CIAK, SI MULTA! – LA FINANZA HA SCOPERTO CHE IL TAX CREDIT VENIVA CEDUTO DA ALCUNE SOCIETA’ A TERZI PER SALDARE DEBITI O PAGARE ACCONTI, SENZA CHE QUESTO FOSSE INDICATO NELLE DICHIARAZIONI AL FISCO – ARRIVANO LE PRIME MULTE NEL GIRO DI VERIFICHE DELLE FIAMME GIALLE SUL CREDITO D’IMPOSTA AL SETTORE CINEMATOGRAFICO – RISCONTRATE ANCHE OMISSIONI NEI COMPENSI EROGATI AGLI ATTORI, TRA CUI IL DIVO AMERICANO ALEC BALDWIN…
Estratto dell’articolo di Vincenzo Bisbiglia per “il Fatto quotidiano”
Il tax credit ceduto a terzi per saldare debiti o pagare acconti, senza che questo fosse indicato nelle dichiarazioni al fisco. Arrivano le prime multe nel giro di verifiche avviate dal Nucleo Pef della Guardia di Finanza di Roma, nell’ambito dei controlli sul credito d’imposta al settore cinematografico. Controlli che avvengono di concerto con il ministero della Cultura.
La prima società di produzione è stata sanzionata per aver girato il credito maturato con lo Stato per circa 1,5 milioni di euro a un soggetto terzo, condotta di per sé prevista dalla legge, ma che diventa una violazione quando non viene denunciato al fisco. Il rischio, per violazioni di questo genere, è quello di subire la revoca del tax credit.
[...] Un’altra società è stata invece condannata al versamento al fisco di 255 mila euro (95 mila per il 2021 e 160 mila per il 2022) per alcune omissioni nei compensi erogati agli artisti (queste del valore totale di 205 mila). In sostanza la violazione è stata quella di bonificare ad alcuni attori l’importo lordo del compenso, dunque anche quello che sarebbe dovuto essere versato allo Stato.
Tra gli attori pagati in maniera “extra” c’è anche il divo americano Alec Baldwin, che tra l’altro negli ultimi anni è stato più volte in Italia per girare, come guest star, commedie natalizie nostrane. Ma Baldwin, non pagando le tasse in Italia, si è portato via anche la parte che sarebbe dovuta rientrare nelle casse del fisco.
CINEMA - I FLOP FINANZIATI DALLO STATO
Anche qui c’entra in qualche modo il tax credit: al di là di quelle che saranno le eventuali cause private, la società di produzione in questione ha potuto rifondere il fisco proprio grazie ai crediti che aveva con lo Stato.
Nelle scorse settimane, Il Fatto aveva rivelato come la Guardia di Finanza avesse messo in cantiere controlli nei confronti di una trentina di società di produzione e per un totale di oltre 170 film “sospetti”, ovvero per i quali gli uffici del Mic e della Direzione Generale Cinema e audiovisivo avevano rilevato delle criticità nelle dichiarazioni per l’ottenimento del tax credit oppure una denuncia di costi che non tornava alla luce dei prezzi di mercato e degli incassi ottenuti poi da quel film.
Per la gran parte si trattava di pellicole sconosciute che avevano raccolto pochi spettatori in date anche di difficile fruizione (film di Natale usciti al cinema nella settimana di Ferragosto). [...]