1- IL COMANDANTE GENERALE DELLE CAPITANERIE DI PORTO AFFONDA SCHETTINO: “SE IL COMANDANTE NON AVESSE FATTO PERDERE UN'ORA PREZIOSA SAREBBERO TUTTI SALVI” 2- E POI CHIAMA IN CAUSA I MARINAI: “PERCHÈ GLI UFFICIALI CHE ERANO CON LUI, GLI STESSI CHE POI SONO SCIVOLATI CON IL COMANDANTE SULLA SCIALUPPA, SONO RIMASTI ZITTI?” 3- ALTRA BOTTA DAL RESPONSABILE DELLE OPERAZIONI MARITTIME DELLA AC-COSTA CROCIERE, ROBERTO FERRARINI: SCHETTINO ERA PRONTO A “CONDIVIDERE CON ME LA POSIZIONE DA TENERE CON LE AUTORITÀ, ALLE QUALI VOLEVA DIRE CHE LA NAVE AVEVA PRIMA SUBITO UN BLACK OUT A SEGUITO DEL QUALE AVEVA URTATO UN BASSO FONDALE” 4- INIZIA LA FORATURA DEI SERBATOI PEL PRELIEVO DEL CARBURANTE. PARTE LA CLASS ACTION 5- LE IMMAGINI MAI VISTE DEI PRIMI SOCCORSI ALLA COSTA CONCORDIA (DA REPUBBLICA.IT)
1- LE FOTO MAI VISTE DEI PRIMI SOCCORSI
Queste immagini erano state anticipate da una galleria esclusiva pubblicata da Repubblica.it. Ora, però, grazie al fotografo dell'Ap, Giuseppe Modesti, è possibile osservare con maggior chiarezza il momento dell'impatto della Costa Concordia all'Isola del Giglio e i primi soccorsi. Un documento che si aggiunge ai tanti sulla tragedia dell'imbarcazione.
1- COSTA CONCORDIA, «TUTTI SALVI SE SCHETTINO NON AVESSE TARDATO A DARE L'ALLARME»
Da "Corriere.it"
La responsabilità del naufragio della Costa Concordia «è sicuramente del comandante» Schettino. Non usa mezze misure il comandante generale delle Capitanerie di Porto, l'ammiraglio Marco Brusco, nel corso dell'audizione al Senato. Ma si chiede anche «perchè gli ufficiali che erano con lui, gli stessi che poi sono scivolati con il comandante sulla scialuppa, siano rimasti zitti» e non l'hanno fermato.
UN'ORA PREZIOSA - «Se il comandante Schettino non avesse fatto perdere un'ora preziosa sarebbe andata di lusso- ha detto Brusco- si sarebbero potute calare le scialuppe con calma, mettere a loro agio le persone». Ha rinviato invece alla lettura della scatola nera la valutazione sulla manovra fatta dal comandante della Costa Concordia dopo l'incidente. «Verificheremo -ha detto- se è stato realmente un atto di perizia del comandante dopo aver fatto la sciocchezza oppure se sia avvenuta casualmente. C'è l'ipotesi che sia stato casuale. Sarà interessante vedere dalla scatola nera la tempistica delle ancore».
Quanto alle ragioni che hanno indotto il comandante della nave ad effettuare una rotta prossima alla costa ha tenuto a precisare che « l'individuazione della rotta da seguire nella navigazione marittima è frutto di valutazioni che sono operate in via esclusive dal comandante che per legge è l'unico responsabile nella condotta della nave che individua la rotta migliore da percorrere anche in prossimità di una linea di costa dove non è vietato navigare, purché si mantenga sempre e costantemente salvaguardata la sicurezza delle persone a bordo».
