UNITED DOLORS OF BENETTON - LA FAMIGLIA DI PONZANO VENETO INCAZZATISSIMA PER LA FUGA DI NOTIZIE SULLA DECISIONE DI USCIRE DA PIAZZA AFFARI - PER PORTARE A TERMINE L’OPERAZIONE, I BENETTON, CHE CON LA LORO HOLDING EDIZIONE POSSEGGONO IL 67% DELL’INDUSTRIA TESSILE, DEVONO RIAPPROPRIARSI DEL RESTANTE 33%, E LE INFORMAZIONI TRAPELATE PRIMA DEL TEMPO CREANO ALTRI ESBORSI...

Francesco Spini per "la Stampa"

Per dare scacco matto a Piazza Affari, i Benetton si preparano a spendere - al massimo -276,6 milioni di euro. Edizione, la holding della famiglia che col 67,08% controlla l'azienda tessile, ha formalmente avviato le procedure del «delisting», fissando dunque il prezzo dell'offerta pubblica di acquisto sul restante 32,92% della società: 4,6 euro. Il premio è del 15,6% rispetto al prezzo ufficiale di 3,98 euro fissato il 31 gennaio, quando il titolo è stato sospeso in attesa del comunicato giunto ieri sera.

Rispetto poi alla media ponderata dei corsi registrati il mese precedente (3,18 euro) il premio sale al 44,6% per scendere al 6% se si prende a paragone l'ultimo anno, in cui il prezzo medio è stato di 4,34 euro. Si tratta comunque di un livello che difficilmente, almeno nel breve termine e in assenza di colpi di scena, gli azionisti avrebbero visto in Borsa: anche la più rosea delle previsioni degli analisti, da tempo assai freddi sulle prospettive del gruppo, non andava oltre i 3,8 euro.

Ma Piazza Affari è un problema che, con ieri, Ponzano Veneto ha cominciato a mettersi alle spalle. Al termine di una riunione del cda durata un'oretta, Edizione ha spiegato le ragioni dell'addio. Ritiene che «anche in considerazione della protratta volatilità dei mercati azionari» il delisting «possa fornire al management la flessibilità richiesta nel medio e lungo termine» per sviluppare le «azioni necessarie a fronteggiare le sfide derivanti dal mutato contesto competitivo». Di fronte a scenari nuovi, occorre «una strategia di rafforzamento del modello di business su cui sono fondati la storia e il successo di Benetton».

Alla vigilia del cambio della guardia alla presidenza, con Alessandro Benetton destinato in primavera a succedere al padre Luciano, Piazza Affari non è più considerata funzionale a un progetto di rilancio industriale. Anzi. Di qui l'obiettivo di raggiungere almeno il 95% del capitale per procedere alla revoca dalla quotazione nel giro di qualche mese.

Quanto ai 276,63 milioni di esborso (211,31 se si escludono le azioni proprie di Benetton, che pure rientrano nell'oggetto dell'offerta), i tre advisor dell'operazione - Mediobanca, Banca Imi e Unicredit - hanno dato la loro disponibilità a Edizione ad aprire «linee di credito committed aperte ad hoc per far fronte alla copertura finanziaria», nonché al «rilascio delle garanzie di esatto adempimento». Ora non restano che i passi formali.

Già oggi è prevista la riunione del cda di Benetton per un primo esame dell'offerta e la nomina dell'advisor. Poi comincerà l'iter tra prospetto ed esame della Consob. L'authority guidata da Giuseppe Vegas prosegue anche nelle indagini sullo strappo del titolo dei giorni scorsi che ha imposto una forte accelerazione all'operazione rispetto al ruolino di marcia prima ipotizzato dalla famiglia.

L'irritazione, dalle parti di Ponzano, è altissima. Tanto che c'è chi ipotizza un coinvolgimento della magistratura attraverso un esposto, per capire chi, a inizio settimana, abbia pensato bene di fare un po' di soldi sfruttando informazioni che avrebbero dovuto restare riservate.

 

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