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DAGOREPORT - ALTA TENSIONE TRA IL MONDO FINANZIARIO AMERICANO E KING TRUMP - PRIMA DI DICHIARARE GUERRA A WASHINGTON, I GRANDI FONDI E I COLOSSI BANCARI ASPETTANO CHE TRUMP E MUSK CACCINO IL PRESIDENTE DELLA FEDERAL RESERVE PER IMPORRE I BITCOIN COME RISERVA NAZIONALE. UNA MONETA DIGITALE E SOVRANAZIONALE CHE AFFOSSEREBBE IL DOLLARO, E QUINDI L'ECONOMIA USA. E GOLDMAN SACHS SI PORTA AVANTI CONSIGLIANDO DI INVESTIRE IN ORO - LE RIPERCUSSIONI PER L'ITALIA: MELONI SA CHE I GRANDI FONDI, SE VOLESSERO, POTREBBERO MANDARE GAMBE ALL'ARIA IL DEBITO TRICOLORE...
DAGOREPORT
Donald Trump holding a Million Dollars - Harry Benson
Il fondo, prima o poi, ti affonda. Finora, con lo sbarco di Trump alla Casa Bianca, i grandi player della finanza americana, sono rimasti alla finestra (all'Inaguration Day, guarda caso, erano assenti i grandi banchieri).
Magari convinti che il maxi taglio delle tasse promesso (e non ancora mantenuto, dal Tycoon fosse carburante per l’economia americana, i vari Blackstone, Blacrock, Kkr, Pimco e compagnia miliardaria ha scelto un atteggiamento "wait and see", ma sempre dell'idea che, democratici o repubblicani, i ricchi negli Stati Uniti cadono sempre in piedi.
Per capire che il clima fosse frizzantino, basta vedere l’accoglienza ottenuta dal ciuffo arancione di Mar-a-Lago, a dicembre, a Wall Street, quando era stato nominato “persona dell’anno" da “Time”. Urla, applausi, giubilo generale di fronte all’uomo della deregulation, che avrebbe garantito anni di profitti record e tasche piene di dollaroni.
melania e donald trump a wall street
È bastato un mese di presidenza Trump per cambiare tutto. Ogni certezza, s'è sgretolata. La guerra commerciale a suon di dazi, la sfrondatura di dipendenti pubblici con la motosega di Musk, e le sbandate autoritarie hanno modificato la percezione dei mercati di fronte a “The Donald”.
Soprattutto, Trump e Musk hanno iniziato a mettere bocca e ficcare il naso dove nessuno aveva osato mai: sulla Federal Reserve.
È di ieri la notizia che Elon sta pensando di sottoporre alla sua “revisione” anche la Banca centrale americana. "La Tesla di minchia", insieme a Trump, chiede da tempo un maggior controllo della Fed da parte della Casa Bianca.
La battaglia riguarda soprattutto la politica monetaria: il presidente ha invocato più volte un drastico taglio dei tassi, mentre Jerome Powell, governatore peraltro nominato dallo stesso tycoon nel 2018, ci vuole andare piano.
Anzi, pianissimo, visto che nei giorni scorsi la stessa Fed ha invitato a un “approccio cauto”: “Possiamo mantenere i tassi a livelli restrittivi, se l'economia è forte, prima servono altri progressi sull'inflazione”. Tradotto: i dazi imposti e minacciati da Trump ci preoccupano eccome.
ELON MUSK CON LA MOTOSEGA - DOGEFATHER
Non possiamo esagerare con la politica monetaria espansiva ora, o salta tutto. Un ceffone al duo Trump-Musk, intenzionati a rispondere colpo su colpo.
Il più alto punto d’attrito tra la grande finanza americana e i nuovi “barbari” della Casa Bianca riguarda le criptovalute. Trump, in campagna elettorale, si era auto-nominato alfiere delle monete digitali, lasciando intendere che avrebbe valutato la possibilità di creare una riserva nazionale strategica di Bitcoin.
Al momento, nessuna decisione è stata presa, e non è detto che lo sarà mai (del resto, in passato Trump aveva definito la criptovaluta “una truffa”). Ma certamente qualcosa si sta muovendo.
Per manifestare la sua attenzione al mondo cripto, ha anche nominato uno zar per il settore, nella figura di David Sacks (già componente di spicco della “Paypal mafia”, insieme a Peter Thiel e Elon Musk e con un enorme conflitto di interessi, visto che è investitore della piattaforma Solana).
