
UN ALTRO SCHIAFFO ALL'ECONOMIA ITALIANA: LA BERETTA PERDE IL CONTRATTO PER LE PISTOLE DELL'ESERCITO AMERICANO. LA COMMESSA DA 580 MILIONI DI DOLLARI ANDRÀ ALLA TEDESCA SIG SAUER, CHE HA I SUOI IMPIANTI NEGLI STATI UNITI - ''TROVEREMO UN'ALTRA AMERICA'', DICONO ALLO STABILIMENTO BRESCIANO
Paolo Berizzi per ''la Repubblica''
Goodbye America. «No, adess an troera' n' altra America», chiosa in dialetto bresciano l' operaio che smonta all' uscita del reparto riscaldamento. Nel paradosso perfetto di una giornata di fine fidanzamento - pare incredibile: doveva arrivare il tempo dell' armarolo Trump a sancire la fine di un idillio durato 32 anni - entriamo nel museo della "Fabbrica d' Armi Pietro Beretta".
Nella teca centrale, a pochi metri dalla mitica "92", o M9, come la chiamano negli Usa con la sigla dell' esercito, è esposta la più antica arma da fuoco trovata sul suolo americano: è una pistola a pietra focaia, ovviamente Beretta, anno 1621. Il bello, anzi il colmo, è che è esposta anche a Washington, al museo della National Rifle Association.
la beretta dell esercito americano
Che cos' è? E' una delle lobby di produttori di armi più potenti del mondo. E ha dato un robustissimo contributo all' elezione di Mister Donald. «Ma forse Trump non c' entra. Lo sapevamo da mesi che non avevamo vinto, la gara d' appalto risale a un anno fa», dice Jarno Antonelli, responsabile marketing del prodotto militare.
«Certo, dispiace. Si vince e si perde. E comunque, al di là del fatto che non è la pistola il nostro core business, il mercato è grande...».
Già. Il mercato è grande ma la notizia è di quelle che lasciano i lividi: dopo oltre tre lustri di forniture - il contratto, poi rinnovato due volte, risale all' 85 - l' esercito Usa ha annunciato che la nuova pistola d' ordinanza dei suoi soldati non sarà più la Beretta M9 ma la M11 della Sig Sauer, "ferro" prodotto in New Hampshire dalla elvetica Schweizerische Industrie Gesellschaft e dalla tedesca Sauer & Sohn. Tradotto in soldoni lo scorno rifilato dall' Us Army vuol dire 580 milioni di dollari di mancato introito nelle casse del colosso mondiale con sede a Gardone Valtrompia.
la beretta dell esercito americano
«Pur essendo rammaricati, avevamo preventivato la possibilità che la gara di quest' anno potesse vedere un avvicendamento, se non altro per una comprensibile logica di alternanza e al netto di qualunque considerazione tecnologica o qualitativa. - dice il presidente Franco Gussalli Beretta - Guardiamo con serenità al futuro, l' esito della gara non avrà nessuna ricaduta nè sui piani di investimento e sviluppo nè sull' occupazione ». A rileggere le previsioni di Beretta di appena quattro giorni fa, pare di assistere a un testa coda. «No, non temo l' effetto Trump».
Spiegava, il presidente del gruppo, che la frenata alla globalizzazione delineata da Mr Donald non avrebbe secondo lui potuto nuocere ai gruppi internazionali come il suo. Gruppi che operano da decenni negli Usa, dove Beretta ha due stabilimenti (il primo aperto nel '78, il secondo l' anno scorso) e ha già assunto oltre 500 addetti. Davvero non è colpa dell' iperprotezionismo di Trump l' addio americano alla calibro 92 made in Italy?
la beretta dell esercito americano
Va bene l'"alternanza" e il libero mercato, ma perchè tradire un partner trentennale che ha fatto la storia delle armi nel mondo per un' azienda svizzera (Paese tra l' altro extra Nato)? Vocine della Valtrompia spifferano ipotesi di retroscena maligni (che al momento non trovano nessuna conferma): tipo che per sanare il presunto non floridissimo stato di salute dell' elvetica Schweizerische Industrie Gesellschaft si sarebbero attivati da tempo investitori americani. E il fattore nostrano nella logica trumpiana del "compra e assumi americano" - potrebbe avere avuto un peso. Ammesso che i giochi non siano stati decisi, come pure sostengono in Beretta, già da tempo. Ma tant' è.
Pensare che la M9 nell' 85 fece la parte del leone: scalzò dalla fondina dei soldati Usa non una pistola qualunque, ma la pistola americana per eccellenza. La Colt. «Il contratto, favorito dall' allora governo Spadolini, prevedeva la fornitura di 700mila pezzi - ricorda Jarno Antonelli -. Aviazione, Marina, Esercito, e 22 polizie di Stato. Poi i pezzi lievitarono a 1,5 milioni». Se ne aggiungiamo altri tre si arriva alla quota (4,5 milioni) di esemplari di M9 (o 92) prodotti da Beretta nel mondo.
Ora il vento è cambiato e il "ferro" tricolore deve lasciare il posto alla Sig Sauer, una pistola "strike", apparsa nell' ultimo film di 007 Spectre. I militari americani l' avranno in dotazione nel corso del 2017. Seppure le commesse con Beretta ancora in pista avranno durata fino al 2018.
A Gardone vince il pragatismo. «A noi importa che non ci siano conseguenze per i lavoratori - dice Ugo Tirelli, rappresentante sindacale della Fiom in Beretta - Abbiamo perso questa partita ma con le nostre armi abbiamo vinto dieci medaglie alle ultime Olimpiadi». Sono esposte anche queste nel museo della "villa" di via Pietro Beretta (l' indirizzo della sede americana di Accokeek, nel Maryland, è Beretta drive). È la vetrina della fabbrica che ha 3mila dipendenti nel mondo (qui ce ne sono 800), fornisce eserciti e polizie in 50 Paesi e ha chiuso il bilancio 2015 con un fatturato di 700 milioni. Diciamo che, nonostante tutto, ci si può consolare.