1. ALITALIA: IL NO DI BRUXELLES AL PIANO MORETTI HA COSTRETTO ALL’OPERAZIONE POSTE 2. DUBBIO: INTORNO ALLE SORTI DELL’ALITALIA UNA DRAMMATIZZAZIONE BEN ORCHESTRATA? 3. MORETTI TACE E SI ADEGUA AL NUOVO CORSO IN ATTESA CHE QUALCUNO PIÙ AVANTI SI RICORDI DI LUI. A METTERLO DA PARTE È STATO IL SUO AMICO MINISTRO LUPI, L’INVENTORE DELLA SOLUZIONE CON LA QUALE L’ALITALIA POTRÀ RESPIRARE PER QUALCHE MESE 4. A CONVINCERE IL PIO POLITICO DI “COMUNIONE & FATTURAZIONE” SONO STATE LE VOCI RACCOLTE DURANTE GLI ULTIMI BLITZ A BRUXELLES DOVE NEGLI UFFICI DEGLI EUROCRATI HA SENTITO IL RULLO DEI TAMBURI SULLE BOTTE CHE L’UNIONE EUROPEA E LE GRANDI COMPAGNIE AEREE STAVANO GIA' PREPARANDO CONTRO IL PIANO FS DI MORETTI

Una pecetta, un tampone, un acconto che non risolve problemi, un francobollo per una raccomandata da spedire all'indirizzo parigino di AirFrance.

Così gli analisti e le belle hostess di Fiumicino, che si erano invaghite dell'ex-amministratore delegato Ragnetti, giudicano l'accrocco finanziario con il quale il Governo pensa di aver risolto il dramma dell'Alitalia. A questo giudizio si aggiunge il dubbio che intorno alle sorti della Compagnia ci sia stata nell'ultima settimana una drammatizzazione ben orchestrata.

È pur vero che il bilancio del primo semestre ha presentato il buco pauroso di 294 milioni, ma l'atteggiamento di alcuni protagonisti della vicenda è parso esagerato. Eccessivo è sembrato a molti l'ultimatum di Paoletto Scaroni sul taglio del carburante qualora all'Eni non fossero pagati 30 milioni di euro. E anche la minaccia pronunciata ieri sera dal presidente dell'Enac Vito Riggio di ritirare la licenza lasciando a terra gli aerei nella giornata di domani, è apparsa poco credibile.

Lo stesso manager siciliano se ne è reso conto quando ieri pomeriggio è intervenuto nel programma "Sky Tg 24 Economia" dove ha imbastito un discorsetto sul rispetto delle regole europee facendo capire comunque che l'applicazione delle medesime avrebbe potuto richiedere un certo tempo.

L'unica cosa certa è che alla fine il governo ha trovato in Massimo Sarmi, il manager delle Poste dalle orecchie generose, il salvatore della Patria, l'uomo che eviterà di mandare a spasso 14mila dipendenti della Compagnia. Qualcuno interpreta l'intervento delle Poste come una soluzione industriale, ma in realtà siamo ancora ben lontani da un piano che possa fregiarsi dell'aggettivo "industriale", ormai desueto nella politica degli ultimi governi.

E francamente viene da ridere pensando che dietro Sarmi ci siano i tre velivoli gialli che le Poste usano per il trasporto merci dopo averli acquistati da Bud Spencer, l'attore degli "spaghetti western" famoso per i film su Piedone lo Sbirro, Piedone l'Africano, Piedone d'Egitto.

Con le tre caravelle di Sarmi il piedone diventa un piedino che serve soltanto a far uscire il governo e i patrioti squattrinati da una situazione di altissima precarietà. Chi sparisce dietro le quinte è Mauro Moretti che voleva giocare la parte del salvatore della Patria con un vero piano industriale in grado di costruire un" polo dei trasporti" articolato su aerei, treni e perfino sulla gomma degli autobus che in alcune tratte hanno sostituito le vecchie carrozze dei pendolari.