L'INCHINO - Sulla pratica dell'inchino l'ammiraglio Marco Brusco ha tenuto a precisare che «con tale dizione non ci si riferisce a una manovra particolare prevista o vietata a seconda dei casi ma si fa riferimento ad una tradizione marinaresca non così radicata e frequente, contrariamente a quanto riportato da alcuni organi di informazione. La tradizione non è solo italiana ma è comune ad altri paesi e non vi è, nè a livello nazionale nè a livello internazionale, alcuna preclusione poiché la navigazione in prossimità della costa non può essere vietata laddove effettuata nel rispetto delle specifiche norme di sicurezza».
RIPRESE LE RICERCHE - Nonostante la prescrizione della Asl di Grosseto che mercoledì sera ha bloccato l'accesso dei sommozzatori in due punti della Concordia per la putrefazione dei residui di materiale organico, proseguono le ricerche delle persone che ancora mancano all'appello. Sul molo è stata sistemata un attrezzatura che consente di essere sottoposti a particolari lavaggi. Già da qualche giorno, comunque, i sub dei vigili del fuoco e della guardia costiera avevano trovato altri punti più sicuri per entrare nella nave, non potendo utilizzare le mute antinquinamento che non consentirebbero loro di muoversi nella carcassa.
CLASS ACTION - In mattinata sull'isola del Giglio è arrivato anche il procuratore della Repubblica di Grosseto, Francesco Verusio per un nuovo sopralluogo. «Allo stato non ci sono nuovi indagati, lasciateci lavorare», ha detto ai giornalisti prima di salire su una motovedetta dei carabinieri. Intanto parte la class action. La prossima settimana l'avvocato Giulia Buongiorno presenterà presso la Procura di Grosseto l'azione penale collettiva per conto di una cinquantina di passeggeri, anche stranieri, della Costa Concordia.
2 - "SCHETTINO VOLEVA CONCORDARE UNA VERSIONE PER LE AUTORITÃ"
IL CAPO DELL'UNITÃ DI CRISI COSTA: LA TESI ERA LO SCHIANTO DOVUTO A UN BLACK OUT
Teodoro Chiarelli e Grazia Longo per "la Stampa"
Un comandante non solo bugiardo e imprudente, ma anche pronto a «condividere con me la posizione da tenere con le autorità , alle quali voleva dire che la nave aveva prima subito un black out a seguito del quale aveva urtato un basso fondale». Il ritratto del comandante della Concordia è offerto dalle dichiarazioni scritte di Roberto Ferrarini, consegnate ieri dall'ad della Costa Pierluigi Foschi alla commissione Lavori Pubblici del Senato.
Tra il responsabile delle operazioni marittime della Costa e Francesco Schettino, la notte del naufragio, intercorrono 17 telefonate. La prima alle «21.57, quando mi disse che la nave aveva urtato uno scoglio». L'ultima «all'1.35, quando cercava di aggiornarmi sulla situazione, in maniera non attendibile» perché si trovava già sull'isola del Giglio. In mezzo tante rassicurazioni «con un tono chiaro e sufficientemente calmo» fino «alla sorpresa della telefonata alle 22.35, confermata in quella delle 22.45, sull'intenzione di dare l'abbandono della nave».
Ferrarini racconta la verità ? L'inchiesta della procura di Grosseto prosegue (ieri sono stati interrogati cinque ufficiali sulla rotta del 13 gennaio) e non sono esclusi nuovi indagati. Al momento tuttavia gli unici presunti colpevoli sono Schettino (agli arresti domiciliari a Sorrento) e il primo ufficiale Ciro Ambrosio, che verrà interrogato domani. Il 10 febbraio si terrà invece l'udienza del Riesame per valutare la richiesta di libertà avanzata dal difensore di Schettino, l'avvocato Leporatti.
Ieri, intanto, contro la Costa Crociere si è scagliato il commissario per l'emergenza Giglio, Franco Gabrielli: ha diffidato la società «perché non ha ancora depositato il piano di recupero dei rifiuti». Si tratta degli arredi (armadi, divani, sedie, suppellettili) e di quanto passeggeri ed equipaggio hanno lasciato a bordo durante il naufragio. Secca la replica del presidente e ad Foschi: «Abbiamo già risposto martedì sera con una lettera che lascio alle autorità valutare».
