bruce springsteen a ferrara

GOD BLESS "THE BOSS"! - BRUCE SPRINGSTEEN COMPIE 75 ANNI E AL FESTIVAL DEL CINEMA DI TORONTO VIENE PRESENTATO IL BIOPIC "ROAD DIARY: BRUCE SPRINGSTEEN AND STREET BAND", CHE RACCONTA DALLE PRIME STRIMPELLATE DELLA ROCKSTAR NEL NEW JERSEY AL SUCCESSO - SPRINGSTEEN ERA A UN PASSO DAL FALLIMENTO MA, NEL '75 TIRO' FUORI DAL CILINDRO L'ALBUM "BORN TO RUN" - VIDEO

concerto di bruce springsteen a monza

 

 

bruce springsteen patti scialfa 2

(ANSA) - Bruce Springsteen compie 75 anni, anni pieni di tutto, fama, sudore, povertà, ricchezza e sperimentazione. Impossibile racchiudere una vita così densa in una narrazione che deve rispettare i tempi cinematografici ma ci prova il biopic firmato da Thom Zimny: Road Diary: Bruce Springsteen and Street Band, presentato al Festival Internazionale del Cinema di Toronto.

 

Nel documentario ci sono le sessioni di prova della band degli esordi, la carriera musicale e l’umanità della malattia nel racconto della moglie del Boss Patti Scialfa che rivela un dramma finora rimasto segreto: soffre da qualche anno di mieloma multiplo, un cancro del sangue diagnosticatole nel 2018 che ancora non ha una cura definitiva.

 

 

 

concerto di bruce springsteen a madrid 10

Per i suoi 75 anni, la sorella Pam ha pubblicato sul profilo Instagram del fratello un video celebrativo accompagnate da solo 5 parole: "Can you feel the spirit?" Doverosa una digressione anagrafica per capire chi è Springsteen e dove si è formato. Nato a Freehold, nel New Jersey, il 23 settembre 1949, è un cantautore atipico che ha saputo interpretare con la sua musica le crisi americane, dagli anni di Nixon al pantano vietnamita, alla tragedia delle Twin Towers. Nella sua vita non ha fatto altro.

 

"Nei miei brani racconto la vita dei lavoratori anche se non ho mai lavorato in vita mia" confessò anni fa con la sua autoironia. Si è formato nei locali del Jersey Shore e della scena musicale di Asbury Park degli anni '60. E lì, durante session che finivano all'alba, che ha imparato i fondamenti del mestiere e soprattutto ha imparato a memoria lo sterminato repertorio su cui ha costruito parte della sua leggenda. La sua gioventù è corsa via tra sogni di rock'n'roll e pochi soldi, in una situazione di naturale integrazione etnica che è l'opposto dell'America di Trump e delle teorie sovraniste.

 

concerto di bruce springsteen a madrid 11

L'arrivo al successo non è stato facile: una gavetta dura, l'esordio discografico nel 1973, dopo un provino con il leggendario John Hammond, l'etichetta di "nuovo Dylan". Il contratto è per tre album, i primi due non vendono bene. Si arriva al 1975, l'ultima chance. Se l'album va male lo aspetta un futuro da promessa mancata. All'orizzonte c'è un solo concerto. Durante le registrazioni cambia produttore, due membri della band lo abbandonano, nella E Street Band entrano il suo vecchio amico Little Steven Van Zandt, Roy Bittan e Max Weinberg.

 

concerto di bruce springsteen a madrid 13

Bruce vuole un suono che ricordi il Wall of Sound di Phil Spector: sono session interminabili, estenuanti. Ma le sliding doors girano per il verso giusto e il risultato è "Born to Run", uno dei dischi più importanti della storia del rock. Non è un caso che "Born To Run" sia anche il titolo della sua autobiografia. In realtà da quel momento non tutto sarà così facile. Neanche dopo l'esplosione di "Born in the Usa", l'album che gli consegna lo status di super star e una popolarità che ha raggiunto ormai i quattro angoli del mondo.

