DAL GARAGE AL BILLIONAIRE - “FORBES” METTE IN FILA I MILIARDARI DELLA SILICON VALLEY: CLASSE MEDIA, BUONA EDUCAZIONE, MA TUTTI ALLA FINE SI SONO “FATTI DA SOLI”, IERI COME OGGI

Greta Sclaunich per "CorrierEconomia - Corriere della Sera"

 

ZUCKERBERG ZUCKERBERG

Arrivano dal ceto medio, hanno avuto un’idea geniale durante gli anni dell’università e hanno creato una startup tecnologica scegliendo i primi soci tra amici e compagni. Lanciandola così in fretta che spesso non si sono nemmeno fermati a riflettere sul modello di business. Il mercato li ha premiati comunque: dai primi soldi ai milioni, e poi ai miliardi, sono passati pochi anni. Tanto che, alle soglie dei 40 (ma i più giovani hanno da poco passato i 30) sono tra i Paperoni degli Usa. E un’analisi di Forbes, che ogni anno compila la lista dei 400 più ricchi del mondo, li incorona nuovo prototipo dei self-made man all’americana.

 

ZUCKERBERG tr lgb ZUCKERBERG tr lgb

Quelli che si sono fatti da soli, oltre ad essere la stragrande maggioranza dei miliardari del tech, rappresentano anche i due terzi del totale. Insomma, sono finiti i tempi in cui l’emblema del nuovo ricco era il rapace finanziere in giacca e cravatta: ora si guarda anche alla Silicon Valley e agli startupper in jeans e t-shirt.

 

La loro storia è quasi la stessa, dalle origini al successo. La famiglia in gran parte dei casi ha garantito loro una buona istruzione e tutte le possibilità per riuscire: il 61,54% dei ricchi del tech, secondo i calcoli di Forbes, arriva proprio dalla classe media. I genitori dei miliardari del tech oltre ad aiutarli con gli studi (a volte fornendo pure il garage di casa), hanno fatto poco altro.

i self-made di interneti self-made di internet

 

BIOGRAFIE

Così, incrociando i dati biografici, Forbes ha scoperto che il 94% di loro ha creato il proprio impero da solo. Spesso lanciando la startup con compagni di università, ed è per questo che nella classifica spesso si ritrovano «accoppiati» per azienda: tra gli under 40 ci sono i il fondatore Mark Zuckerberg ed il terzo dipendente di Facebook Dustin Moskovitz, tra gli under 50 i due papà di Google Larry Page e Sergey Brin, tra gli over 50 i due soci agli albori di Microsoft Bill Gates e Paul Allen.

 

Scorrendo la lista dei dieci più ricchi del tech, da Gates ad Allen, la dicitura «self-made» accanto alla spiegazione sull’origine della fortuna si ripete di profilo in profilo. Lo stesso per la classifica degli under 40 americani: su 11, otto si sono fatti le ossa nel tech ed arrivano dal niente.

 

IL PROTOTIPO

bill gates in sardegna 8bill gates in sardegna 8

L’esempio è quello di Mark Zuckerberg, vera incarnazione del prototipo del self-made man di nuova generazione. Tra i Paperoni americani del tech si piazza al terzo posto (dietro Gates e Larry Ellison, fondatore di Oracle), tra gli under 40 invece è in testa. Merito, anche, della quotazione di Facebook che gli ha permesso di raddoppiare il suo patrimonio. Se non è il più giovane riccone della tecnologia è solo per una manciata di giorni: al primo posto arriva infatti Dustin Moskovitz (la cui ricchezza, comunque, viene da Facebook) che compie gli anni una settimana dopo Zuckerberg.

 

I FONDATORI DI GOOGLE SERGEI BRIN E LARRY PAGE I FONDATORI DI GOOGLE SERGEI BRIN E LARRY PAGE

Sempre al ceo di Facebook, alle sue decisioni ed ai suoi investimenti sono legate anche le fortune di altri big americani. Lo sbarco a Wall Street del social ha trainato i conti in banca di altri dirigenti, come la numero 2 Sheryl Sandberg o il vice presidente Jeff Rothschild. La scelta di Zuckerberg di acquisire la startup WhatsApp per la cifra record di 19 miliardi di dollari ha consentito invece ai due fondatori della società (lanciata nel 2009) di entrare nella lista dei 400 più ricchi del mondo. Uno dei due, il 38enne Jan Koum, è pure tra le new entry under 40 e con un patrimonio da 7,6 miliardi di dollari è il debuttante più ricco.

 

airbnbairbnb

A proposito di nuovi arrivi: dei 26 nuovi miliardari del mondo, quattro lavorano nel settore tecnologico. Ed è sempre grazie al tech, analizza Forbes, che gli Usa restano il Paese con più miliardari: oltreoceano ce ne sono 492 contro i 152 della Cina ed i 111 della Russia. Ma la classifica dei 400 di Forbes potrebbe presto arricchirsi con altri nuovi nomi del tech.

 

Tra i grandi esclusi, ricchi ma ancora troppo poveri per gli standard di Forbes (che fissa la barra a 1,55 miliardi di dollari), ci sono i tre fondatori di Airbnb, i due fondatori di Snapchat, il fondatore di Dropbox. Forse ce la faranno a debuttare già nella prossima edizione, visto che per Dropbox ed Airbnb si parla di quotazione imminente mentre Snapchat è corteggiata da mesi da tutti i colossi della Silicon Valley.

ICONA SNAPCHATICONA SNAPCHAT

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