A Gabrielli tocca anche l'ingrato compito di dire quello che tutti ormai sanno ma nessuno ha avuto il cuore di dichiarare mettendoci la faccia. «Pensare che a bordo della Concordia ci sia qualcuno ancora vivo - dice appartiene alla categoria dei miracoli». E se Foschi, durante l'audizione in Senato, ribadisce «che il comandante Schettino decise da solo, senza informare la società , l'inchino davanti al Giglio (che comunque poteva avvenire solo a 5 nodi di velocità e a 5-6 miglia dalla costa, contro i 15 nodi e una distanza inferiore a mezzo miglio come ordinato da Schettino, ndr) e sottovalutò la gravità dell'incidente».
Le accuse sui clandestini e il lavoro nero a bordo? «Una cosa ignobile e impensabile». I soccorsi? Foschi sostiene «sono state svolte solo dall'equipaggio, addestrato adeguatamente». Peccato che il safety officer a verbale dichiara che «la Costa aveva sospeso per 30 giorni i precedenti safety e trainer officer la cui preparazione era stata ritenuta insufficiente».
Al di là della catastrofe ambientale che innescherebbe la fuoriuscita di carburante, aumentano le preoccupazioni per la contaminazione del mare a causa delle acque putride che si trovano all'interno dello scafo e che iniziano a fuoriuscire. La Usl di Grosseto ha stabilito la sospensione delle immersioni dei sommozzatori in alcuni punti della nave (corridoi delle zone D ed E) in attesa dei dati definitivi delle analisi microbiologiche.
Da ieri sera hanno un nome tre dei sei cadaveri recuperati dalla Concordia ancora da identificare. Sono Egon Hoer, Josef Werp e Horst Galle. Attorno alla grande nave «spiaggiata» ci si prepara al pompaggio del carburante contenuto nelle 21 cisterne: 2.300 tonnellate di gasolio assai denso e pesante.
3- ARPAT, TUTTI PARAMETRI NELLA NORMA
(ANSA) - ''Le sostanze che al momento si ritiene costituiscano la principale fonte di un potenziale grave inquinamento, tensioattivi e idrocarburi, risultano inferiori ai limiti di rilevabilita' in tutti i punti di campionamento effettuati martedi' 24 gennaio''. Lo scrive l'Arpat, l'Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana, incaricata dal prefetto Franco Gabrielli di monitorare le acque intorno al relitto della nave Concordia naufragata sulle coste dell'Isola del Giglio.
''Oltre ai punti intorno alla nave sono stati effettuati prelievi anche in prossimita' del dissalatore che alimenta l'acquedotto dell'isola e all'interno della macchia iridescente che era stata avvistata a sud del relitto della nave nei giorni scorsi - continua la nota -. Anche in questi ultimi campioni gli idrocarburi sono risultati inferiori alla soglia di rilevabilita'''. ''Altri parametri indagati risultano inferiori alle soglie di rilevabilita' o nella norma e i test di tossicita' negativi. Al momento - conclude Arpat - non si riscontrano quindi fenomeni significativi di inquinamento dell'acqua del mare''.
4- PROCURATORE, HO FATTA ROTTA E MANOVRA SCHETTINO
(ANSA) - A bordo di una motovedetta dei carabinieri il procuratore della repubblica di Grosseto si e' fatto accompagnare in mare dove, ha spiegato, ''ho fatto la stessa rotta e la stessa manovra compiuta dal comandante Schettino'' la sera del naufragio della Costa Concordia.
5- GABRIELLI, INIZIATE OPERAZIONI FORATURA SERBATOI...
(AGI) - "Sono cominciate le operazioni di flangiatura sui serbatoi" della Costa Concordia, naufragata il 13 gennaio davanti al porto del Giglio. Lo ha detto Franco Gabrielli, commissario delegato aal'emergenza al Giglio. "L'applicazione delle flange permette di fatto la foratura delle cisterne contenenti il carburante e la realizzazione di un sistema valvolare che consente di asportarlo senza che il liquido venga a contatto con l'acqua del mare".