 

 

 

 

 

Bruce è un uomo inquieto incapace di fare compromessi, di cavalcare il successo riproducendo stilemi collaudati: i suoi fan sono abituati a svolte impreviste, momenti di pausa, avventure in altri ambiti, dischi dolenti e oscuri, prove acustiche. Ed è proprio la sua coerenza, la sua naturale empatia, la capacità di fare del rock'n'roll uno strumento di redenzione che lo hanno reso un leader morale.

 

bruce springsteen al bolognese

C'è una cosa che ha accompagnato Springsteen in tutta la sua carriera: la sua irresistibile capacità di performer, uno dei più grandi mai apparsi su un palcoscenico. Non sbaglia chi dice che il mondo si divide tra chi ha visto il Boss dal vivo e chi no: i suoi concerti sono leggenda, un rito laico della durata minima di tre ore abbondanti (in Italia ha superato quattro ore) in cui c'è una comunione totale tra la platea e il palco. Bruce celebra questo rito con la forza di chi sa che il palcoscenico è l'unico posto in cui si senta davvero al sicuro. E per chi l'ascolta è cibo per l'anima.

 

Il 2024 è stato anche l’anno del 40mo compleanno di Born in The USA. Quando uscì fu un trauma per Bruce Springsteen e per buona parte degli springsteeniani. Probabilmente né Bruce né i suoi fan erano preparati a quel successo clamoroso che ne fa uno degli album rock più venduti della storia ma che soprattutto ha trasformato Springsteen in una super star mondiale.

 

concerto di bruce springsteen a san siro 1985 7

Per arrivare a quel traguardo aveva lavorato come un matto, da buon working class hero ma in realtà non gli interessava essere una super star da Mtv: in fondo dopo che finalmente aveva sfondato, nel 1975, con "Born To Run", nel 1978 aveva registrato "Darkness On The Edge Of Town", un album potente e scurissimo che molti anni più tardi Don Winslow definirà come un grande noir.

 

Per i fan il Boss era un culto, in Italia poi fino a quel momento erano un'enclave gelosissima della fede in quel ragazzo del New Jersey che riusciva a trasformare in musica e parole le loro vite e i loro sogni. "Born in The U.S.A." travolse il mondo con la forza di un uragano: per i puristi fu un oltraggio sentire le tastiere, con quel suono così puramente Eighties.

 

STEVIE VAN ZANDT bruce springsteen 1

Per il mondo intero fu come il canto delle sirene: "Born Down in a Dead Man's Town" è l'incipit di un testo durissimo su un reduce del Vietnam che vive il dramma del ritorno a casa, eppure conquistò i quattro angoli del pianeta. Ronald Reagan tentò di appropriarsene per le proprie campagne patriottiche, subito stoppato dal Boss che rifiutò di concedergli i diritti. E poi, "scandalo nello scandalo", "Dancin'in The Dark", il brano aggiunto a disco chiuso, dopo una tremenda litigata con Jon Landau, il manager-produttore-tutore che aveva chiesto "un singolo".

 

Ai fan sembrava un oltraggio quel pezzo ballabile, con il video firmato Brian De Palma con un'adolescente Courtney Cox chiamata sul palco a ballare con il Boss. Oggi la ragazza che sale sul palco a ballare è un rito immancabile, "You Can't Start a Fire, You Can't Start a Fire Without A Spark" è un coro altrettanto immancabile.

concerto di bruce springsteen a san siro 1985 8

 

In realtà le 12 canzoni di quell'album trionfale hanno storie lunghe, come d'abitudine in Springsteen: quello che è nuovo è il sound, più potente, si potrebbe dire esplicito, per la prima volta volutamente legato alla contemporaneità e forse per questo così clamorosamente accolto. Come tutti i capolavori, anche "Born In The U.S.A." è una storia fatta di tante storie: come quella di Little Steven Van Zandt, destinato a diventare il Silvio Dante dei Soprano, che registrato quell'album, dopo essere stato accanto a Springsteen dai tempi in cui erano due ragazzi squattrinati che dominavano le session notturne sul Jersey Shore, decise di andare via dalla E Street Band dove poi rientrerà qualche anno dopo.

