italia troika bce ue fmi

ATLANTIA, SPREAD, BANCHE E LEGGI DI SPESA: I FONDI POTREBBERO FUGGIRE DAL RISCHIO-ITALIA - DOPO AVERE INVESTITO OLTRE 40 MILIARDI NEI PRIMI SEI MESI DELL'ANNO E CONQUISTATO 119 POLTRONE NEI CDA (+75% E RECORD DI METÀ ANNO), I GESTORI "ATTIVISTI" TIRANO IL FRENO: TROPPE INCERTEZZE LEGATE ALLE MOSSE DEL GOVERNO E DEI MERCATI   

Andrea Greco per “Affari & Finanza - la Repubblica”

 

BERLUSCONI ERDOGAN

Le turbolenze finanziarie dell' estate sui mercati, specie quelli europei che nell'Italia trovano spesso un gorgo, possono congelare gli ardori dei cosiddetti fondi attivisti, reduci da una prima metà di 2018 scintillante per volumi e campagne intraprese. Le baruffe commerciali lanciate dagli Usa, la crisi della lira turca traslata sulle economie emergenti più fragili, lo stallo politico che regge l'Europa alla vigilia di altri rinnovi elettorali e con un governo tutto da mettere alla prova in Italia, sono fattori che negli ultimi due mesi si sono alimentati con improvvisa violenza ed effetti: prima hanno mandato in rosso i listini azionari occidentali, poi hanno ridestato la sensibilità al rischio sovrano da anni imbelle, ora fermano la mano degli investitori - specie i più intraprendenti - su dossier potenziali o allo studio.

 

giuseppe conte donald trump 3

E che potrebbero restare nella penna, fintanto che le prove dell' autunno saranno superate. «Molti fondi attivisti sono di fatto investitori long only: non è molto diffusa la pratica di coprire i rischi dell' investimento - spiega un gestore che chiede di restare anonimo -. Per questo risentono del ciclo, e se il mercato gira in negativo e sale l'incertezza la loro attività può frenare».

 

Declinare questi concetti in italiano significa soprattutto attendere di capire se la legge di spesa dell' esecutivo Conte rimanderà alle stelle il differenziale del Btp sul Bund tedesco, e se le banche, volano o zavorra del paese secondo i momenti, riusciranno a navigare tra i marosi - compreso il possibile declassamento del rating domestico da fine agosto - senza consumare troppo capitale: altrimenti la vigilanza creditizia alzerebbe uno scudo per preservare la stabilità finanziaria, a scapito di ogni possibile pressing di chi investe.

 

L'evoluzione degli assetti proprietari su Carige, Creval, Popolare di Sondrio e di Bari, e sullo sfondo il rinnovo del patto Mediobanca e le ricadute su Generali, saranno altrettanti test. Nell' industria, meno volatile e vincolata, restano comunque i soliti dubbi per la scarsa crescita del Pil, e i nuovi timori di rischio politico.

CARIGE

 

L'ALLARME DI ATLANTIA

Quanto accade ad Atlantia è letto dai gestori - non solo quelli "attivisti" - come un allarme per l' intero sistema e la sua capacità di attirare investimenti in una cornice di certezza del diritto. Vale per il gruppo dei Benetton - che oltre al crollo borsistico rischia una pesante multa e il declassamento del merito di credito delle principali agenzie - come per gli altri concessionari rivali, oltre che per gli altri business regolati come le reti di Terna e Snam. Fa caso a parte Telecom, dove il ribaltone tra l' attivista Elliott e gli ex padroni di Vivendi è appena iniziato, e la replica in scala Retelit, dove due fondi opportunistici si contendono il controllo.

 

Gli addetti ai lavori consigliano di tenere d' occhio poi le aziende dove lo Stato ha un ruolo come Alitalia, Saipem, Eni, Leonardo, che per ragioni di discontinuità o criticità passate legate a contenziosi o ad allarmi sugli utili si sono già attirate passati strali di investitori critici.

 

AUTOSTRADE PER L ITALIA

Allargando l'orizzonte, la cornice di medio termine era e resta favorevole: l' attività sui mercati è ancora imbevuta nella liquidità delle banche centrali, che non solo sostiene i prezzi mobiliari, ma muove gli operatori generalisti ad acquisti e vendite monodirezionali da anni. In questo scenario, in riduzione ma con molta gradualità - specie nell' Europa dove Mario Draghi continua a fare il "pompiere" - il ruolo dei fondi attivisti e la loro attitudine a proporre singoli spunti di investimento con prospettive di alto margine è una merce di valore.

