LA CITTÀ MIGLIORE PER I MILIARDARI? È DUBAI (E CHE HANNO FATTO DI MALE?) - SEGUONO CARAIBI, MAIORCA, HONG KONG, NUOVA ZELANDA

Elvira Serra per il "Corriere della Sera"

Dilemmi da plutocrati: in quale città vivere per investire? Forse a La Valletta, dove le scuole e lo champagne negli alberghi di lusso costano poco? Oppure a Hong Kong, dove c'è il maggior numero di ristoranti con stelle Michelin? E perché non a Palma di Maiorca o alle Isole Cayman, dove l'aeroporto è a un tiro di schioppo e non piove quasi mai? E non sarà il caso di rivalutare Tortola, ai Caraibi, con rischio politico pari a zero, o Auckland (Nuova Zelanda) con mare, montagna, golf, ippica e teatri a portata di mano?

L'agenzia di consulenza immobiliare internazionale Knight Frank ha trovato la risposta. Il posto giusto in cui far fruttare il proprio tesoretto e vivere bene è Dubai, che ha più di 30 scuole internazionali, un altissimo numero di giorni di sole all'anno, molteplici possibilità di intrattenimento nel tempo libero e il carburante costa poco. E pazienza se le temperature minime non vanno mai sotto i trenta gradi e l'umidità supera il 70%.

Dettagli, per l'agenzia di consulting che nel suo ultimo rapporto sugli stili di vita ha scelto ventitré località con regimi fiscali particolarmente vantaggiosi e tra queste ha stilato il decalogo dei luoghi dove è preferibile trasferirsi in base a una serie di parametri: sole, teatri, cucina, scuole, aeroporti, prezzi, stabilità politica e altro. Perché non basta che il Paese ospitante metta in pratica incentivi irresistibili (gli Stati Uniti, per esempio, garantiscono la Green Card a chi investa da loro almeno 500 mila euro e crei dieci posti di lavoro): bisogna poterci vivere bene.

«Sarà. Ma io a Auckland ci sono stato e a parte raggiungere in poco tempo le montagne e, se si cambia idea, il mare per fare windsurf, mi annoierei a morte guardando le pecore e basta», interviene asciutto l'economista della Bocconi Severino Salvemini. Che anzitutto nota con disappunto una clamorosa assenza nell'elenco delle città selezionate da Knight Frank: manca l'Italia.

«Quanto a stelle Michelin siamo secondi solo alla Francia, il meteo è dalla nostra parte, abbiamo un'offerta culturale e di intrattenimento varia e ricca, che va dai centri alle province», prosegue animandosi mentre si trova nella Rabatana, a Tursi, in provincia di Matera, per visitare un antichissimo presepe di pietra. «Ecco, se noi fossimo non dico americani, ma di qualunque altro Paese civile, questo posto sarebbe già nelle prime cento meraviglie della nazione. Da noi c'è l'imbarazzo della scelta: dalle langhe al Salento, dalle Dolomiti alla Sicilia, siamo circondati dalla bellezza. E se qualcuno volesse investire nel patrimonio pubblico, farebbe bingo: diventerebbe in un istante un benefattore dell'umanità e vivrebbe in un luogo meraviglioso».

Anche il sociologo Vanni Codeluppi ha qualche riserva su una relazione troppo stretta tra investimento economico e qualità della vita: chi sceglie Dubai, sostiene, lo fa sulla base degli sgravi (e ovviamente qui si escludono coloro che vanno alla ricerca dei paradisi fiscali). Ma poi concede: «L'Olanda è interessante perché offre un trattamento fiscale più conveniente rispetto all'Italia». Valutare oggettivamente dove sia meglio stare è difficile. Lo è per noi comuni mortali, a maggior ragione per miliardari che - come ha scritto l'inserto del weekend del Financial Times di ieri - hanno problemi tipo: far modificare il jet privato in modo da poterci stare in piedi.

Comunque, Codeluppi non avrebbe dubbi: «L'Italia è il Paese migliore del mondo: è il più bello, è un dato di fatto».

 

VISTA DAI GRATTACIELI DI DUBAI VISTA DAI GRATTACIELI DI DUBAI Malta - La vallettaISOLE CAYMAN jpegINAUGURAZIONE CHIRINGO MAIORCA IL RESORT CARAIBICO DI CALIVIGNY

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