SONDRIO DI UNA NOTTE DI MEZZA ESTATE - IL CONSIGLIO DI STATO RIMUOVE L’ULTIMO OSTACOLO AL RISIKO BANCARIO E IMPONE ALLA POPOLARE DI SONDRIO DI DIVENTARE UNA SPA. COSÌ L’ISTITUTO DIVENTA PREDA DEL MERCATO, CON UNIPOL CHE CI HA GIÀ MESSO UN’IPOTECA: CIMBRI VUOLE AGGREGARLA A BPER E COSTITUIRE IL “TERZO POLO BANCARIO”, MAGARI COINVOLGENDO ANCHE CARIGE – IL MONITO DI VISCO: IL MODELLO DELLA PICCOLA BANCA NON REGGE PIÙ, “È URGENTE” RIVEDERLO E SERVONO AGGREGAZIONI “PER SOSTENERE LA REDDITIVITÀ”
1 - IL CONSIGLIO DI STATO ACCELERA IL RISIKO IMPONENDO LA SPA ALLA POP SONDRIO
Rosario Dimito per "il Messaggero"
Ci ha pensato il Consiglio di Stato a rimuovere l' ultimo ostacolo al consolidamento bancario, aprendo la strada alla scalata della Popolare di Sondrio, ultimo dei grandi istituti cooperativi governato dal voto capitario, da parte del gruppo Unipol che proprio ieri è salito dal 6,9 al 9,01% del capitale.
Operazione quasi contemporanea con la decisione della sesta sezione del massimo organo di giustizia amministrativa, che con la sentenza n. 4169, ha respinto i motivi di ricorso diretti a contestare la legittimità della riforma delle popolari - attraverso la trasformazione in società per azioni - introdotta dal governo Renzi a gennaio 2015 e dalle disposizioni attuative approvate dalla Banca d' Italia.
Si tratta dell' ultimo step di un percorso accidentato sul quale si sono espressi due volte la Consulta e una volta la Corte di giustizia Ue. In particolare, i giudici amministrativi di ultima istanza hanno confermato la «legittimità delle disposizioni con cui è stato prescritto un limite di attivo di 8 miliardi», oltre il quale precludere lo status di popolare e «consentire lo svolgimento dell' attività bancaria con la forma della spa».
Questa forma giuridica viene ritenuta «maggiormente coerente al modello di business degli operatori di maggiori dimensioni e funzionale ad assicurare la realizzazione degli obiettivi di rafforzamento patrimoniale degli istituti di credito».
La riforma Renzi riguardò le prime 10 grandi popolari italiane: Banco Popolare, Ubi Banca, Bper, Bpm, Popolare di Vicenza, Veneto Banca, Popolare di Sondrio, Creval, Popolare dell' Etruria, Popolare di Bari: cinque si sono trasformate in spa volontariamente, delle altre cinque, quattro hanno avuto vicissitudini (Bari è diventata spa con il salvataggio di Mcc), solo Sondrio era rimasta coop.
I giudici amministrativi precisano che il modello organizzativo della spa è «idoneo e necessario per assicurare il celere reperimento di capitale sul mercato, anche al fine di prevenire crisi bancarie che, in ragione delle interconnessioni tra gli istituti di credito, specie di grandi dimensioni, operanti in ambito non solo locale, potrebbero produrre un effetto di contagio all' intero sistema, con riflessi anche in altri settori economici».
IL TERZO POLO
La riforma del 2015 ha inoltre posto limiti al rimborso delle azioni in caso di recesso del socio. Tra le misure che hanno avuto il placet del Consiglio di Stato ci sono anche le modifiche alle maggioranze per assumere le delibere assembleari aventi ad oggetto anche le trasformazioni di banche popolari in società per azioni.
Ora a Sondrio il destino è segnato anche se la strada verso la nuova forma giuridica non è immediata. La banca è assistita dallo studio Portale Purpura e la proposta di modifica dello statuto andrà sottoposta alla Bce, che impiega fino a 90 giorni per esprimersi: spesso questi processi danno luogo a contraddittori fra le parti che possono allungare i tempi a fine anno.
In ogni caso, di sicuro ora Sondrio, non più tutelata dallo scudo del voto capitario, diventa preda del mercato, dove comunque Unipol ha già messo un' ipoteca con l' obiettivo molto probabile di aggregarla a Bper, dove ha il 18% allo scopo finale di costituire la base del terzo polo bancario coinvolgendo magari Carige.
Ieri la Borsa ha incoraggiato la decisione dei giudici e il titolo della Popolare di Sondrio è salito dello 0,7% a 4,06 euro.