 

Lo attesta la loro maggior crescita, nella serie storica sui dati dei flussi di FactSet, P&i e Simfund: tra il 2007 e il giugno 2018 l' appiattimento crescente degli investitori ha portato alla diffusione di strumenti a gestione passiva - su tutti gli Etf, i più economici - che hanno attirato nel decennio 889 miliardi di dollari di nuovi investimenti. Altrettanto "passivi", nel senso che replicano comunque panieri azionari, i fondi comuni indicizzati hanno avuto 532 miliardi di nuove masse.

gilberto benetton

 

L'INCREMENTO DEI FONDI

Molto più deciso, a latere, l' incremento delle masse affidate ai fondi azionari attivamente gestiti, cresciuti nella decade di 1.385 miliardi. A ulteriore conferma, i dati pubblici aggregati da Lazard sui primi due trimestri del 2018 mostrano per i fondi attivisti un' attività da record. Tra gennaio e giugno ci sono state 145 campagne contro 136 società: ben oltre le medie di marcia dell' anno precedente, chiuso con 193 assalti a 169 società (e già in crescita sull' anno prima, mentre il 2015 segnò un primato che a dicembre sarà forse battuto).

 

Anche il capitale mobilitato nel semestre, di poco oltre i 40 miliardi di dollari, è da primato: malgrado sia già visibile il rallentamento congiunturale tra aprile e giugno, quando ci si è fermati a 15,3 miliardi (dai 25 miliardi del primo trimestre). Le nuove iniziative si concentrano soprattutto nel comparto tecnologico, con un valore dei pacchetti azionari al momento dell' annuncio pari a 10,8 miliardi, contro 7,2 miliardi nell' industria, 5,5 miliardi nella finanza e 5,3 miliardi nella distribuzione.

 

moody's rischio declassamento

Mattatore dell'ultima tornata è proprio il fondo statunitense Elliott, che ha avviato 17 campagne nel semestre investendo 5,3 miliardi, metà di Tci (che li impiega quasi tutti per il 4% di 21st Century Fox però), seguono Value Act con sei campagne e 2,4 miliardi e Icahn con 1,2 miliardi su tre obiettivi. Anche in termini di rappresentanza nei cda oggetto, c' è fermento: gli attivisti hanno raccolto più poltrone nel primo semestre 2018 (in tutto 119) di quante ne presero nell' anno precedente, con un +75% che promette di battere il primato 2016.

 

singer fondatore fondo elliott

Quasi metà di quei posti sono andati a membri scelti dai fondi Elliott, Starboard, Icahn. Sono loro a orchestrare le grandi operazioni: dal ribaltone in Telecom Italia di marzo al bis da un miliardo del fondo dei Singer per contestare a Hyundai governance e piano di ristrutturazione (poi abbandonato); dal pressing - sempre di Elliott ma in coppia con Sachem Head - sulla britannica Whitbread per scorporare la catena Costa Coffee al blitz di Jana in Pinnacle per forzarne l' acquisizione da parte di Conagra Brands; dalle critiche di Icahn contro la vendita di un' attività della finanziaria Usa Am Trust all' incursione di giugno, in duo tra Elliott e Bluescape, per entrare di peso nel cda dell' americana Sempra Energy e "liberarla dallo sconto conglomerata". Prima di Ferragosto, per le statistiche del secondo semestre, Elliott ha fatto capolino anche in Nielsen, storico marchio di ricerche di mercato che vive una fase difficile: il fondo newyorchese ha rastrellato l' 8% pagando almeno 640 milioni, per chiedere al cda Nielsen di prendere sul serio le offerte dei fondi chiusi (già alla porta).

 

LE MODIFICHE AI CDA

spread

L'analisi qualitativa del semestre conferma le tendenze precedenti: circa un terzo delle iniziative dei soci contestatori ha a che fare con modifiche degli organi sociali, un altro terzo riguarda fusioni e acquisizioni in corso o potenziali (compresa la sottocategoria degli scorpori), un quarto con strategie di business e il 23% con l' utilizzo del capitale.

 

Come e con quanta vitalità si muovano i gestori in cerca di «buone aziende con un potenziale per diventare grandi aziende» lo spiega un recente studio di Alvarez & Marsal, aggiornato a maggio su 1.854 aziende europee. Il modello di analisi della società di consulenza analizza lo scarto di performance tra la migliore e la peggiore divisione all' interno di uno stesso gruppo, e come questo differenziale evolve nei trimestri.

 

spread btp bund

Come spiega Alberto Franzone, co-responsabile di A&M in Italia, «il miele per investitori di questo tipo sono proprio le conglomerate con attività diversificate e senza una visione industriale chiara». Su questa analisi preparatoria i consulenti di A&M basano le predizioni per future campagne, e le contromisure che le aziende sotto potenziale scacco debbano attivare per prevenirle (che è sempre giudicata la cura migliore, in materia).

 

Tra i settori, i consulenti statunitensi segnalano distribuzione, industria e comunicazioni, mentre energia e materie prime sono al momento «meno attraenti per il recupero dei prezzi delle risorse».

