PASSA IL TEMPO, EPPURE LE ACQUE SULLA CONCORDIA NON SI CALMANO - SECONDO UNA NUOVA PERIZIA, CINQUE PARATIE STAGNE CHE AVREBBERO DOVUTO IMPEDIRE ALL’ACQUA DI ENTRARE NELLA SALA MACCHINE DELLA NAVE ERANO STATE LASCIATE APERTE, CONTRO LA LEGGE - SE QUESTA VERSIONE FOSSE CONFERMATA, LE COSE PER SCHETTINO SI METTEREBBERO ANCORA PEGGIO, BASTAVA RISPETTATE LE NORME BASILARI E IL NAUFRAGIO POTEVA ESSERE EVITATO…

Alvise Losi per "Libero"

Forse, «nonostante lo squarcio di settanta metri nello scafo, la Costa Concordia non sarebbe affondata tanto velocemente», scrive il sito de Il Tirreno. «Se le paratie della nave non fossero state aperte, la nave avrebbe potuto reggere qualche ora in più, in attesa dei soccorsi di fronte all'Isola del Giglio. Ma alcune di quelle porte stagne, che durante la navigazione devono essere tenute chiuse, non hanno potuto frenare l'avanzare dell'acqua. Come avrebbero fatto se le procedure fossero state rispettate».

La ricostruzione arriva da Bruno Neri, professore della facoltà di Ingegneria a Pisa. Grazie al ritrovamento della scatola nera il superconsulente del Codacons avrebbe verificato che almeno due paratie erano state lasciate aperte durante la navigazione. E da lì l'acqua avrebbe invaso la sala generatori, bloccando i motori e lasciando la nave in avaria, in preda al naufragio. È una notizia che era già trapelata un mese fa, ma non aveva ricevuto conferma. Ma questa nuova perizia, se fosse confermata, metterebbe ancora più nei guai il comandante Francesco Schettino.

A dare man forte a questa tesi sembra esserci anche una registrazione di una comunicazione di bordo avvenuta alle 22.25 di quel 13 gennaio. Ciro Ambrosio, primo ufficiale di coperta, direbbe alla radio che «c'è acqua che entra dalle porte tagliafuoco». E sempre secondo una testimonianza di Ambrosio sarebbero state addirittura cinque le paratie aperte.

È la convenzione internazionale Solas, una legge del mare, a dire che le porte stagne devono restare chiuse durante la navigazione, proprio per evitare che l'acqua, in caso di incidente, possa invadere i locali interni della nave. Un naufragio che forse si poteva evitare, quello della Costa Concordia. Lo si era detto sin dalle prime ore dopo l'incidente.

Già la sera stessa si era capito che le normali procedure di navigazione non erano state rispettate. Troppo vicino il passaggio al Giglio per l'inchino all'isola. Ma con il passare dei mesi sono arrivate altre notizie, come quella delle carte a bordo della nave che non sarebbero state a norma. E ora forse anche le paratie aperte. Con il recupero del relitto della Concordia potrebbero saltare fuori nuove informazioni utili per i giudici di Grosseto che stanno indagando sul disastro che ha portato alla morte di 32 persone.

 

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