porto taranto cina ferretti group

LA CINA SI È PAPPATA IL PORTO DI TARANTO E NOI GLIEL'ABBIAMO PERMESSO (NONOSTANTE GLI ALLARMI DELLA NATO) – DAL 2020 IL GRUPPO CINESE CHE HA RILEVATO IL MARCHIO “FERRETTI” È ENTRATO NELLA GESTIONE DEL PORTO PUGLIESE. ORA 150MILA METRI QUADRATI DI PIATTAFORMA LOGISTICA SONO STATI AFFIDATI A UNA SOCIETÀ CONTROLLATA AL 33% DAL DELEGATO DEL GOVERNO DI PECHINO, GAO SHUAI – TRE ANNI FA IL GOVERNO CONTE OFFRÌ RASSICURAZIONI ALL'ALLEANZA ATLANTICA, CHE AVEVA MESSO IN GUARDIA SULLE MIRE DEL DRAGONE. E ORA BEPPE GRILLO RILANCIA…

Estratto dell'articolo di Giuliano Foschini per “la Repubblica”

 

porto di taranto

Era l’estate del 2020 quando la Nato chiese all’Italia, non nascondendo la preoccupazione, cosa stesse accadendo al porto di Taranto: a poche miglia da una base alleata, sempre più strategica nel Mediterraneo, un gruppo cinese, il vecchio e glorioso marchio di cantieristica navale Ferretti, stava per avviare un investimento importante.

 

«Un’operazione — dissero gli Alleati — che potrebbe servire per aprire la strada al governo cinese per prendersi l’intero porto». Il governo Conte, allora in carica, offrì rassicurazioni: Ferretti ci sarà ma si tratta di un investimento di natura industriale che, nulla ha a che fare, con l’espansione cinese e con il progetto della “Via della seta”. […]

 

porto di taranto 1

Sono passati due anni e, quelle rassicurazioni, si sono rivelate probabilmente farlocche. In queste settimane infatti stanno succedendo diverse cose che sembrano spingere Taranto verso Pechino: Ferretti sta ampliando l’investimento, aumentando l’area da gestire all’interno del porto. Ma soprattutto una zona ancora più strategica, circa 150mila metri quadrati di piattaforma logistica, sono stati aggiudicati (l’iter deve ancora concludersi) a una società, Progetto Internazionale 39, assai particolare.

ferretti group

 

Come raccontano le visure camerali che sono sul tavolo di diversi ministri (ne hanno parlato anche La Verità e Formiche), l’azienda è controllata al 33 per cento da Gao Shuai, imprenditore che da anni fa da cintura di trasmissione tra le aziende italiane e la Cina. Ma che, soprattutto, è delegato del governo cinese.

 

In sostanza, il sospetto è che dietro la proprietà di una società che sta per prendere la gestione di un porto strategico per il commercio nel Mediterraneo, qual è quello di Taranto, ma anche per la sicurezza nazionale (vista la vicinanza con la base Nato) ci sia direttamente Pechino. «Falso» ha spiegato in questi giorni il presidente dell’Autorità portuale, Sergio Prete, che gode di grande stima nel mondo logistico e portuale cinese. Prete ha assicurato che gli investitori sono italiani e che, in ogni caso l’operazione è di natura puramente commerciale per il rilancio del porto.

 

GIUSEPPE CONTE BEPPE GRILLO

[…] Prete ha ragione: dentro Progetto Internazionale ci sono anche azionisti italiani (un commercialista romano e un imprenditore di Civitavecchia). Ma a colpire, oltre al nome di Gao Shuai, è la struttura dell’azienda: è priva di esperienza specifica, nonostante si proponga di gestire una piattaforma importantissima. Ed è nata in estate da una srl che si occupava di pizzerie, improvvisamente venduta e riadattata al bando con un meccanismo che assomiglia molto a quello emerso nell’indagine della Guardia di Finanza su Alpi Aviation, la società di droni militari che il governo cinese aveva provato a comprare tramite srl satellite prima di essere bloccati dalle Fiamme gialle e dal governo con il golden power.

 

GIUSEPPE CONTE BEPPE GRILLO

[…] Il progetto della “Via della Seta” passa inevitabilmente da Taranto, visto i problemi che il governo di Atene sta avendo nella gestione del Pireo (porto che avevano comprato, così come la legge greca permette). E se mai ci fossero stati dubbi l’uscita di Beppe Grillo di due giorni fa (che con Conte al governo molto aveva già spinto per i cinesi) chiude ogni discorso: «Dobbiamo aprire il porto di Taranto ai grandi mercantili cinesi. È l’unico in quella zona a poterli ospitare. È un’occasione da non perdere».

 

 

 

 

 

Articoli correlati

BEPPE-MAO NON HA PERSO LA PASSIONE PER LA CINA! - AI PARLAMENTARI DEL MOVIMENTO 5 STELLE GRILLO HA..

