pier silvio berlusconi xavier niel

NELLA CORSA ALLA CONQUISTA DELLA TV FRANCESE "M6" C'È UN’ALLEANZA INEDITA: ACCANTO AL GRUPPO "MFE" DI BERLUSONI C'È MR.ILIAD XAVIER NIEL – IL "BISCIONE" AVEVA GIÀ PRESENTATO UN’OFFERTA PER IL 48,3% DEL BROADCASTER MA, NONOSTANTE L'OFFERTA FOSSE PIÙ RICCA RISPETTO ALLE ALTRE, ERA STATO PREFERITO IL GRUPPO FRANCESE BOUYGUES (PARIGI SI TIENE STRETTO I SUOI GIOIELLI) - MA ORA IL MATRIMONIO ITALO-FRANCESE POTREBBE FAR CAMBIARE ROTTA ALLE TRATTATIVE...

Francesco Spini per “la Stampa”

PIERSILVIO BERLUSCONI

 

Berlusconi e Niel: spunta un'alleanza inedita nella nuova corsa per conquistare la tv francese M6. Come anticipato, Mfe-MediaforEurope, la nuova versione europea in cui si è evoluta Mediaset, ha presentato un'offerta per il 48,3% del broadcaster messo in vendita dai tedeschi di Rtl-Bertelsmann. Ma, a sorpresa, accanto al gruppo guidato da Pier Silvio Berlusconi si è schierato, in cordata, anche il miliardario transalpino Xavier Niel, noto per essere patron del gruppo telefonico Iliad e tra i principali soci di Le Monde. 

 

piersilvio e silvio berlusconi

Un'alleanza nata in pochissimi giorni, quanti erano a disposizione per allestire la nuova asta dopo che erano naufragate - anticipando uno stop che sarebbe giunto dall'Antitrust di Parigi - le trattative per la fusione tra M6 e la Tf1 del gruppo francese Bouygues. A quel punto il consulente di Rtl, Jp Morgan, ha aperto in fretta e furia (la cessione deve avvenire prima del rinnovo delle licenze, in primavera, sennò tocca attendere 5 anni) a nuove offerte, giunte ieri.

 

PIER SILVIO BERLUSCONI

La partita sembrava essere aver preso una china sfavorevole al Biscione. Già al primo round, nonostante avesse presentato l'offerta più generosa, al gruppo controllato dalla Fininvest dei Berlusconi era stato preferito un matrimonio tutto francese, con il gruppo Bouygues a fare da celebrante. E lo stesso rischia (rischiava?) di ripetersi adesso. I bookmakers danno in pole la compagine guidata da Rodolphe Saadé, uomo d'affari impegnato nella logistica e in ottimi rapporti con la famiglia Bouygues, che potrebbe avere la tentazione di ritentare la combinazione M6-Tf1 tra cinque anni. Alleati di Saadé sono Stéphane Courbit, produttore Tv con Banijay, e l'investitore Marc Ladreit de Lacharrière.

 

xavier niel con la moglie delphine arnault

Insomma, i favoriti abitano a Parigi. All'ombra della torre di Cologno Monzese, però, devono aver pensato che ci fosse un solo modo per poter sventare tentazioni sciovinistiche francesi: allearsi con un francese. Ed ecco che è entrato in pista Niel, già interessato a M6 e ora in partita come partner industriale di Mfe, non solo finanziario. Punterebbe ad avere voce nella gestione di M6, portando la sua capacità in termini di piattaforme tecnologiche.

 

Da capire se la collaborazione si concretizzerà solo in questa occasione, creando una società ad hoc a controllo congiunto, oppure se in futuro potrà diventare un azionista stabile di Mfe, magari sostituendo nel tempo la Vivendi di Vincent Bolloré, tuttora azionista ma in lenta uscita dopo l'accordo che ha chiuso un quinquennio di scontri dentro Mediaset. 

 

xavier niel

La gara su M6 (ieri balzata in Borsa dell'8%) comunque resta incerta, i pretendenti tanti: si parla anche della Altice di Patrick Drahi, del ceco Daniel Ketínskì, potrebbe esserci pure Vivendi. Proprio il fallimento della combinazione tra Tf1 e M6 ha mostrato però come le fusioni nazionali inciampino sempre più negli antitrust locali. Per questo un progetto come quello di Mfe - costruire un polo europeo delle tv in chiaro - partito lentamente, punta ora ad accelerare. 

 

xavier niel con la moglie delphine arnault e emmanuel macron

Ha fatto una prima mossa in Spagna per integrare Mediaset España, poi in Germania per serrare la presa su ProsiebenSat1. In Inghilterra ha manifestato il proprio interesse per Channel 4. E in Francia ha trovato un nuovo alleato. È passato da Bolloré al suo arcinemico (ma vicino di casa) Xavier Niel. E fa niente se molti lo considerano col cuore a sinistra: gli affari sono affari.

