''CI HANNO INVITATO A UN RISTORANTE A TRE STELLE, CI SIAMO RITROVATI UN MCDONALD'S'' - LA CRUDELE INTERVISTA DEL BOSS DI VIVENDI, DE PUYFONTAINE, SUL 'PACCO' MEDIASET PREMIUM, L'INCONTRO CON PIERSILVIO E LE STRATEGIE FUTURE (DAGO-PREVISIONE: SI PRENDONO TUTTO) - CONFALONIERI RISPONDE: ''MACCHÉ, HANNO DISATTESO IL CONTRATTO E ORA FANNO UNA SCALATA OSTILE'' - COSA SUCCEDERÀ NEI PROSSIMI GIORNI
1. «IL MIO INCONTRO CON PIER SILVIO NON SIAMO OSTILI, ORA TRATTIAMO»
Giuliana Ferraino per il ''Corriere della Sera''
Il motivo del blitz di Vivendi in Mediaset? È questo spiega Arnaud de Puyfontaine, 52 anni, ceo di Vivendi e braccio destro di Vincent Bolloré: «Fininvest e Mediaset ci hanno fatto causa per aver rotto il contratto su Premium. Ma noi ci siamo tirati indietro perché abbiamo scoperto di aver firmato un' intesa diversa da quanto ci era stato detto. Abbiamo provato a trovare un accordo alternativo. Invece ci hanno offeso e maltrattato pubblicamente. Non siamo masochisti. Abbiamo reagito per superare l' impasse.
bollore de puyfontaine assemblea vivendi
Il 20% ci rende il secondo socio con voce in capitolo per trovare un buon risultato su Premium. L' obiettivo finale è arrivare a un' alleanza per creare una media company europea di dimensioni mondiali, con un approccio latino e contenuti di grande qualità, in grado di competere con giganti come Amazon Prime e Netflix. Abbiamo un interesse di lungo termine, vogliamo essere partner industriali. È un progetto in cui crediamo molto».
Fininvest e Mediaset però l' hanno definita una scalata ostile.
«L' aggressività? È il nostro modo per arrivare a un risultato positivo. Ma non siamo ostili. È vero, bisogna essere in due per ballare il tango. Ma io voglio continuare a ballare comunque».
Fininvest ha risposto salendo dal 34,7% al 38,3% di Mediaset. Che ne pensa?
«Non possono salire oltre. Ma non giudico le mosse di Fininvest».
Siete accusati di puntare al controllo in modo subdolo.
«Avremmo lanciato un' Opa, e abbiamo i mezzi per farlo».
A quanto ammonta la vostra liquidità?
«In cassa Vivendi ha 2,1 miliardi, ma la liquidità di cui dispone è molto più alta».
VINCENT BOLLORE ARNAUD DE PUYFONTAINE
Quando avete comunicato di avere il 3,01% di Mediaset, nella nota si leggeva che l' obiettivo era di "salire al 10-20% del capitale in un primo tempo". Siete arrivati al 20%. In un secondo tempo lancerete un' Opa?
«Non posso fare commenti».
L' AgCom è intervenuta per ricordare i divieti sugli incroci tra tv e società di tlc.
«Ogni Paese ha le sue regole, e noi le rispettiamo. Come manteniamo la nostra parola e rispettiamo i contratti».
E Premium?
«È come se ci avessero invitato a cena in un ristorante a 3 stelle e poi ci siamo ritrovati in un McDonald' s».
Quanto avete speso per il 20% di Mediaset?
«Lo comunicheremo presto ufficialmente alle autorità, si tratta di circa 800 milioni di euro».
Quando avete comprato le azioni?
«A metà novembre. E poi quando abbiamo annunciato di aver superato le altre soglie».
Perché è venuto in Italia dopo il blitz?
«Per partecipare al board di Telecom Italia a Roma, di cui faccio parte. Di prima mattina ho incontrato il ministro allo sviluppo Calenda».
Di che cosa avete discusso?
