salvatore rossi luigi gubitosi pietro labriola

COME DAGO-RIVELATO, GUBITOSI LASCIA IL RUOLO DI AD DI TIM MA RESTA IN CONSIGLIO. LE DELEGHE PASSANO AD INTERIM AL PRESIDENTE SALVATORE ROSSI – IL CAPO DI TIM BRASIL PIETRO LABRIOLA NUOVO DIRETTORE GENERALE – IL CDA HA DECISO DI ISTITUIRE UN COMITATO PER ESAMINARE L’OFFERTA DI KKR. VIVENDI SI È DETTA "APERTA A VALUTARE TUTTE LE OPZIONI" E AFFILA LE ARMI PER LO SCONTRO CON IL FONDO AMERICANO

luigi gubitosi

CDA TIM ANCORA IN CORSO - GUBITOSI VERSO L'USCITA COME AD E DIR. GEN. MA RESTA CONSIGLIERE - LE DELEGHE OPERATIVE AL PRESIDENTE SALVATORE ROSSI - VIVENDI AUSPICA PIETRO LABRIOLA, NUOVO DIR. GEN. - A QUESTO PUNTO, NON CI SONO PIU' OSTACOLI PER MANDARE AVANTI LA MANIFESTAZIONE DI INTERESSE DEL FONDO USA KKR VERSO L'OPA E LA NOMINA DEGLI ADVISOR - DOPODICHE' IL DUELLO SARA' TRA KKR E VIVENDI (COMUNQUE SIA, LA RETE STRATEGICA SARA' DELLO STATO)

https://www.dagospia.com/rubrica-4/business/flash-cda-tim-ancora-corso-gubitosi-verso-39-uscita-come-ad-290921.htm

 

SALVATORE ROSSI LUIGI GUBITOSI

TIM, DELEGHE AL TANDEM ROSSI-LABRIOLA UN COMITATO PER VALUTARE L'OFFERTA KKR

Antonella Olivieri per “il Sole 24 Ore”

 

Finisce l'era Gubitosi in Telecom. Come aveva anticipato lui stesso alla vigilia con una lettera ai consiglieri, il manager ha rimesso le deleghe, che sono passate ad interim al presidente Salvatore Rossi. Quelle operative, da direttore generale, sono andate a Pietro Labriola, che alla guida di Tim Brasil negli ultimi due anni e mezzo ha dato buona prova come ad, e potrebbe appunto ora subentrare a Gubitosi.

 

pietro labriola

Labriola resterà anche chief operating officer di Tim Brasil. Gubitosi, al quale il consiglio ha revocato le deleghe di ad e i poteri di direttore generale, accettando le sue dimissioni, resta però nel board e dunque occorrerà trovare la disponibilità di qualcuno degli attuali amministratori a dimettersi per far spazio al nuovo ad. Spencer & Stuart, che era già stata incaricata dall'azienda a definire il piano di successione, assisterà Tim anche nella nomina del nuovo ceo.

 

LA FOTOGRAFIA DI TIM - AZIONISTI E SITUAZIONE FINANZIARIA

A Rossi in particolare sono state attribuite le deleghe relative a partnership e alleanze, comunicazioni istituzionali e public affairs, e la gestione degli asset strategici per la difesa e la sicurezza nazionale. Paola Sapienza è stata nominata invece lead independent director. Per quanto riguarda l'offerta, non ancora vincolante, manifestato dal fondo Usa Kkr, già partner di Telecom nella rete secondaria in rame, è stato deciso di istituire un comitato, presieduto da Rossi - cui partecipano anche gli indipendenti Paola Sapienza, Paolo Boccardelli, Marella Moretti e Ilaria Romagnoli - per avviare l'attività istruttoria propedeutica a esaminare l'offerta, con l'ausilio di advisor finanziari ancora da nominare.

 

pietro labriola

Da parte sua Vivendi, attraverso fonti vicine al gruppo parigino, si è detta «aperta a valutare tutte le opzioni strategiche per individuare la migliore soluzione per l'azienda e per il Paese», insieme a Kkr ed eventuali altri soggetti interessati. Il tutto sotto il tetto di una più stretta alleanza tra Italia e Francia che ricomprende anche gli asset strategici.