XAVIER NIEL XAVIER NIEL

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni daniela santanche ignazio la russa

DAGOREPORT – DANIELA SANTANCHÈ NON È GENNARO SANGIULIANO, UN GIORNALISTA PRESTATO ALLA POLITICA SENZA “PROTETTORI”: GIORGIA MELONI NON PUÒ SFANCULARLA SENZA FAR SALTARE I NERVI A LA RUSSA. E SAREBBE UN BOOMERANG POLITICO PER LA DUCETTA DEI DUE MONDI: ‘GNAZIO È UN PESO MASSIMO DEL PARTITO, GOVERNA DI FATTO LA LOMBARDIA TRAMITE LA SUA CORRENTE MILANESE. SOPRATTUTTO, È IL PRESIDENTE DEL SENATO. MEGLIO NON FARLO IRRITARE: LA VENDETTA, LO SGAMBETTO, “L’INCIDENTE D’AULA”, POSSONO ESSERE SEMPRE DIETRO L’ANGOLO…

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

DAGOREPORT - A RACCONTARLO NON CI SI CREDE. RISULTATO DEL PRIMO GIORNO DI OPS DEL MONTE DEI PASCHI SU MEDIOBANCA: TRACOLLO DELLA BANCA SENESE - SE IL MEF DI GIORGETTI, CHE HA L’11,7% DI MPS, LO PRENDE IN QUEL POSTO (PERDENDO 71 MILIONI), IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI FA BINGO: 154 MILIONI IN UN GIORNO - INFATTI: SE I DUE COMPARI PERDONO SU MPS 90 MILIONI, NE GUADAGNANO 244 AVENDO IL 25,3% DI MEDIOBANCA - E DOPO IL “VAFFA” DEL MERCATO, CHE SUCCEDERÀ? TECNICAMENTE L’OPERAZIONE CALTA-MILLERI, SUPPORTATA DALLA MELONI IN MODALITÀ TRUMP, È POSSIBILE CON UN AUMENTO DI CAPITALE DI MPS DI 4 MILIARDI (PREVISTO PER APRILE) - PER DIFENDERE MEDIOBANCA DALL’ASSALTO, NAGEL DOVRÀ CHIEDERE AL BOSS DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, DI CHIAMARE ALLE ARMI I POTENTI FONDI INTERNAZIONALI, GRANDI AZIONISTI DI MEDIOBANCA E DI GENERALI, PER SBARRARE IL PASSO AL “CALTARICCONE” ALLA FIAMMA (FDI)

dario franceschini elly schlein gattopardo

DAGOREPORT - FRANCESCHINI, IL SOLITO “GIUDA” TRADITORE! SENTENDOSI MESSO DA PARTE DALLA SUA “CREATURA” ELLY SCHLEIN, ECCO CHE REAGISCE E LE DÀ LA ZAMPATA CON L’INTERVISTA A “REPUBBLICA”: “ALLE ELEZIONI SI VA DIVISI, E CI SI ACCORDA SOLO SUL TERZO DEI SEGGI CHE SI ASSEGNA CON I COLLEGI UNINOMINALI”. PAROLE CHE HANNO FATTO SALTARE DALLA POLTRONA ARCOBALENO LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA, CHE VEDE SFUMARE IL SUO SOGNO DI ESSERE LA CANDIDATA PREMIER. COME INSEGNA L’ACCORDO DI MAIO-SALVINI, NON SEMPRE IL LEADER DEL PARTITO PIÙ VOTATO DIVENTA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO – LA “GABBIA” IN CUI LA SCHLEIN SI È RINCHIUSA CON I SUOI FEDELISSIMI È INSOPPORTABILE PER I VECCHI VOLPONI CATTO-DEM. IL MESSAGGIO DAI CONVEGNI DI ORVIETO E MILANO: ELLY PENSA SOLO AI DIRITTI LGBT, NON PUÒ FARE DA SINTESI ALLE VARIE ANIME DEL CENTROSINISTRA (DA RENZI E CALENDA A BONELLI E FRATOIANNI, PASSANDO PER CONTE). E LA MELONI GODE...

dario franceschini elly schlein matteo renzi carlo calenda giiuseppe conte

DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ SINTETIZZARE COSÌ: IO CI SONO. E’ INUTILE CERCARE IL FEDERATORE, L’ULIVO NON TORNA, E NON ROMPETE LE PALLE ALLA MIA “CREATURA”, ELLY SCHLEIN, “SALDA E VINCENTE” AL COMANDO DEL PARTITO – AMORALE DELLA FAVA: “SU-DARIO” NON MOLLA IL RUOLO DI GRAN BURATTINAIO E DAVANTI AI MAL DI PANZA INTERNI, CHE HANNO DATO VITA AI DUE RECENTI CONVEGNI, SI FA INTERVISTARE PER RIBADIRE AI COLLEGHI DI PARTITO CHE DEVONO SEMPRE FARE I CONTI CON LUI. E LA MELONI GODE…

almasri giorgia meloni carlo nordio

DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA INDISTURBATO IN EUROPA? AVEVA UN PASSAPORTO FASULLO O UN VISTO SCHENGEN? E IN TAL CASO, PERCHÉ NESSUN PAESE, E SOPRATTUTTO L’ITALIA, SI È OPPOSTO? - LA TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ITALIANI: IL MANDATO DI ARRESTO PER ALMASRI RISALE A OTTOBRE. IL GENERALE NON SAREBBE MAI DOVUTO ARRIVARE, PER EVITARE ALLA MELONI L’IMBARAZZO DI SCEGLIERE TRA IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA REALPOLITIK (IL GOVERNO LIBICO, TRAMITE ALMASRI, BLOCCA GLI SBARCHI DI MASSA DI MIGRANTI) – I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI SULLA “RITORSIONE” DELLA CPI E IL PASTROCCHIO SULL’ASSE DEI SOLITI TAJANI-NORDIO

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...