marco gianluca jacobini

BARI E DISPARI: LA GIRANDOLA DI VILLE E IMMOBILI DEGLI JACOBINI – LE OPERAZIONI PER PROTEGGERE I RAMPOLLI DELLA POPOLARE DI BARI: DUE SETTIMANE DOPO L’ASSEMBLEA PIU’ DOLOROSA NELLA STORIA DELLA BANCA GIANLUCA JACOBINI TRASFERISCE SETTE IMMOBILI IN UN FONDO PATRIMONIALE. ANCHE IL FRATELLO LUIGI LO IMITA MENTRE L’ULTIMO AD PRE-COMMISSARIAMENTO, VINCENZO DE BUSTIS (SOTTO INCHIESTA E ANCHE LUI GIÀ SANZIONATO DA CONSOB) NON HA A SUO NOME NEANCHE UN MATTONE...

Federico Fubini per corriere.it

 

gianluca jacobini 1

L’undici maggio del 2016 un giovane uomo molto sicuro di sé entra nello studio del notaio Michele Buquicchio, non lontano dalla stazione di Bari. L’uomo non ha ancora quarant’anni, si chiama Gianluca Jacobini, e porta nel suo nome un pezzo di storia della città: suo nonno Luigi è fra i fondatori della Banca Popolare di Bari nel 1960, suo padre Marco ne è presidente dal 2011, lui stesso è condirettore generale, mentre il fratello Luigi – di quattro anni più anziano – è vicedirettore generale. Mancano ancora più di tre anni e mezzo al giorno di poche settimane fa in cui la Banca d’Italia avrebbe commissariato l’istituto sull’orlo del fallimento.

 

In quel maggio 2016 il più giovane dei figli del banchiere Jacobini, il rampollo considerato più abile nelle operazioni finanziarie, deve compierne una delicata: trasferisce sette immobili in un fondo patrimoniale intestato a se stesso e alla moglie, che ha sposato cinque anni prima. L’intenzione dichiarata è di «far fronte ai bisogni della famiglia». La natura dei beni è sicuramente in grado di garantire il futuro di questo ramo degli Jacobini.

 

gianluca jacobini

I primi quattro immobili costituiscono un complesso di circa duemila metri quadri nella splendida cornice di Polignano a Mare. C’è poi la parte di Gianluca della nuda proprietà di un appartamento in un quartiere elegante di Bari che il padre aveva comprato vent’anni prima intestandolo ai figli; e la proprietà pro-quota di un altro appartamento di sette vani non lontano dall’ateneo cittadino.

 

Costituire un fondo patrimoniale per Gianluca Jacobini è un’operazione legittima per cercare di proteggere i beni di una famiglia, anche se a volte le giovani coppie ci pensano al momento di sposarsi e non anni dopo. Ma stavolta l’atto notarile cade in un momento particolare. Due settimane prima l’assemblea della Popolare di Bari si era rivelata la più dolorosa nella storia della banca: il bilancio approvato riporta per il 2015 una perdita molto pesante, 295 milioni, mentre i requisiti patrimoniali subiscono un’erosione di circa l’uno per cento.

 

gianluca jacobini 3

Per la prima volta la crisi inizia a farsi conclamata. Soprattutto, l’assemblea era stata il primo innesco del panico fra i quasi 70 mila azionisti della Popolare di Bari: delibera la riduzione da 9,53 a 7,5 euro del titolo della banca, dopo che nei due anni precedenti la banca aveva piazzato azioni alla clientela per 330 milioni. Migliaia di piccoli risparmiatori che cercavano di vendere le proprie quote, senza riuscirci, iniziano a capire che rischiano di perdere molto, o tutto. Proprio nella prima metà del 2016 la Banca d’Italia chiede alla Bari di indagare sulle operazioni “baciate” (prestiti concessi in contropartita di sottoscrizioni azionarie) e da giugno la vigilanza avvierà una nuova ispezione il cui esito sarebbe stato «parzialmente sfavorevole».

 

Tutto questo non ha nulla a che fare con la mossa di Gianluca Jacobini per mettere in un fondo patrimoniale i propri beni al sole, almeno sulla carta. Ma il risultato di fatto dell’operazione è che il banchiere rafforza le proprie difese contro eventuali azioni di responsabilità e richieste di risarcimenti – fondate o no, lo diranno i giudici — anche con le mosse successive. Nell’autunno 2018 la Consob sanziona infatti venti dirigenti della Bari, fra cui Gianluca Jacobini, per come hanno piazzato a clienti spesso ignari e impreparati dei titoli oggi di fatto azzerati. Il 2018 della banca si chiuderà con la perdita-monstre di 430 milioni.

 

MARCO JACOBINI CON IL FIGLIO GIANLUCA

E il 4 gennaio 2019 l’uomo che in quel momento era ancora condirettore della Bari, presieduta da suo padre, ottiene dallo stesso istituto un mutuo ipotecario trentennale da 300 mila euro garantito dalla favolosa residenza di Polignano a Mare già messa nel fondo patrimoniale. La tenuta di conseguenza diventa ancora più difficile da aggredire con azioni risarcitorie, anche se non risulta che con quei 300 mila euro il giovane Jacobini – non certo privo di mezzi – abbia acquisito altri immobili.

