IL TURBO-CAPITALISMO HA ROTTO IL CA**O - LA CALIFORNIA HA STABILITO CHE UBER DEVE TRATTARE GLI AUTISTI COME DIPENDENTI E HA MESSO UN TETTO AGLI AUMENTI DEI FITTI - IL COMUNE DI SAN FRANCISCO VORREBBE RI-MUNICIPALIZZARE LA SUA RETE IDRICA TOGLIENDOLA AL GRUPPO PRIVATO PG&E - RAMPINI: “I GOLDEN BOYS DELLA SILICON VALLEY SONO ATTENTISSIMI AI DIRITTI INDIVIDUALI MA NESSUNO TROVA STRANO CHE AI PIANI BASSI DELL'ECONOMIA DIGITALE CI SIA UNA GIUNGLA DEL PRECARIATO”
Federico Rampini per “Affari & Finanza - la Repubblica”
san francisco e la silicon valley
In una settimana, la California ha preso due decisioni radicali che contraddicono la sua tradizione turbo-capitalista. Ha stabilito che Uber deve trattare gli autisti come dipendenti. Ha messo un tetto agli aumenti dei fitti. Una terza mossa non riguarda tutto lo Stato bensì la città di San Francisco che vorrebbe ri-municipalizzare la sua rete idrica togliendola al gruppo privato PG&E.
Finora la California ha avuto una sorta di sindrome schizofrenica: ultra-progressista sui temi valoriali (matrimoni gay, marijuana) o sull' ambiente, è però un Far West del capitalismo dove la rendita immobiliare ha raggiunto livelli stratosferici, e l' economia digitale prospera senza tutele per i lavoratori. Le conseguenze le racconto in quel carnet di ricordi di vita che ho intitolato "L'oceano di mezzo - Un viaggio lungo 24.539 miglia" (Laterza).
San Francisco, vetrina luccicante di quel modello, mèta di pellegrinaggi dal resto degli States e dal mondo intero, si è trasformata in un laboratorio mostruoso. La metafora delle "due città" di Charles Dickens si materializza in una San Francisco popolata da ventenni milionari che hanno vinto la lotteria delle stock-option; e bivacchi di homeless che invadono in permanenza il centro. In quell' immagine c'è tutto il male possibile: la rendita immobiliare incontrollata e un' economia digitale cresciuta senza sindacati, senza un' idea di diritti collettivi.
protesta dei residenti di san francisco
Attenzione: i golden boys e le golden girls della Silicon Valley sono attentissimi ai diritti individuali. Un complimento a una dipendente può scatenare un episodio di #MeToo. Viceversa nessuno trova strano che ai piani bassi dell'economia digitale sia cresciuta una giungla del precariato. Gli autisti di Uber sono un esempio di sfruttamento che qualsiasi informatico di Google e Apple ha sotto gli occhi ogni giorno.
Uno studio sulle abitudini di consumo dei Millennial a San Francisco ha rivelato che Uber è la prima voce di spesa mensile. Il caro-fitti, invece, è la ragione per cui chi educa i figli degli ingegneri di Facebook e Twitter deve farsi due ore di autostrada (i mezzi pubblici sono un disastro), tutti i giorni. Neppure un professore universitario ormai può permettersi di abitare a San Francisco o Palo Alto, figurarsi le maestre di scuola. Infine lo scandalo PG&E.
sciopero degli autisti uber e lyft 7
La utility è in procedura fallimentare dopo le multe miliardarie per gli incendi forestali. Sapeva che i suoi cavi sospesi provocavano incendi ma preferiva risparmiare sugli investimenti in sicurezza. Patologie, comportamenti predatori hanno potuto svilupparsi indisturbati sotto il governo della sinistra più progressista del pianeta. Ora il governatore della California e il sindaco di San Francisco danno segni di ravvedimento. Intanto la senatrice Kamala Harris, anche lei californiana, tenta di conquistare altre zone d' America per restare in gara nella nomination alla Casa Bianca. Ma ce ne vorrà per ricostruire un mito della California che non sia un' impostura.