«Ho espresso la nostra visione strategica».
Prima di tornare a Parigi ha fatto sosta a Milano. Ha incontrato la famiglia Berlusconi?
de puyfontaine mediaset vivendi
«Ho visto Pier Silvio Berlusconi».
È stato felice dell' incontro?
«Quando vedo Pier Silvio Berlusconi, in quanto ceo di Mediaset, sono sempre felice».
Ha visto anche Marina Berlusconi?
«L' ultima volta l' ho vista prima dell' estate».
Silvio Berlusconi partecipa alla partita?
«Ovviamente sì, ma non dialoga con noi. Noi parliamo con il management di Mediaset, con Pier Silvio, con Marco Giordani, il cfo (il responsabile finanziario, ndr ), e altri».
E Bolloré dialoga con Silvio Berlusconi?
«Bisogna chiederlo a Bolloré».
È sorpreso dalle reazioni, anche politiche, suscitate in Italia?
«Capisco che la rapidità con cui ci siamo mossi abbia creato reazioni emotive. E mi dispiace essere arrivati a questo punto. Ma non si tratta di una scalata dei francesi che puntano a conquistare un gioiello della corona in Italia. C' è troppo dramma. Ci sono molti italiani che guidano grandi gruppi francesi, da Toni Belloni a Lvmh a Bini Smaghi a Societé Générale. L' anno scorso gli italiani hanno investito 20 miliardi in Francia.
Quando Mondadori nel 2006 ha comprato una delle maggiori media company in Francia, nessuno ha protestato. Idem quando Campari ha comprato Grand Marnier più di recente».
Vi hanno accusato di aver approfittato della caduta del governo Renzi per muovervi.
«È completamente falso. L' ho detto anche al ministro Calenda. Le interpretazioni sono totalmente disconnesse dalla realtà. I tempi sono dettati dagli avvenimenti. Vorrei ricordare che il 23 novembre dovevamo comparire in Tribunale perché Mediaset aveva chiesto il sequestro di un pacchetto di azioni Vivendi, ma due giorni prima dell' udienza ha ritirato il ricorso».
silvio piersilvio e marina berlusconi
Intesa Sanpaolo si è schierata con Mediaset. Quale è il ruolo di Mediobanca, di cui Bolloré è il primo azionista privato con l' 8% e che tra i soci conta anche la Fininvest?
«Mediobanca non è coinvolta, per la struttura del suo azionariato».
All' inizio di marzo è in programma la prima udienza della causa civile portata avanti da Fininvest e Mediaset dopo la rottura su Premium. Troverete un accordo prima?
«Speriamo».
La settimana scorsa Stéphane Richard, ceo di Orange, ha dichiarato che se Canal+ fosse in vendita, sarebbe interessato.
«Per ora abbiamo soltanto un accordo di distribuzione, ma il mondo cambia molto velocemente. Pensiamo all' operazione di 21 Century Fox su Sky Europe o alla fusione tra At&T e Time Warner. Tutto è in movimento. Dobbiamo essere agili, e creare la massa per competere».
Com' è andato il consiglio di Telecom Italia, a cui ha partecipato in mattinata?
«L' atmosfera è buona, la visione strategica sta funzionando, e sono convinto che in futuro arriveranno altre buone cose».
Come finirà la partita con Mediaset?
«Il progetto è solido e convincente per superare gli ostacoli e farlo funzionare».
2. MEDIASET: CONFALONIERI, QUESTA È SCALATA OSTILE
(ANSA) - "Questa è una scalata ostile non solo dal nostro punto di vista ma anche dal punto di vista della politica. E sotto questo punto di vista ci ha fatto molto piacere il sentirci appoggiati anche dalle istituzioni, perché si è capito che c'è della sostanza, qui non c'è in gioco solo l'italianità e l'inno di Mameli, ma anche l'interesse nazionale". Lo ha detto, il presidente di Mediaset, Fedele Confalonieri, ad un incontro di Confindustria Piacenza, riguardo il rastrellamento di azioni da parte di Vivendi.