 

vincent bollore

Ieri dunque non è stato dato via libera alla due diligence richiesta dal fondo Usa, mentre nulla è stato comunicato a riguardo degli "scostamenti" che sarebbero stati individuati dai sindaci rispetto agli effetti del contratto con Dazn. Il consiglio, iniziato nel pomeriggio quasi un'ora dopo rispetto al previsto, è terminato dopo le 21.

 

Sul tavolo non c'era solo il tema della governance, che sarebbe stato inserito su richiesta di Vivendi già mercoledì sera. La riunione era stata convocata infatti in sede straordinaria su sollecitazione di sindaci e consiglieri, dopo che erano emersi appunto scostamenti non irrilevanti (di qualche centinaio di milioni sul lato dei ricavi, secondo quanto riferito dall'Ansa giovedì), relativi al contratto con Dazn per la visione via web delle partite di serie A.

TIM DAZN

 

Contratto che già è stato all'origine di due profit warning da parte della società, a fine luglio e poi ancora a fine ottobre. Nel dettaglio, le condizioni negoziate con Dazn, ma nemmeno il numero degli abbonati, sono mai stati resi noti. Rispetto al budget di 1,4 milioni, secondo le voci, gli abbonamenti sarebbero pari ad appena un terzo, mentre alla piattaforma che si è aggiudicata i diritti è stato comunque garantito un minimo di 340 milioni all'anno.

 

Sugli scostamenti rispetto al budget e su come compensarli si era tenuta alla vigilia una riunione congiunta tra il collegio sindacale e il comitato controllo e rischi, nel corso del quale sarebbero stati ascoltati anche l'ad Luigi Gubitosi e il chief revenue officer Stefano Siragusa, evidenziando che non c'era unità di vedute tra i due manager sui numeri prospettici. Secondo indiscrezioni, a prendere in mano la partita con determinazione sarebbero state soprattutto le donne.

LUIGI GUBITOSI

 

 Alla fine il consiglio si è mostrato unito sulle decisioni da prendere, senza evidenziare ulteriori lacerazioni. La lettera scritta da Gubitosi al cda avrebbe avuto un effetto boomerang, non solo con i francesi, ma anche con i consiglieri indipendenti. Il nuovo corso inizia con l'eredità di nodi intricati da sciogliere, ma alla fine si spera che questa sia l'occasione per un riassetto definitivo della travagliata compagnia telefonica di bandiera.

Ultimi Dagoreport

turicchi, giorgetti, sala

FLASH! - IL DILEMMA DI GIORGETTI: IL CAPO DELLE PARTECIPATE DEL TESORO E SUO FEDELISSIMO, MARCELLO SALA, NON HA INTENZIONE DI TRASLOCARE ALLA PRESIDENZA DI NEXI PER FARE POSTO AD ANTONINO TURICCHI, CHE VANTA PERO’ UN ‘’CREDITO’’ NEI CONFRONTI DEL MINISTRO DEL MEF PER AVER CONDOTTO IN PORTO LE TRATTATIVE ITA-LUFTANSA. MA ALLA PRESIDENZA DI ITA, INVECE DI TURICCHI, MELONI & C. HANNO IMPOSTO SANDRO PAPPALARDO, UN PILOTA PENSIONATO LEGATO AL CLAN SICULO DI MUSUMECI – ORA GIORGETTI SPERA CHE VENGA APPLICATA LA LEGGE CHE VIETA AI PENSIONATI DI STATO DI RICOPRIRE INCARICHI RETRIBUITI)…

