TUTTI I MALPENSA VENGONO PER NUOCERE - CON LA DECISIONE DI ETIHAD DI RILANCIARE LINATE E FIUMICINO, VIENE CERTIFICATO IL FALLIMENTO DEL PIANO LEGAIOLO-PADANO SU MALPENSA - MARONI: “È UNA DICHIARAZIONE DI GUERRA CONTRO LA LOMBARDIA”

1 - ALITALIA: RUTELLI, FINALMENTE LA VERITÀ SUL DISASTRO MALPENSA/ FIUMICINO
Comunicato stampa

"Finalmente si ammette l'errore enorme Malpensa/Fiumicino. Chi mi accusava di "campanilismo" era in mala fede: quelle scelte hanno affossato Alitalia e aeroporti". Lo dichiara in una nota Francesco Rutelli.

"Dopo qualche decina di miliardi e vent'anni buttati, tutti i commentatori - nell'ambito della trattativa Alitalia-Etihad - ammettono il fallimento strategico di Malpensa come 'hub' nazionale. Io ho sempre difeso - spiega Rutelli - non solo come Sindaco di Roma, una linea infrastrutturale e industriale giusta:

1. Fiumicino e' baricentrico, legato alla Capitale e ai grandi flussi turistici, potendo facilmente espandersi a 50 milioni di passeggeri/anno.

2. Si poteva puntare su Malpensa (con un maggiore traffico business) solo fermando la concorrenza locale. Ma, naturalmente, Milano ha voluto mantenere e accrescere i collegamenti di Linate, e la Lombardia ha sviluppato anche Bergamo-Orio, causa scomodità e scarsa accessibilità di Malpensa. Risultato: Malpensa e' rimasta una costosa cattedrale nel deserto, mentre crescevano Verona e Venezia; resistevano Torino, Bologna, Genova; nasceva Brescia-cargo (!). I lombardi dell'est volavano da Bergamo, e Linate restava city airport E ANCHE aeroporto internazionale.

3. L'hub italiano non doveva essere geograficamente troppo sbilanciato (nelle Prealpi varesine) salvo assestare un colpo mortale all'accessibilità dell'Italia centromeridionale.

4. Era evidente la crescita futura dell'impatto dell'industria turistica. E anche la concorrenzialità del partner Air France sui segmenti 'alti' del traffico dai paesi emergenti (indirizzati invece su Parigi).

5. Il costo di trasferire da Fiumicino a Malpensa piloti, equipaggi, logistica, manutenzioni etc. ha dato ad Alitalia la mazzata decisiva. Conclusione retrospettiva: i fatti mi hanno dato ragione. Conclusione in positivo: la Regione Lombardia, anche in vista dell'Expo, deve programmare le priorità del trasporto aereo e porre fine al cannibalismo fratricida. Roma e Lazio debbono programmare con Aeroporti e la nuova Alitalia l'urgente modernizzazione di Fiumicino: autostrada, collegamenti ferroviari, people mover, alberghi sono oggi gli stessi voluti e realizzati dalla mia Amministrazione 20 anni fa!!", conclude Rutelli.

2 - ALITALIA, L'IRA DI MARONI: "LIBERALIZZARE I VOLI SU LINATE CONDANNERÀ MALPENSA"
Giu. Bot. Per "la Stampa"

Mentre la trattativa tra Alitalia ed Etihad procede a grandi passi, la lettera di intendi della compagnia araba dovrebbe essere imminente, le anticipazioni sul piano fanno riesplodere il braccio di ferro tra Milano e Roma. In particolare, al governatore della Lombardia Maroni non va giù il sostanziale via libera che, secondo quanto ricostruito, sarebbe arrivato da parte del governo alla liberalizzazione degli slot su Linate, considerati fondamentali da James Hogan.

«È chiaro che, se venissero liberalizzati i voli su Linate, questo significherebbe la fine di Malpensa e, ovviamente, non posso essere d'accordo e questo il ministro delle Infrastrutture lo sa» ha detto Maroni, in visita a Pavia. «Adesso aspetto di capire quale sarà la soluzione va bene che Etihad entri in Alitalia, ma non può farlo a spese di Malpensa, perché vorrebbe dire che salta per aria il sistema aeroportuale lombardo. Non è accettabile - ha detto - lo scambio per cui, per salvare il carrozzone Alitalia, si condanna Malpensa: se così fosse, sarebbe una dichiarazione di guerra verso la Lombardia».