A giudizio di Confalonieri, "poi quando tu fai una scalata ostile, avendo comprato il 20%, dopo che hai abbassato il titolo, perché alla fine il titolo è stato abbassato da quattro euro a meno di due e mezzo, e hai rastrellato. Beh, tutto questo adesso è giustamente nelle mani della magistratura, degli organismi di controllo che faranno il loro dovere". Comunque, ha aggiunto, "nel commentare queste cose bisogna essere molto cauti perché sono, per dirla all'inglese, price sensitive, il rischio è di fare pasticci con la borsa se si dicono cose sbagliate.
Ho letto anch'io l'intervista al 'Corriere della Sera', i fatti sono che avevamo un contratto e non lo hanno rispettato. Adesso dire che quel contratto fosse sbagliato è assurdo, sbagliato su che che cosa? Hanno fatto loro le due diligence quindi dovevano accorgersi se c'erano cose che non andavano. Quindi - ha concluso - il pretesto per dire 'siamo stati imbrogliati', o dire qualcosa che ci somiglia molto, è un pretesto veramente campato per aria".
3. BOLLORÉ, UN SUMMIT CON BERLUSCONI
Ettore Livini per ''la Repubblica''
Fininvest, c' è posta per te. Vincent Bolloré sospende (per ora) la scalata in Borsa a Mediaset e si prepara a bussare alla porta del Biscione chiedendo un summit con Silvio Berlusconi. La richiesta sarebbe in preparazione in queste ore e fonti francesi auspicano un incontro ai massimi livelli in tempi stretti per provare a far parlare la diplomazia dopo i fuochi d' artificio di questa settimana sul listino, dove ieri il titolo ha perso lo 0,5%.
Il ramoscello d' ulivo, ovviamente, suona paradossale, visto che il raider bretone ha passato gli ultimi giorni a scalare le tv dell' ex-alleato rastrellando il 20% del capitale. Ma rientra a pieno titolo nella sua classica strategia d' assalto, fatta di continui stop and go fino a centrare l' obiettivo finale. Il tono dell' offerta di pace (armata) ad Arcore è chiaro: «Il nostro non è un intervento ostile ma un modo per dimostrare che crediamo nell' intesa tra i due gruppi - è il messaggio -. Nelle prossime settimane Mediaset deve prendere decisioni importanti su temi come l' asta dei diritti del calcio. Meglio sedersi subito al tavolo e parlarsi per firmare la tregua e decidere come muoversi».
Fininvest non commenta per ora sulle possibili avances transalpine. Ma - visti i precedenti - non sembra troppo disposta a fidarsi delle dichiarazioni d' amore dell' ex alleato. E la famiglia, dopo aver stretto le fila, è impegnata in queste ore a cercare di blindare il controllo delle tv. Il timore, visto il curriculum vitae di Bolloré, è che le mani tese di queste ore siano solo l' antipasto prima del secondo tempo della scalata in Borsa alla conquista di Cologno.
Parigi ha provato ieri a riallacciare i rapporti anche con la politica tricolore. L'amministratore delegato di Vivendi Arnaud de Puyfountaine - a Roma per il cda di Telecom Italia di cui i francesi sono i primi soci ha incontrato Carlo Calenda. Il ministro dello Sviluppo economico ha ribadito nel faccia a faccia la posizione del governo italiano. Nessun problema con l' operazione, ma molti dubbi sui modi con cui è stata condotta, specie vista la delicatezza degli equilibri del settore dei media nel nostro paese. Calenda avrebbe accusato secondo indiscrezioni attendibili il gruppo Bolloré di «un' arroganza inaccettabile » e ribadendo che non è possibile «trattare l' Italia come la Guyana francese». Parole su cui, con una certa freddezza, si sarebbe chiuso l' incontro.