 

È dedicata a lui, a quell'errore madornale di cui non si è pentito mai abbastanza, la struggente "Bobby Jean". Grazie anche al missaggio di Bob Clearmountain, "Born In The U.S.A." sembra creato per essere suonato negli stadi: ed è proprio con quella tournée che il 21 giugno 1985 Bruce arrivò in un San Siro pieno all'inverosimile. 

concerto bruce springsteen a roma 1concerto bruce springsteen a roma 2anna e dago al concerto di bruce springsteen a romaconcerto bruce springsteen a roma 3bruce springsteen a ferrara 1bruce springsteen a ferrara 7bruce springsteen a ferrara 2STEVIE VAN ZANDT bruce springsteen

Ultimi Dagoreport

donald trump paolo zampolli

DAGOREPORT - LA DUCETTA SUI TRUMP-OLI! OGGI ARRIVA IN ITALIA IL MITICO PAOLO ZAMPOLLI, L’INVIATO SPECIALE USA PER IL NOSTRO PAESE, NONCHÉ L’UOMO CHE HA FATTO CONOSCERE MELANIA A DONALD. QUAL È IL SUO MANDATO? UFFICIALMENTE, “OBBEDIRE AGLI ORDINI DEL PRESIDENTE E ESSERE IL PORTATORE DEI SUOI DESIDERI”. MA A PALAZZO CHIGI SI SONO FATTI UN'ALTRA IDEA E TEMONO CHE IL SUO RUOLO SIA "CONTROLLARE" E CAPIRE LE INTENZIONI DELLA DUCETTA: L’EQUILIBRISMO TRA CHEERLEADER “MAGA” E PROTETTRICE DEGLI INTERESSI ITALIANI IN EUROPA È SEMPRE PIÙ DIFFICILE – I SONDAGGI DI STROPPA SU PIANTEDOSI, L’ATTIVISMO DI SALVINI E LA STORIA DA FILM DI ZAMPOLLI: FIGLIO DEL CREATORE DELLA HARBERT (''DOLCE FORNO''), ANDÒ NEGLI STATES NEGLI ANNI '80, DOVE FONDÒ UN'AGENZIA DI MODELLE. ''TRA LORO HEIDI KLUM, CLAUDIA SCHIFFER E MELANIA KNAUSS. PROPRIO LEI…”

giorgia meloni donald trump joe biden

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI, FORSE PER LA PRIMA VOLTA DA QUANDO È A PALAZZO CHIGI, È FINITA IN UN LABIRINTO. E NON SA DAVVERO COME USCIRNE. STAI CON NOI TRUMPIANI O CONTRO DI NOI? CI METTI LA FACCIA O NO? IL BRITANNICO NEO-MAGA NIGEL FARAGE HA DICHIARATO CHE AVREBBE PREFERITO CHE MELONI PRENDESSE POSIZIONI PIÙ DURE CONTRO L’UNIONE EUROPEA, ALTRO SEGNALE: COME MAI ANDREA STROPPA, TOYBOY DELL'ADORATO MUSK, SPINGE SU X PER IL RITORNO DI SALVINI AL VIMINALE? VUOLE PER CASO COSTRINGERMI A USCIRE ALLO SCOPERTO? OGGI È ARRIVATA UN'ALTRA BOTTA AL SISTEMA NERVOSO DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA LEGGENDO LE DICHIARAZIONI DI JORDAN BARDELLA, IL PRESIDENTE DEL PARTITO DI MARINE LE PEN, CHE HA TROVATO L’OCCASIONE DI DARSI UNA RIPULITA PRENDENDO AL VOLO IL "GESTO NAZISTA" DI BANNON PER ANNULLARE IL SUO DISCORSO ALLA CONVENTION DEI TRUMPIANI A WASHINGTON - E ADESSO CHE FA L’EX COCCA DI BIDEN, DOMANI POMERIGGIO INTERVERRÀ LO STESSO IN VIDEO-CONFERENZA?

marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT - L’INTERVISTA RILASCIATA DA MARINA BERLUSCONI AL “FOGLIO” HA MANDATO IN TILT FORZA ITALIA E SOPRATTUTTO TAJANI - IL VICEPREMIER HA REAGITO IN MODO SCOMPOSTO: “NON ABBIAMO BISOGNO DI NESSUNA SVEGLIA. MARINA FA BENE A DIRE CIÒ CHE PENSA MA NON CI HA MAI CHIESTO NÉ IMPOSTO NULLA. QUANTO DETTO DA LEI NON ERA RIVOLTO A FORZA ITALIA” - NEL PARTITO MONTA LA FRONDA VERSO LA FAMIGLIA BERLUSCONI E C’E’ CHI PENSA DI POTERSI EMANCIPARE UNA VOLTA PER TUTTE (MAGARI TROVANDO UN FINANZIATORE DISPOSTO AD ACCOLLARSI I 99 MILIONI DI FIDEJUSSONI GARANTITE DALLA DINASTY DI ARCORE) - AVVISO ALLA "SINISTRA" MARINA: NEL WEEKEND VERRA’ CONDOTTO UN SONDAGGIO RISERVATO PER TESTARE L’APPREZZAMENTO DEL SIMBOLO DI FORZA ITALIA SENZA LA PAROLA “BERLUSCONI”…

giuseppe conte elly schlein

LE INSOSTENIBILI DICHIARAZIONI FILO-TRUMP DI CONTE HANNO MANDATO IN TILT SCHLEIN - TRA I DUE SAREBBE PARTITA UNA TELEFONATA BURRASCOSA IN CUI LA SEGRETARIA DEM AVREBBE FATTO CAPIRE A PEPPINIELLO CHE SE CONTINUA COSÌ IL M5S CROLLERÀ AL 7% - ELLY DEVE FARE I CONTI CON L’AUT AUT DI CALENDA E CON LA MINORANZA CATTO-DEM IN SUBBUGLIO CONTRO CONTE – PEPPINIELLO TIRA DRITTO: PARLA ALLA PANCIA DEI 5 STELLE E ABBRACCIA LA LINEA ANTI-DEM DI TRAVAGLIO SU RUSSIA E TRUMP. MA "LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO" SA BENISSIMO CHE, SENZA UN ACCORDO COL PD, A PARTIRE DAL PROSSIMO VOTO REGIONALE, NON VA DA NESSUNA PARTE…

elon musk donald trump caveau oro

DAGOREPORT - ALTA TENSIONE TRA IL MONDO FINANZIARIO AMERICANO E KING TRUMP - PRIMA DI DICHIARARE GUERRA A WASHINGTON, I GRANDI FONDI E I COLOSSI BANCARI ASPETTANO CHE TRUMP E MUSK CACCINO IL PRESIDENTE DELLA FEDERAL RESERVE  PER IMPORRE I BITCOIN COME RISERVA NAZIONALE. UNA MONETA DIGITALE E SOVRANAZIONALE CHE AFFOSSEREBBE IL DOLLARO, E QUINDI L'ECONOMIA USA. E GOLDMAN SACHS SI PORTA AVANTI CONSIGLIANDO DI INVESTIRE IN ORO - LE RIPERCUSSIONI PER L'ITALIA: MELONI SA CHE I GRANDI FONDI, SE VOLESSERO, POTREBBERO MANDARE GAMBE ALL'ARIA IL DEBITO TRICOLORE...