ZERO DIVIDENDI E GLI AZIONISTI VOGLIONO TAGLIARE I MILIONI A MARCHIONNE, ELKANN E MONTEPREZZEMOLO

Andrea Giambartolomei per "il Fatto Quotidiano"

Azionisti senza dividendi, nonostante il "record storico" degli utili. Però gli stipendi dei vertici non si toccano. I soci della Fiat spa, riuniti ieri al Centro congressi del Lingotto, hanno sollevato i loro dubbi al presidente John Elkann e all'amministratore delegato Sergio Marchionne nel giorno dell'approvazione del bilancio 2012.

Le loro perplessità riguardavano soprattutto i piani di sviluppo dell'azienda, l'"inevitabile fusione" con la Chrysler, la mancata distribuzione dei dividendi e gli stipendi dei manager, così alti nonostante il momento. "Diversi costruttori sono entrati in crisi profonda e hanno annunciato licenziamenti e chiusure di stabilimenti - ha detto Elkann all'inizio della seduta. Ma noi no: noi manterremo l'occupazione".

Lo farà perché - nonostante tutto - nel 2012 Fiat-Chrysler ha venduto più di 4,2 milioni di mezzi, con un ricavo di circa 84 miliardi di euro e un utile di 3,8 miliardi.

"Un record storico", ha evidenziato Marchionne. Si tratta di un progresso dovuto soprattutto alle vendite in America e in Asia che compensano il calo in Europa, dove l'Italia ormai rappresenta il nove per cento del mercato totale. Nonostante i risultati il cda ha deciso di non distribuire i dividendi. "Non dare i dividendi significa non dare fiducia all'Italia", ha affermato un azionista. Un socio ha chiesto se per caso questo gesto fosse in vista della fusione con Chrysler, ma Marchionne nella sua relazione aveva spiegato che è una prudenza "per mantenere un'elevata liquidità".

Qualcun altro è preoccupato per possibili aumenti di capitale che l'ad nega. L'unico a cui il gruppo parteciperà sarà quello di Rcs (ieri ha detto sì anche Mediobanca), ha annunciato Elkann. Ma gli interventi più critici - in una giornata in cui i metalmeccanici della Fiom hanno manifestato nel centro di Torino - riguardavano gli emolumenti di presidente e amministratori.

L'azionista Marco Bava ha sottolineato che "Elkann prende circa 1,5 milioni di euro all'anno mentre suo nonno Gianni Agnelli prendeva l'equivalente di 500 mila euro": "Non vi vergognate di queste retribuzioni quando molti sono in cassaintegrazione e potrebbero esserci dei suicidi? - ha proseguito - Donate alla Caritas i vostri emolumenti!".

Un altro ha ricordato che l'ex presidente (ora consigliere) di Fiat e attuale presidente della Ferrari Luca Cordero di Montezemolo ha guadagnato circa 5,5 milioni di euro all'anno nel 2011 e nel 2012: "È necessario pagarlo così tanto? Non viene più neanche in assemblea".

Viene tirato in ballo pure lo stipendio di Marchionne: nel 2012 come ad di Fiat spa ha incassato 2,5 milioni di euro fissi più due milioni variabili, come presidente di Fiat industrial ne ha presi 2,9 milioni (1,3 fissi e i restanti variabili), mentre per la presidenza di Chrysler non ha ricevuto un dollaro (come amministratore ha dei diritti chiamati "unit appreciation rights" dal valore teorico di un milione di euro che incasserà al termine della carica).

Considerando disoccupati e cassaintegrati è giusta una remunerazione così alta? Interrogato sul punto ha risposto che la disoccupazione è un problema economico nazionale, mentre la Fiat ha assunto 19mila persone nel mondo.

Sulla situazione italiana - ha detto - pesa l'incertezza politica: "Va certamente ad impattare sui costi finanziari. La Fiat è condizionata dallo spread. Più continua questa incertezza peggio è per chi continua a fare industria in questo Paese. Serve un governo in fretta".

Marchionne ha anche avuto qualche battuta sul comico Maurizio Crozza: "Confermo di averlo visto a cena. Non abbiamo deciso di far nulla - ha detto smentendo le voci su un possibile spot con il comico -. È una persona che apprezzo pur non condividendo l'imitazione. Gli ho consigliato di migliorarla. Imita gli altri molto meglio di me".

 

MARCHIONNE MONTEZEMOLOMARCHIONNE MONTEZEMOLO SERGIO MARCHIONNE E JOHN ELKANN FOTO ANSA JOHN ELKANN MARCHIONNE FIAT CHRYSLER SANREMO LESIBIZIONE DI MAURIZIO CROZZA jpegCROZZA MARCHIONNE

