veneto banca consoli jet privato

LA DOLCE VITA DEI BANCHIERI BANCAROTTIERI - VINCENZO CONSOLI DI VENETO BANCA GODEVA DI UN JET PRIVATO, OPERE D’ARTE, VILLE DA SOGNO. E PER TENERE BUONI I DIRIGENTI, UNA FLOTTA DA 152 AUTO BLU. PIÙ NATURALMENTE 32 MILIONI DI STIPENDIO. UN BUCO DA 6 MILIARDI CHE HA ROVINATO 120MILA PERSONE

Attilio Barbieri per ‘Libero Quotidiano

 

jet privato di consoli veneto bancajet privato di consoli veneto banca

Un aereo privato, un ristorante con tanto di chef stellato, uno stadio. I giardini pensili e una serie infinita di quadri di grande valore. Con una ciliegina sulla torta, anzi più d' una: i lampadari in vetro di Murano firmati dal maestro Gianni Seguso, vere opere d' arte in esemplare unico. La sede di Veneto Banca a Montebelluna assomigliava più al palazzo di un monarca babilonese piuttosto che al quartier generale di un istituto di credito con le redici ben piantate nel pur riccho e operoso Nordest.

 

A ricostruire il dossier è Il Mattino di Padova che dà conto scrupolosamente dell' ostentazione di ricchezza e potere che trasudava dalla Veneto Banca sotto la guida di Vincenzo Consoli, finito agli artresti il 2 agosto scorso con accuse pesanti: aggiotaggio ed ostacolo alle autorità pubbliche di vigilanza. Una ricostruzione, quella del quotidiano veneto, resa possibile dal nuovo corso targato Atlante.

 

veneto banca consoli jet privatoveneto banca consoli jet privato

Il cda insediato pochi giorni or sono dal fondo di Alessandro Penati non fa nulla per nascondere lo spreco sistematico delle risorse di clienti e azionisti durante la gestione del «ragioniere di Matera». Spreco di cui erano comunque all' oscuro i 120 mila clienti e azionisti che hanno visto svanire come in un falò di paglia tutti i loro averi. Sei miliardi di euro.

 

Ma che a Montebelluna non si lesinasse certo in spese era una sensazione facilmente percepibile. Occorsa anche al sottoscritto in occasione di un viaggio nella provincia veneta con il nostro direttore, Vittorio Feltri. Era il 2004 e al centro congressi di Veneto Banca si teneva un convegno su temi economici. Erano gli anni dell' ottimismo.

 

veneto banca assemblea sociveneto banca assemblea soci

L' euro e l' eurocrazia tedescoide non avevano ancora fatto sentire il loro peso su cittadini e imprese del Vecchio Continente. A Veneto Banca, come accadeva praticamente in tutti gli istituti di credito, si respirava un' aria di sicurezza. A guidare le danze, nell' Unione europea, erano proprio i banchieri. Cosa poteva accadere di sgradevole?

 

A Montebelluna, però, questo primato si declinava con ostentazione. Consoli più che il dominus di una grande banca popolare, qual era, si comportava e si atteggiava da monarca assoluto. Con un understatement, però, che solo i grandi della terra sanno sfoggiare con naturalezza. Dietro l' imponenza di una sede che ricordava da vicino un ministero, la vera opulenza si nascondeva agli occhi dei più.

 

veneto banca 2veneto banca 2

Come il jet della Bombardier, otto posti più i piloti, acquistato una prima volta al 50% a titolo di garanzia e poi, scrive Il Mattino, «incredibilmente ricomprato nuovo nel 2012 per 10,7 milioni di euro». Utile per far risparmiare tempo ai manager, disse una volta l' ex ad Consoli. D' altra parte un uomo capace di raggranellare oltre 30 milioni di emolumenti in 15 anni di carriera a Montebelluna, non deve essersi fatto tanti problemi a «investire» somme ingenti per conto della banca.