 

Nella distribuzione, che risente della minaccia globale di Amazon, A&M ha individuato, senza renderle note, 46 prede, di cui metà «ad alto rischio», ovvero nei prossimi 6-12 mesi; nell' industria 45 con 20 ad alto rischio; seguono 21 aziende di internet e tlc (metà più a rischio), 11 minerarie e così via. Le geografie più attraenti, sempre secondo la ricerca, sono «Gran Bretagna, Germania, Francia e Italia, a scapito di Svizzera e Scandinavia».

amazon

 

La City è sempre regina, con 60 quotate nel mirino dei fondi, di cui 28 più a breve; Germania e Francia si contendono il podio con 18 e 17 aziende nel fuoco dei fondi (circa metà entro 6-12 mesi). Seguono Benelux, Svizzera e Scandinavia, poi l' Italia con 12 prede, quattro a breve e otto entro 12-18 mesi. Nella precedente rilevazione le prede tricolori erano 11.

 

«Oggi la finanziarizzazione dell' economia fa sì che ogni imprenditore sia sotto esame dall' esterno, e debba costantemente valutare se sia meglio per la sua azienda quotarsi, fondersi o vendere ad altri gestori - continua Franzone -. Questo rende gli assetti proprietari molto flessibili. In questo quadro si inserisce l' attività dei fondi attivisti. Può essere un male, se si produce macelleria sociale o distruzioni di valore a fini di speculativi di breve termine. Ma può essere anche un bene, se questo stimolo fa evolvere le professionalità di imprenditori, amministratori e controllori d' impresa: specie in un capitalismo che per anni è stato piuttosto ingessato come l' italiano».

Ultimi Dagoreport

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin moskva mar nero

DAGOREPORT - UCRAINA, CHE FARE? LA VIA PER ARRIVARE A UNA TREGUA È STRETTISSIMA: TRUMP DEVE TROVARE UN ACCORDO CHE PERMETTA SIA A PUTIN CHE A ZELENSKY DI NON PERDERE LA FACCIA – SI PARTE DALLA CESSIONE DELLA CRIMEA ALLA RUSSIA: SAREBBE UNO SMACCO TROPPO GRANDE PER ZELENSKY, CHE HA SEMPRE DIFESO L’INTEGRITÀ TERRITORIALE UCRAINA. TRA LE IPOTESI IN CAMPO C'E' QUELLA DI ORGANIZZARE UN NUOVO REFERENDUM POPOLARE NELLE ZONE OCCUPATE PER "LEGITTIMARE" LO SCIPPO DI SOVRANITA' - MA SAREBBE UNA VITTORIA TOTALE DI PUTIN, CHE OTTERREBBE TUTTO QUEL CHE CHIEDE SENZA CONCEDERE NIENTE…

funerale di papa francesco bergoglio

DAGOREPORT - COME È RIUSCITO IL FUNERALE DI UN SOVRANO CATTOLICO A CATTURARE DEVOTI E ATEI, LAICI E LAIDI, INTELLETTUALI E BARBARI, E TENERE PRIGIONIERI CARTA STAMPATA E COMUNICAZIONE DIGITALE, SCODELLANDO QUELLA CHE RESTERÀ LA FOTO DELL’ANNO: TRUMP E ZELENSKY IN SAN PIETRO, SEDUTI SU DUE SEDIE, CHINI UNO DI FRONTE ALL’ALTRO, INTENTI A SBROGLIARE IL GROVIGLIO DELLA GUERRA? - LO STRAORDINARIO EVENTO È AVVENUTO PERCHÉ LA SEGRETERIA DI STATO DEL VATICANO, ANZICHÉ ROVESCIANDO, HA RISTABILITO I SUOI PROTOCOLLI SECOLARI PER METTERE INSIEME SACRO E PROFANO E, SOPRATTUTTO, PER FAR QUADRARE TUTTO DENTRO LO SPAZIO DI UNA LITURGIA CHE HA MANIFESTATO AL MONDO QUELLO CHE IL CATTOLICESIMO POSSIEDE COME CULTURA, TRADIZIONE, ACCOGLIENZA, VISIONE DELLA VITA E DEL MONDO, UNIVERSALITÀ DEI LINGUAGGI E TANTE ALTRE COSE CHE, ANCORA OGGI, LA MANIFESTANO COME L’UNICA RELIGIONE INCLUSIVA, PACIFICA, UNIVERSALE: “CATTOLICA”, APPUNTO - PURTROPPO, GLI UNICI A NON AVERLO CAPITO SONO STATI I CAPOCCIONI DEL TG1 CHE HANNO TRASFORMATO LA DIRETTA DELLA CERIMONIA, INIZIATA ALLE 8,30 E DURATA FINO AL TG DELLE 13,30, IN UNA GROTTESCA CARICATURA DI “PORTA A PORTA”, PROTAGONISTI UNA CONDUTTRICE IN STUDIO E QUATTRO GIORNALISTI INVIATI IN MEZZO ALLA FOLLA E TOTALMENTE INCAPACI…- VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...