1- OLTRE A MEDIOBANCA DOVE NAGEL SI STA GIOCANDO GLI ATTRIBUTI SULLA VICENDA FONSAI-UNIPOL, E AD UNICREDIT DOVE SI PREANNUNCIA L’USCITA DEL PRESIDENTE TEDESCO RAMPL E DI ALCUNI MANAGER DELLA PRIMA LINEA COME PAOLO FIORENTINO, LE PARETI VIBRANO ANCHE DENTRO INTESASANPAOLO. IL MISTICO BAZOLI STAREBBE DIALOGANDO FITTAMENTE CON LA BANCA D’ITALIA PER RIMETTERE IN DISCUSSIONE IL MODELLO DI GOVERNANCE FINORA ADOTTATO E PER POTER SPADRONEGGIARE FELICE E INDISTURBATO PER ALTRI TRE ANNI 2- LA BATTAGLIA TRA LUCHINO E MORETTI SUL PIANO DELLA COMUNICAZIONE E DEL MARKETING 3- LO STRETTO RAPPORTO DI COLLABORAZIONE TRA MARIA CRISCUOLO, TITOLARE DELL’AGENZIA TRIUMPH, E IL GIURISTA PIZZETTI, IL RISERVATO E DISCRETO GARANTE DELLA PRIVACY 4- ALEDANNO DOVRÀ METTERCELA TUTTA PER TOGLIERSI DAI PIEDI IL SUO PORTAVOCE SIMONE TURBOLENTE PER CONFINARLO A CAPO DELLE RELAZIONI ESTERNE DELL’ACEA

1- IL MISTICO BAZOLI STAREBBE DIALOGANDO FITTAMENTE CON LA BANCA D'ITALIA PER RIMETTERE IN DISCUSSIONE IL MODELLO DI GOVERNANCE FINORA ADOTTATO DA INTESA PER POTER SPADRONEGGIARE PER ALTRI TRE ANNI
Il mondo della finanza milanese è attraversato da un fervore che fa presagire una primavera caldissima.

Oltre a Mediobanca dove il pallido amministratore Alberto Nagel si sta giocando gli attributi sulla vicenda FonSai-Unipol, e ad Unicredit dove si preannuncia l'uscita del presidente tedesco Rampl e di alcuni manager della prima linea come Paolo Fiorentino, le pareti vibrano anche dentro IntesaSanPaolo. Dentro il santuario di Abramo-Bazoli è arrivato a novembre il "tedesco" di Allianz, Enrico Cucchiani, un manager apprezzato per la sua fama ma temuto per l'intenzione ormai esplicita di rinnovare la prima linea del management.

A questo scenario che sta preoccupando i due direttori generali di IntesaSanPaolo, Gaetano Miccichè ed Enrico Morelli, si aggiungono le voci su un progetto la cui paternità viene attribuita al presidente Bazoli, il cattolico bresciano che il 13 dicembre scorso ha compiuto 79 anni e non sembra avere alcuna intenzione di dedicarsi soltanto alla lettura della Bibbia.

Sembra anzi che con la dipartita (politica) di Corradino Passera e l'arrivo del "tedesco" Cucchiani, Bazoli sia attraversato da una voglia di fare e da uno zelo tipico dei giovani-vecchietti per i quali l'odore del potere è un afrodisiaco.

Secondo le voci che circolano nei piani alti della banca il mistico Bazoli starebbe dialogando fittamente con la Banca d'Italia per rimettere in discussione il modello di governance finora adottato da Intesa. È il modello duale che affida la vita dell'azienda al Consiglio di Sorveglianza (presieduto dallo stesso Bazoli) e al Consiglio di Gestione, guidato fin dal maggio 2010 dal professore torinese Andrea Beltratti.

È noto che la Banca d'Italia è sempre stata perplessa sul modello duale, applicato con risultati discutibili soprattutto in Germania dove i sindacati partecipano alla gestione delle aziende. Questo schema ha sempre avuto l'aria di un'architettura barocca dove la divisione delle funzioni e delle competenze è parsa ispirata il più delle volte alla volontà di moltiplicare le poltrone piuttosto che a criteri di razionalità e di efficienza.

È questa la ragione per cui sono poche le banche italiane che hanno fatto proprio questo tipo di governance, e se Intesa l'ha fatto proprio ciò si deve soprattutto alla guerra furibonda che ha preceduto la fusione tra i sabaudi del SanPaolo di Torino e i longobardi milanesi.