La passione per le cripto non si deve all’amore per l’epica cyber-punk del Bitcoin, moneta decentralizzata e senza “padroni”, ma a biechi interessi personali. A dimostrarlo è la triste vicenda della meme-coin dello stesso Trump, che gli ha fatto guadagnare milioni di dollari mentre 800mila investitori perdevano i loro risparmi. Le cripto, semmai, sono esse stesso strumento indiretto del progetto di indebolimento della Fed.
Come scrivono Mario Lettieri e Paolo Raimondi su “Linkiesta” (articolo del 3 febbraio), “la ventilata inclusione delle criptovalute nelle riserve sarebbe un ulteriore declassamento del potere decisionale della Fed”.
Ma tutta l’economia americana ne risentirebbe: la fiducia nel dollaro come valuta di riserva primaria al mondo, per esempio, crollerebbe.
E il Bitcoin non è un bene rifugio, per quanto i suoi fan più accaniti lo definiscano tale. È vero che ha un’offerta limitata di token (21 milioni), ma non ha alcun valore intrinseco e non rappresenta alcuna realtà economica sottostante. Il valore delle criptovalute, insomma, lo dà solo il mercato, ed è sottoposto a enorme volatilità.
Non a caso, in un mondo dominato dall’incertezza e dal panico, i più avveduti tornano all’oro (quello sì, bene rifugio per eccellenza). È il caso di Goldman Sachs, che lunedì ha aumentato la sua previsione sul prezzo del metallo giallo per la fine dell'anno a 3.100 dollari l'oncia rispetto ai 2.890 dollari previsti in precedenza, citando una maggior domanda da parte delle banche centrali. La domanda di oro, secondo Goldman, aumenterà del 9% entro la fine dell’anno.
ELON MUSK IN UN CAVEAU D ORO - IMMAGINE CREATA CON L INTELLIGENZA ARTIFICIALE DI GROK
Sarà anche per questo che, negli scorsi giorni, quei due mattacchioni di Musk e Trump hanno annunciato di voler mettere le mani anche sulle riserve auree di Fort Knox?
Il tycoon ha annunciato che ispezionerà personalmente il “bunker” del Kentucky, per verificare l’effettiva presenza dell’oro (fino al 1971, era in vigore il sistema aureo, per cui ogni dollaro stampato dalla Fed doveva avere un valore equivalente in oro, immediatamente convertibile).
Un modo per alimentare la teoria complottista sul “furto” dei lingotti, ad opera della solita classe burocratica woke-liberal che ha governato negli ultimi anni a Washington. Ma anche un nuovo capitolo della lotta al deep state della finanza. Quanto durerà la tregua tra il tandem Trump-Musk e il gotha economico statunitense?
Ps. Il comportamento dei grandi fondi americani è cruciale anche per l'Italia. I vari Blackstone, KKR, Blackrock che, pezzetto per pezzetto, si sono pappati grosse quote delle grandi aziende italiane (ultima, la rete Tim) e detengono grosse quote di bond tricolori, dall'Eni a Unicredit, potrebbero, se volessero, fare molto male all'economia del nostro Paese.
Scriveva ieri, su "Repubblica", Tommaso Ciriaco, spiegando il "wait and see" della Meloni sull'Ucraina: "Il silenzio unico tra i leader occidentali viene giustificato con l’impossibilità di strappare apertamente — anche volendo, e non vuole — con gli Stati Uniti. L’Italia, è la tesi della premier, è troppo dipendente dagli Usa sulla difesa. E soffre conti pubblici talmente fragili da rischiare ritorsioni degli investitori dei grandi fondi americani, che possono in qualsiasi momento mandare in crisi il debito tricolore.
MUSK DICE CHE STA PENSANDO DI CONTROLLARE LA FED
(Reuters) - Elon Musk ha dichiarato giovedì che sta pensando di sottoporre a revisione la Federal Reserve, dopo aver chiesto in passato un maggiore controllo della banca centrale.
Musk ha fatto questo commento alla Conservative Political Action Conference.
Il programma di riduzione dei costi di Musk, nell'ambito del Dipartimento per l'efficienza del governo, ha investito le agenzie federali da quando Donald Trump ha iniziato il suo secondo mandato presidenziale il mese scorso.
Trump annuncia che ispezionerà personalmente le riserve auree di Fort Knox
Estratto da www.agenzianova.com
Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha annunciato ieri l’intenzione di recarsi personalmente a Fort Knox, in Kentucky, per sincerarsi dell’effettiva presenza delle riserve auree nazionali. “Intendo andarci. Per tutta la vita ho sentito parlare di Fort Knox. È lì che viene custodito l’oro”, ha detto Trump durante un ricevimento con i governatori repubblicani a Washington.
