marchionne grande stevens john elkann

ABBI FIDUCIARIA - DIETRO LA RETE DEGLI 'SPIONI' DI HACKING TEAM UNA RETE DI SOCIETÀ LEGATE AGLI AVVOCATI DEGLI AGNELLI - PURE LA REGIONE LOMBARDIA È AZIONISTA DEGLI HACKER

Stefano Sansonetti per La Notizia (www.lanotiziagiornale.it)

 

E.MORONE, GRANDE STEVENS, GIUSEPPE MORCHIO E G. FERREROE.MORONE, GRANDE STEVENS, GIUSEPPE MORCHIO E G. FERRERO

Un’incredibile giro di società fiduciarie che portano dritte a un gruppo di professionisti di Torino da sempre vicini alla famiglia Agnelli. Continuano a emergere dettagli sorprendenti dietro alla Hacking Team, la società milanese che produce software spia legali venduti tra gli altri ai Servizi segreti italiani e di mezzo mondo. La Notizia, dopo aver rivelato il coinvolgimento come socio indiretto dell’ex ambasciatore Usa a Roma Ronald Spogli (vedi il numero dell’11 luglio scorso), carte alla mano è in grado di documentare la presenza, tra gli azionisti indiretti della società di sicurezza informatica, di tutta una serie di società fiduciarie torinesi riconducibili a personaggi molto vicini alla galassia Agnelli.

 

LA RETE

AGNELLI GRANDE STEVENSAGNELLI GRANDE STEVENS

Il dato è in grado di aprire nuovi e sorprendenti squarci su una società, la Hacking Team, che nei giorni scorsi è stata oggetto di un clamoroso attacco informatico che ha prodotto la diffusione on line di 400 gigabyte di file. Un blitz che non soltanto ha dimostrato come tra i clienti della società ci siano paesi non proprio modello di democrazia (vedi Sudan), ma rischia ora di mettere a repentaglio tutta una serie di indagini delicatissime. Per arrivare alle fiduciarie torinesi bisogna sempre partire dalla Hacking Team. Il suo secondo maggior azionista, con il 26,03%, è la società d’investimento Innogest. Nel capitale di quest’ultima, con una quota del 15%, troviamo Ersel Investimenti. 

 

Augusto Benessia Augusto Benessia

Ora, proprio la Ersel Investimenti fa capo a due fiduciarie, ovvero la Nomen (69,88%) e la Simon (30,12%). E’ appena il caso di ricordare che la fiduciaria è uno strumento, del tutto legale, utilizzato per “schermare” l’identità dei veri proprietari. Se ci si concentra, però, sugli azionisti di minoranza della Nomen Fiduciaria spuntano dettagli molto interessanti. Con il 3%, infatti, troviamo Angelo Benessia, avvocato torinese, ex presidente della Compagnia Sanpaolo ed ex consigliere di amministrazione della Fiat. Ma soprattutto parliamo di uno degli avvocati più vicini a casa Agnelli, tanto da essersi meritato il soprannome di “Benefiat” (evidentemente giocato sulla pronuncia del suo cognome).

 

Angelo Benessia (Compagnia di San Paolo) e Enrico Salza (Intesa)Angelo Benessia (Compagnia di San Paolo) e Enrico Salza (Intesa)

Ancora, con un altro 3% nella Nomen fiduciaria troviamo Cesare Ferrero, uno dei commercialisti di fiducia degli Agnelli. Al punto da essere stato, nel corso degli anni, presidente del collegio sindacale di Exor, Ifil, Fiat e dell’accomandita Giovanni Agnelli e C. Ma non finisce qui. Si dà infatti il caso che il pacchetto di maggioranza delle due fiduciarie, ovvero il 70% della Nomen e della Simon, sia in mano a una terza fiduciaria, che si chiama Sofegi. E qui viene fuori un altro pezzo da novanta della galassia Agnelli.

 

A MONTE

HACKING TEAMHACKING TEAM

Secondo gli archivi della Camera di commercio, infatti, risulta che gli azionisti della Sofegi siano Riccardo Grande Stevens (60%), Cristina Grande Stevens (30%) e Franzo Grande Stevens (10%). Insomma, c’è tutta la famiglia di quel Franzo Grande Stevens, già vicepresidente della Fiat e presidente della Juventus, che è stato uno dei più stretti collaboratori di Giovanni Agnelli. Di professione avvocato, Grande Stevens venne anche condannato in appello (con Gianluigi Gabetti) per aggiotaggio nella vicenda dello swap Exor, ovvero quell’operazione finanziaria che nel 2005 consentì agli Agnelli di mantenere la presa sulla Fiat evitando di cedere il passo alle banche creditrici. Successivamente la Cassazione ha annullato le condanne per prescrizione.