Adesso Moretti tace e ,come al solito, dopo aver urlato e sbraitato per difendere la sua strategia, si adegua al nuovo corso in attesa che qualcuno più avanti si ricordi di lui. A metterlo da parte è stato il suo amico ministro Lupi che si può considerare l'inventore della soluzione con la quale l'Alitalia potrà respirare per qualche mese. A convincere il politico di "Comunione&Fatturazione" sono state le voci raccolte durante gli ultimi blitz a Bruxelles dove negli uffici degli eurocrati ha sentito il rullo dei tamburi sulle botte che l'Unione Europea e le grandi compagnie aeree stavano gia' preparando contro il piano Moretti.

A quanto si dice perfino il governo spagnolo ,che ha dovuto affrontare con l'inglese British la disfatta di Iberia, avrebbe fatto capire a Lupi e a Palazzo Chigi di essere pronto a togliersi qualche sassolino dalle scarpe ricordando la "conquista" di Endesa da parte dell'Enel.

Anche gli inglesi di British Airways si erano già attrezzati per accaparrarsi delle rotte redditizie, ma ciò che più ha impaurito Lupi e Saccomanni è stata la paura di un richiamo e di una sentenza nei confronti di una Compagnia verso la quale aziende pubbliche come Eni, Sea e Aeroporti di Roma vantano crediti enormi.

Da qui lo stop al piano di Moretti che chiedeva mani libere, ma ha trovato paletti insuperabili non solo dal governo (preoccupato per i giudizi di Bruxelles), ma anche tra alcuni soci come IntesaSanPaolo che ha stoppato l'operazione per bocca del direttore generale Gaetano Miccichè. Al suo veto si è aggiunto anche quello di Salvatore Mancuso, il vicepresidente dell'Alitalia che continua a sognare l'intervento degli arabi di Ethiad.

La soluzione del "Piedino italiano", Massimo Sarmi, mette la parola fine alla telenovela ma, vale la pena ripeterlo, non è una soluzione industriale;quella arriverà dai francesi di AirFrance che sul quotidiano "Le Monde" si divertono a ironizzare sul fallimento e gli errori di strategia dei patrioti italiani e del management di Alitalia.

E qui va detto che un contributo ai capitani "vergognosi" ,come li chiama oggi "Repubblica" ,e ai diversi manager che si sono avvicendati al vertice della nuova Alitalia, l'hanno dato anche le decine di consulenti che si sono adoperati intorno al corpo malato della Compagnia. Il primo fra tutti è Boston Consulting, la multinazionale americana fondata a Boston che dispone di un esercito di 5,600 consulenti ed è presente in Italia con 200 cervelli guidati da Riccardo Monti, il manager bocconiano che ha dopo aver lavorato a Parigi e in Svizzera è sbarcato a Milano e dal 2005 è amministratore delegato della filiale italiana di Boston Consulting.

La presenza di questi cervelli non è recente, ma risale al 2008 quando Colaninno e lo statista mancato Corradino Passera stesero il Piano Fenice per la nuova Alitalia. E anche l'ultimo amministratore delegato Gabriele Del Torchio ha pensato bene di avvalersene in questi ultimi mesi per arginare l'emorragia. Il risultato è sotto gli occhi di tutti. Un vero piano industriale non è mai venuto fuori e mai si è saputo quanto siano costate all'Alita e ai patrioti le parcelle di Boston Consulting e degli altri consulenti.

L'unica intuizione l'ha avuta il povero ministro Lupi anche a costo di sacrificare Moretti e di utilizzare il francobollo di Sarmi forte dei risparmi postali dei contribuenti e dei tre velivoli gialli di Piedone lo sbirro.

Sulla bonta' di questa intuizione ne sapremo di piu' oggi e, sopratutto nella prossima settimana, quando il placido Saccomanni di ritorno dall'Assemblea del Fondo Monetario si fermera' a Bruxelles per spiegare il piano italiano.

Ci sara' da ridere e da piangere perche' gli eurocrati e le lobby aeree lo rimanderanno a casa con un "francobollo" in fronte.

