suisse secrets 3 credit suisse

PER NON FARE CRAC CREDIT SUISSE SI STA VENDENDO I PALAZZI - LA BANCA SVIZZERA DEVE TROVARE 5 MILIARDI ENTRO FINE MESE E, PER SALVARE IL BARACCONE, SI È RIDOTTA A SVENDERE PER 400 MILIONI L'HOTEL SAVOY DI ZURIGO E IL CAMPUS DA 1,3 MILIARDI - MA QUESTO POTREBBE NON BASTARE E C'È LA POSSIBILITÀ CHE VENGA FATTO UNO SPEZZATINO DELLE ATTIVITÀ STATUNITENSI DELL'ISTITUTO ELVETICO - RESTA IN CAMPO L'IPOTESI DI UN SALVATAGGIO STATALE STILE UBS...

Fabrizio Goria per “la Stampa”

CAMPUS CREDIT SUISSE

 

Credit Suisse è in cerca di liquidità in vista del 27 ottobre, quando sarà presentato il piano di ristrutturazione dal ceo Ulrich Körner. È prevista la cessione dell'hotel Savoy di Zurigo, per circa 400 milioni di euro, così come il campus nella stessa città svizzera, valutato 1,3 miliardi. Inoltre, in vista c'è anche lo spezzatino delle attività statunitensi, come riportano fonti vicine al dossier. Possibile che torni in auge lo storico marchio First Boston dopo lo scorporo. L'obiettivo è trovare, secondo fonti finanziarie, almeno 5 miliardi di euro entro fine mese.

 

CREDIT SUISSE

Intanto, è ancora nervoso il mercato dei Credit default swap (Cds, i derivati per assicurarsi contro il default di un titolo), di nuovo sopra quota 370 punti base. La corsa verso la raccolta di capitali freschi in modo da mettere in sicurezza il gruppo è frenetica. Ed è il motivo per cui Credit Suisse sta valutando la cessione di diverse attività nel suo portafoglio, al fine razionalizzarlo. Una di queste è il Savoy Hotel di Paradeplatz a Zurigo, proprio a sinistra della sede della banca. Le negoziazioni sono in corso. Più complicata è la cessione del campus di Credit Suisse di Zurigo. I due fondi sudcoreani interessati, KB Securities e Igis, si sono ritirati dalla gara. E ora l'immobile, ceduto da Credit Suisse a Norges Bank dieci anni fa (ma con un contratto di locazione fino al 2037, rinnovabile per 15 anni), è tornato sul mercato.

HOTEL CREDIT SUISSE ZURIGO

 

Qualora il fondo sovrano norvegese riuscisse e concludere l'operazione entro il 27 ottobre, potrebbe sostenere l'aumento di capitale che verrà. Del resto, i rapporti fra Credit Suisse e Norges sono sempre stati amichevoli e collaborativi, come sottolineato da più fonti finanziarie prossime a entrambe le entità. Alla luce di questi movimenti, non si ferma l'analisi delle opzioni per ristrutturare la banca. Fra le ipotesi al vaglio di Körner e del suo nuovo team, c'è la dismissione di diverse attività di investment banking, fra cui quelle di advisory, dealmaking e underwriting. Occhi puntati agli Usa, dove le trattative stanno avanzando. Nel frattempo, la Swiss national bank (Snb) monitora con attenzione. «Se ci sarà necessità, si interverrà», trapela da fonti interne. Le prossime tre settimane saranno decisive.

credit suisseCredit Suisse suisse secrets 3

Ultimi Dagoreport

donald trump elon musk vincenzo susca

“L'INSEDIAMENTO DI TRUMP ASSUME LE SEMBIANZE DEL FUNERALE DELLA DEMOCRAZIA IN AMERICA, SANCITO DA UNA SCELTA DEMOCRATICA” - VINCENZO SUSCA: “WASHINGTON OGGI SEMBRA GOTHAM CITY. È DISTOPICO IL MONDO DELLE ARMI, DEI MURI, DELLA XENOFOBIA, DEL RAZZISMO, DELL’OMOFOBIA DI ‘MAGA’, COME  DISTOPICHE SONO LE RETI DIGITALI NEL SOLCO DI ‘X’ FITTE DI FAKE NEWS, TROLLS, SHITSTORM E HATER ORDITE DALLA TECNOMAGIA NERA DI TRUMP E MUSK - PERSINO MARTE E LO SPAZIO SONO PAESAGGI DA SFRUTTARE NELL’AMBITO DELLA SEMPRE PIÙ PALPABILE CATASTROFE DEL PIANETA TERRA - IL SOGNO AMERICANO È NUDO. SIAMO GIUNTI AL PASSAGGIO DEFINITIVO DALLA POLITICA SPETTACOLO ALLA POLITICIZZAZIONE DELLO SPETTACOLO. UNO SPETTACOLO IN CUI NON C’È NIENTE DA RIDERE”

