SAN RAFFAELE PREGA PER NOI - MEJO DEI TEMPI DELL’AMBROSIANO E MARCINKUS: ALLO IOR, CHE DEVE METTERE 125 MLN €, NON È RICHIESTA NESSUNA GARANZIA, PERCHÉ “È L’ENTE CENTRALE DEL VATICANO” - IL RICCO CONCORDATO CHE SALVA L’IMPERO DI DON VERZE’ DAL FALLIMENTO È PIENO DI OMBRE - FANNO RIDERE LE ARGOMENTAZIONI DIFENSIVE: “LA CRISI? CAUSATA DA INVESTIMENTI SBAGLIATI”. MA VA? - POI CI SONO LE GARANZIE PER I 125 MLN € DI MALACALZA: LA BANCA DELLA FIDEJUSSIONE NON È NEANCHE CITATA…

Bancomat per Dagospia

C'e ironia forse nel fatto che il San Raffaele abbia sede in via Olgettina. Depravati come siamo ormai tutti dalle berlusconate, associamo sempre e subito tutto a un bordello. E in fondo sbagliamo; perche' lo spirito da bar sport, altro lascito del cavaliere ad un popolo che di tal ricchezza mediocre era gia' ricco di suo, rende tutto grigio uguale. Mentre il San Raffaele e' luci e ombre, paradiso e inferno, grandezza e miseria.

Il Tribunale di Milano venerdì pomeriggio ha ammesso il San Raffaele al concordato preventivo. La notizia e' molto importante, e secondo noi positiva, perché un fallimento non e' mai una bella notizia, anche quando si deve riconoscerlo e dichiararlo.

Diciamo che moralmente il San Raffaele, con le sue spese strane e folli, molto strane e forse non così folli, con il suo stile e le sue tante storie oscure che ancora non conosciamo, in fondo e' già ' un mezzo fallimento per quel visionario geniale che lo ha fondato e diretto. Ma tecnicamente potrebbe non essere un fallimento economico, se sara' verificato quanto il Tribunale con saggezza ha deciso che sia verificato: si realizza un ingente patrimonio e dei qualificati cavalieri bianchi - Ior e Malacalza, non Lavitola - potrebbero ben consentire il pagamento dei creditori chirografari forse oltre il 50 per cento. Riconosciamo che per molto meno si evitano, e giustamente, fallimenti di aziende ben meno prestigiose del San Raffaele.

Il provvedimento del Tribunale non manca comunque di aspetti interessanti e divertenti. Ve ne regaliamo alcuni, altri e più prestigiosi commentatori faranno di meglio. Ad esempio il Presidente Lamanna riesce a riportare senza ridere le argomentazione difensive degli amministratori del San Raffaele, che spiegano con ardito sofisma come la crisi finanziaria sia stata causata, pensate un po', da operazioni non profittevoli e investimenti sbagliati. Stupendo! Noi credevamo fosse stato lo tsunami in Giappone.

A dire il vero accennano anche ad investimenti in settori non "core" , come si dice in gergo. Magari gli aeroplani e gli alberghi non servirebbero. Ma il tutto ormai rischia di essere trattato con l'ironia di un Gian Antonio Stella. Sprechi vergognosi di cui ridere un po' . E poi questo di per se' non e' vietato, va detto. Se poi si sono rivelati non profittevoli, diciamo anche questo, la cosa di per se' non costituisce reato. Far soldi o perderli, alla faccia di troppe procure ignoranti di diritto ed economia, ricordiamoci che normalmente e' cosa assolutamente lecita, per fortuna. Bankomat non e' un bolscevico o un intellettuale socio-psico-cultu.

Ma siamo sicuri sia tutto li.? Don Verze e soci dei semplici mani bucate? Il PM dott Orsi non appartiene al genere dei procuratori ignoranti di bilanci e di libertà economiche. Ha indagato e sta indagando. Chissà.

Si cita anche fra le cause del dissesto la vendita di fine anni novanta del San Raffaele romano , dopo il non accredito con il servizio sanitario nazionale, vendita forse non troppo spontanea e certo non molto profittevole a vantaggio del gruppo Angelucci. Ma ammettiamolo, roba vecchia.

Nel frattempo la Regione Lombardia ha sicuramente ben remunerato il San Raffaele per i suoi servizi.

Il gruppo Malacalza di Genova si conferma uno dei due cavalieri bianchi, insieme allo IoR. Meta' per uno. Interessante che si citi nel provvedimento una fideiussione bancaria a prima richiesta che dai Malacalza di Genova si e' già avuta in garanzia, ed e' stata prestata da una banca che non si sa quale sia. Se possiamo permetterci un piccolo appunto, vista l'importanza della vicenda forse il Presidente Lamanna poteva citare nel suo provvedimento il nome della Banca così rapida a prestare tutti quei danari al gruppo genovese. Ve lo diciamo noi: ci risulta sia la popolare di Sondrio.

