mauro moretti matteo renzi starace descalzi

BOIARDI IN CAMPO - AL VIA LE GRANDI MANOVRE PER I VERTICI DI ENI, ENEL, FINMECCANICA. MA SULLE NOMINE ALEGGIA IL REFERENDUM, E IL GOVERNO DEVE FARNE 11 ENTRO SEI MESI - PER NON PARLARE DELLE MUNICIPALIZZATE: BANCO DI PROVA PER I NUOVI SINDACI - IL PROBLEMA DELLE “QUOTE ROSA” NEI CDA

 

Maria Silvia Sacchi per “CorrierEconomia - Corriere della Sera”

 

claudio descalzi  claudio descalzi

Tutto si deciderà come sempre all' ultimo momento, a ridosso delle assemblee. Ma non c' è dubbio che sulle nomine che si approveranno tra aprile e giugno del prossimo anno l' attesa sia davvero forte e che le «grandi manovre» siano già iniziate.

 

Se ne discute a Milano, se ne parla soprattutto a Roma dove tutto alla fine si definirà. Le ragioni di tanto interesse sono soprattutto tre. La prima è che tra sei mesi dovranno essere rinnovati i vertici di alcuni dei maggiori gruppi italiani. La seconda è che si tratta delle società che hanno rappresentato il primo banco di prova dell' era-Renzi, quelle dove il premier aveva giocato le carte della discontinuità (e di alcuni fedelissimi) e del riconoscimento della professionalità femminile nominando una serie - la prima della storia - di presidenti donne.

francesco starace presenta il nuovo logo enelfrancesco starace presenta il nuovo logo enel

 

Il terzo, e più rilevante, tema è che le nomine di primavera si intrecciano strettamente con il referendum costituzionale: se passerà, ci sarà chi, avendolo appoggiato,vorrà «passare all' incasso», spingendo magari a sostituire anche quei manager che hanno dato prova di capacità ma meno politicamente appoggiati. Se, invece, il referendum costituzionale non passerà, potrebbe (ma non è detto) essere un nuovo governo a decidere. Sull' asse Roma-Milano il fermento è altissimo.

 

MAURO MORETTI 2MAURO MORETTI 2

I NOMI

 

Secondo l' elenco fornito a Corriere Economia dalla Consob, sono 65 le società quotate che in primavera dovranno confermare o modificare il proprio consiglio di amministrazione.

 

Tra di loro ben 11 hanno un controllo pubblico. Si tratta di colossi come Enel, Eni, Poste, Terna, Leonardo-Finmeccanica per fare i nomi maggiori, ma a queste si devono aggiungere anche grandi municipalizzate come A2A, la società controllata dai Comuni di Milano e Brescia, dove Milano ha cambiato sindaco rimanendo nella continuità pur se il vertice dell' azienda è in fibrillazione soprattutto, si dice, sul fronte bresciano.

 

VIRGINIA RAGGI ACEAVIRGINIA RAGGI ACEA

E come l' omologa Acea, controllata dal Comune di Roma dove sono saliti alla massima carica i 5Stelle con la sindaca Virginia Raggi che già in campagna elettorale aveva dichiarato di voler cambiare tutti i vertici; di recente si racconta di un qualche riavvicinamento, difficile dire con certezza data la situazione romana. Negli articoli pubblicati in queste pagine sono presentati i risultati raggiunti - o non raggiunti - nel triennio dalle cinque società pubbliche maggiormente sotto la lente. Non è possibile dare, invece, l' elenco delle società pubbliche non quotate controllate dal Tesoro che rinnoveranno nel 2017 in quanto l' aggiornamento sarà fatto entro il 31 gennaio prossimo come previsto dalle normative.

 

 

LE QUOTE

 

Maria Elena Boschi e Marianna Madia Maria Elena Boschi e Marianna Madia

Le 65 società che vanno a rinnovare i propri vertici tra sei mesi rappresentano un complessivo di 591 posti di consigliere e 215 posti di collegio sindacale, anche se un paio di banche Popolari avranno solo un rinnovo parziale del Cda. In attesa di conoscere (a breve) il nome del nuovo consulente di Assogestioni per le liste che saranno proposte dai fondi per gli amministratori indipendenti, a proposito delle nomine della prossima primavera è necessario sottolineare il tema della rappresentanza femminile.

 

Scorrendo l' elenco Consob si vede che 10 gruppi su 65 hanno una presidente donna e il peso delle consigliere di amministrazione è pari al 33,2%, cioè già in linea con la legge Golfo-Mosca che dall' anno scorso prevede di riservare un terzo dei posti al genere meno rappresentato. Essendo una media, significa che alcune società hanno una maggior presenza e altre una minore, ma certamente tutte a partire da primavera dovranno destinare un terzo dei posti al genere meno rappresentato che è quello femminile. E qui si innesta la legge Madia sulle partecipate pubbliche.

QUOTE ROSA QUOTE ROSA

 

È già in vigore e prevede che per sempre (al contrario della Golfo-Mosca che scade dopo tre rinnovi) si debba destinare un terzo dei Cda al genere meno rappresentato e che nel caso di amministratori unici, fatte 100 le nomine, un terzo siano donne.

Sarà interessante seguirne gli sviluppi.