donald trump

DAGOREPORT - LA DIPLOMAZIA MUSCOLARE DI TRUMP È PIENA DI "EFFETTI COLLATERALI" - L'INCEDERE DA BULLDOZER DEL TYCOON HA PROVOCATO UNA SERIE DI CONSEGUENZE INATTESE: HA RIAVVICINATO IL REGNO UNITO ALL'UE, HA RILANCIATO L'IMMAGINE DI TRUDEAU E ZELENSKY, HA RIACCESO IL SENTIMENT ANTI-RUSSO NEGLI USA - LA MOSSA DA VOLPONE DI ERDOGAN E IL TRACOLLO NEI SONDAGGI DI NETANYAHU (SE SALTA "BIBI", SALTA ANCHE IL PIANO DI TRUMP PER IL MEDIO ORIENTE) - I POTENTATI ECONOMICI A STELLE E STRISCE SI MUOVONO: ATTIVATO UN "CANALE" CON LE CONTROPARTI BRITANNICHE PER PREVENIRE ALTRI CHOC TRUMPIANI...

giorgia arianna meloni maria grazia manuela cacciamani gennaro coppola cinecitta francesco rocca

DAGOREPORT - MENTRE LE MULTINAZIONALI STRANIERE CHE VENIVANO A GIRARE IN ITALIA OGGI PREFERISCONO LA SPAGNA, GLI STUDIOS DI CINECITTÀ SONO VUOTI - SONDARE I PRODUTTORI PER FAVORIRE UNA MAGGIORE OCCUPAZIONE DEGLI STUDIOS È UN’IMPRESA NON FACILE SOPRATTUTTO SE A PALAZZO CHIGI VIENE L’IDEA DI NOMINARE AL VERTICE DI CINECITTÀ SPA, CARDINE DEL SISTEMA AUDIOVISIVO ITALIANO, MANUELA CACCIAMANI, LEGATA ALLE SORELLE MELONI, IN PARTICOLARE ARIANNA, MA DOTATA DI UN CURRICULUM DI PRODUTTRICE DI FILM “FANTASMA” E DOCUMENTARI “IGNOTI” – FORSE PER IL GOVERNO MELONI È STATA PIÙ DECISIVA LA FEDE POLITICA CHE IL POSSESSO DI COMPETENZE. INFATTI, CHI RITROVIAMO NELLA SEGRETERIA DI FRANCESCO ROCCA ALLA REGIONE LAZIO? LA SORELLA DI MANUELA, MARIA GRAZIA CACCIAMANI, CHE FU CANDIDATA AL SENATO NEL 2018 NELLE LISTE DI FRATELLI D’ITALIA - QUANDO DIVENTA AD DI CINECITTÀ, CACCIAMANI HA LASCIATO LA GESTIONE DELLE SUE SOCIETÀ NELLE MANI DI GENNARO COPPOLA, IL SUO COMPAGNO E SOCIO D'AFFARI. QUINDI LEI È AL COMANDO DI UNA SOCIETÀ PUBBLICA CHE RICEVE 25 MILIONI L'ANNO, LUI AL TIMONE DELL’AZIENDA DI FAMIGLIA CHE OPERA NELLO STESSO SETTORE…

consiglio europeo giorgia meloni viktor orban ucraina zelensky ursula von der leyen

LE DECISIONI ALL’UNANIMITÀ IN EUROPA SONO FINITE: IERI AL CONSIGLIO EUROPEO IL PRIMO PASSO PER IL SUPERAMENTO DEL VETO, CON L’ISOLAMENTO DEL PUTINIANO VIKTOR ORBAN SUL PIANO IN CINQUE PUNTI PER L’UCRAINA – GIORGIA MELONI NON POTEVA SFILARSI ED È RIUSCITA A RIGIRARE LA FRITTATA CON MATTEO SALVINI: NON ERA UN DESIDERIO DI TRUMP CHE I PAESI EUROPEI AUMENTASSERO FINALMENTE LE SPESE PER LA DIFESA? DI CHE TI LAMENTI? - ANCHE LA POLEMICA DEL LEGHISTA E DI CONTE SUI “SOLDI DEGLI ASILI CHE FINISCONO IN ARMAMENTI” È STATA AGILMENTE NEUTRALIZZATA DALLA SORA GIORGIA, CHE HA FATTO “VERBALIZZARE” LA CONTRARIETÀ DELL’ITALIA ALL’UTILIZZO DEI FONDI DI COESIONE…