LA NATO HA SCELTO TARANTO PER IL COMANDO MULTINAZIONALE MARITTIMO SUD, CHE SARA ...

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

porto di taranto 3

porto di taranto 2

ferretti group yacht

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel goldman sachs

"DELFIN” CURIOSO – DA DOVE ARRIVA LA NOTIZIA CHE LA HOLDING DEI DEL VECCHIO POTREBBERO LIQUIDARE IL LORO 2,7% DI UNICREDIT? I BENINFORMATI PUNTANO IL DITO SU GOLDMAN SACHS: LA BANCA AMERICANA E' ADVISOR DI COMMERZBANK, CHE TRA DUE GIORNI TERRÀ IL SUO “INVESTOR DAY”, E HA TUTTO L’INTERESSE A VEDER SVALUTARE IL TITOLO DELLA BANCA ITALIANA, CHE VUOLE PAPPARSELA – ORCEL TIRA DRITTO E ANNUNCIA CHE UNICREDIT "HA SUPERATO LA SOGLIA DEL 5% IN GENERALI”. E NON ESCLUDE UN RILANCIO SU BPM"

peter thiel donald trump elon musk

DAGOREPORT – MUSK È IL “DOGE”, MA IL VERO BURATTINO DELLA TECNO-DESTRA USA È PETER THIEL. PER AVERNE LA PROVA BASTA VEDERE LA PARABOLA ASCENDENTE DELLA SUA “PALANTIR” IN BORSA: IN UN MESE, HA GUADAGNATO IL 65% (IL 39 IN UNA SETTIMANA) – COSA POTRÀ FERMARE L’AVANZATA DEI MILIARDARI TECH A STELLE E STRISCE? IL LORO EGO E GLI INTERESSI OPPOSTI. IN QUESTE ORE THIEL HA ASSISTITO AL “TRADIMENTO” DEL SUO EX PUPILLO ZUCKERBERG: È STATA “META” A DIVULGARE IL CASO “PARAGON”. E THIEL HA GROSSI ACCORDI CON L’AZIENDA CHE PRODUCE IL SOFTWARE PER SPIONI GRAPHITE – IL REGALONE A MUSK: CONTROLLANDO I PAGAMENTI DEL PENTAGONO, POTRÀ VEDERE I CONTRATTI DELLE SOCIETÀ CONCORRENTI A SPACEX…

fortunato ortombina barbara berlusconi diana bracco giovanni bazoli teatro alla scala

DAGOREPORT - MA CHE È, LA SCALA O UNO YACHT CLUB? IL REQUISITO PRINCIPALE PER ENTRARE NEL CDA DELLA SCALA SEMBRA ORMAI ESSERE QUELLO DI AVERE UNA "BARCA" DI ALMENO 40 METRI – TRA I GIÀ PRESENTI IN CDA, IL VELIERO DI FRANCESCO MICHELI È LEGGENDARIO, ARREDATO DA QUADRI E DA UN PIANOFORTE A CODA. VACANZE IN BARCA ANCHE PER BAZOLI E MAITE CARPIO CONIUGATA BULGARI - E LE NEW-ENTRY? DIANA BRACCO VELEGGIAVA SU “BEATRICE”, UN'IMBARCAZIONE IN LEGNO DI VALORE STORICO, DA LEI DONATA AL COMUNE DI IMPERIA. BARBARA BERLUSCONI, INVECE, USA IL LUSSUOSO YACHT DI PAPI SILVIO, IL “MORNING GLORY”…

michael czerny kevin joseph farrell bergoglio papa francesco vaticano pietro parolin matteo zuppi

PAPA FRANCESCO COME STA? IL PONTEFICE 88ENNE È TORNATO DAL BLITZ DI 9 ORE IN CORSICA DEL 15 DICEMBRE SCORSO CON UNA BRONCOPOLMONITE CHE NON GLI DA’ TREGUA: COLPI DI TOSSE, IL CONTINUO RESPIRO SPOSSATO, IN COSTANTE MANCANZA D'OSSIGENO - I MEDICI DELLA SANTA SEDE STANNO CURANDO LA BRONCOPOLMONITE CON DOSI MASSICCE DI CORTISONE. E CORRE VOCE CHE LO VOGLIONO PORTARE AL POLICLINICO GEMELLI PER RIMETTERLO IN PIEDI, MA LUI RIFIUTA (PREFERISCE IL FATEBENEFRATELLI) - I CARDINALI FEDELISSIMI DI FRANCESCO (TRA CUI MICHAEL CZERNY E KEVIN JOSEPH FARRELL) SI DANNO MOLTO DA FARE PER LA SALUTE DI BERGOGLIO. E TE CREDO: NELLA CHIESA VIGE UNO SPOIL SYSTEM RADICALE: IL GIORNO IN CUI IL PONTEFICE VOLA NELLA CASA DEL SIGNORE, TUTTE LE CARICHE DELLA CURIA ROMANA DECADONO…