Etihad si aspetta inoltre il collegamento dell'aeroporto di Fiumicino con l'alta velocità e una liberalizzazione degli slot di Linate. Sistemato il capitolo dei servizi, restano il nodo del debito e il capitolo più spinoso, quello legato al costo del lavoro. Sul primo punto le banche saranno decisive solo nel momento in cui sarà partita la lettera.

Certo, gli istituti azionisti - Intesa SanPaolo e Unicredit - guardano con particolare interesse la partita e non farebbero barricate alla richiesta di ristrutturazione di parte del debito della compagnia di bandiera, che al momento, si attesta a 900 milioni. Nel facilitare gli incontri e lo sviluppo di una trattativa importante per il futuro del Paese ha avuto un ruolo Luca Montezemolo. E non si esclude che, una volta trovato l'accordo, al numero uno della Ferrari arrivi la richiesta di presiedere Alitalia.

Sul secondo punto - il costo del lavoro - James Hogan, ripartito ieri alla volta di Londra dopo tre giorni a Roma - si aspetta un risparmio consistente: l'ipotesi è agire sulla cig a rotazione che, per 1500 posizioni, potrebbe essere trasformata in cassa a zero ore. Sarebbero coinvolti anche i circa 900 dipendenti che, da quattro anni, stanno facendo la cig volontaria. Sul fronte dei tagli al costo del lavoro potrebbe arrivare anche una richiesta di riduzione degli stipendi.

Se tutti i nodi venissero sciolti Etihad potrebbe investire in Alitalia una somma superiore a quanto finora ipotizzato, fino a 500 milioni. Più probabile che si inneschi una trattativa che faccia scendere l'impegno finanziario: una compagnia con un costo del lavoro più alto sarebbe per forza di cose meno appetibile. Ieri Lupi ha rassicurato: «Tutto quello che ho letto non è vero. Confermo che c'è un progetto di sviluppo molto positivo come avevamo impostato con i sindacati. Adesso dobbiamo convocare i sindacati e lavorare insieme una volta che arriverà il piano industriale».

I temp restano un rebus. Il cda di Alitalia, in programma lunedì prossimo, secondo quanto si apprende, è stato rinviato in attesa della lettera di intenti di Etihad che potrebbe arrivare forse già proprio lunedì. Non c'è ancora una nuova data per la riunione del board che dovrebbe essere comunque convocata nei prossimi giorni per esaminare la lettera di intenti della compagnia di Abu Dhabi.

 

AEROPORTO MILANO MALPENSA FRANCESCO RUTELLI AL FUNERALE LAICO DI ARNOLDO FOA FOTO LAPRESSE ROBERTO MARONI AEROPORTO ROMA FIUMICINO

Ultimi Dagoreport

elon musk sam altman

NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON MUSK E SAM ALTMAN HANNO LITIGATO SU “X” SUL PROGETTO “STARGATE”. IL MILIARDARIO KETAMINICO HA SPERNACCHIATO IL PIANO DA 500 MILIARDI DI OPENAI-SOFTBANK-ORACLE, ANNUNCIATO IN POMPA MAGNA DA TRUMP: “NON HANNO I SOLDI”. E IL CAPOCCIA DI CHATGPT HA RISPOSTO DI PETTO AL FUTURO “DOGE”: “SBAGLI. MI RENDO CONTO CHE CIÒ CHE È GRANDE PER IL PAESE NON È SEMPRE OTTIMALE PER LE TUE COMPAGNIE, MA NEL TUO RUOLO SPERO CHE VORRAI METTERE PRIMA L’AMERICA…” – LA GUERRA CIVILE TRA I TECNO-OLIGARCHI E LE MOSSE DI TRUMPONE, CHE CERCA DI APPROFITTARNE…

