BRAGANTINI REPLICA, DAGO RISPONDE – ‘’OBIETTO AL FATTO DI ESSER DIPINTO COME UOMO LEGATO AD UBI. HO DOVUTO PERFINO FAR CAUSA AD UBI. SEMMAI HO DEI LEGAMI PROFESSIONALI CON INTESA" – DAGO: ''A GIUDICARE DAL SUO ARTICOLO NON SI DIREBBE CHE LEI SI SIA LASCIATO IN MALO MODO CON UBI, ANZI SEMBRA CHE NE SUBISCA ANCORA IL RICHIAMO. EVIDENTEMENTE, NON HA MESSO UN SOLO MOTIVO FAVOREVOLE ALL’OPS DI INTESA SU UBI PROPRIO PERCHÉ HA DEI LEGAMI PROFESSIONALI ATTUALI, TRAMITE UNA SOCIETÀ DA LEI PRESIEDUTA, CON INTESA. ALTRIMENTI, QUALCHE MOTIVO FAVOREVOLE NON AVREBBE CERTO FATICATO A TROVARLO"
Mail di Salvatore Bragantini
Caro D'Agostino,
non pretendo di esser visto come un “cavaliere senza macchia e senza paura”, ma obietto al fatto di esser dipinto, in un suo pezzo odierno, come uomo legato ad Ubi, le cui parti avrei preso oggi sul Corriere.
A parte che nel commento non mancano critiche ai bresciano-bergamaschi, chiarisco di aver lasciato Centrobanca nel 2004, in termini non proprio amichevoli con BPU- Banche Popolari Unite, che la controllava e da cui nacque Ubi.
ubi - Victor Massiah, Letizia Moratti e Andrea Moltrasio
Rimasi vice presidente di IW Bank fino al 2006, quando un altro forte dissidio con Ubi portò all'uscita mia e di altri anche da tale banca. Son passati da allora 14 anni, nel corso dei quali ho dovuto perfino far causa ad Ubi per veder riconosciuti i miei diritti.
In Permicro, primo operatore italiano nel Microcredito, Ubi è entrata, al pari di Bnl e diverse altre banche, senza miei interventi che, dati i precedenti, sarebbero stati controproducenti!
Sono stato sì vice presidente della Banca Popolare di Vicenza, non certo “per conto” di Zonin, bensì, dopo la sua uscita di scena, per cercare di rimediare ai guasti della sua gestione.
Purtroppo questi erano tali che la banca è stata posta da Banca d'Italia in liquidazione coatta amministrativa, esattamente un anno dopo l'entrata mia e di altri nel CdA della banca.
Carlo Messina e victor Massiah
Da ultimo, e cosa più rilevante di tutte, segnalo che se ho dei legami professionali attuai li ho semmai con Intesa Sanpaolo, rilevante azionista, qui sì, di una società da me presieduta. Spero di non diventare ora, per questo solo fatto, “uomo di Intesa Sanpaolo”.
Grazie dell’attenzione e un saluto cordiale, da
Salvatore Bragantini
DAGO-RISPOSTA
“Caro professore, a giudicare dall’articolo che ha scritto non si direbbe che lei si sia lasciato in malo modo con Ubi, anzi sembra che ne subisca ancora il richiamo. Se così non è, ci scusiamo per aver pensato male.
Evidentemente, non ha messo un solo motivo favorevole all’Ops di Intesa su Ubi proprio perché ha dei legami professionali attuali, tramite una società da lei presieduta, con Intesa San Paolo. Altrimenti, qualche motivo favorevole non avrebbe certo faticato a trovarlo.
Cari saluti, rda
DAGOREPORT DI QUESTA MATTINA
SALVATORE INTERESSATO - L’EX COMMISSARIO CONSOB BRAGANTINI, CHE OGGI SUL ‘’CORRIERE’’ SI SCHIERA CONTRO L’OPS DI INTESA SU UBI, PER CASO È LO STESSO SALVATORE BRAGANTINI CHE ERA AD DI CENTROBANCA, PRIMA CONTROLLATA E POI FUSA IN UBI NEL 2013? VUOI VEDERE CHE È LO STESSO BRAGANTINI CHE RICOPRIVA LA VICEPRESIDENZA DI IW BANK, ISTITUTO SOGGETTO ALL’ATTIVITÀ DI DIREZIONE DI UBI? CHISSÀ SE E’ SEMPRE LUI CHE, SOCIO DI ‘’PERMICRO’’, VENIVA SPONSORIZZATO DA UBI? - INFINE: TRA IL 2016 E IL 2017 È LUI IL VICEPRESIDENTE VICARIO DELLA FALLITA POPOLARE DI VICENZA DI ZONIN O MAGARI UN SUO OMONIMO?
Salvatore Bragantini è stato anche commissario Consob, alla fine degli anni Novanta del secolo scorso e ha sempre tenuto a dare di sé l’immagine del disinteressato alfiere della trasparenza e del mercato.
La cosa ha funzionato abbastanza sino a quando non è stato costretto a rivelare uno dei fili rossi più importati del suo percorso professionale, quello con Ubi Banca. E lo ha fatto schierandosi con Massiah e criticando l’offerta di scambio Intesa su Ubi in un articolo di oggi sul Corriere della Sera, dove lamenta che così si uccide il terzo polo bancario italiano (non è vero, il terzo polo resta ma avrà come perno Bper),
GROS PIETRO CARLO MESSINA URBANO CAIRO
scrive di concorrenza bancaria dimenticando del tutto lo scenario europeo, sostiene che Unicredit è molto impegnata all’estero (in realtà è in ritirata dappertutto, e in particolare dai titoli di Stato italiani, ne compra oltre un terzo in meno). E anticipa anche che il parere che il cda Ubi farà dell’offerta di scambio avanzata da Intesa sarà “certo negativo”.
Il filo rosso di Bragantini con Ubi è stato costante negli anni, innanzitutto come amministratore delegato di Centrobanca nei primi anni Duemila, prima controllata e poi fusa direttamente in Ubi nel 2013, poi con la vicepresidenza di IW Bank, istituto soggetto all’attività di direzione e coordinamento di Ubi per dirla in linguaggio tecnicamente preciso, per finire alle sponsorizzazioni di Ubi a iniziative anche private dell’ex commissario Consob, a cominciare ad esempio da quella di PerMicro, dove Bragantini figurava tra i soci in rappresentanza anche di altri privati.
Un rapporto che non poteva evidentemente sottrarsi alla prova-fedeltà dell’Ops di Intesa, sfruttando la sua decennale collaborazione al Corriere, evidentemente in questo caso distratto rispetto al conflitto d’interesse del suo commentatore.
L’altro filo rosso bancario di Bragantini è ancora meno fortunato: era quello con la fallita Popolare di Vicenza di Zonin, di cui tra il 2016 e il 2017 è stato vicepresidente vicario. Per conto di Zonin, Bragantini ha anche presieduto in Sicilia Banca Nuova, posseduta al 100 per cento da Popolare di Vicenza.