Ultimi Dagoreport

turicchi, giorgetti, sala

FLASH! - IL DILEMMA DI GIORGETTI: IL CAPO DELLE PARTECIPATE DEL TESORO E SUO FEDELISSIMO, MARCELLO SALA, NON HA INTENZIONE DI TRASLOCARE ALLA PRESIDENZA DI NEXI PER FARE POSTO AD ANTONINO TURICCHI, CHE VANTA PERO’ UN ‘’CREDITO’’ NEI CONFRONTI DEL MINISTRO DEL MEF PER AVER CONDOTTO IN PORTO LE TRATTATIVE ITA-LUFTANSA. MA ALLA PRESIDENZA DI ITA, INVECE DI TURICCHI, MELONI & C. HANNO IMPOSTO SANDRO PAPPALARDO, UN PILOTA PENSIONATO LEGATO AL CLAN SICULO DI MUSUMECI – ORA GIORGETTI SPERA CHE VENGA APPLICATA LA LEGGE CHE VIETA AI PENSIONATI DI STATO DI RICOPRIRE INCARICHI RETRIBUITI)…

donald trump

DAGOREPORT - LA DIPLOMAZIA MUSCOLARE DI TRUMP È PIENA DI "EFFETTI COLLATERALI" - L'INCEDERE DA BULLDOZER DEL TYCOON HA PROVOCATO UNA SERIE DI CONSEGUENZE INATTESE: HA RIAVVICINATO IL REGNO UNITO ALL'UE, HA RILANCIATO L'IMMAGINE DI TRUDEAU E ZELENSKY, HA RIACCESO IL SENTIMENT ANTI-RUSSO NEGLI USA - LA MOSSA DA VOLPONE DI ERDOGAN E IL TRACOLLO NEI SONDAGGI DI NETANYAHU (SE SALTA "BIBI", SALTA ANCHE IL PIANO DI TRUMP PER IL MEDIO ORIENTE) - I POTENTATI ECONOMICI A STELLE E STRISCE SI MUOVONO: ATTIVATO UN "CANALE" CON LE CONTROPARTI BRITANNICHE PER PREVENIRE ALTRI CHOC TRUMPIANI...

giorgia arianna meloni maria grazia manuela cacciamani gennaro coppola cinecitta francesco rocca

DAGOREPORT - MENTRE LE MULTINAZIONALI STRANIERE CHE VENIVANO A GIRARE IN ITALIA OGGI PREFERISCONO LA SPAGNA, GLI STUDIOS DI CINECITTÀ SONO VUOTI - SONDARE I PRODUTTORI PER FAVORIRE UNA MAGGIORE OCCUPAZIONE DEGLI STUDIOS È UN’IMPRESA NON FACILE SOPRATTUTTO SE A PALAZZO CHIGI VIENE L’IDEA DI NOMINARE AL VERTICE DI CINECITTÀ SPA, CARDINE DEL SISTEMA AUDIOVISIVO ITALIANO, MANUELA CACCIAMANI, LEGATA ALLE SORELLE MELONI, IN PARTICOLARE ARIANNA, MA DOTATA DI UN CURRICULUM DI PRODUTTRICE DI FILM “FANTASMA” E DOCUMENTARI “IGNOTI” – FORSE PER IL GOVERNO MELONI È STATA PIÙ DECISIVA LA FEDE POLITICA CHE IL POSSESSO DI COMPETENZE. INFATTI, CHI RITROVIAMO NELLA SEGRETERIA DI FRANCESCO ROCCA ALLA REGIONE LAZIO? LA SORELLA DI MANUELA, MARIA GRAZIA CACCIAMANI, CHE FU CANDIDATA AL SENATO NEL 2018 NELLE LISTE DI FRATELLI D’ITALIA - QUANDO DIVENTA AD DI CINECITTÀ, CACCIAMANI HA LASCIATO LA GESTIONE DELLE SUE SOCIETÀ NELLE MANI DI GENNARO COPPOLA, IL SUO COMPAGNO E SOCIO D'AFFARI. QUINDI LEI È AL COMANDO DI UNA SOCIETÀ PUBBLICA CHE RICEVE 25 MILIONI L'ANNO, LUI AL TIMONE DELL’AZIENDA DI FAMIGLIA CHE OPERA NELLO STESSO SETTORE…

consiglio europeo giorgia meloni viktor orban ucraina zelensky ursula von der leyen

LE DECISIONI ALL’UNANIMITÀ IN EUROPA SONO FINITE: IERI AL CONSIGLIO EUROPEO IL PRIMO PASSO PER IL SUPERAMENTO DEL VETO, CON L’ISOLAMENTO DEL PUTINIANO VIKTOR ORBAN SUL PIANO IN CINQUE PUNTI PER L’UCRAINA – GIORGIA MELONI NON POTEVA SFILARSI ED È RIUSCITA A RIGIRARE LA FRITTATA CON MATTEO SALVINI: NON ERA UN DESIDERIO DI TRUMP CHE I PAESI EUROPEI AUMENTASSERO FINALMENTE LE SPESE PER LA DIFESA? DI CHE TI LAMENTI? - ANCHE LA POLEMICA DEL LEGHISTA E DI CONTE SUI “SOLDI DEGLI ASILI CHE FINISCONO IN ARMAMENTI” È STATA AGILMENTE NEUTRALIZZATA DALLA SORA GIORGIA, CHE HA FATTO “VERBALIZZARE” LA CONTRARIETÀ DELL’ITALIA ALL’UTILIZZO DEI FONDI DI COESIONE…