Nota banca Genovese....per carità, avranno una filiale a Genova e il locale direttore con la fidejussione ha fatto il budget del biennio, a valere sui depositi cash del gruppo, notoriamente ricco. Oppure la Sondrio si fida a prescindere. Oppure la Sondrio ha filiali in svizzera che conoscono i Malacalza meglio ancora del funzionario della filiale genovese. Oppure la Sondrio, come la sua eterna concorrente di Sondrio, il Credito Valtellinese, e' comunque banca gradita in Vaticano, che a sua volta di fatto garantisce per tutti.

Perché l'altra cosa interessante che abbiamo letto nel provvedimento e' che il Tribunale di Milano ritiene utile spiegare che allo IOR, per la sua parte di offerta, cioè altri 125 milioni di euro, non si e' chiesta alcuna garanzia trattandosi di ente centrale, testuale, del Vaticano. Era dai tempi di Marcinkus e dell'Ambrosiano che non sentivamo ragionamenti del genere. Scusate la cattiveria. E ci scusi soprattutto Ettore Gotti Tedeschi, galantuomo notorio che oltretutto come qualità professionale sta a Marcinkus come Paolino Pulici al mitico Calloni.

Il quale Ettore Gotti Tedeschi, uno che non ha certo bisogno ne' di guadagnare ne' di far carriere, ha accettato di essere subito amministratore del SanRaffaele. Qualcuno di importante deve averglielo chiesto. Non vi pare?


La storia del San Raffaele e' complessa e ci vengono tanti pensieri, che vi lasciamo per il ponte di Ognissanti. I riflettori sino ad oggi si sono accesi, e neppure così tanto come la storia avrebbe imposto, sulla chiave di lettura piu' immediata e forse ' comoda (come al solito) per l'establishment italiano. Tipo il noto schema Tanzi Tonna, ovvero i grandi maghi del falso contabile che fanno buchi e maneggi truffando le banche, gonze e sbadate che un giorno si svegliano sorprese ed innocenti vittime. Il San Raffaele e' un normale crac contabile? Neppure tanto crac, a leggere il ragionevolissimo provvedimento del Tribunale di Milano. Si profila un ottimo concordato. Ma di cosa stiamo parlando davvero?

Il San Raffaele aveva ed ha potentissimi amici, ha sostenuto e sostiene una fitta rete di rapporti. L'ammanco contabile ed il cumulo di debiti rischia di essere la cosa meno grave della vicenda, ed in fondo venerdì il Tribunale ha cominciato ha chiarirlo. Vi sono elementi assolutamente ragionevoli che indicano come percorribile un ottimo concordato. Se i beni ipotizzati cedibili ad un certo valore davvero lo saranno, e pare che i compratori ci siano, per quei valori, e siano come sono compratori reali e seri, allora tutto questo buco in fondo non c'era.

Molta tensione finanziaria, qualche ferita per i creditori chirografari, ma con l'aria che tira portare a casa magari piu' del 50 percento va di lusso! Poi certamente molte irregolarità fiscali e tecnicamente forse anche dei falsi in bilancio o cose simili, per carità; ma insomma, alla fine subentrano il Vaticano ed il gruppo Malacalza, tutto continua, e il San Raffaele in fondo era e continua ad essere una grande istituzione medica e scientifica.

Certo, il Tribunale da' atto con rispetto del lavoro del PM Luigi Orsi e dei suoi Colleghi, serio come non poteva che essere, lavoro che ha evidenziato ad esempio un conflitto di interessi fra parte degli amministratori che hanno valutato positivamente e richiesto il concordato ed i compratori che tale concordato sorreggono. Sono in effetti persone indicate nel consiglio del SanRaffaele proprio da IOR e Malacalza.

Il Tribunale duetta in punta di fioretto e diritto con la Procura, che vorrebbe il fallimento, anche su questo tema, ma con sano pragmatismo in fondo dice: valutino i commissari del concordato, appena nominati, se i conti quadrano e l'offerta si rivela congrua e seria come parrebbe, il conflitto in fondo non danneggia e non lede. Resta potenziale.

Eppure continua a tormentarci il dubbio che il San Raffaele sia una vicenda totalmente altra.

Qui c'e il rischio che la storia vada riletta e riscritta, nel mentre continua su binari di ordinaria e ragionevolissima procedura civile con un bel concordato, auspicabile e ricco.
Ricordiamoci che comunque abbiamo avuto un suicidio. Era il braccio destro di Don Verze', il suo Fausto Tonna, scusateci la semplificazione giornalistica e con il doveroso rispetto per i defunti. Non se ne parla piu' : era solo un galantuomo affranto? Era un galantuomo? Era solo? La chiave di lettura concordataria non ce lo dira' mai. Non e' il suo compito, si badi bene. Ai creditori interessa e giustamente un ricco concordato, mentre a tutti noi farà piacere che il San Raffaele continui a far ricerca e curarci. Mentre i 3800 dipendenti avranno lavoro, e ne siamo davvero tutti felici.

Il resto e' in fondo solo chiarezza di contesto, tentativo di capire per evitare che si ripetano queste storie, ma come già per il caso Parmalat ed altre storie, la chiarezza in fondo annoia.
E scusate se vi ho annoiato.

 

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