C’È CHI HA UN CAPO E CHI UN CAPONE - IL FONDO ELLIOTT HA TROVATO UN ALLEATO IN ROBERTO CAPONE, IL PRESIDENTE DEL COLLEGIO SINDACALE DI TIM CHE HA SMONTATO IL PIANO DI VIVENDI E REINTRODOTTO QUELLO DEGLI AMERICANI - C’È UN DETTAGLIO NON INSIGNIFICANTE: CAPONE È PRESIDENTE ANCHE DEL COLLEGIO DI CDP EQUITY, LA HOLDING CHE CONTROLLA IL 50% DI OPEN FIBER. QUELLA CHE ELLIOTT VUOLE FONDERE CON LA RETE DI TIM…
DAGONEWS
C’è chi ha un capo e chi ha un Capone. Il fondo Elliott, che ha messo nel mirino Telecom Italia sollevando numerosi quesiti sulla governance del socio francese Vivendi, ha trovato tra i suoi principali alleati il presidente del collegio sindacale di Tim, Roberto Ruggero Capone, uno dei componenti del board più attivi e determinanti nel prendere la controversa decisione di reintegrare l’ordine del giorno dell’assemblea del 24 aprile con le richieste di Elliott.
Un amministrativo sicuramente capace che serve con la sua professionalità numerosi consigli di amministrazione. Uno di troppo però. Capone è infatti anche il presidente del Collegio di CdP Equity, la holding di partecipazioni della Cassa Depositi e Prestiti, proprietaria del 50% di Open Fiber (il restante 50% è di Enel).
Un incrocio e un conflitto di interesse - Elliott vorrebbe fondere la Rete di Tim proprio con Open Fiber - che ha sollevato numerosi quesiti negli ambienti finanziari e ha fatto storcere il naso in Consob dove non vedono di buon occhio certi intrecci in una partita già resa complessa dalla presenza di Paul Singer, un signore che in passato ha confiscato l’aereo di stato argentino per recuperare dei crediti e che da oltre due anni tiene sotto scacco quello che una volta era uno dei gioielli dell’industria italiana, Ansaldo STS.
Curiosamente, ma non troppo, proprio l’intreccio tra gli interessi di Elliott e CdP Equity rende inopportuno riproporre il nome di Capone nel collegio sindacale del prossimo CdA di Tim che verrà nominato nell’assemblea del 24 aprile.
bollore de puyfontaine assemblea vivendi