il bail in europeo cagata pazzesca

IL 'BAIL-IN' FIGLIO DI NESSUNO. A PAROLE TUTTI DICONO DI VOLERO RISPETTARE, MA GLI STATI DELL’EUROZONA (INDIFFERENTEMENTE) PROVANO AD AGGIRARLO – GUARDA CASO, GLI UNICI CHE SI SONO SALVATI DALLA DIRETTIVA UE SUI FALLIMENTI BANCARI SONO STATI I TEDESCHI

 

Federico Fubini per il Corriere della Sera

 

veneto banca assemblea sociveneto banca assemblea soci

Con discrezione, nei giorni scorsi la Banca di Spagna ha sondato una cordata di istituti privati per salvare Bantierra, una cassa rurale dell' Aragona. Succedeva mentre le autorità italiane cercavano la strada per sostenere nel modo meno traumatico aziende circa dieci volte più grandi, la Popolare di Vicenza e Veneto Banca.

 

Non ci sarebbe legame fra le vicende della Spagna e quella ancora aperta dell' Italia, se non fosse per un aspetto: in nessuno dei due casi le autorità nazionali o europee lavorano per far funzionare gli ingranaggi al cuore della nuova normativa Ue sulle banche. Per l' ennesima volta, gli sforzi di tutti avevano l' obiettivo opposto: evitare l' obbligo di colpire tutti i creditori e i depositanti sopra i 100 mila euro (il cosiddetto «bail-in») e di far fallire qualunque banca abbia bisogno di un aiuto pubblico (la «risoluzione»).

 

assemblea pop vicenzaassemblea pop vicenza

Che si cerchi di distribuire le perdite delle banche sulle loro concorrenti, che si ricorra a complesse eccezioni di legge, o che arrivino dall' alto indicazioni «politiche», quasi tutti i protagonisti sono puntualmente consumati da una preoccupazione: impedire che la legge europea si applichi in pieno.

 

La direttiva sul «risanamento e la risoluzione» delle banche nell' Unione (Brrd) è vincolante da quindici mesi, ma un primo bilancio su di essa è già partito: a fine anno è fissata una verifica, di cui si potrebbero emergere i primi cenni già nell' incontro dei ministri finanziari a Malta venerdì. È presto per anticipare le conclusioni, ma un esame delle crisi bancarie in Europa in questi anni mostra che le nuove regole per ora hanno fallito.

 

VestagerVestager

Dall' Austria, alla Germania, alla Danimarca, a Italia, Portogallo, Grecia o Slovenia, ovunque la Brrd è stata di fatto ignorata, aggirata o ha prodotto più problemi finanziari, politici e costituzionali di quanti non ne abbia risolti. Ricorda in questo la prima versione del patto di Stabilità sui bilanci: così perfetto e rigido da rassicurare gli elettori tedeschi all' inizio, per poi saltare alla prima prova reale. In fondo, è un paradosso.

 

Tutti i governi e i cittadini europei concordano nel lasciare agli investitori parte dei costi dei dissesti, tutelando i contribuenti che devono finanziarne i salvataggi. Eppure le regole non stanno funzionando. Forse sono state introdotte troppo in fretta. Un recente rapporto della Banca mondiale constata che in tutti i casi di crisi bancaria degli ultimi anni, «le autorità non avevano piani preesistenti per eseguire la "risoluzione", né avevano una capacità predefinita di assorbimento delle perdite», ossia bond emessi per essere colpiti in caso di dissesto. Eppure, nota il rapporto, queste due precondizioni sarebbero «determinanti per un applicazione di successo del bail-in».

protesta dei risparmiatori davanti banca etruria  7protesta dei risparmiatori davanti banca etruria 7

 

Così la Banca mondiale lascia capire che i Paesi europei erano impreparati; regole così draconiane avrebbero avuto bisogno di più tempo. L' Italia è la sola nell' area euro ad aver vissuto la «risoluzione» della Brrd, nei casi di Etruria, CariChieti, Carife e Banca Marche. Solo dopo il suicidio di un pensionato colpito dalle perdite sui bond, è emerso che i risparmiatori avrebbero potuto ottenere un rimborso per frode: un' opzione che con la banca olandese Sns era già stata praticata nel 2013, ma il Tesoro ignorava e la Commissione Ue inizialmente non aveva menzionato.

