LA CADUTA DEI LIGRESTI E LA SCOMPARSA DI MASSIMO PINI: LA MITICA CAMILLA CEDERNA SI SAREBBE DIVERTITA A SCRIVERE UN PEZZO SULLA FINE DELLA FINE DI DUE IMPERI IN UN COLPO SOLO – AI FUNERALI DI PINI SU TUTTI ALEGGIAVA LA BUON ANIMA DI BETTINO CHE TUTTI HANNO TANTO AMATO (SPESSO SENZA AMARSI TRA LORO): PILLITTERI SEDUTO DA UNA PARTE, TOGNOLI DALL’ALTRA, BOBO CRAXI TRE FILE DAVANTI. FUORI DALLA CHIESA CORNELIO BRANDINI, STORICO SEGRETARIO DEL ”CINGHIALONE”…

DAGOREPORT

Sono le 11 in punto e davanti alla chiesa di San Babila ( dove i "sciuri" di Milano vanno a radunarsi e qualche volta a pregare) arrivano alla spicciolata resti del craxismo meneghino per dare l'ultimo saluto a Massimo Pini. Molti non si guardano in faccia. Paolo Pillitteri sta seduto da una parte, Carlo Tognoli dall'altra, Bobo Craxi tre file davanti. C'è la prima moglie di Pini, Margherita Boniver (già compagna , tra gli altri, di Francesco Forte ecc.) ed Elide Melli: seconda moglie del simpatico "Boiardo di Stato" come si chiamavano nella Prima Repubblica quelli che il potentissimo delegava a gestire, nel caso di Pini, la Rai prima, l'Iri poi.

Su tutti aleggia la buon anima di Bettino che tutti hanno tanto amato (spesso senza amarsi tra loro). Cornelio Brandini, storico segretario del "cinghialone" attende fuori, un po' delabrè, con qualche dente in meno e l'autista Michele si aggira con aria un po' persa. Fascista, socialista e poi aennino, il caro estinto si trova un centinaio di ex, molti assenti, a cominciare dai Ligrestos, a parte un silenziosissimo Paolo, per i quali ha lavorato fino a ieri (tutti molto costernati nei necrologi del Corrierone, quasi tutti si sono ben guardati dall'intervenire, con i giornalisti fuori dalla chiesa, tutti ad intervistare Bobo, in mancanza di meglio ).

Arriva Giorgio Ferrara, ma senza Adriana Asti e Piero Sugar, ma non si vede la consorte Caterina Caselli, per anni soci di Massimo nella casa editrice del Garofano SugarCo. Delle centinaia di giornalisti spediti in Rai da Pini neppure l'ombra, tanto per non correre rischi. Fabrizio Palenzona non passa inosservato e ci mancherebbe altro.

Sembra un funerale di fine regime: i superstiti della Prima Repubblica e della "Milano da bere " e i terremotati della Seconda Repubblica, a cominciare dai La Russa, amici di Pini e di Ligresti. E tanto per rendere più cupa l'atmosfera nessuno al termine della cerimonia sembra sapere dove verrà portata la cara salma. Il prete di San Babila non la finisce più di parlare di un caro estinto che sembra non aver mai conosciuto. La mitica Camilla Cederna si sarebbe divertita a scrivere un pezzo sulla fine della fine di due imperi in un colpo solo. Amen.

 

 

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