TRECCANI E UNA POLTRONA – FINITA L’AVVENTURA DI MINISTRO, SENZA UNO STRACCIO DI LAVORO, INVECE DI ANDARE A FARE IL VOLONTARIO A POMPEI, BRAY, VUOLE TORNARE ALL’ENCICLOPEDIA TRECCANI FACENDO FUORI IL PRESIDENTE TATO'

Simonetta Fiori per ‘La Repubblica'

Grandi manovre alla Treccani. Dal consiglio di amministrazione di oggi potrebbe emergere la nuova linea per l'istituto che ormai da tempo attende un rilancio. E anche un avvicendamento al timone dell'Enciclopedia. In molti danno per certa l'uscita dell'amministratore delegato Franco Tatò, a cui potrebbe far seguito il ritorno dell'ex ministro dei Beni culturali Massimo Bray. Non più in veste di direttore editoriale, ma in quella assai più influente di direttore generale.

Così si concluderebbe l'operazione cominciata un mese fa con la nomina del giurista Franco Gallo alla presidenza della Treccani, ultimissimo atto del governo Letta su indicazione del capo dello Stato. La carica di presidente era rimasta vacante dal settembre scorso, con il trasloco di Giuliano Amato alla Corte Costituzionale.

L'altra casella rimasta libera era quella di direttore editoriale, lasciata da Bray per il ministero dei Beni Culturali. Il quale ora potrebbe rientrare in un ruolo molto più forte, che sostituisce di fatto quello esercitato finora da Tatò, ma bilanciato da un maggiore peso della presidenza, carica di fatto esautorata da quella dell'amministratore delegato.

Figura, quest'ultima, che potrebbe scomparire. Il nuovo "organigramma" circola da qualche giorno all'interno di Palazzo Mattei, dove si attendono i risultati della riunione di oggi, l'ultima del consiglio d'amministrazione in scadenza. Così come scade l'incarico del " kaiser Franz", 82 anni il prossimo agosto, dal 2003 alla guida della Treccani dopo aver ricoperto incarichi al vertice di Fininvest, Mondadori ed Enel. Sotto la sua gestione la Treccani ha visto ridurre fortemente gli organici. In piazza Paganica sono rimaste poche decine di redattori e il lavoro delle opere viene ormai affidato quasi esclusivamente alle agenzie esterne.

È sopravvissuta una sola struttura centralizzata che corregge il lavoro dei service. Il rischio lamentato da molti è che la qualità delle opere possa indebolirsi. E che il marchio Treccani possa perdere credibilità. Da qui l'esigenza di un nuovo rilancio per un'agenzia culturale che continua ad attrarre lettori, nonostante il salto di civiltà abbia fortemente indebolito il valore delle enciclopedie di carta.

Alcune opere vengono vendute come appendici dell'Enciclopedia e possono contare su un circuito sicuro degli abbonati. Una voce sicura del bilancio è rappresentata dai libri strenna, lussuose edizioni d'arte che vengono vendute soprattutto in occasione delle feste. E il portale della Treccani può vantare 250mila contatti al giorno, anche grazie alla messa in rete dei preziosi repertori enciclopedici che rappresentano un'alternativa rigorosa a Wikipedia.

Ora l'Istituto ha bisogno di potenziare il suo ruolo culturale, appannato dai tagli e dalle ristrutturazioni. Per lunghi mesi è rimasto senza guida, fino alla nomina nel febbraio scorso di Franco Gallo, già presidente della Corte Costituzionale e ministro delle Finanze nel governo Ciampi. Oggi il consiglio di amministrazione da cui dipenderà il futuro della Treccani.

 

Vittorio Sgarbi e Massimo Bray FRANCO TATO E GUGLIELMO EPIFANI gallo franco Lucia Annunziata Giuliano Amato

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…