ursula von der leyen giorgia meloni donald trump friedrich merz

DAGOREPORT – HAI VOGLIA A FAR PASSARE IL VIAGGIO A WASHINGTON DA TRUMP COME "INFORMALE": GIORGIA MELONI NON PUÒ SPOGLIARSI DEI PANNI ISTITUZIONALI DI PREMIER (INFATTI, VIAGGIA SU AEREO DI STATO) – LA GIORGIA DEI DUE MONDI SOGNA DI DIVENTARE IL PONTE TRA USA E UE, MA URSULA E GLI EUROPOTERI MARCANO LE DISTANZE: LA BENEDIZIONE DI TRUMP (“HA PRESO D’ASSALTO L’EUROPA”) HA FATTO INCAZZARE IL DEEP STATE DI BRUXELLES – IL MESSAGGIO DEL PROSSIMO CANCELLIERE TEDESCO, MERZ, A TAJANI: "NON CI ALLEEREMO MAI CON AFD" (I NEONAZISTI CHE STASERA SIEDERANNO ACCANTO ALLA MELONI AD APPLAUDIRE IL TRUMP-BIS), NE' SUI DAZI ACCETTEREMO CHE IL TRUMPONE TRATTI CON I SINGOLI STATI DELL'UNIONE EUROPEA..."

paolo gentiloni francesco rutelli romano prodi ernesto maria ruffini elly schlein

DAGOREPORT - COSA VOGLIONO FARE I CENTRISTI CHE SI SONO RIUNITI A MILANO E ORVIETO: UNA NUOVA MARGHERITA O RIVITALIZZARE LA CORRENTE RIFORMISTA ALL’INTERNO DEL PD? L’IDEA DI FONDARE UN PARTITO CATTO-PROGRESSISTA SEMBRA BOCCIATA - L’OBIETTIVO, CON L’ARRIVO DI RUFFINI E DI GENTILONI, È RIESUMARE L’ANIMA CATTOLICA NEL PARTITO DEMOCRATICO – IL NODO DEL PROGRAMMA, LA RICHIESTA DI PRODI A SCHLEIN E IL RILANCIO DI GENTILONI SULLA SICUREZZA – UN’ALTRA ROGNA PER ELLY: I CATTO-DEM HANNO APERTO AL TERZO MANDATO PER GOVERNATORI E SINDACI…

giorgia meloni daniela santanche galeazzo bignami matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT - ‘’RESTO FINCHÉ AVRÒ LA FIDUCIA DI GIORGIA. ORA DECIDE LEI”, SIBILA LA PITONESSA. ESSÌ, LA PATATA BOLLENTE DEL MINISTRO DEL TURISMO RINVIATO A GIUDIZIO È SUL PIATTO DELLA DUCETTA CHE VORREBBE PURE SPEDIRLA A FARE LA BAGNINA AL TWIGA, CONSCIA CHE SULLA TESTA DELLA “SANTA” PENDE ANCHE UN EVENTUALE PROCESSO PER TRUFFA AI DANNI DELL’INPS, CIOÈ DELLO STATO: UNO SCENARIO CHE SPUTTANEREBBE INEVITABILMENTE IL GOVERNO, COL RISCHIO DI SCATENARE UN ASSALTO DA PARTE DEI SUOI ALLEATI AFFAMATI DI UN ''RIMPASTINO'', INDIGERIBILE PER LA DUCETTA - DI PIU': C’È ANCORA DA RIEMPIRE LA CASELLA RESA VACANTE DI VICE MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE, OCCUPATA DA GALEAZZO BIGNAMI…

donald trump joe biden benjamin netanyahu

DAGOREPORT - SUL PIÙ TURBOLENTO CAMBIO D'EPOCA CHE SI POSSA IMMAGINARE, NEL MOMENTO IN CUI CRISI ECONOMICA, POTERI TRADIZIONALI E GUERRA VANNO A SCIOGLIERSI DENTRO L’AUTORITARISMO RAMPANTE DELLA TECNODESTRA DEI MUSK E DEI THIEL, LA SINISTRA È ANNICHILITA E IMPOTENTE - UN ESEMPIO: L’INETTITUDINE AL LIMITE DELLA COGLIONERIA DI JOE BIDEN. IL PIANO DI TREGUA PER PORRE FINE ALLA GUERRA TRA ISRAELE E PALESTINA È SUO MA CHI SI È IMPOSSESSATO DEL SUCCESSO È STATO TRUMP – ALL’IMPOTENZA DEL “CELOMOLLISMO” LIBERAL E BELLO, TUTTO CHIACCHIERE E DISTINTIVO, È ENTRATO IN BALLO IL “CELODURISMO” MUSK-TRUMPIANO: CARO NETANYAHU, O LA FINISCI DI ROMPERE I COJONI CON ‘STA GUERRA O DAL 20 GENNAIO NON RICEVERAI MEZZA PALLOTTOLA DALLA MIA AMMINISTRAZIONE. PUNTO! (LA MOSSA MUSCOLARE DEL TRUMPONE HA UN OBIETTIVO: IL PRINCIPE EREDITARIO SAUDITA, MOHAMMED BIN SALMAN)