Nir Oz e Magen. Sul lato destro del palco sono esposti i ritratti di alcuni alti funzionari di Hamas eliminati da Israele, tra cui Mohammed Deif.
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I tre ostaggi israeliani hanno parlato al microfono sul palco allestito da Hamas. "Lascio dietro di me mio fratello Eitan qui a Gaza. Bisogna riportarli tutti a casa", ha detto uno di loro, Yair Horen. Il fratello è stato rapito insieme con lui nel kibbutz di Nir Oz il 7 ottobre e resta prigioniero nella Striscia.
I tre ostaggi israeliani hanno parlato al microfono sul palco allestito da Hamas. "Lascio dietro di me mio fratello Eitan qui a Gaza. Bisogna riportarli tutti a casa", ha detto uno di loro, Yair Horen. Il fratello è stato rapito insieme con lui nel kibbutz di Nir Oz il 7 ottobre e resta prigioniero nella Striscia.
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Dopo aver firmato il cosiddetto certificato di rilascio, la Croce Rossa ha portato i tre ex ostaggi ad un punto di incontro nella Striscia con l'esercito israeliano, che li ha successivamente portati in territorio israeliano dopo 498 giorni di prigionia nelle mani dei terroristi a Gaza.
Nel frattempo, centinaia di persone stanno festeggiando la liberazione dei tre rapiti israeliani in piazza degli ostaggi a Tel Aviv.
Quattordici ostaggi vivi e nove morti sono ancora trattenuti a Gaza. Il 7 ottobre sono state rapite 76 persone a Nir Oz, con l'accordo del 23 novembre sono state restituite 40 persone tra donne e bambini, mentre con l'accordo attuale sono stati rilasciati finora in sei. Sette corpi di soldati caduti sono stati restituiti in Israele nell'ambito delle operazioni di soccorso militare. In totale, 117 tra ragazze e ragazzi, uomini e donne anziani e uomini adulti sono stati assassinati o rapiti da Nir Oz. Si tratta di più di un quarto della popolazione del kibbutz.