LA CRISI DI CREDIT SUISSE VA BEN OLTRE IL CRAC DI SILICON VALLEY BANK – IL TITOLO DELLA BANCA SVIZZERA OGGI HA PERSO IL 15%, MA IL ROSSO VA AVANTI DA MESI: NEL 2022 L’ISTITUTO HA REGISTRATO PERDITE PER 7,5 MILIARDI DI EURO, PER VIA DI UNA SERIE DI SCANDALI E INVESTIMENTI SBAGLIATI. POI CI SI È MESSA LA SITUAZIONE INTERNAZIONALE, E IL NO DEI SAUDITI ALLA RICAPITALIZZAZIONE HA FATTO IL RESTO – COINCIDENZA NON CONFORTANTE: IL PRESIDENTE DELL’ISTITUTO SI CHIAMA LEHMANN…”
Che il presidente del Credit Suisse di cognome faccia Lehmann è puramente casuale. E non è un refuso.
— Camilla Conti (@petunianelsole) March 15, 2023
Estratto dell’articolo di Lino Terlizzi per www.ilsole24ore.com
MEME SUL CROLLO IN BORSA DI CREDIT SUISSE
Il titolo del Credit Suisse, seconda banca elvetica per dimensioni alle spalle di Ubs, è sceso oggi ai minimi di sempre, sotto i 2 franchi. Durante la seduta a Zurigo è arrivato a perdere circa il 30% a 1,5 franchi, poi c'è stata una parziale risalita e nel pomeriggio l'azione oscillava tra 1,8 e 1,9 franchi, in flessione attorno al 15%.
A scatenare quest'altra onda di vendite sul titolo dell'istituto rossocrociato, che è in perdita e che da tempo è nel mirino di una parte degli investitori, sono state oggi le dichiarazioni del presidente di quello che è il suo maggior singolo azionista dopo il recente aumento di capitale, la Saudi National Bank. Ammar Al Khudairy ai microfoni di Bloomberg ha escluso ulteriori interventi finanziari per la banca svizzera. «La risposta è un no assoluto […]», ha affermato il presidente dell'istituto saudita, che detiene il 9,9% del Credit Suisse.
Tanto è bastato per suscitare nuove vendite sul titolo della banca elvetica […]. Sono così rimaste sullo sfondo le dichiarazioni del presidente del cda di Credit Suisse, Axel Lehmann, che aveva detto che non sarebbe corretto paragonare gli attuali problemi del CS con il collasso dell’americana Silicon Valley Bank (SVB), anche perché le banche sono regolamentate in modo diverso. «Abbiamo solidi coefficienti patrimoniali, un bilancio solido, quindi il sostegno dello Stato non è un tema che riguarda la nostra banca», ha affermato Lehmann.
[…] Coinvolto in una serie di investimenti sbagliati e di crisi conseguenti, tra cui quelle della finanziaria anglo-australiana Greensill e del fondo-family office americano Archegos, nel 2022 l’istituto ha registrato perdite di 7,3 miliardi di franchi (circa 7,5 miliardi di euro), dopo il rosso di 1,6 miliardi dell’anno prima. Le forti cadute del titolo nei mesi scorsi hanno alimentato le voci di un acquisto di Credit Suisse da parte di gruppi bancari di taglia internazionale. L'aumento di capitale, con il ruolo principale di investitori dell'area mediorientale, aveva poi fatto rientrare queste voci.