DAVID VINCENZETTI - HACKING TEAMDAVID VINCENZETTI - HACKING TEAM

 

Tra l’altro Nomen, Simon e Sofegi hanno la sede proprio nella stessa via torinese dove si trova lo studio legale Grande Stevens, a qualche civico di distanza. Sulla fiduciaria Simon, poi, si può registrare una curiosità. La società, che come detto porta alla famiglia di uno degli avvocati di fiducia del Lingotto, compare nell’elenco dei finanziatori della fondazione Open, quella che organizza la renziana “Leopolda”. In particolare dalla lista si apprende che la Simona ha versato alla fondazione 20 mila euro.

 

INCROCI PAZZESCHI

Una cosa è certa. Nelle retrovie dell’azionariato della Hacking Team ci sono sorprese a non finire. Come abbiamo visto per il tramite della Innogest, che detiene il 26,03% della società di sicurezza informatica, spuntano fuori l’ex ambasciatore Usa a Roma Spogli (che detiene il 10% della stessa Innogest) e la Ersel Investimenti (15%), dietro la quale c’è un gruppo di fiduciarie torinesi che riportano a casa Agnelli. Accanto alla Innogest, poi, nel capitale della Hacking Team c’è con un altro 26,03% la Finlombarda Gestioni, società controllata dalla Finlombarda, ovvero la finanziaria della regione Lombardia.

 

ronald p spoglironald p spogli

La medesima Finlombarda lo scorso 6 luglio, guarda caso lo stesso giorno in cui è esploso mediaticamente il caso dell’assalto informatico, con un avviso ad hoc ha deciso di vendere in fretta e furia la sua partecipazione in Finlombarda Gestioni (con dentro l’“imbarazzante” partecipazione nella Hacking Team). Come si vede un reticolo impressionante, che impone altre e più urgenti domande su quali interessi si muovano dietro l’ormai famosa Hacking Team.

 

 

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEL PIÙ GRANDE RISIKO BANCARIO D’ITALIA? L’ASSEMBLEA DI GENERALI DEL 24 APRILE È SOLO LA PRIMA BATTAGLIA. LA GUERRA AVRÀ INIZIO DA MAGGIO, QUANDO SCENDERANNO IN CAMPO I CAVALIERI BIANCHI MENEGHINI - RIUSCIRANNO UNICREDIT E BANCA INTESA A SBARRARE IL PASSO ALLA SCALATA DI MEDIOBANCA-GENERALI DA PARTE DELL’”USURPATORE ROMANO” CALTAGIRONE IN SELLA AL CAVALLO DI TROIA DEI PASCHI DI SIENA (SCUDERIA PALAZZO CHIGI)? - QUALI MOSSE FARÀ INTESA PER ARGINARE IL DINAMISMO ACCHIAPPATUTTO DI UNICREDIT? LA “BANCA DI SISTEMA” SI METTERÀ DI TRAVERSO A UN’OPERAZIONE BENEDETTA DAL GOVERNO MELONI? O, MAGARI, MESSINA TROVERÀ UN ACCORDO CON CALTARICCONE? (INTESA HA PRIMA SPINTO ASSOGESTIONI A PRESENTARE UNA LISTA PER IL CDA GENERALI, POI HA PRESTATO 500 MILIONI A CALTAGIRONE…)

donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - LA DUCETTA IN VERSIONE COMBAT, DIMENTICATELA: LA GIORGIA CHE VOLERA' DOMANI A WASHINGTON E' UNA PREMIER IMPAURITA, INTENTA A PARARSI IL SEDERINO PIGOLANDO DI ''INSIDIE'' E "MOMENTI DIFFICILI" - IL SOGNO DI FAR IL SUO INGRESSO ALLA CASA BIANCA COME PONTIERE TRA USA-UE SI E' TRASFORMATO IN UN INCUBO IL 2 APRILE QUANDO IL CALIGOLA AMERICANO HA MOSTRATO IL TABELLONE DEI DAZI GLOBALI - PRIMA DELLE TARIFFE, IL VIAGGIO AVEVA UN SENSO, MA ORA CHE PUÒ OTTENERE DA UN MEGALOMANE IN PIENO DECLINO COGNITIVO? DALL’UCRAINA ALLE SPESE PER LA DIFESA DELLA NATO, DA PUTIN ALLA CINA, I CONFLITTI TRA EUROPA E STATI UNITI SONO TALMENTE ENORMI CHE IL CAMALEONTISMO DI MELONI E' DIVENTATO OGGI INSOSTENIBILE (ANCHE PERCHE' IL DAZISMO VA A SVUOTARE LE TASCHE ANCHE DEI SUOI ELETTORI) - L'INCONTRO CON TRUMP E' UN'INCOGNITA 1-2-X, DOVE PUO' SUCCEDERE TUTTO: PUO' TORNARE CON UN PUGNO DI MOSCHE IN MANO, OPPURE LEGNATA COME ZELENSKY O MAGARI  RICOPERTA DI BACI E LODI...

