vincent bollore

BOLLORÉ, IL SIGNORE DELLE SCATOLE CINESI - GOVERNA SU MEZZA FINANZA EUROPEA DA UNA HOLDING DI FAMIGLIA CON SOLI 180 MILIONI DI CAPITALE. PERÒ A DIFFERENZA DI MOLTI CAPITALISTI ITALICI È LIQUIDO E NON HA DEBITO

 

Fabio Pavesi per ''Il Sole 24 Ore''

 

VINCENT BOLLORE LES GUIGNOLS DE L INFOVINCENT BOLLORE LES GUIGNOLS DE L INFO

Al mercato non è piaciuto l’ultimo bilancio di Bolloré. Ieri la holding industriale del finanziere bretone ha perso quasi il 3% alla riapertura sul listino di Parigi dopo la diffusione dei conti del 2015 alla vigilia di Pasqua. E questo solo perché gli utili operativi, pur saliti dell’8% sul 2014, sono stati più bassi delle attese degli analisti. Poco è importato che l’utile netto della compagnia sia salito del 161% a quota 564 milioni. Vincent Bolloré avrà probabilmente fatto spallucce.

 

cyrill vincent e yannick bollorecyrill vincent e yannick bollore

Non basta una seduta no a impensierire un uomo che siede su un impero che spazia dai trasporti, ai porti, alla logistica alle piantagioni in mezzo mondo fino all’epicentro della finanza che conta con le quote importanti possedute in colossi europei come Vivendi (e da qui in Telecom Italia), in Mediobanca, in Havas solo per citare le più prestigiose. E sarà rimasto imperturbabile anche a quella caduta del titolo del 30% dai suoi massimi del 2015 a 5 euro.

vincent bollore dal financial timesvincent bollore dal financial times

 

Lui guarda lontano e sa che la sua Bolloré ha più che raddoppiato il valore negli ultimi 4 anni. Gli anni dei grandi raid finanziari che paiono non essere finiti. In fondo il suo gruppo scoppia di salute e le scorribande finanziarie se le può permettere. Eccome. La Bolloré, cuore delle mille attività operative, fattura oltre 10,8 miliardi e capitalizza in Borsa l’intero fatturato. Ha un margine operativo lordo che supera 1,1 miliardi e un utile operativo al 7% dei ricavi. La salute non è episodica.

 

Dal 2010 tra attività portuali in Africa e Far East; piantagioni; distribuzione di energia; media e comunicazione il gruppo ha aumentato i ricavi del 40%; ha raddoppiato l’utile operativo sui ricavi e soprattutto vanta un’invidiabile struttura patrimoniale. Il capitale netto della Bolloré vale oggi 9,9 miliardi quasi l’intero fatturato e il debito pur salito di 2,5 miliardi solo nel 2015 vale, con i suoi 4,3 miliardi, meno della metà del patrimonio. Non solo, ma la liquidità disponibile supera il miliardo e mezzo.

VINCENT BOLLORE TARAK BEN AMMARVINCENT BOLLORE TARAK BEN AMMAR

 

Bolloré può impegnarsi in nuove operazioni, può indebitarsi senza preoccupazioni come ha fatto con l’acquisto della quota Vivendi salita dal 5% al 14,4% l’anno scorso. Nel suo forziere ci stanno pezzi pregiati. Solo le quote che possiede in via diretta e indiretta nelle quotate come Vivendi o Mediobanca dove ha l’8%, valevano a fine 2015 quasi 5 miliardi.

vincent bollore vivendivincent bollore vivendi

 

Con lo scossone di inizio anno quel valore è sceso ma continua a valere quanto il debito finanziario netto della Bolloré. Il finanziere francese può domani vendere tutti gli asset quotati e portare il debito a zero. O come è assai più probabile continuare lo shopping finanziario grazie al miliardo e mezzo di cassa e alla possibilità di indebitarsi per altri 2-3 miliardi senza pregiudicare gli equilibri patrimoniali della sua principale quotata.

 

BOLLORE HAVASBOLLORE HAVAS

Di certo Bolloré è un maestro delle scatole cinesi: la Bolloré è controllata al 63% dalla sua cassaforte, la Financiere de l’Odet che a sua volta è controllata con il 55% dal suo veicolo di famiglia la piccola Sofibol. È la cima della piramide e ha capitale per soli 180 milioni. Di scatola in scatola si arriva dalla piccola Sofibol alle prese miliardarie su Vivendi, Telecom Italia, Mediobanca. Con poche centinaia di milioni messi di tasca sua, il raider francese governa su mezzo Gotha della finanza europea.

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