SU LAGARDE! – COSA FARÀ LA BANCA CENTRALE EUROPEA PER CONTENERE LE TREMENDE RIPERCUSSIONI ECONOMICHE DOVUTE ALL’EMERGENZA CORONAVIRUS? OGGI LO SAPREMO, MA SERVIRÀ UN SUPER "BAZOOKA" PER NON FAR ANDARE TUTTA EUROPA GAMBE ALL’ARIA. POSTO CHE I TEDESCHI NON ROMPANO E CHE L’INTERVENTO SERVA A QUALCOSA: QUESTA RECESSIONE SARÀ DIVERSA DA TUTTE LE ALTRE, PERCHÉ NON È UNA CRISI DI SOLA DOMANDA, MA ANCHE E SOPRATTUTTO DI OFFERTA...
1 – IMPARATE QUESTA PAROLA: “SUPPLY SHOCK”. SARÀ QUELLA CHE CI RICORDEREMO QUANDO IL PANICO SARÀ SFUMATO E DOVREMO FARE I CONTI CON LE CONSEGUENZE ECONOMICHE DEL CORONAVIRUS – ANCHE LE BANCHE CENTRALI POTRANNO FARE POCO. CHE CE NE FAREMO DI TUTTI QUEI SOLDI GRATIS SE NON CI SARANNO PRODOTTI DA ACQUISTARE?
mario draghi christine lagarde
2 - LE MOSSE DELLA BCE: ATTESO OGGI IL "BAZOOKA" L'EUROPA STUDIA MAXI-PRESTITI ALLE AZIENDE
Marco Bresolin per “la Stampa”
Durante la riunione straordinaria del Consiglio europeo di martedì, Christine Lagarde ha avvisato i 27 leader Ue: «A causa dell' impatto del coronavirus - avrebbe detto la presidente della Bce secondo diverse fonti - l' Eurozona rischia di ritrovarsi in una situazione simile a quella del 2008».
Per questo la Banca centrale europea è pronta ad adottare misure straordinarie. Ma la mossa della Bce - attesa per oggi - potrebbe essere accompagnata da un altro "bazooka" sull' asse Bruxelles-Francoforte, un maxi-piano di prestiti alle piccole e medie imprese per assorbire la botta dell' epidemia.
panico coronavirus a fiumicino 2
Ci stanno lavorando la Commissione, i ministeri delle Finanze e soprattutto la Banca europea per gli investimenti. Uno schema che dovrebbe coinvolgere anche le grandi banche europee per garantire un flusso di prestiti a tassi bassissimi a tutte le attività economiche che avranno bisogno di finanziamenti per rialzarsi dopo la crisi economica, al momento considerata più che probabile. Si parla di centinaia di milioni di euro. Prestiti che - e qui sta la novità - sarebbero garantiti dal bilancio dell' Ue.
Il piano non è stato ancora finalizzato, ma potrebbe arrivare sul tavolo dell' Eurogruppo lunedì prossimo. Secondo l' agenzia Reuters sarebbero in corso i contatti con diverse banche europee per valutare la loro disponibilità a prenderne parte, ben sapendo che in caso di fallimento dei beneficiari dei prestiti ci sarebbe una sorta di garanzia Ue per coprire le perdite.
La mossa si incastrerebbe dunque con quelle della Bce, che oggi svelerà le sue misure.
christine lagarde mario draghi
Tra le ipotesi sul tavolo dell' Eurotower c' è un ulteriore taglio dei tassi di interesse: oggi sono già negativi a -0,5% e le indiscrezioni dicono che potrebbero scendere a -0,6%. Resta in campo un possibile allargamento del piano di acquisto di titoli pubblici, oggi è limitato a 20 miliardi di euro al mese. E infine si parla di misure per garantire liquidità alle banche agevolando il credito alle piccole e medie imprese (la Fed ha ulteriormente aumentato la quantità di denaro che fornisce alle banche per i prestiti overnight, portando il livello 175 miliardi di dollari).
Intanto sull' asse Roma-Bruxelles si lavora alle misure che l' Ue vuole mettere in campo per dare fiato alla nostra economia.Ursula von der Leyen e il premier Giuseppe Conte ne hanno parlato ieri e la presidente della Commissione ha garantito la massima flessibilità nell' applicazione delle regole su aiuti di Stato e finanza pubblica.
KRISTALINA GEORGIEVA E CHRISTINE LAGARDE
C' è poi il nuovo "Fondo di investimenti Ue per il Coronavirus", come era stato definito dalla stessa von der Leyen. Che però - a detta della stessa Commissione - non è affatto un nuovo fondo, tanto che è stato declassato al rango di «iniziativa». In sostanza i 7,5 miliardi citati l' altra sera dalla von der Leyen non rappresentano fondi Ue aggiuntivi da distribuire agli Stati in base alle loro necessità legate al Coronavirus.
