LA BCE NON SMENTISCE L'IDEA DI UN "TETTO" ALLO SPREAD, MA DICE CHE è "FUORVIANTE" PARLARE DI UN PROGETTO ANCORA IN IPOTESI: LE BORSE GIRANO IN NEGATIVO (MILANO -0,7%) E LO SPREAD TORNA A IMPENNARSI: 427 - LA GERMANIA FURENTE PER L'INDISCREZIONE SUL MECCANISMO DI DRAGHI: "UN PIANO DEL GENERE SAREBBE MOLTO PROBLEMATICO, NOI NON NE SAPPIAMO NIENTE" - SE ATTIVATO, IL "TETTO" POTREBBE IMPORRE NUOVE MISURE DI AUSTERITà PER SPAGNA E ITALIA…

1- CRISI: SI ALLARGANO SPREAD SPAGNA E ITALIA. PESANO PAROLE BCE.
(ASCA)
- Tornano a salire i rendimenti dei titoli di stato della Spagna e dell'Italia e si allargano gli spread rispetto al Bund tedesco. L'inversione di tendenza dopo i commenti della Bce sulle indiscrezioni di stampa relative a progetto dell'Eurotower per introdurre un tetto massimo (backstop) agli spread di paesi dell'Eurozona.

''E 'assolutamente fuorviante'', ha detto un portavoce della Bce, ''riferire su decisioni, che non sono ancora state adottate e anche sulle posizioni individuali, che non sono ancora state discussi dal Consiglio direttivo della Bce'' Cosi' il rendimento del Btp decennale e' risalito al 5,79% e lo spread a 427 punti, quello del Bonos decennale al 6,27% con lo spread a 478 punti.

2- BORSA: EUROPEE AMPLIANO PERDITE, MILANO -0,70%
(Adnkronos)
- Le borse europee allargano le perdite dopo le precisazioni arrivate dalla Bundesbank sul tetto antispread della Bce e in attesa di Wall Street. Londra segna -0,40% a 5.829 punti, Francoforte -0,03% a 7.039, Parigi -0,30% a 3.477, Amsterdam -0,32% a 334,71, Madrid -0,83% a 7.479 e Milano -0,70% a 15.018.

3- GERMANIA NON È A CONOSCENZA DI PIANI BCE PER TARGET SPREAD, "UN PIANO DEL GENERE SAREBBE MOLTO PROBLEMATICO"
Reuters -
Il ministero delle Finanze tedesco non è a conoscenza di alcun piano della Bce per condurre le oscillazioni degli spread sui bond periferici antro certi target definiti.
"Non sono a conoscenza di alcun piano di questo tipo e non ho sentito niente In proposito", ha dichiarato un portavoce del ministero. "In termini puramente astratti e teorici un tale strumento sarebbe certamente molto problematico. Ma non so di alcuna proposta in questo senso".

La rivista tedesca Der Spiegel ha rivelato nell'ultimo numero che la Bce starebbe valutando specifiche soglie per i tassi di interesse dei singoli paesi della zona euro, con la possibilità di intervenire qualora gli spread sui Bund tedeschi eccedessero tali livelli.
Immediatamente dopo le dichiarazioni del portavoce del ministero della Finanze tedesco l'euro è scivolato sotto quota 1,2340 sul dollaro da area 1,2350 attorno cui si muoveva prima di tali dichiarazioni.

4- DALLA BCE UN TETTO PER LO SPREAD - MA L'ITALIA RISCHIA IL DIKTAT
Alberto D'Argenio per "la Repubblica"

La Banca centrale europea affila le armi per affrontare il nuovo autunno caldo dell'euro. I super-tecnici di Mario Draghi stanno preparando le misure non convenzionali per soccorrere le nazioni alle prese con spread irragionevoli. Dovranno essere pronte per la riunione del direttivo dell'Eurotower del 6 settembre. Ed iniziano ad emergere i primi particolari del loro lavoro. Come la probabile decisione di fissare un tetto limite agli spread per ogni Paese superato il quale partiranno gli acquisti dei titoli di Stato "Made in Bce" chiamati ad abbassare i tassi dei Paesi sotto attacco.

D'altra parte settembre si avvicina e con esso i timori di nuove fiammate sui mercati. Anche se l'uscita dalla crisi per alcuni leader, come Monti, appare più vicina, gli ostacoli che ci separano dall'uscita dal tunnel restano imponenti. La Grecia è più che mai in bilico, la Spagna deve finalizzare il salvataggio delle sue banche e le aste di Btp e Bonos riprenderanno massicce. Al via anche i negoziati per una nuova governance dell'euro che potrebbero spaccare i leader mandando segnali negativi agli investitori.

Il tetto agli spread, rilanciato ieri dallo Spiegel, servirebbe proprio a tenere a bada i mercati, a stabilizzare i costi di rifinanziamento dei Paesi in difficoltà assicurando allo stesso tempo che i tassi tra i titoli dei diversi governi non divergano troppo con vantaggi competitivi per i Paesi più solidi. Il tetto oltre il quale scatterebbero gli acquisti della Bce non dovrebbe comunque essere reso pubblico in modo da non dare riferimenti agli speculatori. Inoltre, la Bce vorrebbe rendere più trasparenti i suoi acquisti di titoli di Stato, annunciando quotidianamente il loro anziché una volta alla settimana, come avviene adesso.