 

airfrance_logoAirFranceRoberto Colaninno e Franco De Benedetti Paolo Scaroni AFP ORESIDENTE ENAC VITO RIGGIO MASSIMO SARMI MAURO MORETTI CON UN CANE lupismorfia saccomanni GAETANO MICCICHE DG INTESA S PAOLO Salvatore Mancuso Ministro Passera Riccardo_MontiGABRIELE DEL TORCHIO

Ultimi Dagoreport

alessandro giuli arianna meloni fabia bettini federico mollicone fazzolari giovanbattista giovan battista

DAGOREPORT - E’ SCOPPIATO UN NUOVO “CASO GIULI”, ACCUSATO DA “LA VERITÀ” DI ESSERE “STATO DAVVERO GENEROSO CON LE INIZIATIVE CINEMATOGRAFICHE DELLA SINISTRA ITALIANA”. A PARTIRE DA FABIA BETTINI, ATTIVA DA OLTRE 15 ANNI NEL CINEMA, REA DI ESSERE LA SORELLA DI GOFFREDO (CI SONO SORELLE E SORELLE), PER FINIRE AI FONDI PER “VIDEOCITTÀ” DI FRANCESCO RUTELLI - GIULI QUERELA “LA VERITÀ” MA IL GIORNO DOPO RINCULA, ‘’COMMISSARIATO’’ DA PALAZZO CHIGI - UNO SCAZZO CHE FA VENIRE A GALLA UNA LOTTA INTERNA AI ‘’CAMERATI D’ITALIA’’ CHE HANNO SEMPRE BOLLATO GIULI COME CORPO ESTRANEO ALLA FIAMMA, CACCIATO A SUO TEMPO DAI “GABBIANI” DI COLLE OPPIO (GODE MOLLICONE CHE SOGNAVA IL MINISTERO DELLA CULTURA) - LA “MERITOCRAZIA”, DI CUI SI RIEMPIVA LA BOCCUCCIA LA DUCETTA, È STATA SEMPLICEMENTE SPAZZATA VIA DALL’APPARTENENZA POLITICA: SEI CON NOI, OK; SE SEI CONTRO, NIENTE FONDI - MENTRE SI SCRIVONO MINCHIATE SUI “COMUNISTI DEL CIAK”, IL MINISTERO DELLA SANTANCHÉ È FINITO AL CENTRO DELLE INDAGINI DELL’ANAC, L’AUTORITÀ NAZIONALE ANTICORRUZIONE, PER FONDI DESTINATI A FESTIVAL DI CINEMA ORGANIZZATI DA TIZIANA ROCCA E GABRIELLA CARLUCCI…

donald trump giorgia meloni keir starmer emmanuel macron

SI ANNUNCIANO TEMPI SEMPRE PIU' DURI PER LA GIORGIA DEI DUE MONDI - AL SUMMIT DI LONDRA, STARMER E MACRON HANNO ANNUNCIATO UN PIANO DI PACE ASSIEME AD ALTRI PAESI (GERMANIA, POLONIA, SPAGNA, ETC) - PREMESSO CHE PUTIN È L'AGGRESSORE E IL SUPPORTO ALL'UCRAINA SARA' FINO ALLA FINE, IL LORO PIANO DI PACE HA BISOGNO DELLA NUOVA AMERICA DI TRUMP, MA NON È INDISPENSABILE LA SUA MEDIAZIONE - LA POSIZIONE ESPRESSA DA GIORGIA MELONI È STATA IL CONTRARIO AL PENSIERO DI FRANCIA E GRAN BRETAGNA: IL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA È INDISPENSABILE PER IL CESSATE IL FUOCO - AMORALE DELLA FAVA: LA DUCETTA A STELLE E STRISCE CI STA SOLO SE LA TRATTATIVA SI FA INSIEME CON IL PAZZO DI WASHINGTON (AUGURI!)

los angelucci del rione sanita - vignetta by macondo antonio giampaolo silvio berlusconi alessandro sallusti