agostino scornajenchi stefano venier giovanbattista fazzolari snam

SNAM! SNAM! LA COMPETENZA NON SERVE - ALLA GUIDA DELLA SOCIETÀ DI CDP, CHE SI OCCUPA DI STOCCAGGIO E RIGASSIFICAZIONE DEL GAS NATURALE, SARÀ UN MANAGER CHE HA SEMPRE RICOPERTO IL RUOLO DI DIRETTORE FINANZIARIO, AGOSTINO SCORNAJENCHI – MA DAL GAS ALLA FIAMMA, SI SA, IL PASSO È BREVE: A PROMUOVERE LA NOMINA È INTERVENUTO QUELLO ZOCCOLO DURO E PURO DI FRATELLI D’ITALIA, GIÀ MSI E AN, CHE FA RIFERIMENTO A FAZZOLARI. E A NULLA È VALSO IL NO DELLA LEGA - LA MANCATA RICONFERMA DI STEFANO VENIER, NOMINATO 3 ANNI FA DAL GOVERNO DRAGHI, È ARRIVATA PROPRIO NEL GIORNO IN CUI STANDARD & POOR HA PROMOSSO IL RATING DELLA SNAM…

veneto luca zaia matteo salvini giorgia meloni elly schlein giuseppe conte

DAGOREPORT – SCAZZO DOPO SCAZZO, IL BIG BANG PER IL CENTRODESTRA SARÀ IN AUTUNNO, CON LE REGIONALI IN VENETO, CAMPANIA, TOSCANA, PUGLIA E MARCHE – SE ZAIA E LA SUA LIGA VENETA SI PRESENTASSERO DA SOLI, SPACCHETTEREBBERO IL VOTO DI DESTRA RENDENDO LA REGIONE CONTENDIBILE: BASTEREBBE SOLO CHE PD E M5S SMETTESSERO DI FARE GLI EGO-STRONZI E CONVERGESSERO SU UN CANDIDATO “CIVICO” (COME DAMIANO TOMMASI A VERONA NEL 2022) – LA PROPOSTA DI MELONI AL "TRUCE" MATTEO: FDI È DISPOSTA A LASCIARE IL VENETO ALLA LEGA, MA A QUEL PUNTO LA REGIONE LOMBARDIA TOCCA A NOI (A FORZA ITALIA, IL SINDACO DI MILANO) - SE SALVINI SI IMPUNTA? S'ATTACCA! E FRATELLI D'ITALIA SI PRENDE TUTTO (MA LE CONSEGUENZE SULLA MAGGIORANZA POTREBBERO ESSERE FATALI PER IL PRIMO GOVERNO MELONI…)

donald trump dazi tadazi

DAGOREPORT – LO STOP DI TRE MESI AI DAZI NON SALVERA' IL CULONE DI TRUMP: PER I MERCATI FINANZIARI L’INSTABILITÀ ECONOMICA È PEGGIO DELLA PESTE, E DONALD HA ORMAI ADDOSSO IL MARCHIO DELL’AGENTE DEL CAOS – I FONDI ISTITUZIONALI EUROPEI ABBANDONANO GLI INVESTIMENTI IN SOCIETA' AMERICANE, IL DOLLARO SCENDE, IL RENDIMENTO DEI BOND USA SI IMPENNA, LE AZIENDE CHE PRODUCONO TRA CINA E VIETNAM RISCHIANO DI SALTARE (TRUMP HA SALVATO APPLE MA NON NIKE) - PER QUESTO IL CALIGOLA COL CIUFFO HA RINCULATO SUI DAZI (CINA ESCLUSA) - MA LO STOP DI TRE MESI NON È SERVITO A TRANQUILLIZZARE I POTERI FORTI GLOBALI, CON IL DRAGONE DI XI JINPING CHE RISPONDE DURO ALLE TARIFFE USA A COLPI DI "DUMPING": ABBASSANDO IL COSTO DEI PRODOTTI CHE NON ESPORTA PIU' IN USA (COMPRESO L'EXPORT DELLE RISORSE DELLE TERRE RARE, STRATEGICO PER LE MULTINAZIONALI HI-TECH) – SONDAGGI IN PICCHIATA PER TRUMP: IL 60% DEGLI AMERICANI POSSIEDE AZIONI TRAMITE I FONDI PENSIONE...

gianfranco zinzilli silvia calandrelli giampaolo rossi rai

FLASH - GRANDE INCAZZATURA NEL CENTRODESTRA, IN PARTICOLARE TRA I FRATELLINI D’ITALIA: TRA OGGI E DOMANI IN RAI DEVONO DECIDERE IL PRESIDENTE DI RAI PUBBLICITÀ E L’AD ROSSI VUOLE NOMINARE SILVIA CALANDRELLI, IN QUOTA PD, COME PRESIDENTE  DELLA CASSAFORTE PUBBLICITARIA DELLA RAI (IL FILOSOFO DI COLLE OPPIO LE AVEVA PROPOSTO LA DIREZIONE DI PUBBLICA UTILITÀ, MA LEI HA RIFIUTATO) - LA LEGA VORREBBE PIAZZARE GIANFRANCO ZINZILLI, ATTUALMENTE VICE DIRETTORE VICARIO DELLA DIREZIONE OFFERTA ESTERO RAI ITALIA...