La notizia interessa Spagna e Italia. Se Madrid ha ormai aperto alla richiesta di scudo anti-spread, l'Italia cerca di farcela da sola. Ma non è detto che ci riuscirà visto che non tutto dipende dalle misure messe in cantiere dal governo Monti. Nuovi contagi esterni potrebbero far saltare i piani di Palazzo Chigi. Ecco perché a Roma ci si tiene pronti, con i tecnici del governo che stanno studiando il funzionamento dello scudo.

Anche se non si tratta di un "aiuto", ovvero di un salvataggio dal default in stile Grecia, ma di interventi Ue sui mercati per abbattere gli spread, le ambiguità delle regole che li faranno scattare non mettono nessuno al riparo da condizioni capestro come quelle imposte ad Atene. Il meccanismo funzionerà così: un Paese alle prese con tassi insostenibili chiede l'intervento del fondo salva-Stati nella funzione anti-spread, come concordato nel Consiglio europeo di fine giugno. Oggi è l'Efsf, il fondo provvisorio con risorse limitate (intorno ai 150 miliardi).

Se il 12 settembre la Corte costituzionale tedesca non si metterà di traverso, sarà sostituito dall'Esm, il fondo permanente che porterà in dotazione altri 500 miliardi. Una volta avanzata la richiesta al presidente dell'Eurogruppo, Jean Claude Juncker, Commissione Ue e Bce nell'arco di 48 ore stabiliranno se l'intervento dello scudo è giustificato.

Quindi verrà firmato un Memorandum of understanding tra istituzioni Ue e governo con le condizioni da rispettare per ottenere il sostegno. Una volta attivato l'Efsf-Esm entrerà in azione la Bce, con la sua potenza di fuoco illimitata. Che agirà comprando titoli a breve scadenza sul mercato secondario. L'Efsf-Esm potrà invece operare tanto sul primario, cioè direttamente alle aste, quanto sul secondario.

Ma la fase delicata verrà prima: sarà il negoziato sul Memorandum, ovvero sulle condizioni per accedere all'aiuto in modo da evitare quanto successo lo scorso anno quando, dopo l'intervento della Bce, il governo Berlusconi è rimasto inerte rendendo inutili gli acquisti di Francoforte (circa 120 miliardi). Un passaggio ad alto rischio (da qui la cautela di Rajoy e Monti) perché può avvenire a costo zero, ovvero senza diktat su nuove manovre e tagli spietati, o con condizioni durissime. Per capirlo basta leggere le linee guida dell'Efsf-Esm.

Sul mercato primario il fondo salva-Stati può operare con tre diversi programmi di intervento. Il primo è low cost, non richiede nuovi impegni per accedervi. È quello scudo anti-spread senza condizioni ottenuto da Monti, Rajoy e Hollande a giugno. Si chiama Precautionary conditioned credit line (Pccl) e può essere usato da un Paese che rispetti una serie di condizioni di "virtuosità": deficit sotto controllo, debito gestibile, settore bancario sano e rispetto delle raccomandazioni Ue sulla politica economica.

Criteri che Roma è in grado di soddisfare ma che si prestano a letture politiche con la possibilità che qualche governo dica che l'Italia non ha le carte in regola (oltretutto i rigoristi possono "ricattare" chi è in difficoltà dicendo che i loro parlamenti non accetterebbero interventi senza solide garanzie). E sarebbe un peccato, visto che per ottenere il Pccl basterà firmare un Memorandum nel quale il governo garantisce che continuerà a rispettare questi parametri. Promessa che sarà sottoposta a un blando monitoraggio di Bruxelles.

I problemi arriverebbero, invece, nel caso di accesso agli altri due programmi, disegnati per chi non soddisfa tutti i criteri di virtuosità. Si chiamano Eccl e l'ancor più duro Eccl+. In questo caso per accedere allo scudo il Paese "deve adottare misure correttive". Austerity aggiuntiva monitorata da una "sorveglianza avanzata" della Commissione e della Bce che possono scorrazzare nei palazzi governativi per svolgere indagini sullo stato finanziario del Paese riferendo ogni tre mesi all'Eurogruppo.

Che in caso di mancata ottemperanza agli impegni impone nuovi sacrifici o sospende il programma. Non solo, nel caso in cui i soldi a disposizione dell'Esfs-Esm non bastassero verrebbe richiesto l'aiuto finanziario dell'Fmi. Che dunque formerebbe il temuto terzetto (con Ue e Bce) che sta dettando legge in Grecia.

Le cose non migliorano se si opta per un intervento sul mercato secondario. Qui le linea guida sono ancora più ambigue. "L'accesso al programma comporta un'adeguata politica di riforme". Certo, i criteri sono gli stessi per gli interventi sul primario, ma la semplice allusione a legare l'intervento del fondo "all'approvazione delle riforme specificate nel Memorandum" lascia spazio alle incursioni dei rigoristi. Chi dovrà chiedere l'aiuto dello scudo, insomma, dovrà combattere.

 

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