SALTA IL BANCO? – CARIGE CROLLA IN BORSA (-18.75%) MENTRE LA BCE STRIGLIA LA FAMIGLIA MALACALZA: L’AUMENTO DI CAPITALE (OSTEGGIATO DAI PRIMI AZIONISTI DELLA BANCA) È NECESSARIO – PER EVITARE IL FALLIMENTO LA VIGILANZA POTREBBE INTERVENIRE DIRETTAMENTE CON UNA SORTA DI COMMISSARIAMENTO, OPPURE SI POTREBBE PROVARE L’AGGREGAZIONE CON UN ALTRO ISTITUTO, MA…
1 – BANCA CARIGE, ALTRO CROLLO IN BORSA: MISSIONE ALLA BCE PER SALVARE L'ISTITUTO A UN PASSO DAL FALLIMENTO
Banca Carige ha perso il 18,75% a fine seduta, nel primo giorno di scambi alla Borsa di Milano dopo il mancato via libera all'aumento da 400 milioni in assemblea. La capitalizzazione della banca, con un' azione che vale 0,0013 euro, il nuovo minimo storico, è scesa così a circa 71 milioni di euro. Con una perdita di valore che negli ultimi sei mesi è stata dell'80%.
Mentre il titolo andava a picco, secondo quanto si è appreso, Davide e Mattia Malacalza, i proprietari della Malacalza Investimenti insieme al padre Vittorio, prima azionista di Banca Carige con oltre il 27%, si sono recati nella sede della Bce per un incontro con l' autorità di vigilanza. Il tema è l' assemblea della banca di sabato scorso, quando il maggior azionista, astenendosi dal voto, ha bloccato l' operazione di ricapitalizzazione che aveva già avuto il benestare della vigilanza.
GUIDO BASTIANINI TESAURO MALACALZA CARIGE
«Fondamentale per noi che voi manteniate l'energia che avete sempre mostrato nelle delicate circostanze che negli ultimi anni avete affrontato e superato», ha scritto l'ad Fabio Innocenzi in una lettera ai dipendenti. Intanto i sindacati chiedono l' intervento dell' esecutivo. «Giunti a questo punto», ha detto il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni. «il governo, non può continuare a stare alla finestra».
2 – CARIGE, ARRIVA L' AUT-AUT BCE: NECESSARIO SUBITO UN AUMENTO
Raoul de Forcade e Carlo Festa per “il Sole 24 Ore”
Incontri ripetuti con la Bce a Francoforte, ieri, per il salvataggio Carige. Prima si sono presentati i vertici di Carige e, nel pomeriggio, i Malacalza, sotto i riflettori dopo che la famiglia, socia di Carige col 27,5%, ha fatto mancare il quorum all' assemblea del 22 dicembre per l' aumento di capitale da 400 milioni.
Nel confronto con la Vigilanza europea è stata rinnovata la richiesta, da parte degli esponenti della Bce, di effettuare l' aumento di capitale, ma l' Authority di Francoforte sarebbe stata perentoria: l' aumento di capitale va effettuato al più presto, onde procedere poi con l' individuazione in tempi rapidi di un partner, un cavaliere bianco che finalizzi il salvataggio dell' istituto ligure. Sul tavolo anche l' esame della governance dell' istituto.
All' incontro con la famiglia Malacalza, durato circa un' ora e mezza, erano presenti Mattia Malacalza, ad di Malacalza Investimenti, e il fratello Davide accompagnati dall' avvocato Paolo Ghiglione, che all' ultima assemblea ha annunciato e spiegato i motivi dell' astensione che ha bloccato l' aumento di capitale, e da altri due legali, Andrea D' Angelo e Luca Purpura. Quest' ultimo aveva dato voce nell' assemblea dello scorso marzo alle critiche della famiglia guidata da Vittorio Malacalza, maggiore azionista della banca genovese, sulle modalità della ricapitalizzazione mandata in porto dall' a.d di allora, Paolo Fiorentino.
La controparte nel confronto di ieri, partito dalla stop all' aumento da 400 milioni e alle prospettive del bond sottoscritto per 320 milioni dal sistema bancario, è stato Ramòn Quintana, direttore generale della divisione della Bce incaricata della vigilanza di Carige, insieme al suo staff. Presenti anche alcuni alti dirigenti di Banca d' Italia: il vicedirettore generale Fabio Pennetta e Ciro Vacca, tra i titolari della supervisione di Via Nazionale.
Di fronte alle rinnovate richieste della Vigilanza europea negli incontri (anticipati ieri da Il Sole 24 Ore) si sarebbero mostrati in sintonia i vertici di Carige, il presidente Pietro Modiano e l' ad Fabio Innocenzi, mentre nell' appuntamento pomeridiano l' azionista Malacalza ha spiegato le motivazioni che lo hanno portato nell' assemblea di sabato scorso a far mancare il quorum deliberativo con la sua Malacalza Investimenti, facendo leva sulla mancanza di un nuovo piano industriale e sulla eventuale necessità di ulteriori rettifiche su crediti.
La situazione resta molto delicata e ad alta tensione. Si attende che il presidente Pietro Modiano possa fare da mediatore tra le richieste della Bce e le condizioni poste dal principale azionista, che vuole vedere il nuovo piano industriale prima di investire altri soldi.
Nel frattempo, il titolo Carige ieri ha perso il 18,7% nel primo giorno di contrattazioni dopo lo stop all' aumento di capitale da 400 milioni. A quota 0,0013 euro, ha ritoccato i minimi storici con la capitalizzazione che scende a 71 milioni. Non c' è dubbio e che la mancata approvazione dell' aumento di capitale riduce ulteriormente i margini di manovra a disposizione del management e aumenta significativamente l' incertezza sull' istituto ligure.
