BRICS SALVA PIGS - SE L’EUROPA VA CON IL CAPPELLO IN MANO A CHIEDERE L’ELEMOSINA AGLI EX PAESI IN VIA DI SVILUPPO, LA NUOVA ERA FINANZIARIA GLOBALE È UFFICIALMENTE INIZIATA - L’OPERAZIONE-PARACADUTE SULL’EURO PUÒ FUNZIONARE: LA SOLA CINA HA 3200 MLD $ DI RISERVE IN VALUTA STRANIERA (L’INDIA 320 E IL BRASILE 350) - IL PARADOSSO È CHE I ‘BRICS’ HANNO REDDITI PROCAPITE INFERIORI AI PARTNER DELL’UE CHE INTENDONO AIUTARE (A DIMOSTRAZIONE CHE OGGI LA STABILITÀ FINANZIARIA CONTA PIÙ DELLA RICCHEZZA)…

Maurizio Molinari per "la Stampa"

Le economie emergenti che compongono il gruppo dei Brics discuteranno la prossima settimana a Washington un piano di aiuto finanziario per l'Europa afflitta dalla crisi del debito. A dare l'annuncio dell'insolita operazione di soccorso è il ministro delle Finanze brasiliano Guido Mantega che da Brasilia fa conoscere la «determinazione dei nostri Paesi ad aiutare l'Unione Europea ad uscire dall'attuale situazione di difficoltà». I ministri finanziari di Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica - le cui iniziali compongono l'acronimo Brics - si vedranno a Washington giovedì in coincidenza con gli incontri autunnali di Fondo monetario internazionale e Banca Mondiale per «presentare un piano teso a stabilizzare l'economia e i mercati globali» come fonti del governo brasiliano anticipano.

Se ciò dovesse avvenire si tratterebbe di un'ulteriore conferma dei nuovi equilibri finanziari internazionali. L'ipotesi allo studio è - secondo indiscrezioni pubblicate da Valor Economico - di aumentare le riserve finanziarie in euro dei Brics investendo anzitutto nella nazione considerata più solida, la Germania, e nella Gran Bretagna, sebbene non appartenga alla zona euro.

A spingere verso l'acquisto di titoli di Stato europei ci sarebbe anche l'atmosfera di sfiducia che circonda quelli americani dopo il downgrade deciso da Standard & Poor's a inizio agosto. In tale scenario la Cina dispone delle maggiori opzioni poiché le sue riserve in valuta straniera, 3200 miliardi di dollari, sono le più consistenti del Pianeta. Sommate a quelle dell'India e del Brasile, rispettivamente di 320 e 350 miliardi di dollari, consentono ai Brics di avere ampi margini di manovra per sostenere l'euro. Resta tuttavia l'interrogativa su Mosca, che ha riserve per 524 miliardi di dollari.

Un'altra strada possibile, secondo fonti russe a Washington, potrebbe essere infatti di ricorrere agli "speciali diritti di prelievo" (Sdr) del Fmi per sostenere le nazioni in difficoltà. Il gestore dei fondi russi alla Deutsche Bank di Francoforte, Odeniyaz Dzhavparov, spiega che «benché Mosca non tragga alcun beneficio dall'instabilità dell'Europa non credo che il Cremlino deciderà di ricorrere alle riserve della Banca Centrale per varare degli interventi diretti ma forse preferirà un intervento attraverso il Fmi per andare a sostenere i Paesi più deboli del Sud» a cominciare da Grecia, Spagna e Italia.

«Quale che sia la formula che alla fine prevarrà un accordo fra i Brics garantirebbe una risposta collettiva internazionale alla crisi europea - commenta Tony Volpon, economista di Nomura così come il G20 la diede dopo il crollo di Lehman Brothers». Ironia della sorte vuole che le nazioni Brics hanno tutte redditi procapite di molto inferiori ai partner dell'Ue che si propongono di aiutare.

Il pil procapite russo, che è il più alto dei Bric, è stato nel 2010 di 15.900 dollari ovvero circa la metà dei 30.500 dollari dell'Italia mentre per nazioni più povere, come l'India, si scende ad appena 3500 dollari l'anno pari a 6,7 volte meno del Portogallo, il Paese Ue più povero d'Europa. Nel caso del Brasile il pil procapite è di 10.800 dollari e della Cina di 7.600 dollari ma la maggiore stabilità finanziaria si rivela più importante della ricchezza e consente ai Bric di immaginare il salvataggio delle stesse nazioni che finora hanno guidato molteplici interventi di sostegno, in America Latina come in Asia e Russia.

 

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