 

Del resto Gianluca ha degli imitatori. Suo fratello lo segue, benché fra i due i rapporti pare siano pessimi. Una nota dell’Agenzia delle Entrate registra che Luigi Jacobini, primogenito del patron Marco, dal 2011 fino a poche settimane fa vicedirettore generale dell’istituto e anche lui già sanzionato da Consob per come ha trattato i risparmiatori, ha compiuto due operazioni al 25 settembre 2019. Ha creato un fondo patrimoniale dove mette tutti i suoi immobili (compresa la casa al mare a Mola di Bari) e ha acceso un mutuo con la sua stessa banca per 680 mila euro mettendoci a garanzia un immobile dello stesso fondo.

 

MARCO JACOBINI

Si capirà con il tempo se tutta questa attività sarà riuscita a proteggere i due rampolli della banca di Bari. Di certo non è un problema dell’ultimo amministratore delegato pre-commissariamento, Vincenzo De Bustis (sotto inchiesta e anche lui già sanzionato da Consob). Banchiere di lungo corso, dal 1999 De Bustis non ha a suo nome neanche un mattone.

gianluca jacobini 2

 

Ultimi Dagoreport

bergoglio papa francesco salma

QUANDO È MORTO DAVVERO PAPA FRANCESCO? È SUCCESSO ALL’ALBA DI LUNEDÌ, COME DA VERSIONE UFFICIALE, O NEL POMERIGGIO DI DOMENICA? - NELLA FOTO DELLA SALMA, SI NOTA SUL VOLTO DEL PONTEFICE UNA MACCHIA SCURA CHE POTREBBE ESSERE UNA RACCOLTA DI SANGUE IPOSTATICA, COME ACCADE NELLE PERSONE MORTE GIÀ DA ALCUNE ORE - IN TALE IPOTESI, NON DOVREBBE MERAVIGLIARE IL RISERBO DELLA SANTA SEDE: I VERTICI DELLA CHIESA POTREBBERO AVER DECISO DI “POSTICIPARE” LA DATA DELLA MORTE DEL SANTO PADRE, PER EVITARE DI CONNOTARE LA PASQUA, CHE CELEBRA IL PASSAGGIO DA MORTE A VITA DI GESÙ, CON UN EVENTO LUTTUOSO - UN PICCOLO SLITTAMENTO TEMPORALE CHE NULLA TOGLIE ALLA FORZA DEL MAGISTERO DI FRANCESCO, TERMINATO COME LUI VOLEVA: RIABBRACCIANDO NEL GIORNO DELLA RESURREZIONE PASQUALE IL SUO GREGGE IN PIAZZA SAN PIETRO. A QUEL PUNTO, LA MISSIONE DEL “PASTORE VENUTO DALLA FINE DEL MONDO” ERA GIUNTA AL TERMINE...

jd vance papa francesco bergoglio

PAPA FRANCESCO NON VOLEVA INCONTRARE JD VANCE E HA MANDATO AVANTI PAROLIN – BERGOGLIO HA CAMBIATO IDEA SOLO DOPO L’INCONTRO DEL NUMERO DUE DI TRUMP CON IL SEGRETARIO DI STATO: VANCE SI È MOSTRATO RICETTIVO DI FRONTE AL LUNGO ELENCO DI DOSSIER SU CUI LA CHIESA È AGLI ANTIPODI DELL’AMMINISTRAZIONE AMERICANA, E HA PROMESSO DI COINVOLGERE IL TYCOON. A QUEL PUNTO IL PONTEFICE SI È CONVINTO E HA ACCONSENTITO AL BREVE FACCIA A FACCIA – SUI SOCIAL SI SPRECANO POST E MEME SULLA COINCIDENZA TRA LA VISITA E LA MORTE DEL PAPA: “È SOPRAVVISSUTO A UNA POLMONITE BILATERALE, MA NON È RIUSCITO A SOPRAVVIVERE AL FETORE DELL’AUTORITARISMO TEOCRATICO” – I MEME

jd vance roma giorgia meloni

DAGOREPORT – LA VISITA DEL SUPER CAFONE VANCE A ROMA HA VISTO UN SISTEMA DI SICUREZZA CHE IN CITTÀ NON VENIVA ATTUATO DAI TEMPI DEL RAPIMENTO MORO. MOLTO PIÙ STRINGENTE DI QUANTO È ACCADUTO PER LE VISITE DI BUSH, OBAMA O BIDEN. CON EPISODI AL LIMITE DELLA LEGGE (O OLTRE), COME QUELLO DEGLI ABITANTI DI VIA DELLE TRE MADONNE (ATTACCATA A VILLA TAVERNA, DOVE HA SOGGIORNATO IL BUZZURRO), DOVE VIVONO DA CALTAGIRONE AD ALFANO FINO AD ABETE, LETTERALMENTE “SEQUESTRATI” PER QUATTRO GIORNI – MA PERCHÉ TUTTO QUESTO? FORSE LA SORA “GEORGIA” VOLEVA FAR VEDERE AGLI AMICI AMERICANI QUANTO È TOSTA? AH, SAPERLO...

