carlo cimbri leonardo del vecchio ieo

500 MILIONI DI EURO? NO GRAZIE - DEL VECCHIO SCHIAFFEGGIATO DAGLI ALTRI SOCI DELLO IEO, IL POLO ONCOLOGICO DI MILANO, CHE HANNO RIFIUTATO IL SUO PROGETTO DA MEZZO MILIARDO: ACCETTANDOLO, O AVREBBERO DOVUTO SGANCIARE CENTINAIA DI MILIONI PURE LORO, O SI SAREBBERO DILUITI. E IL CONTROLLO SAREBBE PASSATO IN MANO AL FONDATORE DI LUXOTTICA - ECCO LE PROSSIME MOSSE DEL MILIARDARIO

LEONARDO DEL VECCHIO

 

Federico De Rosa per il “Corriere della Sera

 

Leonardo Del Vecchio ritira il progetto da 500 milioni per l' Istituto europeo di Oncologia e il centro cardiologico Monzino. Resta sul tavolo la proposta di condividere parte del suo piano con quello approvato a luglio dai soci dei due poli sanitari.

 

Ma la proposta originaria non c' è più. Martedì il patron di Essilor Luxottica ha incontrato i vertici di Mediobanca - primo azionista del polo sanitario milanese presieduto dall' amministratore delegato di Unipol, Carlo Cimbri - ai quali avrebbe chiarito la sua posizione, dopo aver tentato di trovare una soluzione per portare avanti il progetto della «cittadella della salute» messo a punto dall' amministratore delegato di Luxottica, Francesco Milleri, insieme a Unicredit.

CARLO CIMBRI

 

Piano incentrato sulla creazione di una Fondazione partecipata dagli attuali azionisti a cui sarebbe stato trasferito il controllo di Ieo e Monzino. Vista la contrarietà dei soci a modificare gli equilibri per dare vita alla fondazione, come ultima alternativa Del Vecchio avrebbe chiesto di rilevare la sola quota di controllo del Monzino, di proprietà dell' Ieo, ma anche in questo caso la risposta è stata negativa.

 

Il piano «monstre» messo a punto da dal patron di Essilor Luxottica prevedeva la creazione di una «cittadella della salute» attorno alle due eccellenze nella cardiologia e nell' oncologia, con facoltà universitarie, centri di ricerca, alloggi per studenti e familiari dei pazienti, che sarebbero stati realizzati grazie a una donazione da 500 milioni di euro messa a disposizione dalla Fondazione Del Vecchio, più un ulteriore contributo pari al 5% dei dividendi incassati ogni anno.

alberto nagel

 

Un' opportunità sfumata che non pregiudica tuttavia lo sviluppo di Ieo e Monzino. Sul tavolo c' è infatti il piano quinquennale approvato la scorsa estate dagli azionisti, ovvero l' establishment della finanza italiana - da Mediobanca a Intesa Sanpaolo a Unipol a Generali fino a Pirelli, Bpm, Tim, solo per citare i principali - che prevede investimenti per 160 milioni per la costruzione di due nuovi edifici, oltre a 40 milioni da destinare all' information technology e 30 milioni all' adeguamento degli impianti. Il piano comprende anche 260 milioni di investimenti in ricerca e sarà autofinanziato.

 

Per superare l' impasse, Mediobanca ha proposto all' imprenditore veneto di valutare l' attuale piano e vedere se ci sono possibili punti di contatto con il suo, così da accelerare lo sviluppo dei due poli sanitari. L' opzione a quanto risulta è ancora aperta. Del Vecchio ci starebbe ragionando, ma non è detto che alla fine si troverà la quadra. Non è chiaro se si tratta di una mossa negoziale, ma da diverse settimane si parla della ricerca da parte dell' imprenditore veneto di altre strutture sanitarie su cui investire. Di certo un progetto come quello messo a punto per Ieo e Monzino aveva senso solo per due centri di eccellenza di quella dimensione.

 

A complicare il percorso del patron di Essilor Luxottica, partito dalla proposta di ricapitalizzare le due strutture con 500 milioni, poi cambiata in una donazione a una nuova Fondazione per salvaguardare la caratteristica non profit, sarebbe stata la richiesta di riequilibrare i pesi tra gli azionisti attraverso la governance.

IEO

 

Le perplessità riguardavano in particolare la continuità del progetto e le possibili scelte di management. Nei mesi scorsi sono stati fatti diversi tentativi da parte di Del Vecchio e Milleri per trovare una soluzione e convincere i soci della bontà del piano. Ma le parti sono rimaste ognuna sulla propria posizione e Del Vecchio ha dovuto prendere quindi atto che non c' era più spazio per il suo progetto così come era stato concepito.

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…