 

A proposito di investimenti faraonici, un esempio clamoroso è il centro direzionale alle porte di Montebelluna, cinque piani di cemento e vetro che ricordano vagamente un transatlantico. Costo 24 milioni di euro. Il mattone piaceva decisamente ai vertici dell' istituto che nel 2008 acquistarono per 18 milioni la villa Spineda Gasparini Loredan a Venegazzù, per trasferirvi la sede della banca commerciale.

veneto  banca assemblea sociveneto banca assemblea soci

 

Un anelito di possesso che nel quartier generale di Montebelluna si trasformava anche in clamorose pacchianerie, come le piante d' ulivo secolari messe a dimora in un corridoio largo quanto un' autostrada, fra marmi bianchi e pavimenti in legno massello.

 

veneto  banca  assemblea sociveneto banca assemblea soci

E poi i bagni con finiture di alabastro nella sede principale, i giardini pensili in stile babilonese all' ultimo piano, un ristorante privato con tanto di chef da guida Michelin e un numero imprecisato di opere d' arte. Soprattutto quadri, come la «Veduta del canale di Mazzorbo» di Guglielmo Ciardi, valore 300mila euro e il «Rio dei mendicanti» di Francesco Guardi, valutato 600mila euro. Le due tele campeggiavano proprio nell' ufficio più importante. Quello di Consoli.

 

Per non parlare poi dei lampadari destinati a illuminare le stanze del potere dell' istituto trevisano, realizzati in vetro di murano da Gianni Seguso in stile '700 veneziano. Il più piccolo, da 60mila euro, sovrasta la sala del consiglio di amministrazione. L' altro, grande tre volte tanto, è collocato nell' imponente atrio del quartier generale di Montebelluna.

 

VINCENZO CONSOLIVINCENZO CONSOLI

Ma il «grande capo» non era l' unico a beneficiare di una gestione opulenta. Il nuovo ad Cristiano Carrus sta smontando la macchina mangia soldi che ha trovato.

cristiano carruscristiano carrus

Cominciando dalle 150 auto blu utilizzate da dirigenti e quadri. Roba da far invidia a un ministero. Della prima Repubblica.

Ultimi Dagoreport

donald trump elon musk vincenzo susca

“L'INSEDIAMENTO DI TRUMP ASSUME LE SEMBIANZE DEL FUNERALE DELLA DEMOCRAZIA IN AMERICA, SANCITO DA UNA SCELTA DEMOCRATICA” - VINCENZO SUSCA: “WASHINGTON OGGI SEMBRA GOTHAM CITY. È DISTOPICO IL MONDO DELLE ARMI, DEI MURI, DELLA XENOFOBIA, DEL RAZZISMO, DELL’OMOFOBIA DI ‘MAGA’, COME  DISTOPICHE SONO LE RETI DIGITALI NEL SOLCO DI ‘X’ FITTE DI FAKE NEWS, TROLLS, SHITSTORM E HATER ORDITE DALLA TECNOMAGIA NERA DI TRUMP E MUSK - PERSINO MARTE E LO SPAZIO SONO PAESAGGI DA SFRUTTARE NELL’AMBITO DELLA SEMPRE PIÙ PALPABILE CATASTROFE DEL PIANETA TERRA - IL SOGNO AMERICANO È NUDO. SIAMO GIUNTI AL PASSAGGIO DEFINITIVO DALLA POLITICA SPETTACOLO ALLA POLITICIZZAZIONE DELLO SPETTACOLO. UNO SPETTACOLO IN CUI NON C’È NIENTE DA RIDERE”

ursula von der leyen giorgia meloni donald trump friedrich merz

DAGOREPORT – HAI VOGLIA A FAR PASSARE IL VIAGGIO A WASHINGTON DA TRUMP COME "INFORMALE": GIORGIA MELONI NON PUÒ SPOGLIARSI DEI PANNI ISTITUZIONALI DI PREMIER (INFATTI, VIAGGIA SU AEREO DI STATO) – LA GIORGIA DEI DUE MONDI SOGNA DI DIVENTARE IL PONTE TRA USA E UE, MA URSULA E GLI EUROPOTERI MARCANO LE DISTANZE: LA BENEDIZIONE DI TRUMP (“HA PRESO D’ASSALTO L’EUROPA”) HA FATTO INCAZZARE IL DEEP STATE DI BRUXELLES – IL MESSAGGIO DEL PROSSIMO CANCELLIERE TEDESCO, MERZ, A TAJANI: "NON CI ALLEEREMO MAI CON AFD" (I NEONAZISTI CHE STASERA SIEDERANNO ACCANTO ALLA MELONI AD APPLAUDIRE IL TRUMP-BIS), NE' SUI DAZI ACCETTEREMO CHE IL TRUMPONE TRATTI CON I SINGOLI STATI DELL'UNIONE EUROPEA..."