Tra i possibili scenari, c' è anche la conversione del Tier2 da parte del Fondo interbancario di tutela dei depositi su richiesta della vigilanza e la contestuale ricerca di un' aggregazione con un altro istituto. Una seconda ipotesi è l' intervento diretto da parte delle autorità di vigilanza, con una sorta di commissariamento, mentre la terza ipotesi, che sembra più probabile al momento, è la convocazione di una nuova assemblea straordinaria per deliberare sull' aumento di capitale, successiva alla presentazione del nuovo piano industriale.
Nel frattempo, i sindacati del credito sono «sconcertati dall' esito dell' assemblea dei soci di Banca Carige, che getta ancora una volta le aziende del gruppo e i loro 4.300 dipendenti in uno stato di estrema incertezza. Non riusciamo a comprendere quale sia l' obiettivo di chi ha favorito questo esito e ci resta il dubbio di un pericolosissimo gioco al massacro che rischia di danneggiare tutti e che non tiene in alcuna considerazione le lavoratrici e i lavoratori del gruppo», scrivono i sindacati, che si riservano «di valutare tutte le conseguenze di questa decisione e di prendere tutte le iniziative che la situazione richiederà».
2 – CARIGE, ECCO TUTTE LE SPORTELLATE TRA BCE E MALACALZA
Fernando Soto per www.startmag.it
La Bce redarguisce la famiglia Malacalza su Carige. Non solo: la Vigilanza della Banca centrale minaccerebbe interventi sul primo azionista di Carige che sono considerati negativi per il primo azionista della banca ligure (anche perché gli ultimi aumenti di capitale non sono serviti a rilanciare il gruppo bancario). Ecco dettagli e indiscrezioni dopo la riunione di ieri a Francoforte.
CHE COSA E’ SUCCESSO A FRANCOFORTE SU CARIGE
Incontri ripetuti con la Bce a Francoforte, ieri, sullo stato pericolante di Carige. Prima si sono presentati i vertici della banca e, nel pomeriggio, i Malacalza, sotto i riflettori dopo che la famiglia, socia di Carige col 27,5%, ha fatto mancare il quorum all’assemblea del 22 dicembre per l’aumento di capitale da 400 milioni, spiazzando il management dell’istituto voluto e nominato proprio dalla famiglia Malacalza.
COME VA IL TITOLO CARIGE IN BORSA
Nel frattempo, il titolo Carige ieri ha perso il 18,7% nel primo giorno di contrattazioni dopo lo stop all’aumento di capitale da 400 milioni. A quota 0,0013 euro, ha ritoccato i minimi storici con la capitalizzazione che scende a 71 milioni.
TUTTE LE RICHIESTE DELLA BCE A CARIGE
Che cosa si è detto a Francoforte, sede della Bce? Nel confronto con la Vigilanza europea è stata rinnovata la richiesta, da parte degli esponenti della Bce, di effettuare l’aumento di capitale, ma l’Authority di Francoforte sarebbe stata perentoria, secondo quanto scrive oggi il Sole 24 Ore: “L’aumento di capitale va effettuato al più presto, onde procedere poi con l’individuazione in tempi rapidi di un partner, un cavaliere bianco che finalizzi il salvataggio dell’istituto ligure”. Sul tavolo della Vigilanza, ovviamente, anche l’esame della governance dell’istituto.
IL PRESSING DELLA VIGILANZA SU MALACALZA
La vigilanza intende infatti far rispettare la tabella di marcia concordata con il presidente Pietro Modiano e con l’amministratore delegato Fabio Innocenzi per arrivare quanto prima all’irrobustimento patrimoniale. Un obiettivo a cui però si oppongono i Malacalza che, nell’assemblea di sabato, hanno condizionato il via libera ad alcune precise richieste: un piano industriale, una completa stima dell’intero portafoglio crediti e la comunicazione dei risultati di bilancio 2018 e degli obiettivi patrimoniali per il 2019. Proprio l’assenza di questi elementi avrebbe spinto la famiglia ad astenersi dal voto, facendo di fatto saltare la delibera.
GLI ESTREMI RIMEDI CONSIDERATI NEFASTI DA MALACALZA
Per esercitare la propria moral suasion la Bce avrebbe diversi strumenti a propria disposizione: “A partire – scrive oggi Mf/Milano Finanza – dalla contestazione di un ruolo di direzione e coordinamento, che costringerebbe i Malacalza a consolidamento la partecipazione nella cassaforte di famiglia, con un notevole costo in termini di capitale. Sotto la minaccia di questa spada di Damocle la famiglia potrebbe venire a più miti consigli e dare il proprio via libera all’aumento di capitale in una prossima convocazione di assemblea”.
GLI SCENARI
Tra i possibili scenari, c’è anche la conversione del Tier2 da parte del Fondo interbancario di tutela dei depositi per 320 milioni di euro (sborsati dalle altre banche italiane a un tasso del 13%) su richiesta della vigilanza e la contestuale ricerca di un’aggregazione con un altro istituto. Una seconda ipotesi è l’intervento diretto da parte delle autorità di vigilanza, con una sorta di commissariamento, ma è uno scenario improbabile al momento. Più concreta un’altra ipotesi: la convocazione di una nuova assemblea straordinaria per deliberare sull’aumento di capitale, successiva alla presentazione del nuovo piano industriale.