gianni letta silvio berlusconi
4. BATTAGLIA LEGALE, FEDELISSIMI E STATO LA STRATEGIA DI SILVIO È BLINDARE IL GRUPPO
Ettore Livini per ''la Repubblica''
Vacanze di Natale ridimensionate per tutti. Pool di legali al lavoro in via Paleocapa. I cinque figli in contatto costante e diretto tra di loro. Silvio Berlusconi, spiazzato dal blitz di Vincent Bolloré, sta mettendo a punto in queste ore a tappe forzate la sua strategia difensiva. Il tempo a disposizione, lo sa bene, è pochissimo. Ben difficilmente - in assenza di disgeli diplomatici - Vivendi lascerà a lui e al sistema Italia l' opportunità di organizzare le difese. E Fininvest si prepara a calare sul tavolo tre carte. Sapendo che non si tratta di assi pigliatutto, anzi, e che respingere nuovi assalti (finanziari o legal-societari) dei francesi non sarà facile.
fedele confalonieri marina berlusconi
Il primo atout, forse il più solido, è la difesa legale. Il tentativo del Biscione è quello di ottenere la sterilizzazione del diritto di voto dello scalatore. La denuncia in Procura per manipolazione dopo la rottura dell' intesa su Premium da parte dei transalpini potrebbe in teoria portare a questo risultato. Ma probabilmente in tempi troppo lunghi per essere efficace. Più semplice (ma non facilissimo) cercare di ottenere il congelamento o il sequestro del 20% di Bolloré appellandosi direttamente alla violazione dell' alleanza sulla pay-tv firmata ad aprile tra i due gruppi, dove Vivendi si impegnava a non acquistare azioni Mediaset per un anno.
I vertici di Arcore stanno valutando pure se e come si può rafforzare la posizione di Fininvest nel capitale Mediaset senza incorrere nel rischio d' Opa.
berlusconi giacomini confalonieri valentini
Acquisti diretti di titoli non sono ammessi fino ad aprile. Appelli agli alleati storici come Ennio Doris e Mediolanum o agli advisor come Intesa e Unicredit rischiano di venir impallinati dalla Consob con l' accusa di "concerto" e annesso obbligo d' offerta d' acquisto sul 100%.
Meglio quindi cercare consensi autonomi sul mercato. E in queste ore i consulenti della cassaforte dei Berlusconi stanno bussando alle porte dei grandi fondi azionisti (con cui nel recente passato ha avuto qualche problema di comunicazione) per tirarli dalla sua parte. L' obiettivo è creare un nocciolo duro di "fedelissimi" con il 10% del capitale non solo per blindare il controllo della società ma pure per proteggersi in assemblea da eventuali blitz di Bolloré. Vivendi in teoria potrebbe già oggi chiedere un' assemblea straordinaria per proporre un allargamento del cda e un posto in consiglio.
CONFALONIERI PIERSILVIO BERLUSCONI
Anche in questo caso però la strada non è in discesa. Il raider Bolloré ha usato più volte in passato con abilità e spregiudicatezza l' appoggio dei fiondi nelle sue scalate. E con ogni probabilità non è rimasto con le mani in mano nelle ultime settimane su questo fronte e ha già contattato i 10 investitori istituzionali (tra cui Mc-Kenzie, Norges Bank, TRowe, River and Mercantile, Vanguard, Blackrock, SW Mitchell e Fidelity) che hanno quote vicino all' 1%.
L' ultima carta nel mazzo di Fininvest è quella in cui l' ex premier, in fondo, crede meno: l' aiuto dello Stato e del Sistema Italia. L' Agcom ha lanciato un salvagente che anche in via Paleocapa considerano generoso ma mezzo-bucato. Golden Power e minacce varie su contratto di servizio della Rai, tetti pubblicitari, scorporo rete Telecom e interventi "contra aziendam" sui diritti tv sono ritenuti poco praticabili e in ogni caso richiedono tempi troppo lunghi rispetto a quelli della finanza. A maggior ragione se è d' assalto come quella del bretone.