greenwashing finanza green investimenti sostenibili fondi esg

LA BOLLA DEL GREEN È PRONTA A SCOPPIARE – NEGLI ULTIMI ANNI FONDI E BANCHE CI HANNO SBOMBALLATO CON GLI INVESTIMENTI VERDI: ERA SOLO UNA “MODA” GONFIATA AD ARTE SOLO PER FARE MAGGIORI PROFITTI. INFATTI, ADESSO CHE IL “VERDE” RENDE MENO, E CON IL POSSIBILE RITORNO DI TRUMP ALLA CASA BIANCA, È PARTITA LA RETROMARCIA: PRIMA JPMORGAN, POI PIMCO E BLACKROCK, SI STANNO CHIAMANDO FUORI…

Estratto dell’articolo di Fabrizio Goria e Nicolas Lozito per “La Stampa”

 

greenwashing finti fondi sostenibili 3

I grandi fondi statunitensi stanno facendo marcia indietro sugli investimenti verdi. Prima JPMorgan Asset Management, poi State Street Global Advisors, poi Pimco. Infine, la riduzione dell'impegno di BlackRock.

 

L'alleanza Climate Action 100+, forse la più importante per la finanza sostenibile con oltre 700 investitori istituzionali e asset totali per circa 68mila miliardi di dollari, perde pezzi. In vista delle elezioni statunitensi, il posizionamento di un numero sempre maggiore di attori di Wall Street è a senso unico: basta con il sostenibile.

 

Lo dimostrano anche i deflussi netti dello scorso trimestre. Poco meno 5 miliardi di dollari sono stati ritirati dai fondi Esg a stelle e strisce solo tra ottobre e dicembre, per un totale su base annua di 13 miliardi. Pesanti possono essere le conseguenze in Europa, che si troverebbe sola in questa battaglia.

greenwashing finti fondi sostenibili 2

 

[…] Nell'anno del voto per la Casa Bianca, negli Stati Uniti aumenta l'insofferenza dei Repubblicani contro le politiche verdi. Anche parte dei Dem condivide. Le mosse dei colossi di Wall Street ne sono la conseguenza. «Abbiamo concluso che la nostra partecipazione in Climate Action 100+ non è più allineata con il nostro approccio alla sostenibilità». Un comunicato stringato, quello di Pimco, ma che lascia intendere quello che sarà il futuro della finanza sostenibile negli Usa nei prossimi mesi.

 

investimenti sostenibili

La mossa non stupisce troppo, considerato che Pimco, insieme con JPM e State Street, aveva aderito all'alleanza fra il 2019 e il 2020, nel momento di massimo picco della "moda" Esg per i fund manager, ma con poca partecipazione alle attività di lobbying sui consigli d'amministrazione che invece le controparti europee avevano messo in campo. La nuova normalità della finanza statunitense, dati alla mano, non prevede gli investimenti green.

 

Un esempio è quello di Bank of America. Due anni fa aveva promesso, di fronte agli investitori, di non finanziare più le miniere di carbone, le centrali energetiche con combustibili fossili e la perforazione dell'Artico. A inizio febbraio, la retromarcia. Allo stesso tempo, […] anche Goldman Sachs e Citi starebbero riflettendo sulle opportunità di uscire dall'alleanza Climate Action 100+.

greenwashing

 

Una iniziativa che non stupirebbe, ma che confermerebbe quello che Morningstar ha già tracciato nel corso dello scorso anno. La società di ricerca finanziaria, che fornisce anche i principali indici di sostenibilità a livello globale, ha evidenziato il cambio di registro negli Stati Uniti. «Gli investitori hanno prelevato 5 miliardi di dollari dai fondi sostenibili statunitensi nel quarto trimestre del 2023, per un totale di 13 miliardi di dollari nell'ultimo anno», spiega l'ultimo rapporto di Morningstar.

 

fondi e investimenti sostenibili

Certo, il contesto non ha giovato: «Alcune delle pressioni macroeconomiche che hanno contribuito alla loro bassa performance, come gli alti tassi di interesse e le interruzioni della catena di fornitura, continuano a essere presenti nelle prospettive di mercato per il 2024». Ma oltre ai rendimenti mediocri, «persistevano preoccupazioni di greenwashing in assenza di una regolamentazione chiara per gli investimenti Esg e sostenibili». Infine, […] «la continua politicizzazione degli investimenti Esg ha contribuito a un effetto frenante sulla domanda di fondi sostenibili». A patirne, oltre all'Europa, sarebbe l'intero Pianeta.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni daniela santanche ignazio la russa

DAGOREPORT – DANIELA SANTANCHÈ NON È GENNARO SANGIULIANO, UN GIORNALISTA PRESTATO ALLA POLITICA SENZA “PROTETTORI”: GIORGIA MELONI NON PUÒ SFANCULARLA SENZA FAR SALTARE I NERVI A LA RUSSA. E SAREBBE UN BOOMERANG POLITICO PER LA DUCETTA DEI DUE MONDI: ‘GNAZIO È UN PESO MASSIMO DEL PARTITO, GOVERNA DI FATTO LA LOMBARDIA TRAMITE LA SUA CORRENTE MILANESE. SOPRATTUTTO, È IL PRESIDENTE DEL SENATO. MEGLIO NON FARLO IRRITARE: LA VENDETTA, LO SGAMBETTO, “L’INCIDENTE D’AULA”, POSSONO ESSERE SEMPRE DIETRO L’ANGOLO…