 

Hsh NordbankHsh Nordbank

La stessa Commissione Ue si è divisa quando nell' ottobre del 2015 si è deciso di consentire alla banca tedesca Hsh Nordbank di incassare altri due miliardi in garanzie pubbliche senza colpire neppure i bond subordinati, i più esposti. Le regole lo prevedevano, prima che scattasse la Brrd, per effetto di una «comunicazione» di Bruxelles due anni prima. I tecnici degli aiuti di Stato avevano suggerito di far pagare gli investitori, ma l' orientamento politico del commissario alla Concorrenza Margrethe Vestager ha fatto valere una clausola che permetteva di aggirare i vincoli. Peraltro Hsh è stata coinvolta in un' inchiesta sul finanziamento di un parco eolico della 'ndrangheta con parte degli aiuti di Stato ricevuti in precedenza.

 

Jeroen Dijsselbloem Piercarlo PadoanJeroen Dijsselbloem Piercarlo Padoan

In Danimarca il «bail-in» è stato applicato per Andelskassen, anche sui depositi, poi però sono partiti i rimborsi alle famiglie con una «dote» del fondo nazionale di garanzia. In Austria nell' ottobre 2016 alcuni fondi speculativi hanno addirittura guadagnato molto grazie alle garanzie pubbliche sui bond della «bad bank» di Hypo Alpe Adria. In Slovenia il taglio su certi bond ha innescato una crisi politico-costituzionale. In Portogallo il tentativo di salvaguardare i risparmiatori ha portato le autorità a discriminare a danno di grandi investitori internazionali, che hanno abbandonato il Paese. In Grecia, come si cerca di fare in Italia su Mps, Vicenza e Veneto, si è ricorso a complesse eccezioni di legge per evitare il «bail-in».

dijsselbloem dijsselbloem

 

Cipro, non certo una potenza politica, resta il solo esempio di pieno «bail-in» dei depositi bancari (nel 2013). Ma furono colpiti soprattutto oligarchi russi, in cambio di un maxi salvataggio europeo del Paese. Il presidente dell' Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem disse che quel caso sarebbero diventato «un modello». Non sarebbe stata la sua ultima gaffe.

 

Ultimi Dagoreport

vincenzo de luca elly schlein nicola salvati antonio misiani

DAGOREPORT – VINCENZO DE LUCA NON FA AMMUINA: IL GOVERNATORE DELLA CAMPANIA VA AVANTI NELLA SUA GUERRA A ELLY SCHLEIN - SULLA SUA PRESUNTA VICINANZA AL TESORIERE DEM, NICOLA SALVATI, ARRESTATO PER FAVOREGGIAMENTO DELL’IMMIGRAZIONE CLANDESTINA, RIBATTE COLPO SU COLPO: “DOVREBBE CHIEDERE A UN VALOROSO STATISTA DI NOME MISIANI, CHE FA IL COMMISSARIO DEL PD CAMPANO” – LA STRATEGIA DELLO “SCERIFFO DI SALERNO”: SE NON OTTIENE IL TERZO MANDATO, DOVRÀ ESSERE LUI A SCEGLIERE IL CANDIDATO PRESIDENTE DEL PD. ALTRIMENTI, CORRERÀ COMUNQUE CON UNA SUA LISTA, RENDENDO IMPOSSIBILE LA VITTORIA IN CAMPANIA DI ELLY SCHLEIN…

osama almasri torturatore libico giorgia meloni alfredo mantovano giuseppe conte matteo renzi elly schlein

