PAROLE DA PANDEMIA: IL CORONA-EQUITY - DI CHE SI TRATTA? DI CAPITALE PUBBLICO NELLE IMPRESE PRIVATE. 50 MILIARDI A DISPOSIZIONE DELLA CDP (MA SGANCIATI DAL MEF) PER PUNTELLARE LE AZIENDE ATTRAVERSO AUMENTI DI CAPITALE, UN PO' COME AVVENNE PER I COSTRUTTORI DI AUTOMOBILI AMERICANI DURANTE LA CRISI - IL TUTTO ATTRAVERSO UN FONDO NEL PATRIMONIO DI CPD SEPARATO DAL RESTO DELLE DISPONIBILITÀ DELLA CASSA, OVVERO I 150 MILIARDI DI RISPARMIO POSTALE
Roberta Amoruso per “il Messaggero”
luigi di maio domenico arcuri fabrizio palermo
Non c'è soltanto la garanzia pubblica fino al 100% per i nuovi prestiti bancari alle imprese, finanziamenti che per molte aziende sarà difficile restituire del tutto. Non basta l'estensione del golden power anche al settore bancario. Nel decreto di aprile dovrebbe spuntare anche il corona-equity, una sorta di cavaliere bianco statale pronto per aiutare le imprese strategiche ad uscire dalla crisi. Un cavaliere bianco che avrà le insegne della Cdp, ma fondi tutti del Mef.
Sul tavolo potrebbero dunque essere messi circa 40-50 miliardi, come anticipato dal Messaggero il 22 aprile scorso, una dote di tutto rispetto per consentire allo Stato di entrare nel capitale delle Pmi che intendano rafforzarsi per superare l'emergenza coronavirus. Si tratta di risorse che il governo punta a destinare alla misura da introdurre insieme alle norme per consentire a Cdp di entrare a tempo nelle grandi imprese in difficoltà. Anche nel caso delle aziende tra 10 e 249 dipendenti lo Stato entrerebbe a tempo, uscendo entro 4 anni, forse 6 anni. Per le imprese più piccole invece ci saranno i ristori a fondo perduto secondo la ricostruzione che arriva dal Mise.
A rilanciare l'ipotesi in campo con tutti i suoi dettagli è stato infatti ieri il viceministro allo Sviluppo Economico, Stefano Buffagni. Una misura allo studio «molto semplice», promette lo stesso Buffagni: «Se l'imprenditore, in un'azienda fino a 250 dipendenti, vuole fare un aumento di capitale, lo Stato glielo raddoppia, diventa azionista di supporto con l'obiettivo di uscire dopo qualche anno, e senza aggravi per l'impresa». Una svolta cruciale verso lo Stato gestore? Non è questo lo spirito. Il supporto allo Stato sarà rimborsato con meccanismi virtuosi: più utili più entrate fiscale.
GIUSEPPE CONTE FABRIZIO PALERMO
IL FUNZIONAMENTO
Lo schema ancora allo studio del Tesoro prevede la costituzione di un Fondo nel patrimonio di Cpd del tutto separato dal resto delle disponibilità della Cassa rappresentate dai 150 miliardi di risparmio postale. Un Fondo costituito interamente da un provvista del Tesoro. Diverso il Dna, diversa la gestione dunque, con paletti ben distinti da quelli fissati nello Statuto della Cdp che consentono interventi soltanto nelle aziende in bonis.
L'obiettivo, in questo caso, è quello di dotare la Cdp di una cassetta degli attrezzi simile a quella della tedesca Kfw, alla quale Berlino ha assegnato una dotazione fino a 100 miliardi di euro per intervenire a salvaguardia delle imprese strategiche. Chi può accedere alle risorse del cavaliere bianco statale? Non solo le grandi imprese. Anzi, l'ingresso nel capitale potrebbe avvenire soprattutto per quelle medie che si trovano in una temporanea difficoltà dovuta agli effetti della pandemia. E può riguardare sia aziende quotate in Borsa che no. Purché non abbiano situazioni di difficoltà pregressa all'emergenza sanitaria, Non sono incluse, per intenderci, situazioni come Ilva o Alitalia.
Tra i nodi ancora da sciogliere ci sono i tempi di uscita del Tesoro. L'intervento sarebbe comunque limitato nel tempo. Ma accanto a uno schema di base che prevede un'uscita della mano statale, con vendita della quota, dopo 4 anni se ne affiancano altre che immaginano un disimpegno intorno a 5-6 anni, una volta passata la fase critica e rimessa in sicurezza l'azienda. Un altro dettaglio ancora in via di definizione riguarda il contenuto della provvista del Mef.
Nessun aumento di capitale della Cassa. Il maxi-fondo sarebbe alimentato in misura prevalente con titoli di Stato italiani. Infine il Mef sta definendo anche i criteri attraverso i quali passerà la scelta delle aziende beneficiarie del Fondo. E sarà da stabilire anche la necessità di un'istruttoria. Un passaggio non da poco per i tempi della pratica. L'intervento della Cdp è ora consentito dalle deroghe sugli aiuti di Stato decise dall'Ue. La mano pubblica può entrare nelle aziende entro fine anno a patto di uscirne entro il 2024. Ma l'Italia ha chiesto di allungare gli interventi almeno a tutto il 2021 con l'uscita dal capitale in 5-7 anni.