giovanbattista fazzolari giorgia meloni donald trump emmanuel macron pedro sanz merz tusk ursula von der leyen

SE LA DIPLOMAZIA DEGLI STATI UNITI, DALL’UCRAINA ALL’IRAN, TRUMP L’HA AFFIDATA NELLE MANI DI UN AMICO IMMOBILIARISTA, STEVE WITKOFF, DALL’ALTRA PARTE DELL’OCEANO, MELONI AVEVA GIÀ ANTICIPATO IL CALIGOLA DAZISTA CON LA NOMINA DI FAZZOLARI: L’EX DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA DELLA REGIONE LAZIO (2018) CHE GESTISCE A PALAZZO CHIGI SUPERPOTERI MA SEMPRE LONTANO DALLA VANITÀ MEDIATICA. FINO A IERI: RINGALLUZZITO DAL FATTO CHE LA “GABBIANELLA” DI COLLE OPPIO SIA RITORNATA DA WASHINGTON SENZA GLI OCCHI NERI (COME ZELENSKY) E UN DITO AL CULO (COME NETANYAHU), L’EMINENZA NERA DELLA FIAMMA È ARRIVATO A PRENDERE IL POSTO DEL MINISTRO DEGLI ESTERI, L’IMBELLE ANTONIO TAJANI: “IL VERTICE UE-USA POTREBBE TENERSI A ROMA, A MAGGIO, CHE DOVREBBE ESSERE ALLARGATO ANCHE AGLI ALTRI 27 LEADER DEGLI STATI UE’’ – PURTROPPO, UN VERTICE A ROMA CONVINCE DAVVERO POCO FRANCIA, GERMANIA, POLONIA E SPAGNA. PER DI PIÙ L’IDEA CHE SIA LA MELONI, OSSIA LA PIÙ TRUMPIANA DEI LEADER EUROPEI, A GESTIRE L’EVENTO NON LI PERSUADE AFFATTO…

patrizia scurti giorgia meloni giuseppe napoli emilio scalfarotto giovanbattista fazzolari

QUANDO C’È LA FIAMMA, LA COMPETENZA NON SERVE NÉ APPARECCHIA. ET VOILÀ!, CHI SBUCA CONSIGLIERE NEL CDA DI FINCANTIERI? EMILIO SCALFAROTTO! L’EX “GABBIANO” DI COLLE OPPIO VOLATO NEL 2018 A FIUMICINO COME ASSESSORE ALLA GIOVENTÙ, NON VI DIRÀ NULLA. MA DAL 2022 SCALFAROTTO HA FATTO IL BOTTO, DIVENTANDO CAPO SEGRETERIA DI FAZZOLARI. “È L’UNICO DI CUI SI FIDA” NELLA GESTIONE DI DOSSIER E NOMINE IL DOMINUS DI PALAZZO CHIGI CHE RISOLVE (“ME LA VEDO IO!”) PROBLEMI E INSIDIE DELLA DUCETTA - IL POTERE ALLA FIAMMA SI TIENE TUTTO IN FAMIGLIA: OLTRE A SCALFAROTTO, LAVORA PER FAZZO COME SEGRETARIA PARTICOLARE, LA NIPOTE DI PATRIZIA SCURTI, MENTRE IL MARITO DELLA POTENTISSIMA SEGRETARIA-OMBRA, GIUSEPPE NAPOLI, È UN AGENTE AISI CHE PRESIEDE ALLA SCORTA DELLA PREMIER…

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEL PIÙ GRANDE RISIKO BANCARIO D’ITALIA? L’ASSEMBLEA DI GENERALI DEL 24 APRILE È SOLO LA PRIMA BATTAGLIA. LA GUERRA AVRÀ INIZIO DA MAGGIO, QUANDO SCENDERANNO IN CAMPO I CAVALIERI BIANCHI MENEGHINI - RIUSCIRANNO UNICREDIT E BANCA INTESA A SBARRARE IL PASSO ALLA SCALATA DI MEDIOBANCA-GENERALI DA PARTE DELL’”USURPATORE ROMANO” CALTAGIRONE IN SELLA AL CAVALLO DI TROIA DEI PASCHI DI SIENA (SCUDERIA PALAZZO CHIGI)? - QUALI MOSSE FARÀ INTESA PER ARGINARE IL DINAMISMO ACCHIAPPATUTTO DI UNICREDIT? LA “BANCA DI SISTEMA” SI METTERÀ DI TRAVERSO A UN’OPERAZIONE BENEDETTA DAL GOVERNO MELONI? O, MAGARI, MESSINA TROVERÀ UN ACCORDO CON CALTARICCONE? (INTESA HA PRIMA SPINTO ASSOGESTIONI A PRESENTARE UNA LISTA PER IL CDA GENERALI, POI HA PRESTATO 500 MILIONI A CALTAGIRONE…)