DAGOREPORT – LA SOLITA OPPOSIZIONE ALLE VONGOLE: SUL CASO ALMASRI SCHLEIN E CONTE E RENZI HANNO STREPITATO DI “CONIGLI” E ''PINOCCHI'' A NORDIO E PIANTEDOSI, ULULANDO CONTRO L’ASSENZA DELLA MELONI, INVECE DI INCHIODARE L'ALTRO RESPONSABILE, OLTRE ALLA PREMIER, DELLA PESSIMA GESTIONE DELL’AFFAIRE DEL BOIA LIBICO: ALFREDO MANTOVANO, AUTORITÀ DELEGATA ALL’INTELLIGENCE, CHE HA DATO ORDINE ALL'AISE DI CARAVELLI DI RIPORTARE A CASA CON UN AEREO DEI SERVIZI IL RAS LIBICO CHE E' STRAPAGATO PER BLOCCARE GLI SBARCHI DI MIGLIAIA DI NORDAFRICANI A LAMPEDUSA – EPPURE BASTAVA POCO PER EVITARE IL PASTROCCHIO: UNA VOLTA FERMATO DALLA POLIZIA A TORINO, ALMASRI NON DOVEVA ESSERE ARRESTATO MA RISPEDITO SUBITO IN LIBIA CON VOLO PRIVATO, CHIEDENDOGLI LA MASSIMA RISERVATEZZA - INVECE L'ARRIVO A TRIPOLI DEL TORTURATORE E STUPRATORE DEL CARCERE DI MITIGA CON IL FALCON DELL'AISE, RIPRESO DA TIVU' E FOTOGRAFI, FUOCHI D’ARTIFICIO E ABBRACCI, HA RESO EVIDENTE IL “RICATTO” DELLA LIBIA E LAMPANTE LO SPUTTANAMENTO DEL GOVERNO MELONI - VIDEO

ursula von der leyen giorgia meloni

URSULA VON DER LEYEN, CALZATO L'ELMETTO, HA PRESO PER LA COLLOTTOLA GIORGIA MELONI - A MARGINE DEL CONSIGLIO EUROPEO INFORMALE DI TRE GIORNI FA, L’HA AFFRONTATA CON UN DISCORSO CHIARISSIMO E DURISSIMO: “CARA GIORGIA, VA BENISSIMO SE CI VUOI DARE UNA MANO NEI RAPPORTI CON TRUMP, MA DEVI PRIMA CONCORDARE OGNI MOSSA CON ME. SE VAI PER CONTO TUO, POI SONO CAZZI TUOI” – LA REAZIONE DELLA SEMPRE COMBATTIVA GIORGIA? DA CAMALEONTE: HA ABBOZZATO, SI È MOSTRATA DISPONIBILE E HA RASSICURATO URSULA ("MI ADOPERO PER FARTI INCONTRARE TRUMP"). MA IL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA NON HA ABBOCCATO, PUNTUALIZZANDO CHE C’È UNA DIFFERENZA TRA IL FARE IL "PONTIERE" E FARE LA "TESTA DI PONTE" – IL “FORTINO” DI BRUXELLES: MACRON VUOLE “RITORSIONI” CONTRO TRUMP, MERZ SI ALLONTANA DAI NAZISTI “MUSK-ERATI” DI AFD. E SANCHEZ E TUSK…

elly schlein almasri giuseppe conte giorgia meloni

DAGOREPORT - BENVENUTI AL GRANDE RITORNO DELLA SINISTRA DI TAFAZZI! NON CI VOLEVA L’ACUME DI CHURCHILL PER NON FINIRE NELLA TRAPPOLA PER TOPI TESA ALL'OPPOSIZIONE DALLA DUCETTA, CHE HA PRESO AL BALZO L’ATTO GIUDIZIARIO RICEVUTO DA LO VOI PER IL CASO ALMASRI (CHE FINIRÀ NELLA FUFFA DELLA RAGION DI STATO) PER METTERE SU UNA INDIAVOLATA SCENEGGIATA DA ‘’MARTIRE DELLA MAGISTRATURA’’ CHE LE IMPEDISCE DI GOVERNARE LA SUA "NAZIONE" - TUTTE POLEMICHE CHE NON GIOVANO ALL’OPPOSIZIONE, CHE NON PORTANO VOTI, DATO CHE ALL’OPINIONE PUBBLICA DEL TRAFFICANTE LIBICO, INTERESSA BEN POCO. DELLA MAGISTRATURA, LASCIAMO PERDERE - I PROBLEMI REALI DELLA “GGGENTE” SONO BEN ALTRI: LA SANITÀ, LA SCUOLA PER I FIGLI, LA SICUREZZA, I SALARI SEMPRE PIÙ MISERI, ALTRO CHE DIRITTI GAY E ALMASRI. ANCHE PERCHE’ IL VERO SFIDANTE DEL GOVERNO NON È L’OPPOSIZIONE MA LA MAGISTRATURA, CONTRARIA ALLA RIFORMA DI PALAZZO CHIGI. DUE POTERI, POLITICO E GIUDIZIARIO, IN LOTTA: ANCHE PER SERGIO MATTARELLA, QUESTA VOLTA, SARÀ DURA...