Adesso Bazoli ritiene che sia arrivato il momento di una svolta che vorrebbe firmare come ultimo atto della sua gestione. Ecco riaffiorare quindi nella testa del banchiere bresciano che dal 1997 è presidente di Intesa, la volontà di imboccare la strada del modello cosiddetto monistico dove l'organo di governo principale è il consiglio di amministrazione che nella pienezza dei suoi poteri nomina e si avvale di un comitato di gestione composto soprattutto da manager facendo così fuori i rappresentanti delle Fondazioni azioniste

Nessuno ai piani alti di Intesa è riuscito finora a capire se anche il nuovo amministratore delegato Cucchiani condivida il progetto del Grande Vecchio, ma le continue allusioni che Cucchiani ha fatto a un ruolo sempre più decisivo dei manager, arruolati anche all'estero, fa pensare che sulle intenzioni di Bazoli si possa creare una convergenza.

Per il cattolico bresciano, il cui mandato scadrà nel 2013, sarebbe questo il modo di sfrondare il marchingegno dei due consigli (gestione e sorveglianza) e di preparare il terreno per continuare in modo glorioso la sua avventura dentro la prima banca italiana.


2-LA BATTAGLIA TRA LUCHINO E MORETTI SI FARÀ SUL PIANO DELLA COMUNICAZIONE E DEL MARKETING
Poiché non sono previste nevicate tra sabato e domenica le famiglie romane si preparano ad accompagnare i loro figli alla stazione Tiburtina, dove è previsto il primo test impegnativo per i treni di Ntv, la società di Luchino di Montezemolo e dei suoi compagni di cordata.

Dentro la società stanno aspettando da un momento all'altro che Rfi (Rete ferroviaria italiana) autorizzi per il weekend il viaggio di prova tra Roma e Milano di uno dei convogli "Italo" che dovrebbero ufficialmente decollare il 18-20 marzo. A bordo delle 11 carrozze salirà una piccola truppa di volontari pescati tra dipendenti, fornitori e amici, ma non è prevista in questo primo test la presenza di personalità di rilievo.

È inutile dire che nel palazzo-obitorio delle Ferrovie Mauro Moretti e i suoi collaboratori terranno gli occhi bene aperti per questa simulazione.

Se come tutto fa pensare il test di sabato e domenica avrà successo, dentro Ntv saranno accelerate le iniziative di marketing e di comunicazione e saranno messi da parte gli attriti che, secondo gli uscieri delle Ferrovie, dividerebbero dentro Ntv l'amministratore delegato Sciarrone e il direttore generale Vincenzo Cannatelli. Da parte sua Moretti sembra intenzionato a rispondere ai primi di marzo con un'offerta di grande impatto ai passeggeri dei suoi treni.

La battaglia tra Luchino e l'ex-sindacalista Cgil sul quale sono piovute critiche feroci in Parlamento e una mitragliata di articoli micidiali del "Corriere della Sera", si farà sul piano della comunicazione e del marketing. Qualcuno dentro Ntv è arrivato a proporre che ai clienti privilegiati delle Ferrovie in possesso della "Cartafreccia", Luchino & Company regalino qualche biglietto per viaggiare gratis a marzo sulle nuove carrozze di "Italo".

È un'idea eccellente purché non vada a intaccare il conto economico dell'azienda, un tema che preoccupa molto l'amministratore Sciarrone e i soci francesi di SNCF.


3- LO STRETTO RAPPORTO DI COLLABORAZIONE TRA MARIA CRISCUOLO, TITOLARE DELL'AGENZIA TRIUMPH, E IL GIURISTA PIZZETTI, IL RISERVATO E DISCRETO GARANTE DELLA PRIVACY.
È del tutto naturale che il Garante della Privacy si muova in modo discreto e riservato.

Se si comportasse in maniera diversa Francesco Maria Pizzetti, il giurista italiano che dall'aprile 2005 presiede l'Authority, entrerebbe in contraddizione con i suoi compiti istituzionali.

Finora questo alessandrino 65enne ha rispettato il suo profilo e senza cadere in alcuna trappola mediatica ha sempre dimostrato una scarsa indulgenza alle apparizioni pubbliche. Negli ultimi mesi ha lavorato intensamente su un libro che ha per titolo "Sette anni di protezione dati in Italia" per il quale è prevista la presentazione il 13 marzo alle ore 11 nella Sala Capitolare del Senato.