donald trump elon musk jamie dimon john elkann

DAGOREPORT – I GRANDI ASSENTI ALL’INAUGURATION DAY DI TRUMP? I BANCHIERI! PER LA TECNO-DESTRA DEI PAPERONI MUSK & ZUCKERBERG, IL VECCHIO POTERE FINANZIARIO AMERICANO È OBSOLETO E VA ROTTAMATO: CHI HA BISOGNO DEI DECREPITI ARNESI COME JAMIE DIMON IN UN MONDO CHE SI FINANZIA CON MEME-COIN E CRIPTOVALUTE? – L’HA CAPITO ANCHE JOHN ELKANN, CHE SI È SCAPICOLLATO A WASHINGTON PER METTERSI IN PRIMA FILA TRA I “NUOVI” ALFIERI DELLA NEW ECONOMY: YAKI PUNTA SEMPRE PIÙ SUL LATO FINANZIARIO DI EXOR E MENO SULLE VECCHIE AUTO DI STELLANTIS (E ZUCKERBERG L'HA CHIAMATO NEL CDA DI META)

antonino turicchi sandro pappalardo armando varricchio nello musumeci ita airways

DAGOREPORT – DA DOVE SPUNTA IL NOME DI SANDRO PAPPALARDO COME PRESIDENTE DELLA NUOVA ITA “TEDESCA” BY LUFTHANSA? L’EX PILOTA DELL’AVIAZIONE DELL’ESERCITO È STATO “CALDEGGIATO” DA NELLO MUSUMECI. IL MINISTRO DEL MARE, A DISPETTO DEL SUO INCARICO, È MOLTO POTENTE: È L’UNICO DI FRATELLI D’ITALIA AD AVERE I VOTI IN SICILIA, ED È “MERITO” SUO SE SCHIFANI È GOVERNATORE (FU MUSUMECI A FARSI DA PARTE PER FAR CORRERE RENATINO) – E COSÌ ECCO CHE IL “GIORGETTIANO” TURICCHI E L’AMBASCIATORE VARRICCHIO, CARO A FORZA ITALIA, SONO STATI CESTINATI…

friedrich merz donald tusk giorgia meloni trump emmanuel macron olaf scholz mario draghi

C’ERA UNA VOLTA IL TRENO PER KIEV CON DRAGHI, MACRON E SCHOLZ. ORA, COMPLICE IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO DI GIORGIA MELONI, L’ITALIA È SPARITA DALLA LEADERSHIP DELL’UE - LA DUCETTA PREFERISCE ACCUCCIARSI AI PIEDI DI WASHINGTON (CHE VUOLE VASSALLI, NON ALLEATI ALLA PARI) CHE RITAGLIARSI UN RUOLO IN EUROPA - FRIEDRICH MERZ, PROBABILE NUOVO CANCELLIERE TEDESCO, HA "ESPULSO" L'ITALIA DAL GIRO CHE CONTA: A CHI GLI HA CHIESTO QUALE PAESE ANDREBBE AGGIUNTO A UN DIRETTORIO FRANCO-TEDESCO, HA CITATO LA POLONIA, GUIDATA DAL POPOLARE DONALD TUSK (NEMICO NUMERO UNO DEL PIS DI MORAWIECKI E KACZYNSKI, ALLEATI DELLA DUCETTA IN ECR) - “I AM GIORGIA” SOGNAVA DI ESSERE IL “PONTE” TRA USA E UE E SI RITROVA A FARE LA CHEERLEADER DELLA TECNO-DESTRA DI MUSK E TRUMP…

ignazio la russa giorgia meloni daniela santanche lucio malan

DAGOREPORT - DANIELA SANTANCHÈ A FINE CORSA? IL CAPOGRUPPO DI FDI IN SENATO, LUCIO MALAN, È A PALAZZO CHIGI E POTREBBE DIVENTARE IL NUOVO MINISTRO DEL TURISMO, AL POSTO DELLA “PITONESSA” – IERI L’INCONTRO TRA IGNAZIO LA RUSSA E GIORGIA MELONI: LA DUCETTA POTREBBE AVER CHIESTO AL PRESIDENTE DEL SENATO, IN QUANTO AVVOCATO DELL’IMPRENDITRICE, RASSICURAZIONI SULLA SENTENZA DI PRIMO GRADO. LA RISPOSTA? CARA GIORGIA, NON TI POSSO GARANTIRE NIENTE. COME SAI, LA LEGGE PER I NEMICI SI APPLICA, E PER GLI AMICI SI INTERPRETA. MORALE DELLA FAVA: LA “SANTA” HA UN PIEDE E MEZZO FUORI DAL MINISTERO - LA SMENTITA DI PALAZZO CHIGI