BOLLORÉ NON BALLA A COLOGNO - VIVENDI NON PRESENTA LA LISTA PER ENTRARE NEL CDA MEDIASET: DOPO LA STANGATA AGCOM, NON INTENDE RISCHIARE DI APPARIRE ‘COLLEGATA’ SIA AL BISCIONE CHE A TIM - IL FINANZIERE FRANCESE HA GIÀ AFFIDATO IL 28,8% DELLE AZIONI A UNA FIDUCIARIA PER OTTEMPERARE ALLE REGOLE DELLA EX LEGGE GASPARRI - TIM, L’AGCOM PRECISA: ‘NON ANCORA STABILITE LE TARIFFE PER L’ACCESSO ALLA RETE’
1. MEDIASET, IL PASSO INDIETRO DI VIVENDI: NON PRESENTA LA LISTA PER ENTRARE IN CDA
Rosario Dimito per il Messaggero
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Vivendi non presenterà la lista per il rinnovo del cda di Mediaset previsto per il prossimo 27 giugno. Alla base della decisione della media company transalpina il fatto che la contemporanea presenza di membri da essa nominati nei board di Cologno e di Tim - dove oggi ne ha cinque - potrebbe portare le autorità a riscontrare nuovamente la sussistenza di una forma di influenza notevole, ovvero del collegamento tra le società e, quindi, a intervenire nuovamente dopo quanto stabilito ad aprile 2017 in applicazione del Tusmar.
L' Agcom ha infatti sancito che Vivendi, in base ai tetti fissati dalla legge Gasparri, non possa essere contemporaneamente collegata ad entrambe le società, considerato che detiene oltre il 20% di Tim (ha il 23,94%) e oltre il 10% di Mediaset. Per ottemperare alla delibera, Vivendi ha quindi intestato il 19.95% della propria quota votante (pari al 29,9%, ovvero il 28.8% del capitale sociale) al trust Simon Fiduciaria.
In attesa dell' udienza al Tar del Lazio, del 4 luglio, sul ricorso della stessa Vivendi contro la citata delibera di Agcom, Parigi avrebbe quindi preferito non esporsi con una lista per quanto di minoranza e in grado potenzialmente, dati i numeri in gioco, di assicurare un solo consigliere. Secondo i legali parigini, peraltro, il Tusmar non avrebbe più ragione di applicarsi in quanto Vivendi non avrebbe più né il controllo né la direzione e coordinamento su Tim, motivo per cui sarebbero venuti meno i presupposti stessi della applicazione. Di diverso avviso la linea dell' Autorità guidata da Angelo Marcello Cardani.
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Ad ogni modo, quello del prossimo 27 giugno sarà il primo rinnovo dopo che, lo scorso dicembre, il Biscione aveva blindato lo statuto dalle scorrerie di Vincent Bolloré. In quella occasione, Cologno ha stabilito «di individuare fra un minimo di sette e un massimo di quindici» il numero dei consiglieri, «la possibilità per Cda di presentare una propria lista di candidati» (cosa che non avverrà essendo scaduto il termine).
In particolare, sono stati riservati «alle liste di minoranza due amministratori qualora il numero dei componenti sia compreso tra 7 e 11, e tre amministratori qualora il numero dei componenti del consiglio da eleggere sia compreso tra dodici e quindici». La scadenza per la presentazione delle liste è fissata per sabato 2 giugno, Fininvest alzerà il velo il 6.
Ma Assogestioni ha già depositato la propria lista, forte di un 1,1% formata da Giulio Gallazzi, Costanza Esclapon e Raffaele Cappiello. Mani libere avrebbe invece Simon Fiduciaria (Ersel), che potrebbe indicare nomi pienamente indipendenti purché non ci siano collegamenti con Vivendi: su questo l' Agcom ha le antenne alzate per vigilare. Con il passo indietro, adesso Vivendi evita un ulteriore contenzioso con Mediaset rispetto a quello già in essere sul mancato di acquisto di Premium.
2. TIM: AGCOM, NESSUNA DECISIONE SU TARIFFE ACCESSO A RETE
(ANSA) - "Le tariffe dei servizi di accesso alla rete saranno decise nell'analisi di mercato del nuovo ciclo 2018-2020 e non è stata presa alcuna decisione in merito. I prezzi sarebbero tra l'altro sottoposti alla consultazione nazionale ed europea". Lo precisa Agcom per fare chiarezza dopo le indiscrezioni di stampa secondo cui l'Authority avrebbe pronto un taglio del 33% alle tariffe all'ingrosso, correlato al progetto di separazione della Rete proposto da Tim.
"L'offerta di riferimento a cui sembra riferirsi l'articolo riguarda il solo servizio bitstream (quello che consente agli operatori alternativi di fornire ai propri clienti connettività ad internet a banda larga e telefonia su IP, ndr) e l'anno 2017" ed "è d'obbligo precisare che non si tratta di decisioni che condizionano struttura e valore della rete di accesso di Telecom Italia".
"Da un punto di vista regolamentare, infine, istruttorie e decisioni relative alla separazione legale della rete di accesso (ancora in corso) e prezzi della banda Ethernet 2017 non sono collegate, non rientrando il prezzo della banda Ethernet 2017 nell'analisi coordinata dei mercati, che riguarda il periodo 2018-2020, di cui all'articolo 50ter del Codice delle comunicazioni elettroniche relativo alla separazione volontaria".
La decisione sull'offerta di riferimento bitstream di Telecom Italia per l'anno 2017 "sarà a breve pubblicata sul sito dell'Autorità" puntualizza Agcom e ricorda che "il valore richiamato (nell'articolo, ndr), tra l'altro, attiene all'acquisto di un servizio di trasporto, ovvero l'acquisto di banda sulla rete Ethernet di Telecom Italia (e non della rete di accesso).
La stessa percentuale di variazione indicata nell'articolo è tra l'altro non corretta in quanto non esiste un valore unico del prezzo della banda di trasporto, che è invece differenziato per classi di servizio (da classe 0 a 6 con valori crescenti della quantità)" precisa Agcom. Infine "l'incontro del 22 maggio scorso a cui si fa riferimento nell'articolo è avvenuto su cortese ed apprezzata richiesta di Telecom Italia al solo fine della presentazione del nuovo Presidente della società".