Gli inviti sono già stati diramati a un discreto numero di personalità e a dargli manforte per il successo dell'evento è una signora nota negli ambienti romani per le sue capacità organizzative. Stiamo parlando di Maria Criscuolo, titolare dell'agenzia Triumph, una società di cui si è parlato molto per l'intenso lavoro svolto durante il G8 della Maddalena e l'Expo di Shanghai.

A un certo punto il suo dinamismo era apparso così frenetico che qualcuno ha segnalato a quel sito disgraziato di Dagospia che la Criscuolo viaggiava per Roma a bordo di un'auto blu con tanto di lampeggiante. La notizia si è rivelata falsa mentre veritiero è lo stretto rapporto di collaborazione che ha saputo stringere con molte istituzioni e con il giurista Pizzetti, il riservato e discreto Garante della Privacy.


4- LE INTERFERENZE TRA I TELEFONINI E IL DIGITALE TERRESTRE.

Le più grandi società di telecomunicazioni si stanno ancora leccando le ferite per l'asta di fine anno in cui sono state assegnate le licenze sulle frequenze destinate a promuovere l'uso della banda larga.

I gestori che hanno vinto l'asta (Tim, Vodafone, Wind e H3G) hanno messo sul piatto 3,9 miliardi di euro e adesso stanno iniziando i test per la sperimentazione dello standard LTE (Long Term Evolution). Si comincerà da Torino dove sia Tim che Vodafone hanno intenzione di applicare la nuova tecnologia che promette velocità fino a 100 megabit su internet.

Il governo è intenzionato a favorire tutti i processi che contribuiscono a digitalizzare il Paese, ma per gli esperti ci sono da risolvere ancora non piccoli problemi. Secondo i risultati di un'inchiesta-bomba che apparirà lunedì sul "Corriere delle Comunicazioni", la bibbia del settore, pare che ci sia il rischio di forti interferenze tra i segnali emessi dalle antenne ricetrasmittenti LTE e i televisori.

Si corre insomma il rischio di disturbi di ricezione che potrebbero "annebbiare" la tv. Per evitarli sarà cruciale la distanza di almeno un chilometro tra le antenne, oppure si dovrà ricorrere all'installazione di un filtro all'impianto di ricezione televisivo (pagato dagli stessi utenti della tv).

In Francia, dove sono già iniziate le prime verifiche del nuovo servizio, la sperimentazione è stata sospesa nella città di Naval perché gli abitanti che seguivano la diretta televisiva del "Sei Nazioni" di rugby hanno dovuto spegnere i televisori. E in Inghilterra dove l'asta per l'assegnazione delle frequenze alla telefonia 4H non è stata ancora bandita, si sta creando una commissione ad hoc finanziata dagli operatori di telecomunicazioni per evitare che le interferenze creino scintille tra i telefonini e il digitale terrestre.


5- ALEMANNO DOVRÀ METTERCELA TUTTA PER CONFINARE A CAPO DELLE RELAZIONI ESTERNE DELL'ACEA IL SUO MALSOPPORTATO CAPO UFFICIO STAMPA, SIMONE TURBOLENTE
Avviso ai naviganti: "Si avvisano i signori naviganti che il sindaco dalle scarpe ortopediche Gianni Alemanno dovrà mettercela tutta per confinare a capo delle relazioni esterne dell'Acea il suo malsopportato capo ufficio stampa, Simone Turbolente.

Secondo "Repubblica" il consiglio di amministrazione dell'utility capitolina dovrà decidere la nomina entro martedì, ma sembra che alcuni consiglieri siano nettamente contrari. La scelta del giovane Turbolente è stata accolta all'inizio dal presidente di Acea Giancarlo Cremonesi che a seguito delle critiche emerse da parte di alcuni consiglieri (primo fra tutti Francesco Caltagirone junior) ha poi fatto marcia indietro rimettendo la designazione nelle mani di una società di cacciatori di teste. Tra gli headhunter il buon Cremonesi ha scelto guarda caso Egon Zehnder, l'azienda guidata da Aurelio Regina, e la rosa dei candidati si è ristretta a tre candidati tra cui si ritrova anche il nome di Simone Turbolente.

Adesso Cremonesi si è tirato fuori dalla bagarre per non essere schiacciato in una vicenda, tutto sommato minore, che rischia di metterlo in conflitto con il sindaco Alemanno, il direttore generale di Acea Paolo Gallo e soprattutto il maggior azionista privato di Acea, Caltagirone".

 

 

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