IL CONVENTO DEGLI ANGELUCCI E’ RICCO MA PER I GIORNALISTI DEL “GIORNALE’’, "LIBERO” E “TEMPO” TIRA UNA BRUTTA ARIA - NIENTE PIU’ INVIATI SE NON ‘INVITATI’, NIENTE PIU’ AUTO CON NOLEGGIO A LUNGO TERMINE, OBBLIGO DI STRISCIARE IL BADGE IN ENTRATA, TOLTE PURE LE CIALDE DEL CAFFE’ - DIECIMILA EURO IN MENO PER VITTORIO FELTRI, NIENTE MANLEVA PER LE QUERELE (FILIPPO FACCI HA PAGATO 30MILA EURO PER UNA CAUSA) - SALLUSTI NON C’E’ E QUANDO C’E’ NON PARLA. E IN BARBA AL MELONISMO SENZA LIMITISMO (‘’VELINE’’ DI PALAZZO CHIGI A STRAFOTTERE), LE COPIE CALANO - NERVOSISMO PER L’INSERTO ECONOMICO DI OSVALDO DE PAOLINI - L’ASSEMBLEA E LA PAROLA INNOMINABILE: “SCIOPERO”…

donald trump volodymyr zelensky giorgia meloni keir starmer emmanuel macron ursula von der leyen

DAGOREPORT – IL "DIVIDE ET IMPERA" DEL TRUMPONE: TENTA DI SPACCARE IL RIAVVICINAMENTO TRA GRAN BRETAGNA E UNIONE EUROPEA EVITANDO DI PORRE DAZI SUI PRODOTTI "MADE IN ENGLAND" – STARMER SE NE FOTTE, ABBRACCIA ZELENSKY E SI ERGE A NUOVO LEADER DELL’EUROPA (PARADOSSALE, DOPO LA BREXIT) – OGGI, PRIMA DELLA RIUNIONE DEI LEADER EUROPEI A LONDRA, BILATERALE TRA IL PREMIER BRITANNICO E GIORGIA MELONI, PER CAPIRE CHE ARIA TIRA NELL’“ANELLO TRUMPIANO DELL’EUROPA” - SPACCATURA NELLA LEGA PER IL TRUMPIAN-PUTINISMO DI SALVINI - SCETTICISMO CRESCENTE IN FRATELLI D’ITALIA (FAZZOLARI, URSO E LOLLOBRIGIDA SI SMARCANO DALLA LINEA PRO- KING DONALD) – SCHLEIN E CONTE IN BANCAROTTA - LA PARALISI DEI DEMOCRATICI AMERICANI: AVETE SENTITO LA VOCE DI OBAMA, CLINTON E BIDEN?

volodymyr zelensky donald trump jd j.d. vance

DAGOREPORT - ZELENSKY È CADUTO IN UN TRANELLO, STUDIATO A TAVOLINO: TRUMP E JD VANCE VOLEVANO MORTIFICARLO E RIDURLO ALL’IMPOTENZA CON LA SCENEGGIATA NELLO STUDIO OVALE, DAVANTI AI GIORNALISTI E ALLE TELECAMERE - D’ALTRO CANTO LA VERA DIPLOMAZIA NON SI FA CERTO “ON AIR”, DAVANTI ALLE TELECAMERE E A MICROFONI APERTI - TRUMP E JD VANCE HANNO CONSEGNATO UN ‘PIZZINO’ IN STILE CAPOCLAN: TACI, PERCHÉ SENZA DI NOI SEI FINITO. DUNQUE, OBBEDISCI. E DIRE CHE GLI SHERPA UCRAINI E STATUNITENSI AVEVANO TROVATO PERSINO UN ACCORDO DI MASSIMA SULLE VARIE QUESTIONI APERTE, COME L’ACCORDO-CAPESTRO PER KIEV SULL’ESTRAZIONE DELLE TERRE RARE (UN TRATTATO CHE DI FATTO AVREBBE PERMESSO AGLI USA DI SPOLPARE IL SOTTOSUOLO UCRAINO PER GLI ANNI A VENIRE)… - VIDEO