BUONI MAESTRI, CATTIVI ALLIEVI: IL FALLIMENTO DEI NUMERI 2 IN MICROSOFT E APPLE
Cinzia Meoni per "Il Giornale"
Il marchio nero dei numeri due at¬tanaglia due colossi hi-tech: Micro¬soft e Apple. In entrambi i casi, coloro che sono succeduti al fondatore non sono riusciti a eguagliarne la leggen¬da, scontentando mercato, fan e ap¬passionati. Facendo leva sull'insoddi¬sfazione degli azionisti, in entrambi i gruppi sono entrati recentemente due fondi attivisti, pronti a dare batta¬glia.
E, per quanto riguarda Microsoft, un risultato è stato raggiunto: venerdì ha rassegnato le dimissioni Steve Ball¬mer, ad dal 2000 e con «pieni poteri» dal ritiro di Bill Gates nel 2008. Il pro¬blema di Ballmer è di non aver saputo prevedere per tempo la sterzata verso i tablet che sta affossando la vendita dei pc.
La mancata intuizione ha fatto sì che Microsoft, in questi anni, abbia rallentato il ritmo di crescita (ha chiu¬so l'esercizio con un fatturato a 77,8 miliardi in crescita di un misero +6%) e perso appeal (oggi la società di Red¬mond occupa il settimo posto nella classifica Brandz Top 100, nel 2008 era terzo). A Ballmer sono imputati, poi, una serie di flop: le mancate vendite del tablet Surface, del lettore multime¬diale Zune, di Windows Vista e del mo¬tore di ricerca Bing.
Ma, soprattutto, la «colpa» di Ballmer è quella di non esse¬re Gates, il fondatore carismatico riti¬ratosi prima che la rivoluzione tecno¬logica degli ultimi anni, ponesse all'imprenditore gli stessi ardui proble¬mi di fronte a cui si è trovato Ballmer: se investire nei servizi o ancorarsi al software per le aziende. In questo sce¬nario ha avuto gioco facile ValueAct Capital Management, portavoce di co¬loro che chiedono al top manage¬ment di Redmond di destinare la cas¬sa (oltre 77 miliardi) alla retribuzione degli azionisti piuttosto che ad altri, fallimentari, progetti.
Situazione simile in Apple. L'ad Tim Cook, subentrato alla poltrona oc¬cupata da Steve Jobs nell'agosto del 2011, non riesce a farsi amare dal mer¬cato. Dalla scomparsa di Jobs, Apple non è stata più in grado di lanciare nuo¬ve linee di prodotti «al top», tanto che la quota di mercato si è erosa a favore di Samsung e il titolo in Borsa è sceso vertiginosamente.
Per ora a Cook vie¬ne imputato un solo grande flop, quel¬lo di Apple Maps, ma è anche vero che non ha innovato granché. Per questo, facendo leva sullo scontento generale, il fondo di Carl Ichan ha chiesto a gran voce la restituzione agli azionisti degli oltre 146 miliardi di dollari di cassa.



