CALENDA NON MOLLA: TIM DEVE SCORPORARE LA RETE – E GENISH LO PRENDE IN GIRO - TANT’E’ CHE PALAZZO CHIGI ANCORA NON HA CREATO (E MANCO PENSA A FARLO) LA STRUTTURA PER GESTIRE I POTERI SPECIALI DEL GOVERNO NELLE TLC - I SINDACATI AFFILANO LE ARMI RISPETTO ALLE OLTRE 10 MILA USCITE
Rosario Dimito per il Messaggero
Il governo torna ad incalzare Tim sulla rete sollecitando lo sdoppiamento, mentre sembra possa slittare a fine mese il quarto faccia a faccia tra Carlo Calenda e Amos Genish ipotizzato per metà gennaio. Intanto oltre a incresparsi nuovamente i rapporti con il governo con il quale è in corso il confronto tutt'altro che fluido sul doppio golden power, i sindacati di categoria affilano le armi rispetto alle iniziative che Tim intende intraprendere.
Ieri sera a Roma ci sarebbe stato un vertice (prosegue oggi) tra i leader di Fistel-Cisl, Uilcom-Uil e Slc-Cgil in preparazione del primo incontro vero con il gruppo di tlc in calendario giovedì 18 (oggi dovrebbe arrivare la convocazione).
In un primo confronto tenutosi il 18 dicembre, Agostino Nuzzolo avrebbe consegnato un documento dove si parla di rifondazione generazionale del gruppo a fronte però di oltre 10 mila uscite. I sindacati oggi dovrebbero formalizzare di respingere questa impostazione.
«La mia opinione è molto chiara, penso che dovremmo avere due entità legali, separate, sul mercato» ha detto ieri il ministro dello Sviluppo a Bloomberg Tv, «Stanno studiando le varie possibilità e opportunità». Va ricordato che il 19 ottobre Calenda si era espresso in questi termini («Io farei lo scorporo della rete e la quotazione in Borsa, non necessariamente con l'intervento della Cdp»). Calenda ha confermato di avere in corso interlocuzioni con Tim «per definire il perimetro della rete che non è affatto facile».
Sul tema della separazione, il gruppo di tlc è in contatto con Agcom «che è la controparte principale per quanto riguarda lo spin-off», aggiungendo che «è un'operazione molto importante e ci vorrà del tempo per completarla». L'obiettivo del ministro è il modello britannico Openreach, dove è prevista una neutralità della proprietà sulla governance e gestione della rete. Nello spin-off della rete secondo Calenda, la newco controllata da Tim sarebbe quotata: la liquidità raccolta sul mercato sarebbe funzionale ad accelerare gli investimenti sulla fibra.
Per quanto riguarda la sanzione che segue l'applicazione del golden share per ritardata notifica «il problema è legato all'ammontare della multa», pari all'1% del fatturato (300 milioni circa). Se Tim accetta le prescrizioni, «penso sarebbe saggio ridurre la multa, ma dobbiamo capire se questo è fattibile da un punto di vista puramente legale» ha detto Calenda ricordando di aver posto il quesito al Consiglio di Stato. E comunque contro il golden power ex art 1, applicato agli asset strategici, dovrebbe essere Vivendi a muoversi con un ricorso al Capo dello Stato.
I tempi potrebbero slittare in quanto a palazzo Chigi non sarebbe stato ancora creato il Comitato di monitoraggio che dovrebbe ricevere il piano di applicazione dei poteri speciali da parte di Tim e valutarlo. Il gruppo deve definire il perimetro di una unità organizzativa con la responsabilità di gestire Sparkle (cavi sottomarini), Telsy (sistema per la criptazione degli apparati) e parte della rete in utilizzo ai settori nevralgici dello Stato. L'unità dovrebbe essere affidata a un funzionario indicato da Tim su una rosa di tre nomi proposta dal Dis.