paolo gentiloni francesco rutelli romano prodi ernesto maria ruffini elly schlein

DAGOREPORT - COSA VOGLIONO FARE I CENTRISTI CHE SI SONO RIUNITI A MILANO E ORVIETO: UNA NUOVA MARGHERITA O RIVITALIZZARE LA CORRENTE RIFORMISTA ALL’INTERNO DEL PD? L’IDEA DI FONDARE UN PARTITO CATTO-PROGRESSISTA SEMBRA BOCCIATA - L’OBIETTIVO, CON L’ARRIVO DI RUFFINI E DI GENTILONI, È RIESUMARE L’ANIMA CATTOLICA NEL PARTITO DEMOCRATICO – IL NODO DEL PROGRAMMA, LA RICHIESTA DI PRODI A SCHLEIN E IL RILANCIO DI GENTILONI SULLA SICUREZZA – UN’ALTRA ROGNA PER ELLY: I CATTO-DEM HANNO APERTO AL TERZO MANDATO PER GOVERNATORI E SINDACI…

giorgia meloni daniela santanche galeazzo bignami matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT - ‘’RESTO FINCHÉ AVRÒ LA FIDUCIA DI GIORGIA. ORA DECIDE LEI”, SIBILA LA PITONESSA. ESSÌ, LA PATATA BOLLENTE DEL MINISTRO DEL TURISMO RINVIATO A GIUDIZIO È SUL PIATTO DELLA DUCETTA CHE VORREBBE PURE SPEDIRLA A FARE LA BAGNINA AL TWIGA, CONSCIA CHE SULLA TESTA DELLA “SANTA” PENDE ANCHE UN EVENTUALE PROCESSO PER TRUFFA AI DANNI DELL’INPS, CIOÈ DELLO STATO: UNO SCENARIO CHE SPUTTANEREBBE INEVITABILMENTE IL GOVERNO, COL RISCHIO DI SCATENARE UN ASSALTO DA PARTE DEI SUOI ALLEATI AFFAMATI DI UN ''RIMPASTINO'', INDIGERIBILE PER LA DUCETTA - DI PIU': C’È ANCORA DA RIEMPIRE LA CASELLA RESA VACANTE DI VICE MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE, OCCUPATA DA GALEAZZO BIGNAMI…

donald trump joe biden benjamin netanyahu

DAGOREPORT - SUL PIÙ TURBOLENTO CAMBIO D'EPOCA CHE SI POSSA IMMAGINARE, NEL MOMENTO IN CUI CRISI ECONOMICA, POTERI TRADIZIONALI E GUERRA VANNO A SCIOGLIERSI DENTRO L’AUTORITARISMO RAMPANTE DELLA TECNODESTRA DEI MUSK E DEI THIEL, LA SINISTRA È ANNICHILITA E IMPOTENTE - UN ESEMPIO: L’INETTITUDINE AL LIMITE DELLA COGLIONERIA DI JOE BIDEN. IL PIANO DI TREGUA PER PORRE FINE ALLA GUERRA TRA ISRAELE E PALESTINA È SUO MA CHI SI È IMPOSSESSATO DEL SUCCESSO È STATO TRUMP – ALL’IMPOTENZA DEL “CELOMOLLISMO” LIBERAL E BELLO, TUTTO CHIACCHIERE E DISTINTIVO, È ENTRATO IN BALLO IL “CELODURISMO” MUSK-TRUMPIANO: CARO NETANYAHU, O LA FINISCI DI ROMPERE I COJONI CON ‘STA GUERRA O DAL 20 GENNAIO NON RICEVERAI MEZZA PALLOTTOLA DALLA MIA AMMINISTRAZIONE. PUNTO! (LA MOSSA MUSCOLARE DEL TRUMPONE HA UN OBIETTIVO: IL PRINCIPE EREDITARIO SAUDITA, MOHAMMED BIN SALMAN)