2 - VIA ALLE FUSIONI TRA PICCOLE BANCHE IL MODELLO TRADIZIONALE NON REGGE
Rosario Dimito per "il Messaggero"
Non c' era il grande risiko bancario tanto atteso dal mercato, nelle Considerazioni Finali di Ignazio Visco di ieri, davanti a una platea ridotta per le misure di contenimento anti-Covid.
Unicredit-Mps, una triangolazione con Banco Bpm con possibili spezzatini, terzo polo bancario che sta a cuore a Giuseppe Castagna (Banco Bpm-Bper), affondo di Unipol a favore di Bper-Sondrio, rilanciato dalla sentenza del Consiglio di Stato sempre ieri, nuovo proprietario di Carige: non c' è traccia nelle esortazioni del governatore che, proprio per evitare assembramenti, ha parlato davanti a una quarantina di invitati, tra i quali Fabio Panetta (ex dg di via Nazionale ora membro dell' esecutivo della Bce) e i presidenti delle prime quattro grandi banche italiane: Gian Maria Gros-Pietro (Intesa Sanpaolo), Piercarlo Padoan (Unicredit), Massimo Tononi (Banco Bpm), Patrizia Grieco (Mps). Non poteva del resto essere altrimenti anche se molti osservatori attenti hanno avvertito l' assenza di qualunque riferimento che invece altre volte ha portato Visco ad essere più esplicito.
LE SOLUZIONI
Il modello della piccola banca tradizionale non regge più ed «è urgente» che venga rivisto anche con aggregazioni da fare «subito per sostenere la redditività», ha detto il governatore di Bankitalia all' interno delle 41 pagine della relazione, molto più corposa delle Considerazioni e degli interventi degli ultimi anni.
Visco lancia un alert ai «diversi intermediari per la maggior parte di piccole dimensioni e con un' operatività tradizionale», in quanto «presentano debolezze strutturali; in taluni casi esse sono dovute a un governo societario non adeguato e alla debolezza dei controlli interni, in altri alla ridotta capacità di accedere ai mercati dei capitali, di innovare e di sfruttare economie di scala e di diversificazione».
Le soluzioni suggerite da Visco sono la stipula di accordi commerciali con altri operatori, la creazione di consorzi e, non ultime, operazioni di aggregazione. Il messaggio è stato chiaro e anche se non ha fatto nomi, il governatore potrebbe aver fatto riferimento a istituti come Banca Profilo dove il suo azionista di maggioranza - il fondo Sator - ritiene conclusa la sua missione e sta cercando un nuovo partner.
Un' altra piccola banca invece, Consulia di Milano, pur essendo ben gestita e in salute, ha voluto anticipare i tempi, allacciando un negoziato in esclusiva con Finint che si conclude il 9 giugno, salvo eventuali proroghe.
E poi c' è chi ritiene che anche Bim possa dover trovare una fase nuova di rilancio. Inoltre sono tante le popolari di piccole dimensioni, seppure non coinvolte nel diktat di ieri del Consiglio di stato a trasformarsi in spa, ma che necessiterebbero di acquisire dimensioni maggiori ai fini del risparmio dei costi e della crescita dei volumi.
Più serena la situazione per le grandi banche italiane vigilate direttamente dalla Bce (con l' eccezione di Mps che ieri ha precisato, su invito Consob, di non avere operazioni straordinarie pronte). Il governatore ha sottolineato che «la distanza dalla media degli altri paesi per patrimonializzazione e qualità dei prestiti si è sostanzialmente annullata».
I NUOVI COMPETITOR
Le banche, ha sottolineato Visco, hanno accumulato patrimonio grazie anche al blocco dei dividendi e a un minore flusso di crediti deteriorati e ora possono «usare il patrimonio in eccesso» per «sostenere imprese in difficoltà ma con concrete possibilità di tornare a onorare regolarmente i propri debiti», oltre che «per adeguare classificazioni e rettifiche» che fatalmente arriveranno al termine della moratoria.
Secondo Visco «l' identificazione» di aziende ancora in grado di ripartire «è compito non semplice, ma fondamentale in questa fase congiunturale. La quota dei finanziamenti oggetto di ristrutturazione, pari al 3% a fine 2020, è destinata ad aumentare».
Infine la sfida dell' innovazione tecnologica mette le banche nelle condizioni di dover fare investimenti perchè si sta allargando la platea dei clienti e degli erogatori di servizi. Si pensi a EnelX entrata nel superbonus per l' edilizia, le Coop e Conad che emettono carte di credito offrendo conti ai clienti, oppure Tim che permette di rateizzare, tramite il Santander l' acquisto degli Ipad.