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

DAGOREPORT - A RACCONTARLO NON CI SI CREDE. RISULTATO DEL PRIMO GIORNO DI OPS DEL MONTE DEI PASCHI SU MEDIOBANCA: TRACOLLO DELLA BANCA SENESE - SE IL MEF DI GIORGETTI, CHE HA L’11,7% DI MPS, LO PRENDE IN QUEL POSTO (PERDENDO 71 MILIONI), IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI FA BINGO: 154 MILIONI IN UN GIORNO - INFATTI: SE I DUE COMPARI PERDONO SU MPS 90 MILIONI, NE GUADAGNANO 244 AVENDO IL 25,3% DI MEDIOBANCA - E DOPO IL “VAFFA” DEL MERCATO, CHE SUCCEDERÀ? TECNICAMENTE L’OPERAZIONE CALTA-MILLERI, SUPPORTATA DALLA MELONI IN MODALITÀ TRUMP, È POSSIBILE CON UN AUMENTO DI CAPITALE DI MPS DI 4 MILIARDI (PREVISTO PER APRILE) - PER DIFENDERE MEDIOBANCA DALL’ASSALTO, NAGEL DOVRÀ CHIEDERE AL BOSS DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, DI CHIAMARE ALLE ARMI I POTENTI FONDI INTERNAZIONALI, GRANDI AZIONISTI DI MEDIOBANCA E DI GENERALI, PER SBARRARE IL PASSO AL “CALTARICCONE” ALLA FIAMMA (FDI)

dario franceschini elly schlein gattopardo

DAGOREPORT - FRANCESCHINI, IL SOLITO “GIUDA” TRADITORE! SENTENDOSI MESSO DA PARTE DALLA SUA “CREATURA” ELLY SCHLEIN, ECCO CHE REAGISCE E LE DÀ LA ZAMPATA CON L’INTERVISTA A “REPUBBLICA”: “ALLE ELEZIONI SI VA DIVISI, E CI SI ACCORDA SOLO SUL TERZO DEI SEGGI CHE SI ASSEGNA CON I COLLEGI UNINOMINALI”. PAROLE CHE HANNO FATTO SALTARE DALLA POLTRONA ARCOBALENO LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA, CHE VEDE SFUMARE IL SUO SOGNO DI ESSERE LA CANDIDATA PREMIER. COME INSEGNA L’ACCORDO DI MAIO-SALVINI, NON SEMPRE IL LEADER DEL PARTITO PIÙ VOTATO DIVENTA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO – LA “GABBIA” IN CUI LA SCHLEIN SI È RINCHIUSA CON I SUOI FEDELISSIMI È INSOPPORTABILE PER I VECCHI VOLPONI CATTO-DEM. IL MESSAGGIO DAI CONVEGNI DI ORVIETO E MILANO: ELLY PENSA SOLO AI DIRITTI LGBT, NON PUÒ FARE DA SINTESI ALLE VARIE ANIME DEL CENTROSINISTRA (DA RENZI E CALENDA A BONELLI E FRATOIANNI, PASSANDO PER CONTE). E LA MELONI GODE...

dario franceschini elly schlein matteo renzi carlo calenda giiuseppe conte

DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ SINTETIZZARE COSÌ: IO CI SONO. E’ INUTILE CERCARE IL FEDERATORE, L’ULIVO NON TORNA, E NON ROMPETE LE PALLE ALLA MIA “CREATURA”, ELLY SCHLEIN, “SALDA E VINCENTE” AL COMANDO DEL PARTITO – AMORALE DELLA FAVA: “SU-DARIO” NON MOLLA IL RUOLO DI GRAN BURATTINAIO E DAVANTI AI MAL DI PANZA INTERNI, CHE HANNO DATO VITA AI DUE RECENTI CONVEGNI, SI FA INTERVISTARE PER RIBADIRE AI COLLEGHI DI PARTITO CHE DEVONO SEMPRE FARE I CONTI CON LUI. E LA MELONI GODE…

almasri giorgia meloni carlo nordio

DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA INDISTURBATO IN EUROPA? AVEVA UN PASSAPORTO FASULLO O UN VISTO SCHENGEN? E IN TAL CASO, PERCHÉ NESSUN PAESE, E SOPRATTUTTO L’ITALIA, SI È OPPOSTO? - LA TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ITALIANI: IL MANDATO DI ARRESTO PER ALMASRI RISALE A OTTOBRE. IL GENERALE NON SAREBBE MAI DOVUTO ARRIVARE, PER EVITARE ALLA MELONI L’IMBARAZZO DI SCEGLIERE TRA IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA REALPOLITIK (IL GOVERNO LIBICO, TRAMITE ALMASRI, BLOCCA GLI SBARCHI DI MASSA DI MIGRANTI) – I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI SULLA “RITORSIONE” DELLA CPI E IL PASTROCCHIO SULL’ASSE DEI SOLITI TAJANI-NORDIO

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...