 

Ultimi Dagoreport

turicchi, giorgetti, sala

FLASH! - IL DILEMMA DI GIORGETTI: IL CAPO DELLE PARTECIPATE DEL TESORO E SUO FEDELISSIMO, MARCELLO SALA, NON HA INTENZIONE DI TRASLOCARE ALLA PRESIDENZA DI NEXI PER FARE POSTO AD ANTONINO TURICCHI, CHE VANTA PERO’ UN ‘’CREDITO’’ NEI CONFRONTI DEL MINISTRO DEL MEF PER AVER CONDOTTO IN PORTO LE TRATTATIVE ITA-LUFTANSA. MA ALLA PRESIDENZA DI ITA, INVECE DI TURICCHI, MELONI & C. HANNO IMPOSTO SANDRO PAPPALARDO, UN PILOTA PENSIONATO LEGATO AL CLAN SICULO DI MUSUMECI – ORA GIORGETTI SPERA CHE VENGA APPLICATA LA LEGGE CHE VIETA AI PENSIONATI DI STATO DI RICOPRIRE INCARICHI RETRIBUITI)…

donald trump

DAGOREPORT - LA DIPLOMAZIA MUSCOLARE DI TRUMP È PIENA DI "EFFETTI COLLATERALI" - L'INCEDERE DA BULLDOZER DEL TYCOON HA PROVOCATO UNA SERIE DI CONSEGUENZE INATTESE: HA RIAVVICINATO IL REGNO UNITO ALL'UE, HA RILANCIATO L'IMMAGINE DI TRUDEAU E ZELENSKY, HA RIACCESO IL SENTIMENT ANTI-RUSSO NEGLI USA - LA MOSSA DA VOLPONE DI ERDOGAN E IL TRACOLLO NEI SONDAGGI DI NETANYAHU (SE SALTA "BIBI", SALTA ANCHE IL PIANO DI TRUMP PER IL MEDIO ORIENTE) - I POTENTATI ECONOMICI A STELLE E STRISCE SI MUOVONO: ATTIVATO UN "CANALE" CON LE CONTROPARTI BRITANNICHE PER PREVENIRE ALTRI CHOC TRUMPIANI...

giorgia arianna meloni maria grazia manuela cacciamani gennaro coppola cinecitta francesco rocca

DAGOREPORT - MENTRE LE MULTINAZIONALI STRANIERE CHE VENIVANO A GIRARE IN ITALIA OGGI PREFERISCONO LA SPAGNA, GLI STUDIOS DI CINECITTÀ SONO VUOTI - SONDARE I PRODUTTORI PER FAVORIRE UNA MAGGIORE OCCUPAZIONE DEGLI STUDIOS È UN’IMPRESA NON FACILE SOPRATTUTTO SE A PALAZZO CHIGI VIENE L’IDEA DI NOMINARE AL VERTICE DI CINECITTÀ SPA, CARDINE DEL SISTEMA AUDIOVISIVO ITALIANO, MANUELA CACCIAMANI, LEGATA ALLE SORELLE MELONI, IN PARTICOLARE ARIANNA, MA DOTATA DI UN CURRICULUM DI PRODUTTRICE DI FILM “FANTASMA” E DOCUMENTARI “IGNOTI” – FORSE PER IL GOVERNO MELONI È STATA PIÙ DECISIVA LA FEDE POLITICA CHE IL POSSESSO DI COMPETENZE. INFATTI, CHI RITROVIAMO NELLA SEGRETERIA DI FRANCESCO ROCCA ALLA REGIONE LAZIO? LA SORELLA DI MANUELA, MARIA GRAZIA CACCIAMANI, CHE FU CANDIDATA AL SENATO NEL 2018 NELLE LISTE DI FRATELLI D’ITALIA - QUANDO DIVENTA AD DI CINECITTÀ, CACCIAMANI HA LASCIATO LA GESTIONE DELLE SUE SOCIETÀ NELLE MANI DI GENNARO COPPOLA, IL SUO COMPAGNO E SOCIO D'AFFARI. QUINDI LEI È AL COMANDO DI UNA SOCIETÀ PUBBLICA CHE RICEVE 25 MILIONI L'ANNO, LUI AL TIMONE DELL’AZIENDA DI FAMIGLIA CHE OPERA NELLO STESSO SETTORE…

consiglio europeo giorgia meloni viktor orban ucraina zelensky ursula von der leyen

LE DECISIONI ALL’UNANIMITÀ IN EUROPA SONO FINITE: IERI AL CONSIGLIO EUROPEO IL PRIMO PASSO PER IL SUPERAMENTO DEL VETO, CON L’ISOLAMENTO DEL PUTINIANO VIKTOR ORBAN SUL PIANO IN CINQUE PUNTI PER L’UCRAINA – GIORGIA MELONI NON POTEVA SFILARSI ED È RIUSCITA A RIGIRARE LA FRITTATA CON MATTEO SALVINI: NON ERA UN DESIDERIO DI TRUMP CHE I PAESI EUROPEI AUMENTASSERO FINALMENTE LE SPESE PER LA DIFESA? DI CHE TI LAMENTI? - ANCHE LA POLEMICA DEL LEGHISTA E DI CONTE SUI “SOLDI DEGLI ASILI CHE FINISCONO IN ARMAMENTI” È STATA AGILMENTE NEUTRALIZZATA DALLA SORA GIORGIA, CHE HA FATTO “VERBALIZZARE” LA CONTRARIETÀ DELL’ITALIA ALL’UTILIZZO DEI FONDI DI COESIONE…