“Stiamo iniziando a sentirci un po’ instabili. Abbiamo i nervi a fior di pelle su questa questione. Voglio scoprire la verità”, ha aggiunto. “Apriremo le porte. Voglio vedere se l’oro è ancora lì. Qualcuno ha rubato l’oro di Fort Knox?”. Negli ultimi anni esponenti del Partito repubblicano hanno espresso a più riprese dubbi in merito all’effettiva presenza delle riserve auree nominalmente custodite nella base militare del Kentucky.
DONALD TRUMP PERSONA DELL ANNO PER TIME - EDIZIONE 2024
Elon Musk ha lasciato intendere il 17 febbraio scorso che il dipartimento per l’Efficienza del governo (Doge) da lui diretto intenda verificare l’effettiva presenza delle riserve auree statunitensi custodite presso la base.
SOSTENITORE DI TRUMP A WALL STREET
“Alla ricerca dell’oro a Fort Knox…” ha scritto Musk sulla piattaforma sociale X, dove ha anche condiviso un messaggio pubblicato dal senatore repubblicano dello Utah Mike Lee: questi ha denunciato di aver tentato di verificare personalmente la presenza delle riserve auree all’interno della base, ma di essere stato respinto. “Chi ci conferma che l’oro non sia stato sottratto da Fort Knox? Forse è lì, forse no. Quell’oro appartiene al popolo americano! Vogliamo sapere se è ancora lì”, ha aggiunto Musk.
Anche il senatore repubblicano Rand Paul del Kentucky ha incoraggiato Musk a far luce sulla reale entità delle riserve custodite nel principale deposito aureo degli Stati Uniti. Su X, il deputato ha sollecitato a introdurre una verifica annuale delle riserve di oro fisico del Paese. Intervistato dall’emittente televisiva “Fox News” ieri, Paul ha sottolineato la necessità di maggiore trasparenza riguardo a Fort Knox e al suo contenuto. “Alcuni potrebbero pensare che non sia necessario controllarlo così spesso, ma io credo che più trasparenza c’è, meglio è. Inoltre, questo porta l’attenzione sul fatto che l’oro ha ancora valore e, implicitamente, anche il dollaro trae valore dall’oro”, ha affermato il senatore.
Il focus di Goldman Sachs sull'oro
Estratto da www.milanofinanza.it
Il prezzo dell'oro sale nonostante il rimbalzo del dollaro, poiché la domanda di beni rifugio rimane sostenuta dall'incertezza sia sui dazi commerciali Usa, anche se il presidente Donald Trump ha segnalato che i dazi reciproci sui partner commerciali degli Stati Uniti saranno imposti solo entro aprile, sia sui tassi di interesse statunitensi che potrebbero rimanere elevati più a lungo, come sostenuto dal membro della Fed, Christopher Waller.
Inoltre, un attacco con droni ucraini a una stazione di rifornimento russa ha intensificato i timori di un'escalation della guerra con l'Ucraina, minando i recenti commenti di Trump su un potenziale trattato di pace.
Lunedì 17 febbraio Goldman Sachs ha aumentato la sua previsione sul prezzo dell'oro per la fine dell'anno a 3.100 dollari l'oncia rispetto ai 2.890 dollari previsti in precedenza, citando una maggior domanda da parte delle banche centrali. Infatti, diverse banche centrali, in particolare quelle dei mercati emergenti, hanno aumentato gli acquisti di oro nell'ultimo anno a causa della crescente incertezza sulle politiche statunitensi e della forza del dollaro.
elon musk e javier milei con la motosega alla cpac
Solo nel mese di dicembre 2024 la domanda di oro delle banche centrali e di altre istituzioni sul mercato Otc di Londra è risultata molto forte: 108 tonnellate rispetto alla media pre-2022 di 17 tonnellate. La Cina è stata di nuovo il maggior acquirente, aggiungendo 45 tonnellate.
Per cui Goldman Sachs ha aggiornato la sua stima sulla domanda del metallo prezioso da parte delle banche centrali a 50 tonnellate al mese rispetto alle precedenti 41 tonnellate. Così, per la banca d'investimento americana l'aumento della domanda delle banche centrali aggiungerà un +9% ai prezzi dell'oro entro la fine del 2025. […]