"Il pompaggio vero e proprio del carburante dovrebbe quindi cominciare sabato, come ribadito anche oggi dalla Smit. Anche "le condizioni meteo-marine sono particolarmente favorevoli, mentre gia' da domenica tenderanno peggiorare. Ma per fortuna - conclude - non sempre le previsioni negative si sono realizzate".
6- STUDIO LEGALE USA EAVES RAPPRESENTANZA PASSEGGERI, DIFESE FAMIGLIE DEL CERMIS
(Adnkronos) - Promuovere azioni legali individuali, no alla class action. A sostenerlo e' lo studio legale statunitense Arthur Eaves, che ha assunto la rappresentanza di passeggeri e famiglie delle vittime della nave da crociera Costa Concordia, che il 13 gennaio scorso stava trasportando piu' di 4.200 persone quando si e' incagliata sulla costa toscana nei pressi dell'isola del Giglio. Si tratta dello stesso studio che ha tutelato gli interessi delle famiglie coinvolte nell'incidente sulla funivia del Cermis, riuscendo ad ottenere per la tragedia avvenuta il 3 febbraio 1998 il piu' alto compenso in Europa.
Non solo. Gli avvocati hanno appoggiato con successo anche le richieste dei marinai deceduti sula nave da carico ucraina Salvador Allende, affondata nel 1994 nel Nord Atlantico, con a bordo un equipaggio di 32 uomini. Ancora, quando la piattaforma di perforazione Seacrest e' affondata al largo delle coste della Thailandia nel 1991, un'azione legale e' stata avviata in California, e il caso si e' concluso positivamente con il risarcimento per le famiglie.
Dopo l'esplosione della piattaforma di perforazione Arco nel 1990, lo studio legale Eaves ha rappresentato con successo le famiglie che hanno perso i loro cari, ottenendo un risarcimento a loro favore. Gli avvocati stanno attualmente lavorando per il risarcimento dei danni provocati dalla fuoriuscita di petrolio da una piattaforma delle Bp negli Stati Uniti, e dalle malattie legate alla contaminazione di militari a Vieques, in Portorico.
7- AL GIGLIO IN ARRIVO TEAM DI ESPERTI UE 'ITALIA ESEMPIO DI COOPERAZIONE NELLA GESTIONE DEI DISASTRI'
(ANSA) - Un team di sei esperti dell'Unione europea arriva oggi all'Isola del Giglio per monitorare le operazioni di salvataggio e di inquinamento marino dopo l'incidente della Costa Concordia. Il loro arrivo giunge in seguito ad un invito delle autorita' italiane della Protezione civile. Il team di osservatori Ue, inviato in Italia dal Centro di informazione e monitoraggio della Commissione europea (MIC), e' composto da quattro esperti degli Stati membri Ue e della Commissione europea. Gli altri due membri del gruppo provengono dall'Unit... per l'Ambiente UNEP/OCHA e dall'Agenzia europea per la sicurezza marittima (EMSA).
Il team, si legge in una nota diffusa dalla Commissione europea, ''preparera' una relazione sulle lezioni da trarre dalla tragedia, allo scopo di condividerle con tutti i paesi europei che partecipano al Meccanismo di protezione civile europeo. Cio' contribuir... a rafforzare la loro cooperazione in caso di emergenza''. Soddisfatta dell'invito rivolto dall'Italia ad esperti della cooperazione di altri paesi europei la commissaria per la Cooperazione internazionale, gli Aiuti umanitari e la Risposta alle crisi Kristalina Georgieva.
'Le autorit... hanno agito con rapidit... e professionalit... per tutta l'operazione di salvataggio, cos come nei loro sforzi di prevenire l'inquinamento marino e tutti noi possiamo imparare molto dalle loro azioni. Questo tipo di collaborazione ci porta un passo avanti verso un'Europa pi- sicura''.
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