Lo strumento consentirà soltanto ai governi di trattenere i fondi Ue già assegnati loro e di evitare di restituirli a Bruxelles anche se non spesi, al fine di indirizzarli verso investimenti finalizzati a mitigare l' impatto economico del Coronavirus.
3 - LA BCE PREPARA IL. BAZOOKA, ROMA E PARIGI SPINGONO MA IL NORD RESTA FREDDO
Federico Fubini per il “Corriere della Sera”
Nel 2008, nel pieno del contagio finanziario che aveva preso in una morsa le banche di tutto il mondo, Angela Merkel citò Goethe: «Se tutti spazzassero di fronte alle propria porta, ogni quartiere della città sarebbe pulito». Rifiutava l' idea una risposta europea per fermare lo smottamento.
L' allora presidente francese Nicolas Sarkozy, che l' aveva proposta, tradusse: Chacun sa merde . Quindi la cancelliera tedesca passò a farsi approvare 44 aiuti di Stato alle banche. Ci sarebbero voluti altri tre anni e danni incalcolabili prima che acconsentisse a un approccio comune dell' area euro alla crisi. Che una citazione di Goethe sia nell' aria anche stavolta si inizia a percepire da certi piccoli segni.
Non dalle parole della cancelliera, benché sempre caute. Quando Merkel ricorda che il Patto di stabilità ha «sufficiente flessibilità per situazioni straordinarie», dice anche che quelle regole si applicano comunque all' Italia: niente deficit sopra al 3% del prodotto lordo (quasi impossibile da rispettare, nel 2020) e interventi solo mirati e limitati. E quando precisa che «farà quanto necessario», afferma qualcosa di diverso dal «qualunque cosa serva», che Mario Draghi alla Banca centrale europea affermò otto anni fa e l' Italia con Emmanuel Macron, oggi al posto di Sarkozy, vorrebbero trasformare nell' approccio comune dei governi alla recessione in arrivo.
l'esordio di christine lagarde alla guida della bce 8
I segni che la sindrome di Goethe serpeggi si notano. L' altro ieri nella teleconferenza dei leader europei, solo Italia, Francia e Spagna hanno chiesto un piano comune di rilancio dell' economia. Non è il pacchetto da 25 miliardi di euro volenterosamente offerto dalla Commissione Ue: di fronte al crollo della domanda, al rischio di fallimento delle compagnie aree, di interi comparti del turismo e delle infrastrutture, serve un pacchetto da centinaia di miliardi. E subito, dato il crollo in corso in alcuni Paesi e imminente in altri. Fatto insieme da tutti i governi, quel piano avrebbe l' effetto moltiplicatore della simultaneità e del segnale di fiducia ai cittadini.
paolo gentiloni ursula von der leyen
Merkel invece ha detto poco, l' altro giorno. Ma si è capito che si prepara soprattutto a chiedere una sospensione delle regole sugli aiuti di Stato che le permetta di regolare le sue questioni aperte. Ci sono da risolvere i problemi di Deutsche Bank e Commerzbank, i due colossi del credito in Germania, dei quali i prezzi di Borsa dicono in pratica che quattro quinti del bilancio valgono zero. C' è Lufthansa che rischia e solo su aprile ha dovuto cancellare 23mila voli.
La cancelliera vuole spazzare la neve davanti alla propria porta e conta sul fatto che la Germania ha ben 29 posti letto in terapia intensiva ogni centomila abitanti: la disponibilità più alta d' Europa, il doppio della Francia e tre volte più dell' Italia.
Quanto all' Olanda e agli scandinavi, sono ancora più riluttanti di fronte alle proposte del premier Giuseppe Conte, dello spagnolo Pedro Sánchez e di Macron. Un segno di tanta reticenza lo si è visto ieri a Bruxelles quando agli ambasciatori dei 27 Paesi è stata data l' agenda per il prossimo vertice europeo del 26-27 marzo. Era immutata rispetto a quella di settimane fa, con la più grande pandemia da mezzo secolo giusto aggiunta a fondo pagina.
Su questo sfondo, per ora la Bce sarà di nuovo lasciata sola a tenere il sistema a galla. Sotto la nuova guida di Lagarde, oggi annuncerà molto: meno vincoli regolatori per le banche, nuova liquidità da prestare alle imprese strozzate dalla pandemia, magari anche un aumento degli acquisti di titoli di Stato (il quantitative easing ) e un taglio dei tassi ancora più in negativo. Lagarde insiste e insisterà ancora per archiviare Goethe a reagire tutti insieme. E non è detto che alla fine, con la cancelliera, lei non risulti più convincente di Sarkozy.
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